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tumori made in ......

Post n°666 pubblicato il 31 Agosto 2009 da dammiltuoaiuto
 


Tumori made in......
 

Spulciando su internet vengono fuori vari articoli, anche recenti, su fatti gravi che pero' non portano mai ad azioni politiche vere. l giornalismo italiano e' spesso colpevole di essere troppo superficiale, ma anche quando fanno le cose come si deve, non c'e' ne' una coscienza pubblica forte da esigere che le cose cambino, e ne' tantomeno un senso di amore da parte degli amministratori di garantire una miglior qualita' di vita alle persone.

Mi riferisco, nello specifico ad una indagine portata avanti dall'Espresso nel maggio del 2007. Lo scenario e' abbastanza triste: in Italia c'e' un aumento vertiginoso di tumori. Si parla di livelli da epidemia. Ne avevamo gia' parlato qui e qui, ma questa indagine spicca per precisione, per numeri e perche' si fanno nomi e cognomi, o meglio, sigle. Dall'inchiesta viene fuori che dagli anni ottanta ad oggi, i tumori in Italia sono aumentati

del 20% per linfomi e leucemie

del 27% per il seno

del 10% per il cervello

del 15% circa per il fegato.

Nella regione Lombardia nel giro di venti anni i casi di neuroblastoma, cioe' un tipo di tumore al cervello che colpisce i bambini di eta' fra i zero e i due anni, sono aumentati del 70%, quelli del sistema nervoso quasi del 50%, e le leucemie infantili del 23%.

L'articolo parla di vari fattori che portano alla comparsa di tumori - il fumo, la genetica, la vita sedentaria. Per alcune di queste cose non ci possiamo fare quasi niente - come appunto i geni. Per altre cause sono le persone che decidono di ammazzarsi da sole, con il fumo e decidendo di non far attivita' fisica. Io naturalmente non fumo, e non riesco a capire perche' la gente continui a farlo. La Philip Morris per anni ha sperimentato sui topi per capire come rendere le sigarette le piu' assuefanti possibili. Perche' uno vorrebbe consegnare la propria salute (oltre che i propri quattrini) ai commercianti di sigarette? Volere e' potere per chi pensa che e' impossibile smettere.

Ma poi c'e' la regina delle cause: l'avvelenamento delle nostre acque, dei nostri mari, della nostra aria a causa di inquinanti di vario tipo. Dice l'Espresso:

Così, se il rapporto tra fumo di sigaretta e tumori del polmone e dell'uretra è un fatto indiscutibile, così come quello tra fumo passivo e cancro del seno, è anche vero che se si cercano le ragioni dell'EMERGENZA fotografata in queste pagine, l'attenzione si punta tutta sui VELENI che ci circondano.

Secondo il presidente dell'associazione internazionale medici per l'ambiente, Renzo Tomatis, i tumori italiani con una forte componente ambientale superano il 50 per cento del totale.

Dove aumentano i casi di cancro? In tutta Italia, con una concentrazione micidiale in 54 aree che comprendono 311 comuni. Nella mappa tracciata da 'L'espresso' queste zone di crisi disegnano una radiografia della Penisola avvelenata che corre da Pieve Vergonte, un paese all'ombra della fabbrica Enichem nel profondo Nord della provincia di Verbania, alla punta inferiore della Sicilia, con Gela e il suo petrolchimico voluto da Enrico Mattei per regalare un futuro industriale all'isola.

C'e' da aggiungere qualcosa? La prima in classifica a regalare tumori agli Italiani ed ai loro figli e' la nostra beneamata ENI! Siamo noi ad amazzarci con le nostre mani, visto che l'ENI e' finanziata dagli Italiani stessi, azionari al 30%.

Aree siderurgiche e chimiche, porti e raffinerie: qui si concentrano gli eccessi di mortalità per malattie respiratorie, per tumori alla laringe e ai polmoni, al fegato, alla vescica, leucemia e linfomi. Lo raccontano gli studi sempre più numerosi sulle acciaierie di Genova, Piombino e Taranto, sui petrolchimici siciliani di Gela, Priolo e Augusta, così come sulle raffinerie di Sarroch, Porto Torres e Portoscuso in Sardegna.

Non sono senza colpa i pesticidi, le antenne dei telefonini, i cementifici, le discariche della Camorra a Napoli, gli inceneritori, l'amianto sui tetti.

Di queste conclusioni io non sono affatta stupita, sono due anni che continuo a leggere di storie di morte, di malattie che l'ENI ed altri industriali di pochi scrupoli regalano ai propri dipendenti e a tutti coloro che vivono vicino ai loro stabilimenti. Ed e' senso comune che se respiri aria malsana tutti i giorni della tua vita, qualcosa pure ne risentira' il tuo fisico. Ma non e' solo colpa di ENI e compari.

Quello che mi stupisce di piu' e' che questa inchiesta di due anni fa non ha portato a quasi nessuno scandalo nazionale. La politica non ha fatto nulla. Le normative italiane per il regolamento delle emissioni industriali sono ancora adesso fra le piu' blande al mondo. Abbiamo una ministra dell'ambiente, la Prestigiacomo, che si vanta del suo ambientalismo del fare e che si fa vedere a stringersi la mano con i capi dell'ENI. Ancora adesso, mi arrivano un giorno si e uno no email da varie citta' italiane su proposte di inceneritori, di pozzi di petrolio in posti inimmaginabili, di carbone "pulito", di centrali a biomasse, di turbogas.

Basta!

Non ancora ci si rende conto che investire sull'ambiente significa per prima cosa investire su noi stessi, visto che ci ammaliamo tutti alla fine?

Perche' mentre proliferano infrastrutture di morte, i tetti delle case italiane non hanno tutti i pannelli solari?

Perche' le bonifiche vengono fatte alla meno peggio, se mai si fanno?

Perche' i processi sono deragliati, senza colpevoli, con multe irrisorie, o dove i colpevoli sono le aragoste, come a Manfredonia?

Perche' in Italia la percentuale di bambini che si ammalano di tumore e' del doppio che nel resto d'Europa e degli USA?

Qualcuno di noi quando vede un tetto di amianto va a lamentarsi con le autorita' o con chi l'ha messo - o non l'ha tolto - quel tetto di amianto? Ce ne sono dappertutto in Italia, anche sui tetti delle scuole. Non va mica bene.

Intanto in Germania, i tumori dal 1990 sono iniziati a calare, come riporta the German Cancer Research Center, idem nel Regno Unito dove per esempio il tumore al seno e' calato del 7% dal 1986 ad oggi secondo The Independent, e negli USA dove i tumori sono calati del 20% negli scorsi 20 anni.

Per inciso, mentre in Inghilterra i tumori al seno calano, in Italia un gruppo di ricercatori di Siena assieme a loro colleghi della Pennsylvania, stimano che le cifre che fornisce il governo italiano sono sottostimate del 70%! Cioe' i tumori aumentano, ma il nostro governo per ogni 100 casi, ne riporta solo 30. Malafede, onesto errore? Io non lo so.

Ma andiamo avanti cosi. Abbiamo il cibo migliore del mondo, una nazione bellissima, ma ci piace farci del male da soli.

Fonti: Corriere della Sera
Posted by maria rita at 4:09 PM 10 comments 
L'ENI in Toscana - parte prima
 
Le "colline metallifere" sono una zona della Toscana, a cavallo fra le provincie di Livorno, Pisa, Siena e soprattutto Grosseto, ricche di metalli ferrosi e di rame. Fino al 1980 queste colline erano le maggiori produttrici di pirite d'Europa.

La pirite e' il cosiddetto oro degli sciocchi, di formula chimica FeS2, da cui inizialmente si ricavava ferro. Il processo di lavorazione pero' e' molto complesso a causa delle numerose impurita' ed e' difficile ottenere una buona qualita' del prodotto finale. Cosi, in tempi piu' vicini a noi, la pirite venne usata soprattutto per ricavarci acido solforico (H2SO4). La piu' grandi ditta produttrice di questo acido, in Toscana e in Italia, era la "Nuova Solmine" del gruppo ENI.

L'H2SO4 e' usato in vari processi industriali, fra cui la creazione del vetriolo, di fertilizzanti e per metterlo dentro le batterie delle macchine. Gli scarti ferrosi che provengono dalla lavorazione di questo acido - dette ceneri di pirite - sono spesso contaminate da metalli pesanti e tossici, fra cui arsenico, mercurio, piombo e rame. Gli stessi che impediscono di ottenere ferro di buona qualita'.

La logica vorrebbe che queste ceneri tossiche fossero smaltite per bene.

Una delle miniere piu' grandi era la Miniera di Campiano, nel comune di Boccheggiano, in provincia di Grosseto, gestita dalla Campiano Mineraria, al 100% anche lei controllata dall'ENI, al 100%.

Uno dei problemi piu' grandi per l'ENI, era lo smaltimento di queste ceneri di pirite. Avevano gia' chiesto alla regione Toscana di depositarle nella vicina Scarlino, accanto ad una falda acquifera di circa tre chilometri quadrati. La regione disse si.
Ma non basta, ce n'e' troppa di cenere. E allora cosa fare?

L'ENi decide di definire questi scarti tossici materiali "sterili e riutilizzabili" e nel 1986 convincono la regione ad usarli per inertizzare le discariche, per asfalti nelle strade e per riempirci cave e miniere. A partire dai primi anni '90 ci riempiono pure la miniera semi-abbandonata di Campiano, 800 metri sottoterra, 35 chilometri di lunghezza, immersa fra boschi, lontana dalle persone, quasi un segreto fra i sentieri.

La USL lancia un timido allarme che queste ceneri fanno male, ma l'ENI continua imperterrita a fare cio' che vuole. La regione e' latitante. Per anni l'ENI stocca rifiuti con tutti i veleni incorporati nelle viscere della Maremma.

Ben 67,000 metri cubi di monnezza tossica. Tutto smaltito illegalmente, in silenzio, avendo cura di dare del matto o del catastrofista ai pochi che vedevano, capivano, denunciavano.

Gli scarichi continuano per anni. I rifiuti sono talmente corrosivi che i camionisti sono costretti tutte le sere a lavare le cisterne dei camion a causa della possibile corrosione delle lamiere.

Ora, in quella miniera c'erano delle pompe che servivano a drenare l'acqua che naturalmente andava a confluirci dentro. E' bene drenare quell'acqua perche' altrimenti finisce per allagare la miniera e tutti quegli scarti tossici, e con le reazioni chimiche chissa' che mostro poteva essere partorito.

E infatti per vari anni il drenaggio venne compiuto. Nel 1996 pero' l'ENI decide di chiudere la Miniera di Campiano definitivamente. Non viene fatta nessuna bonifica. Chiudono e basta. Cessano le operazioni di pompaggio dell'acqua del sottosuolo. Gli ex-minatori che di quella miniera sanno tutto, scongiurano di non farlo, ma l'ENI non vuole sentire ragioni.

L'acqua inizia a salire, la miniera si allaga. Il contatto dell'acqua con i rifiuti inquina le falde idriche sotterranee. Italia Nostra fa fare delle analisi private, alcuni professori universitari sollevano domande e persino una perizia alla pretura di Grosseto.

Tutto viene liquidato con superficialita'. Va tutto bene. Non ci sono problemi. La vita e' bella.

E sarebbe tutto rimasto cosi' se non fosse che nel 2001, improvvisamente il fiume Merse che scorreva li vicino, a 600 metri d'altezza, diventa rosso fuoco, si riscalda a 37-38 gradi. Uno scenario apocalittico, mai visto prima.

La miniera iniziava a sputare veleni fangosi al ritmo di 18 litri al secondo di robaccia direttamente nel fiume. Tutto esplode, sui giornali, fra l'indignazione della gente e degli amministratori. Molte persone andavano li a farsi il bagno e a pescare regolarmente.

Acqua rossa da una vecchia miniera nel paradiso dei canoisti: per vederlo scorrere, rosso e veloce come il sangue, in mezzo al verde dei boschi, bisogna essere bravi canoisti.

Infili la mano e quasi ti scotti. Una melma colore ruggine, densa. Il fondo del fiume, in parecchi punti, non si vede più. In altri, piano piano, si sta sedimentando l'orrenda fanghiglia. Uno scenario da racconto di fantascienza, da «pianeta rosso», da Marte e da avventure in altri mondi.

Sarà difficile, sempre più difficile, pescare trote, cavedani o barbi da queste parti. Difficile perché chissà che fine faranno questi pesci. Provate ad affacciarvi vicino alle vecchie miniere.

Subito, un odore fortissimo di ferro ti arriva alle narici. E l'acqua... Acqua? Ma quale acqua. C'è solo una fanghiglia colore ruggine, che chissà quali veleni contiene. E poi avanzi di macchinari adoperati in miniera. Immergiamo una mano nella fanghiglia. E' caldissima.

Quel paesaggio «marziano» fa quasi paura.

Nel 2001 la Regione Toscana (e dunque i cittadini) stanzia 200 milioni di lire al mese per installare un depuratore d'emergenza.

Nel 2002 una tesi di laurea denuncia la presenza abnorme di arsenico e mercurio nei pesci.

A Scarlino trovano arsenico nei molluschi. Si calcola che l'ENI abbia riversato circa
5,300 tonnellate di arsenico.

L'arsenico e' cancerogeno.

Con molto ritardo, l'Agenzia regionale per l'ambiente e il territorio della Toscana, Arpat, afferma che le falde idriche sono sono inquinate.

Alcuni pozzi di acqua potabile sono stati chiusi per la forte presenza di mercurio.

La gente continua a pescare, a farsi il bagno, ignara di tutto.

Il responsabile di tutto questo e' l'ENI. Non mi risulta che nessuno dell'ENI sia mai andato a processo per questo (ed altri) schifi in Maremma.

Infatti, i misfatti non finiscono qui. Ne parliamo nelle prossime puntate. Di tutta questa storia, il professor Roberto Barocci ha fatto un ottimo libro "Maremma Avvelenata."


Fonti: Roberto Barocci.it, Corriere della Sera

 

http://www.capitanoultimo.it/d/ambientes2.htm

http://archiviostorico.corriere.it/2001/giugno/26/Maremma_acqua_rossa_una_vecchia_co_0_01062610681.shtml

http://viceversa.megablog.it/item/il-fiume-paglia-diventa-rosso/category/ambiente

http://www.barocci.it/roberto/doc/polyteckne.html

http://www.maremmanews.tv/it1012/index.php?option=com_content&task=view&id=8868&Itemid=166

http://archiviostorico.corriere.it/2001/ottobre/21/Nel_sottosuolo_della_Maremma_arsenico_co_0_011021979.shtml

http://www.regione.toscana.it/regione/export/RT/sito-RT/Contenuti/sezioni/salute/Sicurezza_sul_lavoro/visualizza_asset.html_682206381.html

http://www.youtube.com/watch?v=fDNT-Ah3SzQ

http://www.newmediaexplorer.org/ivaningrilli/2003/06/10/mercurio_nel_pesce_e_benzina_nelle_arance.htm


Fra le provincie di Siena e di Grosseto, nel cuore della Maremma, c'e' un fiume chiamato Merse. Non e' molto frequentato e sarebbe stato un tranquillo ruscello di bosco se non fosse stato per l'ingordigia dei nostri amici dell'ENI.


Nel 2001, improvvisamente, questo fiume si tinge di un colore rosso ruggine. Da una

Posted by maria rita at 2:25 PM 0 comments 
Thursday, August 20, 2009
Altre multe. Questa volta vere.
 

Dalla Repubblica di oggi un articolo che tutti ci aspettavamo: le multe per non avere rispettato i trattati di Kyoto. Ne abbiamo parlato tante volte, con la Prestigiacomo che andava a piangere all'UE che i tempi erano troppo stretti, o che il nostro paese e' un paese manifatturiero, o che c'è la crisi. Tutte scuse.

Abbiamo avuto quasi dieci anni per far qualcosa. Non abbiamo fatto nulla, ora si paga.

E chi paga? Il contribuente italiano. Ben 555 milioni di euro. Siamo circa 55 milioni di persone.
Fate voi il conto quanto costerà alla collettività questo mancato impegno: 10 euro a persona entro la fine del 2009.

DIECI EURO A TESTA.

Nel 2007 l'UE ci ha autorizzati ad emettere circa 200 milioni di tonnellate di CO2. Queste quote sono state ripartite fra vari settori - cementifici e acciaierie. Queste ditte hanno detto che questa quota era troppo bassa, e che, per costruire nuove centrali più moderne e meno inquinanti, era necessario avere tetti di CO2 più alti.

Cosi' il governo nel 2008, sotto la guida del direttore generale del ministero dell'ambiente, Corrrado Clini, diede il via libera ad emettere di più CO2.

Che importa che l'UE non ce lo consentiva. Facciamo un po come ci pare, e ci penseranno gli altri dopo alle conseguenze. Alla cieca.

Ora che arriva il salato conto, il sottosegretario allo sviluppo economico Stefano Saglia dice che e' tutto inevitabile e che e' colpa dello scorso governo (e' la moda nazionale dare la colpa sempre a qualcun altro!) .

Intanto ecco le mie domande:

1) Se acciaierie e cementificatori hanno chiesto di inquinare di più per poter costruire "centrali più efficienti", dove sono queste centrali?

2) I cementifici emettono una miriade di inquinanti e si stima emettano il 5% di tutto il CO2 nel mondo. Per ogni tonnellata di cemento prodotto ci sono oltre 200 chilogrammi di CO2. Come si e' potuto dare via libera ai cementificatori, invece di mettergli un freno? L'Italia e' già abbastanza cementificata, grazie.

Mentre succedeva tutto questo, in Abruzzo il signor Marrollo, cementificatore di mezza Italia, dal suo palco accanto allo Zio Remo Gaspari, era tutto felice di sentire Gianni Chiodi dire che ci servono nuove infrastrutture (di cemento, ovviamente).

3) Con un po di lungimiranza si potevano spendere quei 555 milioni di euro per mille altre cose: esempio? Creare una classe di piccola e media imprenditoria dedita all'energia verde, all'installazione e alla manutenzione di pannelli solari. E' la migliore fonte di energia rinnovabile, distribuita, poco impattante, dove viene tutto dal sole.

Ma si sa, ci piace essere amici dell'ENI, della Libia, e dei petrolieri. Ci piace continuare ad inquinare, a contare le morti per tumori che scoppiano. Un paese alla rovescia.

Intanto sul National Geographic di Settembre un articolo bellissimo sull'energia solare. La mappa sopra indica che in Italia abbiamo creato solo 35 giga-watt-ore di energia grazie al fotovoltaico.

E' tanto? E' poco? In Germania basta solo pensare che son arrivati a 2,220. Settanta volte di piu di noi. E' veramente rimarchevole quello che ha fatto la Germania, più e meglio di tutti, compresi gli USA. C'è solo da prendere esempio.

Loro non ce l'hanno il sole ma il cervello si.

Loro le multe da 555 milioni di euro, dieci euro a testa, non le pagano.

 
Posted by maria rita at 8:44 AM 7 comments 
Tuesday, August 18, 2009
La Castalia e le ridicole "multe" italiane
 

Nel 1998 il governo Italiano affida alla Castalia Ecolmar il compito di occuparsi degli sversamenti in mare di rifiuti sia petroliferi che di plastica e legname.

Cosi' nel primo triennio, 1992-2002 la Castalia raccolse circa 24,000 metri cubi di robaccia. Ad un certo punto pero' - magia - le iniziano a tagliare i fondi, e si decide di raccogliere solo petrolio.
Si finisce che nel triennio 2005-2007 la Castalia recupera solo 3,500 metri cubi di porcherie, cosi' ripartiti:

2005: 2,200 metri cubi di petrolio, plastica e legno
2006: 700 metri cubi di solo petrolio
2007: 500 metri cubi di solo petrolio

Infatti, la Castalia dal 2006 funziona solo come emergenza per gli scarichi petrolifieri in mare.

Del resto, chisse-ne-frega.

Nel 2005 la Castalia Ecolmar ha ricevuto oltre 25 milioni di euro. Ha risposto all'85% dei casi allertati dalle capitanerie di porto.

Nel 2006, oltre 29 milioni. Ha risposto al 52% delle chiamate.

Nel 2007, quasi 38 milioni di euro. Ha risposto solo al 30% delle chiamate.

Cioe' nel corso del tempo, la Castalia e' stata pagata di piu' per raccogliere meno rifiuti e per lavorare di meno!

Io non so chi sia a capo di questa Castalia, che tipo di rapporto hanno i suoi capi con i governanti italiani, se ci siano inciuci, ma tutto pare molto strano. Ti danno piu' soldi e tu lavori meno...

Ma allora cosa succede? Invece di dire alla Castalia, guardate che dovete far di piu', invece di aprire alla concorrenza e di trovare qualcuno che faccia lo stesso lavoro per meno soldi, invece di trovare una QUALCHE soluzione, i nostri politici decidono semplicemente di TRONCARE il rapporto con la Castalia.

Infatti, quest'anno la Castalia ha raccolto zero rifiuti, perche' dal primo gennaio 2009 non hanno piu' il contratto. Naturalmente questi rifiuti non li ha raccolti nemmeno qualcun altro.

La conseguenza e' che all'isola d'Elba la pulizia l'hanno fatta i turisti e il mare e' una pattumiera.

Ma il bello continua. Come abbiamo gia' detto, lo stato recupera solo il 2% di cio' che spende dei danni NOTI, per la pulizia del mare. Cioe' nella stragrande maggioranza degli sversamenti non si riesce a capire chi e' l'inquinatore. E li' e' tutto a carico del contribuente italiano.

Allora direbbe una qualsiasi persona di buon senso, quei pochi che prendiamo, diamogli delle multe salate, come direbbero in inglese "punitive", cioe' che puniscono, che siano di esempio e di monito. Cosi' uno ci pensa due volte prima di riversare porcherie a mare.

E poi, una volta presi, questi tizi dovrebbero essere sottoposti a monitoraggi. Del tipo: Signor Moratti, Signor Scaroni, ti abbiamo beccato ad inquinare il mare. Bene, da oggi e per i prossimi X mesi ti staremo addosso e controlleremo che tu non lo faccia piu. Se lo rifai, le conseguenze saranno ben piu' gravi.

Allora decido di andare a guardare le "multe" che hanno fatto e sono assolutamente ridicole! I petrolieri SONO TENUTI SOLO AL PAGAMENTO DELLE SPESE, dunque non sono nemmeno multe vere! Ma nemmeno qui ci azzecchiamo perche' nei rari casi in cui si sa chi e' responsabile degli schifi a mare, lo stato recupera solo il 2% dei costi spesi!

Cosi' nel triennio 2005-2007 hanno (abbiamo) speso 5 milioni di euro per danni noti, e ne hanno (abbiamo) recuperato solo 120,000. Furbi eh?

Esempi per sversamento in mare di petrolio:

Rospo Mare, Termoli - 26,000 di costo recuperati.
Terminale Agip Ravenna - 1,000 euro di costo recuperati
Raffineria Saras Sarroch - 11,000 euro di costo recuperati
Raffineria Agip Gela - 14,000 euro di costo recuperati

C'e' poi una marea di richieste, di pagamenti non fatti, di gente che decide che non vuole pagare.
Tanto, e chi fa niente?

Ora, le mie domande sono queste: ma cosa gli fanno mille euro all'ENI?

Al signor Moratti, con tutti i soldi del CIP6 che gli diamo, accettiamo pure che poi questo vada ad inquinare il mare sardo o di Pianosa, e gli facciamo pagare solo diecimila euro di multa ?

Anche i ventisei mila euro di Rospo Mare, non sono nulla per una compagnia petrolifera!

Queste cose semplicemente invogliano la gente a continuare a far il comodo loro, perche' tanto sanno che le probabilita' di essere presi sono bassissime, ed e' meglio pagare la "multa" ogni tanto piuttosto che evitare di lavare cisterne in mare o di stare piu attenti.

Intanto qui in America la Exxon-Mobil e' stata multata proprio l'altro ieri di 600,000 dollari per avere causato la morte di 85 uccelli nel corso di sei anni in cinque stati. Saranno sotto osservazione per tre anni. Dall'inizio della causa dicono di avere installato misure pro-uccelli per un costo totale di 2 milioni e mezzo di dollari.

Ottomila dollari per ogni uccello morto. Un altro pianeta.

http://dorsogna.blogspot.com/

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/05_Maggio/24/Rischio_tumori_espresso.shtml

 

 
 
 
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