Un blog creato da dammiltuoaiuto il 19/08/2007

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STANNO DEPREDANDO LA NOSTRA RISERVA AUREA

Post n°1005 pubblicato il 10 Giugno 2012 da dammiltuoaiuto
 

E’ UFFICIALE: STANNO DEPREDANDO LA NOSTRA RISERVA AUREA

Ricordate il video “ALLUCINANTE: ORA LA GERMANIA VUOLE IL NOSTRO ORO!” (che vi proponiamo di seguito) che abbiamo pubblicato Su Facebook il 31 Gennaio, condividendolo anche di recente con l’invito a “fissarlo bene nella memoria, perché quanto illustrato è ciò che succederà nei prossimi mesi” ?

EBBENE, IL MOMENTO “ATTESO” SEMBRA PROPRIO ESSERE ARRIVATO! 

Lo aveva previsto anche Nigel Farage, nell’ambito dell’intervista che ci aveva rilasciato in eslusiva il 14 FebbraioRiportiamo le testuali parole: 

“l’Italia, nonostante le sue immense riserve auree, (o forse per preservare la riserva aurea) diventerà certamente l’obbiettivo di un “attacco” della Troika. Questo se non succederà “molto presto”, succederà “abbastanza presto”.[fonte]

Le riserve auree italiane sono diminuite (in valore) di 5,669 miliardi SENZA DIRE NIENTE AI CITTADINI! Tutto è andato secondo le (peggiori) previsioni. E’ una cosa sconcertante, ma che ormai non ci stupisce. E ci conferma come il “disegno” dei banchieri e delle lobby dell’alta finanza, nonostante i loro giochetti mediatici, sia più prevedibile di quanto vorrebbero. A patto di analizzare le vicende con obiettività e lungimiranza, senza dare ascolto alle TV.
- – - – -
Di seguito l’articolo di “Rischio Calcolato“ - tratto da “frontediliberazionedaibanchieri”

L’ITALIA STA VENDENDO LE RISERVE D’ORO, SIAMO SEMPRE PIU’ VICINI ALLA GRECIA !

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di Mauro Bottarelli
Le riserve auree diminuite in valore di 5,669 miliardi a 98,123 miliardi al 31 marzo 2012. Si vendono l’oro e senza dire niente ai cittadini! Dov’è finito quell’oro: venduto ai russi o ai cinesi, avidi compratori di riserve auree in questo momento? Oppure è andato in pegno alla Bce come collaterale di qualcosa, su richiesta della Bundesbank sempre più terrorizzata dalle perdite potenziale del programma Target 2? Una cosa è certa, l’operazione non nasce dall’emergenza. Lo scorso novembre, infatti, fecero scalpore per qualche ora le dichiarazioni del presidente della Commissione parlamentare per l’Europa del Parlamento tedesco, Gunther Krichbaum, in un’intervista al quotidiano “Rheinischen Post”: per ridurre il debito pubblico, l’Italia deve mettere in vendita una parte delle riserve auree.
La singolare proposta giunse dopo il netto no della Germania alla richiesta di vari Stati europei di un utilizzare le riserve auree della Banca centrale tedesca a ulteriore garanzia del cosiddetto Fondo salva Stati (Efsf) nel caso in cui la situazione economico-finanziaria peggiorasse. Pochi giorni dopo, si unì a questo coro anche Michael Fuchs, vicecapogruppo della Cdu, il partito di Angela Merkel, che al Bundestag tuonò: «Gli italiani devono mettere a posto i conti, quindi o portano a termine le privatizzazioni oppure vendono le loro riserve di oro». Un’opinione sottoscritta anche da Frank Schaeffler, dell’Fdp, che considerava «necessario» che gli Stati indebitati «vendano parte del loro oro o lo depositino a garanzia presso la Banca centrale europea». E l’Italia può in effetti contare su quasi 2.500 tonnellate di oro, la quarta riserva al mondo dopo Usa, Germania e il Fondo monetario internazionale, per un valore stimato intorno ai 102 miliardi di euro. In questo senso, la vendita del 20% del totale detenuto coprirebbe l’esborso richiesto dagli accordi internazionali.
Peccato che questo sarebbe un segnale di decadenza che avrebbe pesanti conseguenze sull’economia, sugli equilibri dei mercati e sulle valutazioni delle agenzie di rating: insomma, il governo dei tecnici bocconiani pare che abbia fatto come le famiglie indebite che portano catenine e fedi nuziali ai “Compro oro” per pagare le bollette scadute! E senza dire nulla a nessuno, ma soltanto seguendo pedissequamente le richieste tedesche. Il fatto è che quell’oro non è proprietà dello Stato italiano ma del popolo italiano, tanto che lo stesso Giulio Tremonti, quando nel 2009 voleva tassare le plusvalenze generate dalle riserve di Bankitalia, fu bloccato dal governatore della Bce, Jean-Claude Trichet, che disse in Parlamento «Siamo sicuri che l’oro sia della Banca d’Italia e non del popolo italiano?» e dallo stesso Mario Draghi, all’epoca a capo di Palazzo Koch, secondo cui «le riserve auree appartengono agli italiani e non a via Nazionale».
E queste pratiche non sono una novità nel nostro Paese. Nella primavera del 1976 a Palazzo Chigi c’era Aldo Moro e il Tesoro era nelle mani di Emilio Colombo. La crisi valutaria imperversava e fu inevitabile ricorrere all’aiuto del governo tedesco di Helmut Schmidt che concesse un prestito di due miliardi di dollari, chiedendo però in garanzia 540 tonnellate d’oro, che traslocarono contabilmente dai libri della Banca d’Italia di Paolo Baffi a quelli dell’Ufficio italiano cambi. Fino al 1997, quando il passaggio inverso determinò una gigantesca plusvalenza sulla quale Palazzo Koch pagò 3.400 miliardi di lire di imposte: una manna per il governo di Romano Prodi, impegnato nel tentativo di riportare il disavanzo pubblico sotto il 3% del Pil per poter agganciare l’ euro, visto che l’incasso imprevisto avrebbe contribuito ad abbattere di un altro 0,18% il rapporto fra deficit e Pil. Peccato che Bruxelles, dove già avevano detto no alla rivalutazione delle riserve auree tedesche e alla vendita dell’oro della Banca centrale del Belgio, non diede il proprio consenso. Come siamo entrati nell’euro, poi, è cosa nota a tutti.
Com’è, come non è, a febbraio di quest’anno il quotidiano britannico “The Independent” rilanciava la conferma di una forte pressione tedesca fin dall’inizio del 2012 affinché Roma mettesse mano alle sue riserve per incidere sullo stock di debito: insomma, dove non arrivò il governo Prodi – che propose inoltre la vendita di piccole quantità delle nostre riserve per incentivare lo sviluppo dell’economia nazionale – potrebbero essere arrivati i professori, i tecnici. Tanto che il 19 gennaio scorso i deputati Fabio Rampelli e Marco Marsilio presentarono un’interrogazione parlamentare (con richiesta di risposta scritta) indirizzata al ministro dell’Economia e delle Finanze – leggi Mario Monti – per chiedere lumi al riguardo. A tutt’oggi, che io sappia, si attende risposta.
Signore e signori, questi si vendono l’oro (può essere un’alternativa, ma è sempre l’ultima e comunque andrebbe quantomeno annunciata e discussa in Parlamento) mentre le banche incassano e gioiscono (e non pagano nemmeno l’Imu per le sedi delle Fondazioni, il vero cancro politico-economico del sistema): attenzione, la strada che abbiamo intrapreso è decisamente greca. 
E con la Spagna destinata a ristrutturare in parte il debito entro l’autunno, rischiamo davvero grosso.

 
 
 

FINALMENTE ARRIVA L'AUTO AD ARIA

Post n°1004 pubblicato il 08 Giugno 2012 da dammiltuoaiuto
 

Ci siamo, arriva l'auto ad aria
7000 euro e 100 km con 1 euroIn vendita a metà del prossimo anno la famosa MDI che ha fatto innamorare anche il colosso Tata. Il primo modello sarà un quadriciclo leggero. Ecco l'incredibile storia raccontata direttamente dal papà di questa macchina, Cyril Negredi VINCENZO BORGOMEO

 

Tutto pronto: entro la metà del prossimo anno sarà in vendita l'attesissima auto ad aria, una macchina che nel serbatoio ha solo aria compressa, il sogno di tutti in un periodo di caro-carburante. La  Motor Development International (MDI), con sede in Lussemburgo, è infatti ormai a un passo dal lancio commerciale e in anteprima a Repubblica.it ha rilasciato tutte le informazioni di dettaglio sul suo progetto (che pubblichiamo integralmente come Pdf 1 - 2 - 3 ). Niente più segreti quindi. Si sa che costerà appena 7000 euro e che il primo modello ad arrivare sarà una city car, seguito poi da una gamma infinita di modelli, dalla berlina da famiglia alla piccola, dalla vetturetta per 14enni al Bus, passando per il veicolo commerciale, il trattore e il container. Non manca nulla, perfino un motore da attaccare a casa ad una presa di corrente per usarlo come generatore in caso di emergenza.

Evidentemente l'accordo stretto con la Tata nel gennaio del 2007 ha dato i suoi frutti e  -  soprattutto  -  la spinta giusta per passare dalla teoria alla pratica. "La prima auto ad aria ad arrivare sarà l'AirPod e sarà omologata come quadriciclo leggero "grande", quello per 16enni.
Poi ci sarà anche una versione baby, per i 14enni, e quindi una macchina vera - spiega lo stesso Cyril Negre, responsabile tecnico dell'auto ad aria della Mdi, il figlio di Guy Negre il fondatore della MDI - la sfida è lanciata".

Quando parla di 'lanciare' a che mercato si riferisce?

"All'inizio l'AirPod sarà consegnata in Francia e daremo la precedenza a chi l'ha già ordinata, poi sarà la volta di tutti i Paesi europei. Ma il concetto di commercializzazione per noi è un po' diverso: non avremo concessionarie, ma tante fabbriche".

Cioè chi la produce la vende anche?

"Si, esatto, nessuna concessionaria, ma officine: produciamo là dove vendiamo. Con vantaggi infiniti, economici, sociali. Pensi solo al fatto che un costruttore normale deve farsi carico di una logistica enorme perché produce in un solo posto e poi è costretto a spedire in tutto il mondo. Noi no. Da noi chi produce vende. Non paghiamo commissione al concessionario perché è la stessa fabbrica che vende la macchina, e questo abbassa enormemente i costi".

Si, ma dovrete avere diverse fabbriche, sparse per tutta Europa. E poi, scusi, perché prima parlava di vantaggi 'sociali'?

"I nostri piani di sviluppo sono molto precisi. Pensiamo di aver bisogno di 25 piccole fabbriche in Francia e 20 in Italia. Abbiamo già diversi contatti con molte aziende interessate a produrre le MDI".

E il 'sociale'?

"Deve vedere il progetto da un'angolazione diversa, complessiva. Immagini di produrre un certo numero di auto in una sola officina o in 50 fabbriche sparse per tutta Europa. Nel secondo caso facciamo del bene perché serve il 30% di forza lavoro in più. Sembra uno svantaggio, ma è una grande vantaggio perché si entra nel tessuto sociale delle città, si dà forza alle famiglie. E poi non dimentichi che per fare ecologia, oggi, non  basta fare macchine pulite, ma è necessario fare macchine che costano poco. E che richiedono poca energia per essere prodotte. Proprio quello che facciamo noi. In più non trasportiamo macchine finite qua e là per l'Europa. Le produciamo in loco, questo riduce ulteriormente le emissioni (e i costi) del ciclo produttivo".

Quante macchine riesce a produrre ogni officina?

"Circa 7000 macchine".

Sta dicendo che solo in Italia volete produrre 140 mila pezzi l'anno?

"Si, alla fine è questo l'obiettivo. E sono stime prudenti perché quando la gente conoscerà il nostro prodotto ci sarà un vero boom della domanda. La macchina costa poco, ma soprattutto costa pochissimo da usare, meno di 1 euro per fare 100 km. E poi il nostro concetto produttivo avvicinerà il pubblico al prodotto. Questi numeri fanno impressione ma se li distribuisce su 20 fabbriche il discorso è diverso. Oggi nessuno si può svegliare e trasformare in costruttore. L'unica strada è quella di creare tante piccole officine. Distribuendo il know how, non macchine fatte, è tutto più facile e veloce".

Le fabbriche saranno veri stabilimenti o solo fabbriche cacciavite? Ossia produrranno davvero o assembleranno solo pezzi che arrivano da fuori?

"No, saranno assolutamente fabbriche vere. Dove l''80 per cento della macchina viene prodotta in loco".

Veniamo ai luoghi comuni. L'accusa più diffusa è che per comprimere l'aria serve un sacco di energia.

"Si, ma il discorso vale anche per l'auto elettrica dove l'immagazzinamento dell'energia costa tantissimo. In realtà se analizza il progetto completo, noterà che le nostre auto sono ultra economiche. Tenga presente che una bombola fa 20 mila cicli, pari a 2 milioni di chilometri, quindi dura più della macchina, e questo è molto importante perché ha un riflesso diretto sui costi. Molto spesso la gente dirà che non c'è energia nell'aria compressa. E' vero, ce ne è poca. Ed è vero che per comprimere l'aria serve più energia che per caricare una batteria. Ma poi per funzionare un'auto ad aria brucia meno energia perché è leggerissima, per cui nel ciclo 'dal pozzo alla ruota' la tecnologia auto-ad aria è vincente".

Torniamo alla macchina. Si può caricare in due minuti in una stazione di servizio specifica o in tre ore ad una normale presa di corrente. A bordo quindi c'è un compressore?

"No, è lo stesso motore che spinge la macchina che funziona anche da compressore: non c'è motore e compressore, ma c'è solo un elemento che fa tutto. E che - volendo - può anche funzionare come generatore di corrente per appartamenti. Noi lo chiamiamo motore/alternatore. Bello no?".

Forse troppo... A questo punto c'è una sola domanda possibile. Come si fa a comprarla?

"Basta andare sul nostro sito (www.mdi.lu) e aderire al sistema di pre-ordini. Tutto molto semplice".

Ma avere una gamma pazzesca, tante officine diverse, non rischia di complicare tutto?

"No, affatto. Anzi, le officine sono simili, ma usano tecnologie differenti. Quando i numeri di vendita crescono cambia il modo di produrre".

Qual è stata la cosa più complicata da realizzare?

"Il motore e la tecnologia. Poi una volta stabilito questo è stato tutto facile. Va detto però che per passare dalla vetturetta AirPod alla macchina grande (la AirOne) abbiamo dovuto mettere a punto un sistema che noi chiamiamo a doppia energia. Ossia fra la bombola e il motore c'è un piccolo motore benzina o diesel. Questo bruciatore (fuori dal motore ad aria) scalda l'aria prima del motore, quindi aumenta l'autonomia. La scalda a 600 gradi e non dà emissioni nocive, solo un po' di CO2, ma consente di triplicare l'autonomia quindi 350 km circa con consumi ridicoli: mezzo litro per fare 100 km".

Parliamo di potenze e prestazioni.

"La piccola AirPod ha 7 Kw, ma una coppia completamente piatta di 45 Nm e una velocità massima di 80 Km/h. L'AirOne invece ha un motore da 15 Kw e fa i 100 orari. Ma è una macchina molto più grossa, pesa 400 kg. E poi c'è l'AirCity - ancora più grande - che non è più un quadriciclo leggero ma una macchina vera, fa i 130 orari ed ha con 25 Kw di potenza".

E' vero che la tecnologia dei veicoli ad aria compressa è antica?

"Si, c'erano carrelli nelle miniere che funzionavano così già nel 1870 e i francesi a inizio secolo fecero anche un tram, poi però arrivò il motore a scoppio...".

A proposito di motore a scoppio. Quelli fanno il pieno dai benzinai, in Italia ne abbiamo 20 mila. Le vostre stazioni di servizio invece?

"Sono tutte da fondare. Possono ricaricare una macchina in due minuti, ma non sono adatte ai privati, costerebbero troppo. Nel nostro progetto una stazione può rifornire fino a 85 macchine al giorno. Due minuti per riempire il serbatoio, poi il resto per pagare".

Ma 85 pieni al giorno sono circa 100 euro, come fa a vivere un erede del vecchio benzinaio?

"Quel costo si riferisce a chi fa il pieno a casa, attaccandosi alla rete domestica di elettricità. Se si fa rifornimento in una stazione di servizio il costo è doppio, sono circa due euro. Sempre pochissimo, ma garantisce un buon margine di guadagno per il distributore perché noi li aiutiamo nella realizzazione dell'impianto. Una stazione di servizio normale, con compressori standard, costerebbe circa 130 mila euro, ma se invece si usano i nostri motori al posto dei compressori i costi si abbassano fino a 39 mila euro per stazione".

Ovviamente serve qualcuno che arrivi alle stazioni...

"Si, se non ci sono macchine in giro non c'è business. E' un sistema complesso, che va visto nell'insieme. Ed è questo che ha affascinato la Tata. Ha una visione globale".

Quando si parla di bombole la gente ha sempre paura...

"Ha ragione, ma lavoriamo con livelli di efficienza altissima. Siamo allineati la pressione di gonfiaggio del gas naturale con la differenza che dentro le nostre bombole non c'è Gpl o Metano, ma aria... Gonfiata a 248 bar. La bombola poi è la stessa di quelle del metano".

Quindi anche quelle vanno revisionate?

"Si, ogni 5 anni, vanno controllate per legge. Ma voglio essere chiaro: in questa macchina non c'è niente di strano, nel motore ci sono bielle e pistoni, mentre il circuito dell'aria è lo stesso delle auto a Gpl o metano. Per questo nel nostro progetto c'è anche la voglia di rimettere in moto i piccoli garage. Nel sistema vogliamo far tornare in vita le piccole officine che potranno fare la semplicissima manutenzione di cui hanno bisogno queste macchine che non inquinano, non sporcano, hanno un olio motore eterno, non hanno circuito dell'acqua, non c'è alta temperatura di funzionamento. E le macchine sono fatte di pochissimi pezzi. La carrozzeria ne ha solo tre. Ma non le ho parlato poi di altri vantaggi legati all'aria compressa".

Ce ne sono già abbastanza...

"No: la temperatura del motore è al rovescio, cioé caldo fuori e freddo dentro, cioé meno 20 gradi dentro la camera 'di combustione' (nome improprio perché non brucia nulla, ma solo per capire il discorso). Per cui usiamo i 'gas' di scarico per raffreddare l'abitacolo, al posto del condizionatore. Ci sarà poi anche un piccolo baule per raffreddare le bibite. In più l'aria compressa  può essere usata per fare sicurezza, per gonfiare aribag esterni e salvare i pedoni. Abbiamo già dei prototipi funzionanti simili a quelli della Volvo".

A proposito di pedoni, l'auto ad aria fa rumore?

"Si, più dell'auto elettrica, ma molto meno di un'auto normale. Ha un rumore diverso, perché deriva da una sequenza diversa. Al minimo non emette suoni perché il motore è fermo. Quando si accelera si sente uno sbuffo, un rumore indescrivibile, tutto suo, sembra quasi un motore a due tempi, ma con frequenze bassissime. Il motore poi alla velocità massima fa appena 1500 giri, quindi un ulteriore vantaggio".
 
http://www.repubblica.it/motori/attualita/2012/06/07/news/arriva_l_auto_ad_aria-36653710/

 
 
 

MONTI COMPLICE DI UN COMPLOTTO ECCO LE PROVE

Post n°1003 pubblicato il 08 Giugno 2012 da dammiltuoaiuto
 



Le associazioni massoniche: il trait d'union tra le lobby dell'alta finanza che gestiscono le multinazionali - che hanno in mano l'economia globale - ed i governi del mondo. La rete del potere mondiale. Chi è Mario Monti e a quali poteri risponde. Il golpe italiano, chi c'è dietro e quali sono i loro obiettivi.

EDITORIALE A CURA DI ALESSANDRO RAFFA PER NOCENSURA.COM

Che il nominato premier Mario Monti sia parte integrante dei gruppi di potere che cercano di controllare  - o forse, che controllano - il mondo, lo sappiamo bene. Fa parte dell'Aspen Institute, ha preso parte a diverse riunioni del gruppo Bilderberg, e ha ricoperto addirittura il ruolo di "Presidente europeo" della Commissione Trilaterale, estensione del super magnate Rockfeller, braccio destro della potentissima famiglia Rothschild, che ha in mano quasi tutte le banche centrali del mondo.

Monti ha ricoperto importanti incarichi (è stato advisor) per la superbanca d'affari USA Goldman Sachs, definita "il miglior posto per produrre denaro che il capitalismo globale sia mai riuscito a immaginare" con una capacità d'investimento di 12.000 miliardi di euro all'anno (il debito pubblico che sta mettendo in ginocchio l'Italia ammonta a poco meno di 2.000 mld di euro) e un valore di oltre un trilione, ovvero un miliardo di miliardi. (1.000.000.000.000.000.000) una banca Goldman Sachs, responsabile di aver mandato sul lastrico svariate decine - se non centinaia - di migliaia di famiglie americane e di altre parti del mondo, in particolare nei paesi poveri che più si prestano alle speculazioni, visto che pur di ingrassare il proprio business, i dirigenti Goldman Sachs non si fanno alcuna remora a speculare sulle carestie, derrate alimentari, sulla povertà della povera gente. Generare profitto: si occupano di questo, all'interno della "super banca", ben 30.000 dipendenti che percepiscono una media di 700.000 dollari all'anno, che grazie ai "premi" riconosciuti a chi è stato particolarmente produttivo possono superare - anche di molto - il milione di dollari. I dirigenti di spicco, ovviamente prendono molto di più, anche oltre 10 volte tanto.

Oltre a Goldman Sachs ci sono altre banche molto influenti, legate anch'esse alle associazioni massoniche sopracitate, una di queste è Morgan Stanley, dove - guardacaso - lavora "Monti jr", il figlio di Mario Monti, alla quale il Ministero del Tesoro italiano a Gennaio 2012 ha elargito in gran silenzio, 2 miliardi e 567 milioni di euro per un affare (per la banca, non per il governo) di "derivati". Soldi che il governo - visto i tempi difficili, almeno per i cittadini - avrebbe potuto rimborsare in comode rate, e magari girare una parte agli imprenditori italiani che hanno fornito merci e servizi allo stato, a cui l'erario deve un totale di 70 miliardi di euro. Un'altra banca d'affari molto influente è JP Morgan.

Le associazioni di stampo massonico citate sopra (Aspen Institutema ancor di più gruppo BilderbergCommissione Trilaterale ma anche altre: club di Roma, il CFR) e le lobby dell'alta finanza, le "super banche" d'affari (Goldman Sachs, Morgan Stanley, JP Morgan) sono legate a doppio filo,  in quanto gli uomini che ne fanno parte sono gli stessi: i dirigenti di punta delle lobby dell'alta finanza e i loro uomini di fiducia (uno di questi, evidentemente, Mario Monti) sono tutti membri delle associazioni massoniche, nel cui ambito interagiscono con i politici più importanti, e quindi i governi del mondo. Da molti anni a questa parte tutti i presidenti degli Stati Uniti che si sono avvicendati sono stati - tutti - membri del Bilderberg, o legati a doppio filo ad esso, così come gli uomini di Goldman Sachs (ufficialmente "ex") ricoprono ruoli chiave all'interno del governo americano, come il Ministero delle finanze.


Queste banche d'affari, vere e proprie lobby dell'alta finanza, sono proprietarie/azioniste legate a doppio filo alle 147 multinazionali che controllano, condizionano e gestiscono a loro uso e consumo l'economia globale: hanno in mano i mezzi d'informazione più autorevoli, mediante i quali "costruiscono" l'immagine dei politici che i cittadini di tutto il mondo eleggeranno. Laddove sorgano organi di informazione di cui non sono direttamente proprietari, possono sempre "addomesticarli" mediante cospicui contratti pubblicitari. Il vero editore dei giornali infatti sono le agenzie pubblicitarie, che consentono a un determinato organo di ricevere ottimi introiti ed espandersi, ma possono affondarlo se decidono di boicottarlo in quanto contrasta i loro interessi. Le grandi campagne pubblicitarie non vengono gestite direttamente dalle aziende: queste si affidano ad agenzie, che stabiliscono come e dove investire: e la maggior parte - in termini di valore economico - dei contratti pubblicitari è gestito da poche agenzie, riconducibili in un modo o nell'altro, alle associazioni di stampo massonico e/o alle lobby dell'alta finanza sopracitate.

Nel panorama dell'alta finanza, dei mercati finanziari, dell'economia delle nazioni, dell'industria e del commercio, rivestono un ruolo importantissimo, fondamentale le agenzie di rating, deputate a stabilire, mediante una classificazione definita "rating" quanto siano "affidabili" governi e imprese. Le agenzie di rating  principali sono tre, soprannominate "le tre sorelleStandard & Poor's, Moody's e Fitch Ratings. Quando le agenzie di rating "declassano" una nazione, (o un'impresa) questa viene ritenuta meno affidabile; investire su di essa (cioè concedere credito a una determinata nazione, mediante titoli obbligazionari, o ad un'impresa) viene considerato più rischioso, pertanto aumentano i tassi di interesse che questa deve corrispondere. Questo è un potere immenso, in quanto un abbassamento eccessivo del rating può significare tassi di interessi talmente elevati da determinare la bancarotta, sia per le imprese che per le nazioni, che sono costrette ad aumentare la pressione fiscale per pagare gli interessi necessari per avere liquidità. 


Da notare come le agenzie di rating siano aziende private, e guarda caso legate a doppio filo alle lobby dell'alta finanza che le gestiscono a proprio uso e consumo, visto che in molti caso hanno favorito (inconsapevolmente?) alcune società, attribuendo loro un rating positivo anche in assenza dei presupposti per farlo: è il caso della Lehman brothersche poco prima di dichiarare bancarotta era ritenuta assolutamente affidabile (classificata A2) fattore che ha spinto numerosi investitori a investire forti somme, mentre in altri casi, alcune società (e nazioni) hanno ricevuto un rating eccessivamente penalizzante, mettendole in difficoltà poiché per avere "accesso al credito" erano costrette a corrispondere tassi di interesse elevatissimi. Per maggiori informazioni, leggi "agenzie di rating, ecco chi controlla le tre sorelle"

Ora viene il "bello"... La procura ha accertato che una di queste agenzie di rating, Moody's, remava contro l'Italia. E guarda caso, MONTI ERA UN COLLABORATORE DI MOODY'S, prima di essere NOMINATO premier!


Vedi articolo: L'agenzia di rating “Standard & Poor’s" mirava a destabilizzare l’Italia La procura chiude le indagini sull'agenzia di rating. Cinque le persone coinvolte con l'accusa di manipolazione di mercato continuata e pluriaggravata. "Fornivano intenzionalmente ai mercati un’informazione falsa in merito all’affidabilità creditizia italiana, in modo da disincentivare l’acquisto di Btp e deprezzarne il valore” Leggi tutto

Ricapitolando:

  1. Monti è legato a praticamente tutte le associazioni di stampo massonico e alle principali lobby dell'alta finanza, che controllano anche le agenzie di rating.
  2. Le agenzie di rating hanno manovrato CONTRO l'Italia, fornendo informazioni FALSE ai mercati sulla nostra attendibilità.
  3. Monti lavorava ANCHE per una delle più importanti agenzie di rating, Moody's.
  4. Grazie alla manipolazione delle agenzie di rating lo spread è salito a livelli vertiginosi = tassi elevatissimi per avere liquidità = tasse e aumento debito pubblico - e la situazione che tutti conosciamo.
  5. Per "risolvere" i problemi che hanno deliberatamente provocato, hanno imposto la nomina di Monti, che lavorava per l'agenzie di rating che ci hanno penalizzato (lavorava anche per i poteri dell'alta finanza che controllano le agenzie di rating)


E tutt'oggi l'Italia è costretta a pagare interessi altissimi (lo spread) per avere liquidità, un vero e proprio COMPLOTTO ordito a danno dell'Italia, che ha affidato il governo a un collaboratore della stessa agenzia di rating che stava remando contro di lei!


Le conclusioni:
Questa lunga - necessaria - premessa mi auguro che sia stata sufficientemente chiara, per cercare di decifrare la situazione, e sopratutto chi c'è dietro a tutto questo. L'Italia è vittima di un complotto, un feroce complotto, e i nostri politici anziché difendere i nostri interessi, si sono piegati a compromessi con questi poteri forti. Il fatto che Enrico Letta, vice-presidente del PD abbia partecipato al meeting Bilderberg di quest'anno, è piuttosto eloquente. Lo stesso Berlusconi, che inizialmente - nei giorni di Novembre, immediatamente precedenti alle sue dimissioni, quando "l'attacco" all'Italia era nell'apice -  sembrava intenzionato a opporre resistenza, dopo che "i mercati" (controllati ad uso e consumo dei poteri descritti sopra) hanno fatto perdere 10 punti percentuali alla sua Mediaset in un solo giorno, ha dichiarato la "resa incondizionata", piegandosi a sostenere Monti - in cambio sicuramente di accordi personali - anche se questo gli è costato la PERDITA DI TUTTO IL CONSENSO che (incredibilmente) aveva mantenuto fino a quel momento. Tra l'altro, Mario Monti, presentato da tutti i politici e dai media come il "salvatore della patria" già in passato aveva fatto grossi danni all'economia italiana: danni che però, hanno rappresentato un beneficio per le lobby dell'alta finanza di cui Monti è emissario.


Ormai siamo un giocattolino in mano agli speculatori, incentivati anche dalle direttive dell'Unione Europea, che si stanno arricchendo sempre di più alle nostre spalle, con la complicità di quei politici che gli hanno steso un tappeto rosso, e cercano di farci sopportare tutto questo seminando paura (lo spettro di conseguenze economiche ancora più terribili), con discorsi fuorvianti ("è necessario" - "salva Italia" etc) e le solite promesse da marinaio di "ripresa" (ripresa che non ci sarà mai, ma sarà sempre peggio, almeno per noi cittadini... le grandi aziende hanno delocalizzato o stanno delocalizzando: non c'è lavoro, non c'è soldi.. QUALE RIPRESA PUO' ESSERCI?).


I poteri forti dell'alta finanza mirano innanzitutto alla nostra riserva aurea: alla quale punteranno "se non molto presto, abbastanza presto" -  come ha dichiarato Nigel Farage in occasione dell'ultima intervista che gli ho fatto - ma anche AI BENI PUBBLICI ITALIANI: ad iniziare dalle percentuali di proprietà delle aziende che lo stato possiede ancora,  fino al patrimonio immobiliare che l'Italia sarà COSTRETTA A VENDERE - anzi: a Svendere - per ripianare il debito pubblico. Nel frattempo, Monti ha varato - sta varando - varerà - altre leggi che favoriscono tutti i poteri forti citati in precedenza, da quelli economico-bancari alle multinazionali, proprietari della "grande impresa" e della "grande distribuzione", facendo chiudere i negozi dei cittadini, grazie all'oppressione fiscale e al calo dei consumi, che saranno soppiantati da centri commerciali o catene di negozi legate alle grandi aziende, che a capo hanno sempre gli stessi proprietari: le lobby dell'alta finanza. Svenderà la nostra sovranità e i nostri beni, con un occhio di riguardo per le caste: ormai credo che tutti si siano resi conto che Monti sta purgando solo i cittadini del ceto medio-basso: questo perché avere i potenti contro potrebbe nuocere al suo disegno, per esempio difficilmente i notai potranno dare contro a Monti, visto che ha abolito la "tariffa massima" e potranno guadagnare di più. Avere contro loro, non sarebbe stato semplice come avere contro gli operai della FIOM che si sono visti eliminare l'articolo 18... ci farà aderire alla fregatura colossale rappresentata dal MES, che è una DITTATURA ECONOMICA spacciata per fondo di stabilità - le manovre finanziare "salva Italia" in realtà, sono servite esclusivamente a rastrellare i soldi necessari per aderire ad esso... 


Quello a cui stiamo assistendo oggi è la naturale prosecuzione del processo che è iniziato nel 1992,  a bordo del Panfilo Britannia, come illustra l'articolo DOSSIER: Ecco quando è iniziata la crisi dell'Italia; era il 1992 sul panfilo Britannia


Si sta verificando TUTTO quello che aveva previsto il movimento "No Global", che è stato distrutto a Genova nel 2001: movimento composto da centinaia di movimenti di ogni estrazione politica e sociale perché non era composto solo dalla 'sinistra radicale' come pensano molti: al Genoa Social Forum avevano aderito Acli, WWF, Rete Lilliput, associazioni studentesche e altro ma all'opinione pubblica è stato dipinto in modo fuorviante, come se fosse composto solo da "punkabbestia" e scalmanati dei centri sociali più aggressivi. Movimento che faceva discorsi giusti, stava crescendo troppo rapidamente e per i potenti del mondo era troppo pericoloso. Con la sospensione dei diritti democratici alla quale il mondo ha assistito in quei giorni, è stato spazzato via. Purtroppo ormai di quel Movimento se ne parla quasi esclusivamente in chiave "violenze delle forze dell'ordine" al G8 di Genova, che innegabilmente ci sono state: i fatti della "Diaz" e di "Bolzaneto" sono emersi in tutta la loro gravità, dopotutto era inevitabile che accadesse. Anzi doveva venire fuori, perché se le violenze fossero state tenute nascoste e non fosse stato seminato il terrore, al G8 successivo probabilmente a manifestare ci sarebbero state molte più associazioni e persone: invece quel "Movimento" è finito li, a Genova, affogato nel sangue di Carlo Giuliani e di migliaia di persone pestate senza motivo. Le forze dell'ordine, "caricate" con la strategia del terrore di chi aveva messo in guardia gli agenti da minacce di ogni tipo, preparandoli come se fossero dovuti andare in guerra, sono stati esecutori materiali di quella che era una volontà che andava ben oltre, probabilmente, del governo italiano. Quel movimento doveva essere fermato. Personalmente nel 2001 avevo 20 anni, non ho partecipato alle manifestazioni e non ero un simpatizzante "no global". Il fatto che oggi stia accadendo praticamente tutto quello che avevano previsto l'ho appreso pochi anni fa, approfondendo, leggendo ciò che sosteneva quel movimento.


Il mondo è succube di una minoranza, un'élite composta da poche centinaia di potenti che dopo essersi appropriati del governo USA (1) stanno estendendo il loro dominio a tutte le altre nazioni del mondo, ad iniziare dalle nazioni europee e quelle che hanno in mano le materie prime. Laddove non possono conquistare il potere con le armi politico-economiche, lo fanno con le armi. Hanno in mano le redini dell'economia, dei mercati finanziari, industriali e del commercio: e stanno rastrellando a se tutte le ricchezze del mondo. Ma quello che vogliono non sono i soldi, ne hanno fin troppi. Quello che vogliono, è il POTERE: che senza dubbio è detenuto da chi è proprietario di tutto. E chissà che quei "complottisti", che sostengono che l'élite vuole instaurare un "governo mondiale", con una moneta mondiale - il tutto ovviamente gestito da loro - non abbiano ragione...


(1) J.F. Kennedy parlò di questi "poteri oscuri" che intendeva sconfiggere: ma purtroppo non c'è riuscito, ed è stato eliminato. E il suo successore annullò immediatamente l' "ordine esecutivo 11110" con il quale Kennedy consentiva al Ministero del Tesoro USA di stampare moneta senza il controllo della FED, la banca centrale USA - privata - che dal 1913 gestisce il Dollaro, dominando quindi l'economia statunitense.


Alessandro Raffa per nocensura.com


Di seguito alcuni stralci di 2 articoli di "Libero" che illustrano il fatto che Monti collaborava con l'agenzia di rating che ha deliberatamente manipolato i dati per penalizzare l'Italia...

PRESUNTO CONFLITTO D'INTERESSI
Il sospetto: c'è pure Monti dietro il ko dell'Italia che ha mandato via il CavIl premier ha avuto una carica in Moody's, l'agenzia che bollò l'Italia come Paese a rischio. Lui: mai occupato di rating
Il prof è stato nel Senior European Advisory Board dal 2005 al 2009. Insieme a Fitch e a Standard&Poors, Moody's è indagata dalla procura di Trani per manipolazione di mercato. Mario Monti membro del Senior European Advisory Board di Moody's. Cioè di una delle famose (o famigerate) agenzie di rating che a livello globale giudicano l'affidabilità economica di stati e aziende. E che, spesso, col loro giudizio a loro volta influiscono in modo determinante sul presente e sul futuro di quegli stati sovrani e di quelle aziende. Le stesse agenzie di rating che la procura di Trani sta indagando fin dal 2010, (...) un report di Moody's del 6 maggio 2010 che concludeva etichettando l' Italia come "Paese a rischio".  LEGGI TUTTO: http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/1031694/Monti-Moody-s.html

Libero-lo-costringe-a-confessare.html

 
 
 

ECOMAFIE: STRAGE SILENZIOSA IN ABRUZZO .

Post n°1002 pubblicato il 30 Maggio 2012 da dammiltuoaiuto
 

ECOMAFIE: STRAGE SILENZIOSA
IN ABRUZZO

http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2011/12/ecomafie-strage-silenziosa-in-abruzzo.html?spref=fb

http://nuovosensocivico.blogspot.it/2011/12/morti-e-malati-di-cancro-nella.html?m=0

 

 

 

Abruzzo Sogeri.
di Gianni Lannes

Morti e malati di cancro in provincia di Chieti: lo Stato è latitante. La magistratura archivia per prescrizione dei reati nonostante il pericolo per la pubblica incolumità. L’ecomafia ringrazia. Benvenuti nella patria del Montepulciano. Non si arresta la conta dei tumori provocati dai veleni industriali scaricati impunemente per anni in Abruzzo. Una giuria di critici ha premiato a Londra - miglior rosso italiano - il Cagiolo 2005 di Cantina Tollo con il Decanter World Wine Awards. E’ il più importante riconoscimento internazionale assegnato solo a 26 vini sui 9.600. Eppure in questo remoto angolo della provincia teatina i cittadini non gioiscono. Gianluca Edmondo a 37 anni è deceduto a causa di un tumore fulminante al cervello in un amen. Diego T., 42 primavere di Tollo si è sottoposto a biopsia ed ha scoperto di avere un linfoma Hodgkin. Ad Alessandro D. T., 32 anni, nativo di Miglianico è toccato un linfoma non Hodgkin. «Aiutateci a non morire di cancro». Luciano è un ecologista  che vive a Miglianico: 4 mila e passa anime nel chietino. Ha scoperto che in una fornace accanto al torrente Venna - nell’agro del centro abitato di Tollo - sono state occultate svariate tonnellate di rifiuti pericolosi provenienti da mezza Europa e dalla realtà industriale dell’Italia settentrionale. Grazie anche alle certificazioni fasulle di laboratori della Toscana. Spiccano gli scarti della Bayer (Germania) e delle Industrie Chimiche di Saragozza (Spagna). Anche gli industriali italiani - i casi più eclatanti: Eural Gnutti (BS), Servizi Costieri (VE), Faro (PD), Ghiraf (BS), Fonderie Riva (MI), Kerasan (VT) e tanti altri - non hanno lesinato contributi micidiali. Le analisi dell’Agenzia regionale per la tutela dell’Ambiente - confermate da due laboratori privati - non lasciano ombra di dubbi: nei veleni primeggiano metalli pesanti e gli idrocarburi sepolti anche a dieci metri di profondità, a contatto con la falda freatica. La mistura che ha contaminato suolo, sottosuolo e anche il torrente Dentalo, il fiume Foro ed il mare Adriatico è composta da cromo esavalente, rame, piombo, manganese, nichel, cadmio, zinco, alluminio, ammoniaca, composti organici aromatici, arsenico.

Rifiuti Sogeri

A polso - Il passa parola tra medici di base e pediatri della zona conferma un aumento esponenziale del cancro, di malformazioni fetali ed aborti dolorosi. Risultano maggiormente colpiti i cittadini residenti a Tollo, Miglianico, Francavilla a Mare e Ripa Teatina; in particolare quelli vicino ai corsi d’acqua. L’obiettivo della ricerca è monitorare i 395 mila residenti della provincia. Medici, biologi, avvocati, farmacisti, cittadini di buona volontà hanno battuto il territorio per raccogliere cartelle cliniche e testimonianze. «Le neoplasie maligne registrano un aumento esponenziale che non ha precedenti in Abruzzo - rivela la dottoressa Catia Mattioli - Ogni giorno scopriamo un nuovo caso». La pediatra Maria Teresa Petitti segnala: «Un numero elevato di pubertà anticipate e di sindrome respiratorie di tipo allergico in molti bambini. E bimbi nati prematuri con conseguenze neurologiche». Caterina De Luca viveva a cento metri dalla discarica della camorra - realizzata alla luce del sole - grazie alle corrotte disattenzioni delle autorità sanitarie e politiche. Sua figlia Jessica è nata il 19 agosto 1998 con una gravissima e rara malformazione agli arti chiamata artrogriposi. «I dottori dell’ospedale di Ortona non avevano mai visto niente di simile: i piedi girati, storti, le ginocchia cresciute al contrario e malformazioni alle mani. Il 24 settembre del ’98 raggiungemmo il Rizzoli di Bologna dal professor Loris Baldisserri. Arrivarono moltissimi medici. Mi chiedevano se avevo preso farmaci, se ero stata a contatto con veleni industriali o radiazioni». La piccola Jessica ha subito finora 7 operazioni e fa terapia tutti i giorni. «Chiedo giustizia. La gente deve sapere perché tante persone si sono ammalate e stanno morendo. Lo Stato non ci tutela». Un altro medico, Dino De Marco, già sindaco di Miglianico, conferma: «Registriamo un numero spropositato di tumori sia in incidenza che in prevalenza. Tra l’altro si tratta di cancri dell’encefalo, tumori della vescica e altro». 
Camorra senza pietà - La Sogeri srl a Tollo ha occultato una valanga di scorie assassine dal 16 maggio 1995 fino al sequestro del Noe Carabinieri di Roma, il 2 febbraio 1996. Gli esami di laboratorio hanno evidenziato tra l’altro, la presenza di cobalto 60. Questo radionuclide artificiale non lascia scampo quando riesce ad insinuarsi nel ciclo biologico. «In quell’impianto sarebbero arrivati undici o quindici TIR carichi di rifiuti radioattivi provenienti dalla Francia», ha rivelato 13 anni fa l’allora capo della Procura della Repubblica di Chieti, Nicola Trifuoggi nell’audizione alla Commissione d’inchiesta parlamentare. Nel resoconto stenografico del 23 febbraio 1998 l’attuale procuratore di Pescara dichiara: «Lo scarico dei rifiuti si faceva da queste parti, grazie ad un unico soggetto, Nicola De Nicola, al quale abbiamo sequestrato la discarica di Tollo. Poi gli abbiamo sequestrato dei terreni perché, chiusa la discarica di Tollo, aveva cominciato a scaricare quasi sul greto del fiume Pescara, a Chieti Scalo. Si è ritrasferito in provincia di Pescara, a Cepagatti, in contrada Aurora». Trifuoggi spiega: «Questi rifiuti uscivano dalle fabbriche e poi si procedeva con il solito sistema della triangolazione. Si fermavano una notte a Marghera e il mattino successivo lo stesso camion partiva con una bolla diversa con la dicitura “residui riutilizzabili”. Un camion contenente sempre gli stessi big bags è stato sequestrato dalla guardia di finanza di Brescia, che lo ha seguito dalla partenza fino ad un altro centro in provincia di Chieti, Ripa Teatina, dove c’è una cava abbandonata di proprietà di tale Masci Gabriele, proprietario di un’impresa di movimento terra che risulta aver lavorato varie volte per De Nicola» Su indicazione del clan dei Casalesi - come ha attestato il procuratore di Napoli Agostino Cordova (12 febbraio 1998) - la storiaccia muove i passi iniziali nei primi anni ’90, quando la Camorra dirotta ed interra a Scurcola Marsicana, in provincia dell’Aquila, ingenti quantitativi di rifiuti micidiali. Bruciato quel sito dalle nostre investigazioni, «i rifiuti furono dirottati a Tollo - dichiarò alla Commissione Ecomafie - a Chieti scalo c’erano delle filiali della società Sogeri e a Cepagatti, in provincia di Pescara». Il 27 giugno 1994, il rappresentante della Sogeri, Nicola De Nicola, informava la Regione. E il 9 maggio ’95 veniva messo al corrente anche il sindaco di Tollo, Di Pillo (un medico), che a partire dal 20/05/1995 «vi sarebbe stata occupazione di suolo subaereo di residui di lavorazione industriale da miscelare con argilla». Ernesto Di Pillo, ha 60 anni, fa il viticoltore nella zona e ricorda: «I camion di rifiuti avevano le targhe di Venezia, Verona, Padova, Brescia. Scavarono due fosse profonde da una parte e l’altra del Venna e ci seppellirono quella schifezza. Dalla  terra  usciva un fumo bianco come una nebbia acida e non respiravamo. La nostra protesta scoppiò nel ‘96 dopo 3 aborti forzati. Capitò anche a mia moglie  incinta al sesto mese. L’Usl ci diceva che era roba innocua. Poi arrivarono le intimidazioni della criminalità organizzata». Allora intervenne l’Arma. Anche Benito Tiberio, 70 anni, è un testimone oculare: «Quando mischiavano i rifiuti con la terra si alzava una nuvola di polvere che andava a finire verso le nostre case e il paese di Tollo». Nel 1999 il Venna straripò, occupando quasi interamente la superficie del piazzale della fornace. A contatto con l’acqua, dai rifiuti si sprigionarono ammorbanti odori di ammoniaca. Un sopralluogo al tombino industriale rivela un paesaggio contornato di vigneti, orti e cumuli a cielo aperto di polveri, ceneri, fanghi che danzano al vento disperdendosi in case, paesi ed esseri umani. Per la cronaca: in loco sono stati spediti in confino obbligato,  già negli anni ’60 mafiosi di Cosa Nostra, seguiti a ruota dai camorristi.

Truffa regionale - Nel 2000 la Regione aveva stanziato 300 milioni di lire per una “messa in sicurezza”, rivelatasi una truffa. Altri 587 mila euro sono stati erogati dallo stesso Ente l’anno scorso per la “bonifica”. L’8 ottobre 2007 l’amministrazione comunale di Tollo ha sfornato un bando di gara per “la bonifica”; ma «lavoriamo alla messa in sicurezza» dichiara l’ingegnere Giovanni Leve, autore nel 2005 della caratterizzazione. Insomma è un imbroglio. I lavori sono stati affidati dal comune di Tollo all’impresa “Ecologica Anzuca srl” e poi subappaltati il 20 dicembre 2007, alla ditta “Angelo De Cesaris srl” di Francavilla al Mare. Per legge dovevano terminare due anni fa. Il dirigente regionale Franco Gerardini (ex parlamentare del centro sinistra in commissione ecomafie) ha concesso il 21 marzo 2007 una “proroga a sanatoria”. «Non c’è più nessun pericolo: la situazione è sotto controllo» ripete il sindaco Angelo Gialloreto. Nella relazione tecnica tuttavia si legge: «Attualmente, nei due capannoni di servizio del complesso sono presenti rifiuti stoccati contenuti in Big-Bags. In n. 228 di questi sono contenuti rifiuti ascrivili a residui di fusione di alluminio (scorie di fonderia) per un totale di massa pari a 3.420.000 kg. In altri 53 Big-Bags, sono stati stoccati sacconi vuoti contaminati, per un totale di massa di 13.250 kg - Inoltre - I rifiuti interrati nell’area dell’ex cava di argilla sono maggiormente addossati alla parete della cava». La quantità e la tipologia non risultano indicate. La vicenda si è chiusa senza colpevoli: il danno ambientale e sanitario non è mai stato quantificato; il sito non è ancora bonificato. L’epilogo dell’ennesimo caso di ecomafia impunita (un giro d’affari valutato in Italia sui 25 miliardi di euro l’anno) si è consumato in un’aula giudiziaria di Chieti. Infatti, il sostituto procuratore Lucia Anna Campo, il 29 ottobre 2001, «rilevato che non è più necessario mantenere il vincolo posto che atteso il tempo trascorso non sarebbe neanche più possibile eseguire ulteriori prelievi ed analisi, dispone il dissequestro dell’area». I reati sono finiti in prescrizione e i numerosi responsabili l’hanno fatta franca. La Sogeri srl, è rinata a Roma: amministratore unico è ora Sergio Battista.

Testimonianza medica - Antonio Di Federico è un medico ora in pensione. Dottor Di Federico che succede in quest’angolo dell’Abruzzo? “Ho notato un numero di casi di tumore spropositato rispetto alla media nazionale”.  A lei aveva 1.100 pazienti. Cosa ha riscontrato? “Rarissimi cancri dell’encefalo, cancri della vescica, prostatici e tiroidei; sarcomi in pazienti giovanissimi”. Rammenta qualche caso particolare? “Avevo in cura una ragazza a maggio del 2002 con un fibrosarcoma della mammella spuntato dal nulla, a cui era associata una reazione leucemoide. La giovane donna è morta dopo due mesi”. Non le sembra strano? “La reazione leucemoide fa pensare a qualche componente radioattiva nel territorio”. Siamo quello che respiriamo, mangiamo, beviamo? “Indubbiamente. Il tumore prevalente è quello broncopolmonare”. Qual è la fascia d’età più colpita? “Sotto i 50 anni. Ci sono persone estremamente giovani: c’è una ragazza di 29 anni con il linfoma di Hodgkin. E poi, un ragazzo di 40 anni morto di Alzheimer. E un signore di 50 anni che presenta una leucoencefalopatia multifocale aspecifica. Purtroppo numerosi ragazzi al di sotto dei 18 anni presentano gravi ritardi del linguaggio e dell’apprendimento. Spiccano anche i tumori colon-rettali”. Esistono aree particolarmente a rischio in questo territorio? “Quelle vicino ai torrenti Venna e Dentalo e al fiume Foro”. Cosa farete? “Proveremo a svegliare le istituzioni che sanno ma non hanno mai fatto nulla per impedire questa strage silenziosa. L’Istituto Superiore di Sanità se esiste si faccia vivo”.

















































 
 
 

ECCO LA SOLUZIONE ALLA CRISI E AL DEBITO TRUFFA

Post n°1001 pubblicato il 30 Maggio 2012 da dammiltuoaiuto
 

ECCO    LA  SOLUZIONE  ALLA  CRISI  E   AL  DEBITO TRUFFA   

 

 

Aldo Moro emise biglietti di stato a corso legale senza bisogno di chiedere banconote in prestito via Bankitalia-Bce. (Motivo principale per cui fu assassinato).

Fu infatti così che i governi Moro finanziarono le spese statali, per circa 500 miliardi di lire degli anni ‘60 e ‘70, attraverso l’emissione di cartamoneta da 500 lire “biglietto di stato a corso legale” (emissioni “Aretusa” e “Mercurio”).

 

La prima emissione fu normata con i DPR 20-06-1966 e 20-10-1967 del presidente Giuseppe Saragat per le 500 lire cartacee biglietto di Stato serie Aretusa, (Legge 31-05-1966). La seconda emissione fu regolata con il DPR 14-02-1974, del Presidente Giovanni Leone per le 500 lire cartacee biglietto di stato serie Mercurio, DM 2 aprile 1979.

 

Questa moneta di stato tra l’altro aveva l’importante funzione di immettere denaro senza debito che rendeva solvibile - almeno in parte - il sistema usuraio poiché serviva per pagare gli interessi per i quali il sistema bancario NON emetteva moneta e strozzava il paese (come fa anche ora).

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GUARDA QUI COME SEI STATO TRUFFATO:

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Victoria Grant (italiano) - Una bambina di 12 anni spiega la frode del sistema bancario

 

http://www.youtube.com/watch?v=6YqnUp0crHw&feature=youtu.be

 

PARLAMENTARE EUROPEO dice

"Usciamo dell'Euro e restauriamo la dignità umana."

http://youtu.be/TilaarKihMA

 

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PARLAMENTARE EUROPEO denuncia l'UE e la BCE

di TRUFFARE e MINACCIARE i Paesi aderenti all'Euro

http://youtu.be/IRHjGMgEm_0

 

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LA TRUFFA DEL DEBITO PUBBLICO

Un Docente dell'Università di Genova, Filosofo e Giornalista

la racconta molto bene :

 

http://youtu.be/BOPS234cjGY

 

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LA TRUFFA DEL DEBITO PUBBLICO

Un Avvocato la Denuncia

e allerta i Cittadini sulla vicina DISFATTA dell' ITALIA

grazie agli ultimi accordi che il Governo ha ratificato

e sta per ratificare !

 

http://youtu.be/kLNubdd_u_8

 

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LA TRUFFA DEL DEBITO PUBBLICO

tutti i passaggi:

 

http://www.facebook.com/photo.php?fbid=303506303056335&set=a.145529325520701.36299.145336488873318&type=3&theater

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LA TRUFFA DEGLI ACCORDI EUROPEI

 

Leggi come ci hanno condotto alla ROVINA

e TU Cittadino non ne sai nulla,

perchè i MEDIA occultano, mentono e sviano

per corprire i VERI COLPEVOLI della CRISI:

 

http://www.facebook.com/photo.php?fbid=326446564095642&set=a.145529325520701.36299.145336488873318&type=3&theater

 

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LA TRUFFA DELLA BANCA D'ITALIA

 

< COME MARIO DRAGHI ha tramato e agito muovendo l'ingranaggio dell'Inganno CRISI & DEBITO >

http://youtu.be/12iv9onA7vE

 

24 maggio 2012

< il Senatore LANNUTTI denuncia Mario Draghi >

http://youtu.be/V_KcqROHtY4

 

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LA TRUFFA DELLO SPREAD

 

L'Avvocato PAOLO MAJOLINO

spiega la TRUFFA Bancaria e dello SPREAD

 

Voi sapete davvero cos'è ?

< IL VIDEO E' INTERESSANTISSIMO e andrebbe visto tutto e fatto circolare, però vorremmo che vi soffermaste sulla parte della spiegazione dello SPREAD, dal minuto 39,28. UNA FALSITA' NELLA FALSITA', perchè questo SPREAD ovviamente viene generato dalle stesse BANCHE/MULTINAZIONALI che tutto questo lo hanno pianificato a tavolino.>

http://youtu.be/3P8T2ghiKiM

 

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LA TRUFFA DELL'UNIONE EUROPEA

 

Monti dice apertamente che l'UE è un ente a favore

delle LOBBY USA (Banchieri e Multinazionali):

http://youtu.be/9o0jL8sA_fc

 

L'Unione Europea è un GOLPE :

http://youtu.be/QTEIjXNoWOw

 

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COME SI ESCE DALL'EURO - COS'ACCADREBBE ?

 

Un Docente di Economia alla Cattolica di Milano lo spiega:

http://youtu.be/fhzwE1oNA30

 

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24 maggio 2012 - La Truffa del dimezzamento dei Rimborsi Elettorali:

http://youtu.be/pAhl74u3jUc

 

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Cosa sono davvero Camera e Senato:

 

°°°CAMERA: http://youtu.be/DqFwMiyKik4

 

°°°SENATO: http://youtu.be/3nRlFU43cgk

 

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Chi è davvero MONTI:

 

http://www.facebook.com/photo.php?fbid=320381908035441&set=a.145529325520701.36299.145336488873318&type=3&theater

 

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Chi è davvero NAPOLITANO:

 

http://www.facebook.com/photo.php?fbid=309661062440859&set=a.145529325520701.36299.145336488873318&type=3&theater

 

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RINO FORMICA: Il governo Tecnico e la svendita dell'Italia:

 

http://youtu.be/eEJy-A6t2NU

 

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LA TRUFFA DELLA LEGGE MANCIA

 

http://www.facebook.com/photo.php?fbid=221839304556369&set=a.145529325520701.36299.145336488873318&type=3&theater

 

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LA TRUFFA DELLE PENSIONI D'ORO , dei Contributi all'Editoria,

ai Media di Partito, dei finanziamenti pubblici a case cinematografiche care ai politici. Le accise sulla benzina per sostenere gli interessi Privati dei politici.IL FINANZIAMENTO PUBBLICO ALLE BANCHE:

 

http://youtu.be/S3yFl7kL9rM

 

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LA TRUFFA DEI FINANZIAMENTI AI PARTITI....

non se ne salva uno.

Ascoltare per credere:

 

http://youtu.be/fKh-SgfvWx4

 

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Scegli se SOCCOMBERE agli Sciacalli Traditori Ladri al Potere

o se diffondere l'Informazione, fare in modo che tutti sappiano

la verità taciuta anche dai MEDIA collusi con la Politica e

REAGIRE TUTTI INSIEME a questo inganno che entro un anno

dagli ultimi accordi che hanno firmato, ci rovineranno tutti,

togliendo anche il futuro ai nostri figli e i nostri nipoti.

 

Ricorda per prima cosa, per rimettere in piedi il paese,

c'è bisogno della SOVRANITA' MONETARIA

ma quella VERA, ossia Banconote stampate, da ente o banca, PUBBLICA a credito del Cittadino.

Non da Banca d'Italia (privata) a debito del cittadino com'era

e com'è ora dalla BCE.

Questo è fondamentale che TU LO SAPPIA

che TUTTI lo sappiano !

E non è vero che ritornare alla lira sarebbe un disastro.

L'Argentina ne è uscita egregiamente e ora volano alti.

L'Islanda lo ha fatto, ma non te lo fanno sapere e ora si sono

ripresi.

Se vuoi saperne di più su quello che accadrebbe davvero se

tornassimo alla moneta Italiana, ascolta qui:

 

http://youtu.be/fhzwE1oNA30

 

 

L’Europa al capolinea: in un mese Grecia fuori dall’euro e conti correnti bloccati in Spagna e Italia

 

di Dioni per Informare x Resistere

 

Paul Krugman

 

Paul Krugman, economista statunitense, ha vinto il premio Nobel per l’economia 2008 per la sua analisi degli andamenti commerciali e del posizionamento dell’attività economica. Autore di numerosi volumi, dal 2000 collabora con il New York Times scrivendo editoriali d’opinione (op-ed) bisettimanali nel suo blog. Attualmente è anche professore di Economia e di Relazioni Internazionali all’Università di Princeton.

 

Ebbene Krugman avvisa: se non si cambia rotta, in un mese la Grecia sarà fuori dall’euro e le conseguenze si avvertiranno subito in Italia con la fuga di capitali, per cui le banche dovranno decretare il blocco dei conti correnti, limitando i prelievi quotidiani, come successe in Argentina nel 2001. Quando non avremo più nulla da perdere forse sapremo dire basta a tutto quello che ci stanno facendo.

 

Nell’articolo pubblicato nel suo blog sul New York Times, Krugman prevede i seguenti avvenimenti:

 

1. Uscita della Grecia dall’euro, molto probabilmente il prossimo mese. (Sembra proprio così dato che dopo le prime elezioni i partiti non sono riusciti a trovare un accordo e per questo il presidente greco Papoulias ha confermato la convocazione di nuove elezioni. L’uscita dall’euro non sembra più solo un’idea tra i partiti e lo stesso Lagarde, Presidente del Fondo Monetario Internazionale ha parlato di uscita dall’euro costosa e rischiosa.)

 

2. Enormi prelievi da Banche Spagnole e Italiane, dato che chi ha i depositi tenta di spostare il loro denaro in Germania.

 

3a. Le banche potranno vietare di trasferire i depositi al di fuori del paese e limitare il prelievo di contanti.

 

3b. In alternativa, o forse parallelamente, un enorme prelievo alle riserve della BCE per impedire il collasso delle banche.

 

4a. La Germania ha una scelta: Accettare gli enormi crediti pubblici indiretti su Italia e Spagna, oltre a una drastica revisione della strategia - in sostanza, dare, alla Spagna in particolare, ogni speranza di cui si ha bisogno sia per garantire il debito in modo da mantenere bassi gli oneri finanziari che un più alto obiettivo di inflazione della zona euro per rendere possibile la regolazione del prezzo relativo; oppure

 

4b. Fine dell’euro.

 

Questo accadrà nel giro di qualche mese, non anni.

 

Tratto da: L’Europa al capolinea: in un mese Grecia fuori dall’euro e conti correnti bloccati in Spagna e Italia | Informare per Resistere http://www.informarexresistere.fr/2012/05/15/leuropa-al-capolinea-in-un-mese-grecia-fuori-dalleuro-e-conti-correnti-bloccati-in-spagna-e-italia/#ixzz1wO7gGCvH

- Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario!

 

LE 10 REGOLE PER IL CONTROLLO SOCIALE di Noam Chomsky

 

L’elemento principale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel distogliere l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche.

 

1 – La strategia della distrazione. L’elemento principale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel distogliere l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche utilizzando la tecnica del diluvio o dell’inondazione di distrazioni continue e di informazioni insignificanti.

La strategia della distrazione è anche indispensabile per evitare l’interesse del pubblico verso le conoscenze essenziali nel campo della scienza, dell’economia, della psicologia, della neurobiologia e della cibernetica. “Sviare l’attenzione del pubblico dai veri problemi sociali, tenerla imprigionata da temi senza vera importanza. Tenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza dargli tempo per pensare, sempre di ritorno verso la fattoria come gli altri animali (citato nel testo “Armi silenziose per guerre tranquille”).

 

2 – Creare il problema e poi offrire la soluzione. Questo metodo è anche chiamato “problema – reazione – soluzione”. Si crea un problema, una “situazione” che produrrà una determinata reazione nel pubblico in modo che sia questa la ragione delle misure che si desiderano far accettare. Ad esempio: lasciare che dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, oppure organizzare attentati sanguinosi per fare in modo che sia il pubblico a pretendere le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito delle libertà. Oppure: creare una crisi economica per far accettare come male necessario la diminuzione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.

 

3 – La strategia della gradualità. Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, col contagocce, per un po’ di anni consecutivi. Questo è il modo in cui condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte negli anni ‘80 e ‘90: uno Stato al minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione di massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero stati applicati in una sola volta.

 

4 – La strategia del differire. Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria” guadagnando in quel momento il consenso della gente per un’applicazione futura. E’ più facile accettare un sacrificio futuro di quello immediato. Per prima cosa, perché lo sforzo non deve essere fatto immediatamente. Secondo, perché la gente, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato. In questo modo si dà più tempo alla gente di abituarsi all’idea del cambiamento e di accettarlo con rassegnazione quando arriverà il momento.

 

5 – Rivolgersi alla gente come a dei bambini. La maggior parte della pubblicità diretta al grande pubblico usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, spesso con voce flebile, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente. Quanto più si cerca di ingannare lo spettatore, tanto più si tende ad usare un tono infantile. Perché? “Se qualcuno si rivolge ad una persona come se questa avesse 12 anni o meno, allora, a causa della suggestionabilità, questa probabilmente tenderà ad una risposta o ad una reazione priva di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno (vedi “Armi silenziose per guerre tranquille”).

 

6 – Usare l’aspetto emozionale molto più della riflessione. Sfruttare l’emotività è una tecnica classica per provocare un corto circuito dell’analisi razionale e, infine, del senso critico dell’individuo. Inoltre, l’uso del tono emotivo permette di aprire la porta verso l’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o per indurre comportamenti…

 

7 – Mantenere la gente nell’ignoranza e nella mediocrità. Far si che la gente sia incapace di comprendere le tecniche ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù. “La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza creata dall’ignoranza tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare da parte delle inferiori” (vedi “Armi silenziose per guerre tranquille”).

 

8 – Stimolare il pubblico ad essere favorevole alla mediocrità. Spingere il pubblico a ritenere che sia di moda essere stupidi, volgari e ignoranti…

 

9 – Rafforzare il senso di colpa. Far credere all’individuo di essere esclusivamente lui il responsabile della proprie disgrazie a causa di insufficiente intelligenza, capacità o sforzo. In tal modo, anziché ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto svaluta e si sente in colpa, cosa che crea a sua volta uno stato di repressione di cui uno degli effetti è l’inibizione ad agire. E senza azione non c’è rivoluzione!

 

10 – Conoscere la gente meglio di quanto essa si conosca. Negli ultimi 50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno creato un crescente divario tra le conoscenze della gente e quelle di cui dispongono e che utilizzano le élites dominanti. Grazie alla biologia, alla neurobiologia e alla psicologia applicata, il “sistema” ha potuto fruire di una conoscenza avanzata dell’essere umano, sia fisicamente che psichicamente. Il sistema è riuscito a conoscere l’individuo comune molto meglio di quanto egli conosca sé stesso. Ciò comporta che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un più ampio controllo ed un maggior potere sulla gente, ben maggiore di quello che la gente esercita su sé stessa.

 
 
 

Rai-choc: bugiardi e criminali, i mandanti di Monti ci odiano

Post n°1000 pubblicato il 28 Maggio 2012 da dammiltuoaiuto
 

Rai-choc: bugiardi e criminali, i mandanti di Monti ci odiano

http://www.libreidee.org/2012/05/rai-choc-bugiardi-e-criminali-i-mandanti-di-monti-ci-odiano/

 

«Ma scusate, quando è sceso lo spread? E’ sceso dopo che la Bce, tra dicembre e febbraio, ha fatto due prestiti alle banche. E non poteva farli prima? Sì, che poteva. Ma non li ha fatti prima, quei prestiti, perché la speculazione viene usata come una clava per obbligare gli Stati a demolire il welfare: demolire i diritti dei lavoratori e, nello stesso tempo, tenerli in vita con la bombola d’ossigeno». Sembra di sentire Paolo Barnard, il promotore italiano della Modern Money Theory, e invece è Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione comunista, già ministro prodiano. Ormai, sotto la scure del rigore, Barnard ha fatto scuola: «Non è vero che la speculazione è un incidente», dice ancora Ferrero: «E’ scelta e mantenuta, perché è il modo in cui si riesce a tenere sotto pressione la gente. Per una ragione di fondo: che la gente non ne capisce nulla, della speculazione».

Informare gli italiani sul complotto della finanza: è esattamente la missione di Barnard, ospite – con Ferrero – della trasmissione “L’ultima parola”, Paolo Barnard a "L'ultima parola"l’info-talk di RaiDue condotto da Gianluigi Paragone. Evento rarissimo, che la televisione generalista tocchi il cuore del problema: se ci hanno potuto manipolare al punto da farci credere che solo Monti sarebbe riuscito a salvare l’Italia, è proprio perché l’economia resta appannaggio di élite finanziarie e addetti ai lavori, tutt’altro che indipendenti. Mentre la politica italiana era ipnotizzata dalle prodezze di Berlusconi, c’era chi lavorava nell’ombra per arrivare esattamente dove siamo adesso: allo Stato commissariato da un governo di tecnocrati, incaricati di “suicidare” il welfare e aggravare la crisi a vantaggio della speculazione finanziaria, trasformando in un incubo quello che, con moneta sovrana, sarebbe il vero “mestiere” dello Stato: un sano debito pubblico, appositamente creato per il benessere diffuso dei cittadini.  

«Gli Stati Uniti – spiega Barnard – non ripagano il proprio debito dal 1837: lo rinnovano sempre». Motivo? «Un debito denominato in moneta sovrana, negli Usa come anche in Giappone, non è un problema», perché «lo Stato inventa il proprio denaro». Per noi, invece, sono guai: «L’Italia ha un debito denominato in una moneta che deve prendere in prestito dai mercati di capitali privati. A questo punto lo Stato deve ripagare un debito reale, e non ha altra alternativa se non tassare quanto spende o tassare più di quello che spende». Fino, appunto, all’aberrazione del “pareggio di bilancio”: cioè il suicidio, certificato, della ragion d’essere dello Stato come autorità pubblica, esclusivamente deputata alla rappresentanza e alla tutela della comunità nazionale. Niente è avvenuto per caso, aggiunge Barnard, e Mario Monti lo sa benissimo: «Quell’uomo è un bugiardo, oltre che un criminale, perché è stato messo al governo da un golpe finanziario», quello che si è verificato dall’11 al 16 novembre 2011, sotto l’offensiva pilotata dello Paolo Ferrerospread, con la deposizione dell’esecutivo Berlusconi – indigesto fin che si vuole, ma democraticamente eletto dagli italiani.

Ed ecco l’avvento del professore della Bocconi, il tecnocrate della dispotica Commissione Europea, l’uomo della Goldman Sachs, del Bilderberg e della Trilaterale. «Un bugiardo», che mente sapendo di mentire, «perché è un docente universitario di economia, è un monetarista, e sa perfettamente che la catastrofe economica che sta inglobando l’Europa e distruggendo il Sud Europa è un progetto di settant’anni, che nasce con l’economista francese François Perroux, un filo-nazista francese che si inventò la moneta unica», con un solo obiettivo: togliere ai popoli la protezione sociale dello Stato, neutralizzando l’amministrazione pubblica nel modo più efficace, e cioè mutilandola della sua arma economica per eccellenza, la moneta sovrana. Monti studia queste cose, le conosce benissimo: «L’euro è stato disegnato da un progetto franco-tedesco di settant’anni fa per arrivare alla distruzione del Sud Europa». Il “professore” è lì per questo: per attuare finalmente il piano, sulla nostra pelle.

«Quello che le aziende italiane stanno vedendo oggi è un progetto di distruzione, di deflazione economica del Sud Europa», continua Barnard. Perché Monti non lo ammette? «E’ un bugiardo, non spiega al pubblico qual è la reale natura dell’euro: chi emette l’euro, dove finisce l’euro quando viene emesso e cosa succede agli Stati ex-sovrani, oggi, per avere la moneta necessaria per la spesa pubblica». La realtà è ormai davanti agli occhi di tutti, sotto forma di crisi. Una sciagura collettiva, in apparenza inspiegabile. E invece, basta dare un’occhiata al meccanismo folle della moneta unica: «L’euro è emesso da un sistema di banche centrali e viene immesso direttamente nelle riserve dei mercati di capitali privati europei; gli Stati ex-sovrani devono andare a bussare alla porta di questi strozzini e chiedere ogni singolo euro che spendono per i cancellini delle scuole, per gli stipendi Mario Montidegli insegnanti. Vengono strozzinati dai tassi di interesse: e questo ha creato il disastro economico-finanziario che stiamo vivendo».

Chiaro, no? Peccato però che, quando la moneta europea fu introdotta – moneta comune ma non pubblica, non gestita direttamente da nessuno degli Stati membri dell’Eurozona – nessuno spiegò mai ai popoli europei la natura dell’euro: privatizzando la moneta, sarebbe stato privatizzato anche il debito pubblico, fino a dover chiedere allo Stato – impoverito e amputato del suo strumento operativo naturale, la sovranità monetaria – di smettere di proteggere i cittadini, comportandosi con loro come una banca qualsiasi e non più come il loro garante istituzionale. Come al solito, Barnard espone dati inoppugnabili: prima del divorzio tra Banca d’Italia e ministero del Tesoro, dice nello studio televisivo di Paragone, l’Italia era la più ricca che avessimo mai conosciuto nella nostra storia: «Era l’Italia dove la Banca d’Italia comprava i titoli i Stato: per risparmio, eravamo il secondo paese al mondo dopo il Giappone». A proposito: proprio il Sol Levante, segnala Paolo Ferrero, nonostante un debito pubblico mostruoso, pari al 238% del Pil – qualcosa come 11.000 miliardi di dollari – piazza tranquillamente i suoi titoli di Stato allo 0,1%.

«Il ruolo della banca centrale giapponese nell’acquisto dei titoli di Stato è fondamentale», aggiunge Ferrero, e la stessa cosa capita in Inghilterra, che ha un debito pubblico di poco inferiore a quello italiano ma un debito privato (famiglie e imprese) molto superiore al nostro: «Eppure, la Banca Centrale d’Inghilterra, essendo compratrice di ultima istanza, fa sì che i titoli di Stato inglesi siano piazzati allo 0,2% – non al 4 o al 5%, come i nostri». Ecco il punto fondante, per il segretario di Rifondazione comunista: «Noi stiamo regalando i soldi dei lavoratori, dei pensionati, delle imprese, degli artigiani e dei commercianti a questi signori della finanza. La vogliamo chiudere, quest’idrovora?». Lo studio di Paragone si scalda, fra le proteste di Matteo Colaninno, del Pd, quando Barnard chiama “criminale” il premier Monti. Analisi-verità, ammette il giornalista Oliviero Beha, ma forse conviene abbassare i toni, per evitare di mandare in confusione «un pubblico disabituato a ragionare, dopo anni di imbarbarimento culturale». Oliviero BehaBarnard non è d’accordo: «Demolire il welfare significa condannare milioni di persone a un’esistenza infame: questo non è un crimine?».

Un abuso spaventoso, con tanto di “mandanti”, cioè i veri “padroni” di Mario Monti: «Questo disgraziato ci sta rovinando, con delle politiche studiate apposta per deflazionare l’economia e mandare milioni di famiglie e di aziende alla rovina, per un cartello di speculatori finanziari e di industrie neomercantili franco-tedesche a cui lui risponde». Lui, Mario Monti: che Barnard ha denunciato ai carabinieri per “golpismo finanziario” insieme al suo king-maker, Giorgio Napolitano. E’ d’accordo con Barnard un altro politico, che proviene da uno schieramento opposto a quello di Ferrero: Guido Crosetto, del Pdl. Come Ferrero, Crosetto contesta la narrazione della crisi che i media hanno spacciato agli italiani: eravamo di fronte al disastro e quindi era necessario subire la cura-Monti. «E’ stata una scelta che tutti stavano indicando come l’unica possibile per salvare l’Italia e guidare il paese fuori dalla crisi». Errore fatale: «Ha ragione Barnard», dice Crosetto: «La differenza sono i soldi dati dalla Bce», che prima ha strangolato il governo regolarmente eletto, e poi ha regalato ossigeno al suo commissario, incaricato di sequestrare la democrazia italiana mettendola al Guido Crosettoservizio delle élite di Bruxelles, che tagliano i diritti del lavoro e vorrebbero privatizzare tutti i beni comuni.

Peccato che, da allora, la situazione non sia affatto migliorata, aggiunge Crosetto, nonostante «tre manovre e svariati miliardi, messi sul tavolo dalla Bce». Perché? «Semplicemente perché, se la ricetta è la stessa, cioè se l’obiettivo principale del paese è il pareggio di bilancio», il fallimento è garantito, «qualunque sia la situazione economica». Non è un problema di esecutivo: «Al governo ci puoi mettere Monti, Prodi, Paragone, Barnard», ma è tutto inutile, «se l’unico obiettivo è quello contabile», che «non tiene conto della situazione del paese». Ovvero: «Se io l’asticella la alzo sempre di più perché il buco aumenta sempre di più, allora aumento sempre di più le tasse e l’asticella non fa che allontanarsi ancora». Si chiama: spirale della deflazione economica indotta. E fa parte del piano, fin dall’inizio: obiettivo, secondo Barnard, la retrocessione del Sud Europa a mercato minore, di lavoro sottopagato, a esclusivo vantaggio del sistema germanocentrico, della sua industria e dei sicari della sua finanza “criminale”. Gente che – come Monti – è allevata fin dall’università per imparare a dominare il mondo imbrogliando le carte, traviando la politica e cambiando le leggi, come fa il “Group of 30”, la super-lobby planetaria nella quale milita Mario Draghi. 

Un quadro oscuro e inquietante, nel quale Oliviero Beha aggiunge due elementi che lo peggiorano ulteriormente: la crisi storica, mondiale, del capitalismo globalizzato, e la particolarissima debolezza di quello nostrano: «All’interno del capitalismo italiano, non c’è una mafiosità spaventosa? Una sorta di mancanza di trasparenza, di oscurità, di ambiguità generale». Una questione di mentalità culturale, che mina l’intera classe dirigente, compresa quella politica: «Non vi sembra che questo sistema sia alla frutta e che quindi vada rifondato a cominciare dagli stessi partiti, che si preoccupano solo di vincere le elezioni, mentre il paese sta affondando?». Tutto vero, ma a patto che non si ricominci a trascurare la madre di tutte le questioni: se siamo in ginocchio c’è un motivo drammaticamente concreto. «Siamo strangolati dall’euro», insiste Barnard: «E’ l’Eurozona che ci sta uccidendo». L’Eurozona e, naturalmente, tutti gli esecutori di un piano François Perrouxconcepito settant’anni fa da chi nutriva un odio irriducibile nei confronti del nostro bene supremo: la democrazia.

François Perroux era un devoto del regime di Vichy, agli ordini di Hitler, e gli economisti europei dell’epoca – ricorda il professor Alain Parguez, già consigliere di Mitterrand e poi grande accusatore del presidente francese – idolatravano l’austriaco Friedrich Hayek, principe della destra europea. Attenzione: destra pre-moderna, nostalgica della monarchia e del sistema feudale, che non tollera il potere popolare condiviso attraverso l’autorità legittima di istituzioni democratiche. Un incubo, fatto di suggestioni intellettuali? Niente affatto: il peccato originale si chiama Trattato di Maastricht, che i nostri governi si sono affrettati a firmare, guardandosi bene dal sottoporlo a referendum. Un evento misterioso, rimasto nel vago, di cui oggi scontiamo le conseguenze.

In televisione, Paolo Ferrero ne fa una traduzione pratica: se Monti fosse andato dai lavoratori e avesse detto “adesso vi aumentiamo di sei anni l’età per andare in pensione”, la gente avrebbe domandato: ma l’Inps è in attivo o in passivo? Sorpresa: l’Inps è in attivo. «La gente lo prendeva a pedate, Monti». E invece: «Col fatto che “c’è lo spread”, la catastrofe, le cavallette che stanno arrivando, la gente ha detto “mah, chissà che così non ci salviamo”. Solo che, così, ci stiamo avvicinando, alla Grecia – non allontanando». Nella tragedia quotidiana dei suicidi a catena, almeno una buona notizia: Barnard in televisione, sulla Rai, a discutere civilmente con Ferrero, Crosetto e Beha. D’accordo, tutti e tre, sull’origine del male: se lo Stato continuerà ad essere condannato a non poter più spendere un euro oltre il tetto del gettito fiscale, nessuno ne uscirà vivo. Raccontano che il “pareggio di bilancio” è la normalità? Falso: è una pazzia. Agli italiani – come ai francesi, ai greci e a tutti gli altri – resta solo la politica: c’è da sperare che, anziché il funebre teatrino destra-sinistra, spettacolo gremito di vecchi cialtroni oggi spaventati da Beppe Grillo, entri in agenda il vero problema: come salvare l’Italia dalla menzogna di un’Europa costruita per strangolare i suoi popoli.


 
 
 

ECCO IL PIANO GOLDMAN SACHS E QUELLO PRODI: OCCHIO ALLA FREGATURA!

Post n°999 pubblicato il 28 Maggio 2012 da dammiltuoaiuto
 

ECCO IL PIANO GOLDMAN SACHS E QUELLO PRODI: OCCHIO ALLA FREGATURA!

 

Jim O'Neill, presidente di Goldman Sachs Asset Management, detta 3 punti per "salvare l'Europa":
-l’Europa deve parlare con voce unica negli organi internazionali, quindi un solo rappresentante al G8 (lasciateci indovinare, sarà Monti, il loro advisor, a parlare per tutti?)
- creare gli Eurobond, a margine pubblichiamo il piano di Prodi, altro uomo Goldman Sachs, per gli Eurobond
- il fondo salva-stati (ESM) deve servire per aiutare le malandate banche europee, non le imprese né le famiglie, non il rilancio industriale.. solo le banche! Che faccia tosta!
Ed ecco il piano del loro fedelissimo Prodi, firmato con
Quadrio Curzio da cui la sigla con cui viene indicato PQC:
- creazione del Fondo finanziario europeo (Ffe), con capitale sottoscritto in quote dei singoli Paesi come per il capitale Bce.
-Come si partecipa al capitale, visto che la maggioranza degli Stati è in sofferenza economica?
risposta: si versano le riserve auree del Sistema Europeo delle Banche Centrali (SEBC). INAUDITO! Privare gli Stati della riserva aurea e tenerli schiavi per sempre dell'euro!
Ma non basta la riserva aurea, vogliono proprio tutto!
- per partecipare al FFE e rafforzare la garanzia dello stesso, propongono di aggiungere "obbligazioni e azioni stimate a valori reali e non a prezzi di mercato sviliti!"
E qui casca l'asino! Li lasciamo fare a Prodi i prezzi dei valori reali? Quello che ha svenduto l'IRI a prezzi ridicoli?Quello che valutò 1 lira la Motta nella svendita SME a De Benedetti? o li facciamo fare a Goldman Sachs?
Ricordiamo un episodio, il successore di Prodi, Franco Nobili, fu arrestato da Di Pietro per oltre 2 mesi senza nessuna imputazione. Nobili aveva affidato a Merrill Lynch la valutazione del Credito Italiano. Durante quei mesi di detenzione, qualcuno tolse l’incarico alla Merrill Lynch e lo affidò alla Goldman. Lo scherzo CI COSTO' 6MILA MILIARDI perché Merryl Linch collocava il Credito Italiano ad oltre 8 mila miliardi mentre Goldman Sachs stabilì solo 2700 miliardi e per tanto fu assorbita dai soliti finanzieri internazionali amici. Questi vogliono papparsi per 4 soldi le società controllate dal Tesoro come Enel, Eni e Finmeccanica!
Insomma è il progetto Britannia che finalmente va in gol, dopo 20 anni in cui Berlusconi l'ha contrastato, opponendosi alla disintegrazione del patrimonio italiano!
A parte l'inaffidabilità della dizione "valore reale e non prezzi di mercato" vi pare possibile emettere titoli di debito a garanzia di altro debito?
Tremate, siamo all'ultimo atto e poi ci compreranno e saremo i nuovi iloti d'Europa!

M. Rizzi

 
 
 

Myanmar, LA REPRESSIONE CONTINUA !!!! ATTIVIAMOCI SCRIVI ANCHE TU ALLA AMBASCIATA BIRMANA IN ITALIA

Post n°998 pubblicato il 27 Maggio 2012 da dammiltuoaiuto
 

Myanmar: polizia picchia e arresta manifestanti a Pyay24 Maggio 2012 - 14:10

(ASCA-AFP) - Yangon, 24 mag - Manifestanti picchiati e arrestati in Myanmar nella prima dimostrazione nel paese dal 2007, quando fu repressa nel sangue la protesta guidata dai monaci. Secondo uno dei leader della protesta, Kyaw Swe, anche lui fermato per qualche ora e interrogato nella citta' di Pyay a circa 300 chilometri da Yangon, due dei manifestanti picchiati avrebbero riportato lesioni gravi. Gli abitanti di Pyay protestavano per i continui black-out di energia elettrica in citta' e sono stati affrontati da circa 50 poliziotti.

Nyan Win, portavoce del partito di Aung San Suu Kyi, National League for Democracy (NLD), ha detto che fra i fermati ci sono anche tre membri della Lega.

Le manifestazioni, iniziate nel fine settimana a Mandalay, la seconda citta' piu' grande del Myanmar, si sono estese anche a Yangon, dove circa 250 persone hanno sfidato il divieto della polizia.



IL   SOTTOSCRITTO     RITIENE    CHE   IL COMPORTAMENTO   DELLE    AUTORITA'     BIRMANE   SULLA  REPRESSIONE   AVVENUTA    RECENTEMENTE  CON  L'ARRESTO     DEI  3  ESPONENTI    DELLA  LEGA  PER LA DEMOCRAZIIA     SIANO  INGIUSTE   E  DEPLOREVOLI      CHIEDO  IL    RILASCIO   DEI 3    ESPONENTI      E  LIBERE  MANIFESTAZIONI  DI  LIBERTA'  POLITICA

MANDA  LE  TUE   EMAIL  DI  PROTESTA  QUI 

"birmania" , "BURMA" , "mofa my" , "CINA" , "cina1" , "nancy pelosi" , "CLINTON" , "hilary clinton" , "usa" , pinoscaccia@gmail.com, "beppe" , ambyang.mail@esteri.it, amb.yangon@cert.esteri.it




FIRMA   PER  IL  RILASCIO     DEI  PRIGIONIERI     POLITICI 

http://www.azionebirmania.com/index.php/burma/Partecipa/firma-la-petizione-per-i-prigionieri-politici

http://www.freeburmavj.org/media/petition

http://www.hrw.org/reports/2012/03/20/untold-miseries

 

http://www.burmacampaign.org.uk/index.php/campaigns/actions/free-political-prisoners/no-political-prisoner-left-behind

Nessuna fedeltà ai militari: Aung San Suu Kyi non siede in ParlamentoLa leader birmana ha disertato la prima seduta per non giurare fedeltà alla Costituzione

 

Aung San Suu Kyi
Aung San Suu Kyi

Orchidee tra i capelli, un corpo minuto ma uno spirito fiero e forte, un cuore coraggioso. Nessuna paura per lei che tutti ricordano come l’orchidea d’acciaio, il volto della Speranza in Birmania. Non siede al suo scranno Aung San Suu Kyi, nobel per la Pace 1991, leader della Lega nazionale per la Democrazia (LND), eletta ad inizio aprile dopo decenni bui di brogli elettorali e dopo 14 anni di arresti domiciliari. Non siederà fin quando non sarà modificata la formula del giuramento alla Costituzione. Non siederà per non giurare fedeltà ai militari.

Ha disertato, dunque, la seduta del Parlamento, con sede nella capitale Naypyidaw, con altri deputati per non giurare fedeltà alla Costituzione figlia di un regime militare ultradecennale che non ha consentito elezioni democratiche  libere da brogli e condizionamenti. Il presidente Thein Sein, al quale la Lnd ha presentato una petizione per la modifica, al momento in Giappone, non si è ancora pronunciato. Un boicottaggio per la modifica della Costituzione ed una revoca delle sanzioni (ad eccezion fatta per l’embargo di armi) da Bruxelles per la Birmania. Per dodici mesi, infatti i ministri degli Esteri dell’Unione Europea hanno revocato le sanzioni economiche relative al blocco dei visti e dei beni contro 491 personalità, legate alla vecchia giunta militare, e contro 59 società ed organizzazioni, e quelle relative alle restrizioni commerciali imposte ad almeno 800 imprese, attive soprattutto nei settori del legno, delle pietre preziose e delle miniere.

Così si apre quella che potrebbe essere una nuova era per il paese. Una vita al servizio del paese, quella di San Suu Kyi. Figlia di Aung San, capo della fazione nazionalista del Partito Comunista della Birmania ucciso nel 1947, dopo avere negoziato l’indipendenza dal Regno Unito, San Suu Kyi rimase orfana del padre molto piccola. Da allora sempre al fianco della madre, Khin Kyi, ambasciatrice in India nel 1960 e divenuta, dopo la morte del marito, una delle figure politiche di maggior rilievo in Birmania.

Nel 1967, presso il St Hugh's College di Oxford, Aung San Suu Kyi, conseguì la prestigiosa laurea in Filosofia, Scienze Politiche ed Economia, quindi il trasferimento a New York dove nel 1972 cominciò a lavorare per le Nazioni Unite. Fu allora che conobbe uno studioso di cultura tibetana, Micheal Aris, che sarebbe diventato suo marito e padre dei suoi due figli, Alexander e Kim. Un legame profondo. Michael Aris sposando Aung San Suu Kyi sposò la Birmania e la sua causa di libertà e di difesa dei diritti umani, come testimonia la loro storia, trasposto anche nella pellicola cinematografica di Luc Besson ‘The lady’ (2011).

Nel 2010, dopo aver compiuto 65 anni, sempre agli arresti domiciliari, Aung San Suu Kyi, privata della libertà dal momento del golpe che rovesciò la democrazia liberamente eletta nel 1988, viene liberata.

Dal 1988 la Birmania, ex colonia inglese, terra stupenda, acquisì il nome di Myanmar e iniziò l’ennesima epoca buia di dittatura e negazione dei diritti umani. Una violenza del potere che ha fatto scendere in piazza i monaci buddisti per una protesta non violenta nel 2007; una protesta che sarebbe, invece, stata repressa con abusi e arresti.

Oggi, dopo venti anni di democrazia negata, nonostante le liberazioni nel 2011 e la tregua siglata tra i ribelli nel gennaio 2012, in Myanmar ci sono ancora migliaia di prigionieri di coscienza, detenuti in carcere per opinioni non gradite al regime militare birmano e manifestate pacificamente. Un dato allarmante ed emblematico di un regime in cui l’espressione pacifica del dissenso politico viene repressa, gli arresti degli oppositori politici avvengono spesso senza mandato e i detenuti sono costretti a trascorrere lunghi periodi d’isolamento, la tortura è praticata regolarmente nel corso degli interrogatori, i processi nei confronti dei prigionieri sono iniqui e inosservanti delle procedure previste dalle norme di diritto internazionale, agli imputati viene frequentemente negato il diritto a scegliere o addirittura ad avere, un avvocato. Migliaia di arresti sono stati eseguiti negli ultimi anni, a seguito delle nuove ondate di repressione.

 Una di queste, nell’agosto del 2007 quando dimostranti pacifici protestano contro il regime militare e vengono aggrediti da gruppi parastatali e dalle forze di polizia. Centinaia di persone vennero arrestate senza processo e detenute a rischio di tortura. Prima di questi arresti già più di mille erano i prigionieri di coscienza, detenuti per avere manifestato senza violenza il proprio dissenso rispetto al regime. Durante il successivo mese di settembre, mentre le proteste proseguirono e con esse l’attività repressiva del regime, Amnesty International dichiarò le persone arrestate prigionieri di coscienza e ne chiese il rilascio immediato, chiedendo, altresì, la missione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu e un embargo di armi.  Nel mese di ottobre 58 mila firme vengono inviate da tutti Italia alla Farnesina e all’ambasciata del Myanmar per chiedere il rilascio dei prigionieri di coscienza.

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La storia del paese delle pagode più celebri al mondo, infatti, è scandita da parentesi di democrazia smentite da golpe militari. L’ultimo nel 1988, quando Aung San Suu Kyi, leader della Lega per la Democrazia vinceva le prime elezioni libere del paese prima di essere destituita e arrestata a seguito di un colpo di stato nell’ex capitale Yangoon. Oggi se ne potrebbe aprire un’altra. Oggi che la libera elezione di Aung San Suu Kyi non è stata delegittimata.

Nonostante la restrizione della libertà, in tutti questi anni, Aung San Suu Kyi è rimasta e rimane la voce della Speranza perchè come ella stessa ha scritto: “Le schegge di vetro, le più piccole con la forza tagliente e luccicante di difendersi contro le mani che cercano di frantumarle, possono essere indispensabili per chi vuole liberarsi dalla morsa dell’oppressione”.

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Aye Aung

Aye Aung is one of the remaining political prisoners in Burma and he was sent to prison for 59 years in 1998. He was charged with five different counts, including Sate Emergency and Provision Act 5(j) for his part distributing leaflets and taking part in peaceful demonstration asking for education policies in Burma.

Please take action for the release of Aye Aung and the remaining political prisoners in Burma.

1.Email Foreign Office Minister Jeremy Browne, urging the UK government to take action to ensure the immediate release of all political prisoners.

2.You can also write a letter to Aye Aung to express your solidarity. Please write to:

Aye Aung
C/O The Governor of Kale Prison
Kale Prison
Sagaing Division
Myanmar
Airmail Letter postal cost: From United Kingdom to Myanmar (Burma) will cost £1.10.



Aye Aung is a 36-year-old student who was studying Physics in Dagon University in Rangoon. He was a member of the Reform Committee of Dagon University Students’ Union. He was actively involved in motivating the students for their rights and education practices in the country. He was one of the students who took part in 1996 students uprising where government arrested more than 200 students. After the uprising, he motivated student groups from Dagon University to form the Student Union.

He was put in charge of the News and Information Committee where he was responsible for collecting the news and coordinating the students’ activities in the university. Military Intelligence saw their activities as a threat and arrested 11 students from the Dagon University Students Union in 1997. Aye Aung and other fellow students went into hiding so that they could continue their activities asking for students’ rights.

While universities in Rangoon were closed after the 1996 uprising, to discuss the movement of reopening the universities ,Aye Aung was meeting and coordinating with other students who were also in hiding. He and other students distributed leaflets around the town asking the government for the universities to be reopened.  Aye Aung was one of the students behind the 1998 student movement and he was arrested by military intelligence in September 1998 for his activities.

Aye Aung was detained for more than 4 months for interrogation where he was tortured brutally. He was charged with five different counts, including the Paper Act and State Emergency and Provision Act.  The closed trail was held in Insein Prison and he was sentenced to 45 years imprisonment in January 1999. His was later given an additional 14 years in prison because he was on hunger strike demanding prisoners’ rights.  He was sent to Kale prison, which is more than 650 miles away from his family in Rangoon.  Aye Aung’s mother, Daw San Myint, told the Irrawaddy, “I have to try very hard not to lose my hope and give up. I feel like the world is forgetting my son and other remaining political prisoners.”

It is very important to remember the remaining political prisoners like Aye Aung who are innocent but jailed for their beliefs in genuine democracy and freedom.

Please take action for the release of Aye Aung and the remaining political prisoners in Burma.

1.Email Foreign Office Minister Jeremy Browne, urging the UK government to take action to ensure the immediate release of all political prisoners.

2.You can also write a letter to Aye Aung to express your solidarity:

Aye Aung
C/O The Governor of Kale Prison
Kale Prison
Sagaing Division
Myanmar

 
 
 

Aung San Suu Kyi al Parlamento britannico il 21 giugno IL PRIMO VIAGGIO IN EUROPA

Post n°997 pubblicato il 27 Maggio 2012 da dammiltuoaiuto
 

Myanmar: Aung San Suu Kyi al Parlamento britannico il 21 giugno23 Maggio 2012 - 14:08

(ASCA-AFP) - Londra, 23 giu - La leader dell'opposizione in Myanmar, Aung San Suu Kyi, terra' un discorso al Parlamento britannico il prossimo 21 giugno, nel corso della sua visita nel Regno Unito. Come riferito ai deputati dal presidente della Camera dei Comuni, John Bercow, la parlamentare birmana ha accettato l'invito a parlare ai rappresentanti delle due camere giovedi' 21 giugno alle 15.00 (ora locale). Suu Kyi, che ha ottenuto dalle autorita' del Myanmar il passaporto l'8 maggio scorso dopo quasi vent'anni di arresti domiciliari, parlera' alla Westminster Hall.

 
 
 

“Non è un obbligo che i vescovi denuncino i pedofili”

Post n°996 pubblicato il 25 Maggio 2012 da dammiltuoaiuto
 

“Non è un obbligo che i vescovi denuncino i pedofili”22/05/2012 - Una nota della Cei ribadisce la posizione sul tema. Dal punto di vista giuridico

"Non è un obbligo che i vescovi denuncino i pedofili"
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‘Non possiamo chiedere al vescovo di diventare un pubblico ufficiale, non possiamo chiedergli di prendere l’iniziativa’ di denunciare un caso di abusi su minore commesso da uno dei suoi preti di cui fosse venuto a conoscenza perche’ ‘contrasta con l’ordinamento’, anche se naturalmente ‘non gli viene impedito’. Lo ha detto mons. Mariano Crociata, segretario generale della Cei, illustrando ai giornalisti le ‘Linee Guida’ della Cei ‘per i casi di abuso sessuale nei confronti di minore da parte di chierici’, in vigore da oggi. Il documento e’ stato presentato ai vescovi italiani nell’ambito dell’Assemblea Generale dell’episcopato in corso in Vaticano.

IL DOCUMENTO – Mons. Crociata ha spiegato che il documento ha avuto ‘un passaggio informale ma autorevole’ dalla Congregazione per la Dottrina della fede, che ‘ha preso atto che la Conferenza episcopale italiana ha recepito debitamente’ quanto richiesto dal Vaticano nel 2010, quando una Lettera Circolare dell’ex-Sant’Uffizio aveva chiesto a tutte le conferenze episcopali del mondo di dotarsi di ‘linee guida’ per affrontare in modo adeguato i casi di abuso.

 

LEGGI ANCHE: Il sito di appuntamenti online per pedofili

 

LA COOPERAZIONE – Al punto 5, dedicato alla ‘Cooperazione con l’autorita’ civile’, le linee guida stabiliscono che ‘il vescovo, non rivestendo la qualifica di pubblico ufficiale ne’ di incaricato di pubblico servizio, non ha l’obbligo giuridico di denunciare all’autorita’ giudiziaria statuale le notizie che abbia ricevuto’ in merito a abusi sessuali compiuti da sacerdoti su minori. Tuttavia, il testo sottolinea che e’ ‘importante la cooperazione del vescovo con le autorita’ civili, nell’ambito delle rispettive competenze e nel rispetto della normativa concordataria civile’.

 
 
 

Lo scandalo degli F-35, abbiamo speso 17 miliardi per aerei difettosi di Massimo Malerba

Post n°995 pubblicato il 13 Maggio 2012 da dammiltuoaiuto
 

Lo scandalo degli F-35, abbiamo speso 17 miliardi per aerei difettosi – Il dossier

13/05/2012
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L’ultimo dossier del US Government Accountability Office (la Corte dei Conti americana), reso pubblico il 20 marzo scorso è destinato a scoperchiare la più grande truffa della storia militare americana (e italiana). Il rapporto è dedicato al programma Joint Fight Striker, ossia la realizzazione dei cacciabombarderi F-35 costata fino ad oggi 170 miliardi, 17 miliardi (praticamente il costo di una manovra economica) alla sola Italia . Il rapporto dei “contabili” di Washington dice una cosa molto chiara e inquietante: la produzione degli F35 (compresi i 135, poi diventati 90, che il nostro governo ha precipitosamente acquistato) è iniziata con la pratica della “concurrency”, ossia quando ancora gli studi, i test a terra e in volo, i collaudi dei singoli componenti non si erano conclusi. Con una conseguenza clamorosa: i cacciabombardieri sono difettosi.

“Il design dell’F35 -spiega il rapporto- è quasi certamente da rifare, perché  l’apparecchio non vola bene, dà ‘scossoni”; esiste “il rischio che l’aereo possa non svolgere le funzioni chiave di combattimento per il quale è stato ideato”, che  ”la trasmissione dati tra elmetto e aereo avviene con lentezza e con scarsa affidabilità, tanto da mettere a repentaglio la capacità di pilotare l’F35 in situazioni di combattimento” e “solo il 4% dei requisiti di sistema per le missioni per la piena operatività sono stati pienamente verificati”. Insomma, il governo italiano ha buttato via 17 miliardi di euro per acquistare  degli aerei bluff, non verificati nel 96% dei suoi componenti, con gravi errori di progettazione che, negli ultimi tre anni hanno fatto lievitare il costo del progetto di circa 15 miliardi di dollari cui si aggiungeranno altri 13 miliardi di dollari l’anno da qui al 2035. E’ come se acquistaste una macchina e vi dicessero che però è tutta da rifare (a carico vostro). Insomma, un pozzo senza fondo in cui è caduta incredibilmente anche l’Italia e che sposta miliardi di euro di risorse pubbliche dallo stato sociale alle tasche delle industrie belliche. Un bel regalo per l’americana Lockheed Martin, capofila del progetto e per Alenia Aeronautica (gruppo Finmeccanica).

Ecco il rapporto della Corte dei Conti americana

Il mese successivo alla pubblicazione del rapporto, ad aprile 2012, venuto a conoscenza delle gravi implicazioni economiche del progetto, il governo canadese ne è uscito velocemente:

Ecco il documento del governo canadese

Ma già a dicembre 2011, un resoconto di Aviation week metteva in guardia sulla reale efficacia operativa degli F-35, cosa che peraltro, nei suoi rapporti pubblici, la Corte dei Conti americana fa ormai da anni: “Gli effetti della concurrency -scrive l’US Government Accountability Office ”sono apparsi particolarmente evidenti nel 2011, quando il programma JSF è incorso in un aggravio di spesa per risistemare apparecchi già costruiti correggendo difetti scoperti durante i test successivi”

E dunque il governo Monti sapeva ma non ha informato i cittadini quando, nel febbraio del 2012, nel bel mezzo di una crisi economica senza precedenti, il ministro “tecnico” della Difesa, l’ammiraglio Giampaolo Di Paola (foto a destra), aveva annunciato pomposamente che l’Italia avrebbe acquistato solo 90 F35, invece dei 131 inizialmente prenotati, così da ottenere un risparmio di cinque miliardi di euro: una clamorosa menzogna, smentita dalla preoccupante escalation dei costi prevista nel rapporto americano, di cui il ministro “tecnico” (?) Di Paola era già a conoscenza e che ha volutamente omesso. Un genio: 17 miliardi di euro (di cui 2 miliardi e mezzo già pagati alle imprese) per 90 caccia non solo inutili ma anche difettosi. E adesso chi paga?

di Massimo Malerba

 
 
 

FIRMIAMO LA PETIZIONE AL PRESIDENTE UKRAINO PER LA MORTE DI OKSANA

Post n°994 pubblicato il 02 Aprile 2012 da dammiltuoaiuto
 

FIRMIAMO LA PETIZIONE AL PRESIDENTE UKRAINO  PER  LA MORTE DI OKSANA

E' morta Oksana Makar, la ragazza ucraina stuprata e bruciata viva

La ragazza da giorni lottava tra la vita e la morte

E' morta questa mattina Oksana Makar, la ragazza ucraina diciottenne stuprata e poi data alle fiamme da un branco di tre giovani violentatori.

 

La notizia aveva fatto il giro del mondo negli ultimi giorni, e tutti si erano stretti in una preghiera comune perchè la ragazza potesse sopravvivere alle gravissime ustioni.

 

Oksana aveva ustioni sul 55% del corpo e le amputazioni di un braccio e di un piede non sono bastate a salvarla.

 

La 18enne sarebbe stata invitata da un conoscente in un appartamento, e lì violentata dal giovane e da due suoi amici. Poi, forse per evitare che parlasse, i tre avrebbero tentato di uccidere Oksana dandole fuoco.

 

La madre della vittima aveva deciso di diffondere un video nel quale la figlia raccontava in tutta la sua crudezza la violenza subita. Il video, anche molto criticato, aveva però indubbiamente contribuito a far crescere l'indignazione per l'agghiacciante fatto di cronaca.

 

FIRMA     QUI    LA  PETIZIONE 

 

http://www.change.org/petitions/to-the-president-of-ukraine-justice-for-oksana-makar

 

ECCO    IL   VIDEO DELLA SUA CONFESSIONE 

 

http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=JpuFDS7iIi0#at=23

 

IL   VIDEO    DEL  SUO FUNERALE 

http://www.youtube.com/watch?v=MldTD1R4idU&feature=related

 

http://www.youtube.com/watch?v=rfXoWBDYtTU&feature=player_embedded

 

LA   PETIZIONE 

 

 

 

Justice for Oksana Makar

Greetings,

I just signed the following petition addressed to: To The President of Ukraine.

 

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Justice for Oksana Makar

 

Mr President,

 

We are writing to request that you take under your personal control the investigation of rape and attempted murder of Oksana Makar. The reason for this request is that there is evidence that the three alleged suspects in this heinous crime are using their high social position to avoid investigation and conviction. In fact, two of them were released without bail.

 

We remind you the facts, to which we refer in this petition: on the night of 9 to 10 March 2012 in the city of Mykolayiv three men lured Oksana Makar, 19 y.o., into an apartment of one of them. There they raped her. One of them strangled her and then raped her again thinking she was dead. They left her in a building under construction near the scene close to a fire, which caused severe burns of the 3rd and 4th degrees in 55% of her body . Despite being severely burned, Oksana Makar survived and is currently hospitalized in critical condition: with both feet and right arm amputated.

 

We, the undersigned, are concerned that the law enforcement is not doing their job in regard of this serious incident. As mentioned above, two of the suspects were released without bail. Nothing is heard from the investigation even though the incident has evoked deep public concern. According to the victim's mother, investigators failed to take Oksana's statement although she is aware and remember the facts. There are suspicions that the two suspects released are from families with high social status and resources and that this is the reason why the law enforcement shows no interest in investigating the facts and bringing the perpetrators to justice.

 

Mr. President! The crime of Mykolayiv has clear characteristics of femicide. We urge you to take the measures required to verify personally the development of investigation and ensure that perpetrators are found and brought to justice.

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Sincerely,

[Your name]

 

 

FIRMA     QUI    LA  PETIZIONE 

 

http://www.change.org/petitions/to-the-president-of-ukraine-justice-for-oksana-makar

 

 

 

 

 
 
 

I padroni del mondo.

Post n°993 pubblicato il 02 Aprile 2012 da dammiltuoaiuto
 

I padroni del mondo.
Post n°8 pubblicato il 20 Marzo 2012 da Ornella.Pigati

Tutti avete studiato Storia e sapete che, fin dal tardo Neolitico, con l'avvento delle città-stato, la piramide sociale ha sempre visto al vertice un re che, coadiuvato da funzionari e soldati, governa su popolo e schiavi.

Il concetto di "democrazia" ha teorizzato il ribaltamento di questa piramide, ponendo al vertice la base e attribuendo così il potere al popolo di cui, dopo l'abolizione della schiavitù, hanno fatto parte anche gli schiavi.

Il primo e unico ribaltamento effettivo della piramide sociale si è avuto con la Rivoluzione francese, durante la quale il popolo insorge, ghigliottina re e nobili, poi assume il governo della nazione. Più tardi, con la Rivoluzione industriale, l'uomo crede di emanciparsi attraverso il lavoro in fabbrica, l'automobile, gli elettrodomestici, si rincretinisce davanti alla televisione e non pensa più ai re, a quei nobili a cui, tempo prima, qualcuno aveva tagliato la testa, qualcun altro sottratto il potere con l'esilio e che credeva definitivamente annientati. Questa distrazione gli sarà fatale. Le teste coronate, infatti, esistono ancora, possiedono i capitali e sono al vertice di molti stati, oltre che  parenti di quelle a cui è stata fatta saltare la testa.

Voi come avreste reagito se vi avessero sterminato la famiglia e vi avessere usurpato un potere atavico?

Vi sareste arrabbiati, credo, e avreste pensato non solo a come vendicarvi, ma a come riprendevi il potere globale ingiustamente sottratto.

Questo è esattamente ciò che è successo, attraverso un piano che definire geniale è riduttivo. I nobili, in combutta coi banchieri (spesso banchieri e nobili sono la stessa persona!) e nuovi arricchiti, nei paesi non industrializzati hanno inviato i soldati e si sono accaparrati tutte le risorse attraverso le guerre militari; nei paesi industrializzati hanno inviato i soldi e si sono accaparrati tutte le risorse attraverso la guerra economica! Già, proprio così:  l'analogia tra le parole soldati e soldi avrebbe dovuto insospettire! I soldi a cui tanto ambite sono in realtà soldati che vi sparano con munizioni silenziose. Come? Indebitandovi e pretendendo il risanamento dei vostri debiti. Questo accade a livello nazionale. Vediamo come.

Da una parte abbiamo i ricchi e dall'altra i poveri. Da sempre i poveri desiderano diventare ricchi, ma non accade mai il contrario. Un ricco allora va dal governante di un paese, che è povero perché ha iniziato a fare politica alimentato da un ideale, e gli promette molti soldi in cambio di qualche favore. Se il governante accetta, meglio. Se Il governante si oppone, il ricco lo fà uccidere oppure è così astuto da fargli intravedere nel suo disegno di potere la conquista di un benessere effettivo per tutta l'umanità.

Lo chiamano Nuovo Ordine Mondiale: New World Order e lo sentirete invocare dai capi di stato dei più importanti paesi e addirittura dal papa. Questo nuovo ordine (se si chiama nuovo significa che ce ne è stato un vecchio, informatevi), prevede l'unificazione di tutti i paesi sotto un'unica moneta, un'unica lingua, un'unica religione e un'unica casta di Illuminati al potere. In parole povere, prevede il ripristino della  piramide sociale che abbiamo ricordato all'inizio, al cui vertice sta un re, coi suoi familiari e amici, e alla base il popolo schiavo.

Per dirla aforisticamente: più le cose sembrano cambiare, più rimangono uguali a se stesse.

Ecco il simbolo degli Illuminati: la piramide sormontata dall'occhio di Horus, luce della gnòs = conoscenza divina. Questo simbolo è stampato sul retro della banconota da 1 dollaro e veicola il messaggio di una élite "staccata" dal resto della piramide, in quanto "testa" puramente ideante, modellante e parassitaria del resto del corpo sociale. 

 
 
 

Myanmar, storica elezione per San Suu Kyi ZORRO E' CON TE

Post n°992 pubblicato il 02 Aprile 2012 da dammiltuoaiuto
 

Myanmar, storica elezione per San Suu Kyi "Voglio una vittoria del popolo con dignità"

Aung San Suu Kyi (Xinhua)  Aung San Suu Kyi (Xinhua)
ultimo aggiornamento: 01 aprile, ore 19:51
Yangon - (Adnkronos/Dpa) - Si è aggiudicata un seggio per la circoscrizione di Kawhmu, arrivando prima in 29 dei 30 villaggi del distretto. Il suo partito è in testa anche nella capitale dei generali Naypyidaw, abitata in gran parte da funzionari del governo. Baggio al Premio Nobel: "Con te un futuro di pace". Zingaretti: "Vince l'impegno per la libertà"
Yangon, 1 apr. (Adnkronos/Dpa) - "Questa deve essere una vittoria del popolo con dignità. Invito tutti i membri e i simpatizzanti della Lega Nazionale per la Democrazia a evitare discorsi o atti aggressivi contro l'altra parte". Con un invito alla calma la leader dell'opposizione democratica birmana, Aung San Suu Kyi, ha commentato con soddisfazione la vittoria elettorale del suo partito, la Lega Nazionale per la Democrazia (Nld). Suu Kyi ha vinto un seggio in Parlamento per la circoscrizione di Kawhmu, arrivando prima in 29 dei 30 villaggi del distretto. Era la prima volta che la premio Nobel poteva candidarsi in Myanmar e il voto di oggi, malgrado riguardi soltanto le suppletive per 45 seggi, è considerato un passo importante verso la democratizzazione del Paese. Secondo i primi risultati, l'Nld ha conquistato almeno 30 seggi, ma vi sono indicazioni di una possibile vittoria in tutte le 44 circoscrizioni in cui correvano i suoi candidati.

 


 

La Lega Nazionale per la Democrazia di Aung San Suu Kyi si avvia a conquistare anche tre seggi su quattro a Naypyidaw, la remota capitale del Myanamar fatta costruire nella giungla dal regime dei generali. Lo scrive il sito d'informazione indipendente birmano Irrawaddy. Nuova capitale del Myanmar dal 2005, la città è abitata in gran parte dai funzionari del governo e le loro famiglie. La leader dell'opposizione birmana Suu Kyi era venuta anche in questa città per far campagna elettorale.

 

 

Circa 6,8 milioni di birmani sono stati chiamati oggi al voto per elezioni suppletive che rappresentano un'importante svolta politica. Per ora non sono stati segnalati incidenti.

(AGI) Rangoon - L'opposizione birmana ha annunciato che la sua leader, Aung San Suu Kyi, e' stata eletta a un seggio in Parlamento, nelle prime elezioni suppletive a cui partecipa la Lega nazionale per i diritti umani. Il premio Nobel per la Pace ha ottenuto l'82% dei voti nella sua circoscrizione di Kawhmuha riferito un dirigente della Lega, Tin Oo, citando un conteggio ufficioso del partito.
  Quelle del Myanmar, come la giunta militare ha ribattezzato la Birmania, sono le terze elezioni in mezzo secolo e potrebbero segnare una tappa importante nel cammino del Paese asiatico verso la democrazia.

 
 
 

Bankitalia: in Italia i dieci più ricchi possiedono quanto i tre milioni più poveri

Post n°991 pubblicato il 02 Aprile 2012 da dammiltuoaiuto
 

Bankitalia: in Italia i dieci più ricchi possiedono quanto i tre milioni più poveri

ultimo aggiornamento: 01 aprile, ore 20:57
Roma - (Adnkronos/Ign) - Il dato emerge in un 'Occasional Papers' della Banca d'Italia intitolato 'Ricchezza e disuguaglianza in Italia'. Tra il 1987 e il 2008 le famiglie di operai hanno registrato una caduta nei loro livelli di ricchezza media. Redditi, uno su tre è sotto i 10mila euro. Eurispes: un dipendente su tre costretto al doppio lavoro per arrivare a fine mese. Cgia: nel 2011 fallite 11.615 aziende


Roma, 1 apr. (Adnkronos/Ign) - In Italia i dieci individui più ricchi posseggono una quantità di ricchezza che è all'incirca equivalente a quella dei 3 milioni di italiani più poveri. Un dato questo che ''esemplifica il divario che anche in un paese sviluppato come il nostro separa i ricchi dai poveri''. E' quanto emerge in un 'Occasional Papers' della Banca d'Italia intitolato 'Ricchezza e disuguaglianza in Italia'.

 


 

La disuguaglianza nella distribuzione della ricchezza, si rileva, ''è in effetti assai più pronunciata di quella sul reddito. Considerando l'ultimo anno per cui è disponibile il dato definitivo, il 2008, si verifica che l'indice di Gini della ricchezza netta è pari a circa 0,63 contro lo 0,29 che si osserva per il reddito equivalente; il 10% delle famiglie più ricche possiede oltre il 40% dell'intero ammontare di ricchezza netta mentre il 10% delle famiglie a più alto reddito riceve invece solo il 27% del reddito complessivo''.

 

 

Secondo stime provvisorie, nel 2010 l'indice di Gini sarebbe lievemente cresciuto, presumibilmente a causa degli effetti della grande recessione.

 

 

Nell'87, primo anno per il quale si dispone dei dati micro, si sottolinea, le famiglie con persone di riferimento costituite da operai e pensionati presentavano i livelli più bassi di ricchezza netta familiari, pari a circa il 60% dell'ammontare medio; a livello territoriale, le famiglie più svantaggiate risultavano quelle meridionali, con valori medi di circa il 30% inferiori a quello delle famiglie residenti nel Centro e nel Nord. Le famiglie più ricche erano invece quelle dei liberi professionisti, imprenditori e lavoratori autonomi e quelle dei dirigenti, con valori medi pari a circa il doppio della media generale.

 

 

Tra il 1987 e il 2008 le famiglie di operai registrano una caduta nei loro livelli di ricchezza media, che passa dal 60 al 45% del livello medio generale. Un calo caratterizza anche l'andamento della ricchezza delle famiglie di liberi professionisti, che tuttavia rimangono su livelli medi molto elevati (l'indice passa circa da 250 a 200); analogamente le famiglie di imprenditori e di altri lavoratori autonomi perdono qualcosa in termini relativi, ma rimangono sempre su livelli elevati (indice da 183 a 153). La categoria che, per contro, registra uno notevole miglioramento nei livelli medi di ricchezza è quella dei pensionati, che passa da un indice di 61,6 a 97,8, raggiungendo quasi la media dell'intera popolazione.

 

 

''Lo studio di Bankitalia fotografa una realtà drammatica e preoccupante sulla quale il governo Monti dovrebbe avviare una seria riflessione, invece di accanirsi su battaglie ideologiche come quella sull'articolo 18 - ha affermato Antonio Borghesi, vicepresidente dei deputati di Idv - Le differenze tra ricchi e poveri sono ormai intollerabili, così come il conflitto generazionale in termini di reddito tra padri e figli''.

 

 

Duro il commento di Massimo Rossi, portavoce nazionale della Federazione della Sinistra: ''Il governo Monti ha scelto di aumentare le tasse a tutti, soprattutto ai più poveri e ai lavoratori, e di non fare invece la patrimoniale che colpisce la grandi ricchezze. Questo è il governo di pochissime persone, ma non di certo della minoranza delle ricchezze''.

http://www.adnkronos.com/IGN/News/Economia/Bankitalia-in-Italia-i-dieci-piu-ricchi-possiedono-quanto-i-tre-milioni-piu-poveri_313156943724.html

 

 

 
 
 

La multinazionale Cocacola finanzia lo schiavismo in Calabria a 7 centesimi al kilo di arance

Post n°990 pubblicato il 12 Marzo 2012 da dammiltuoaiuto
 

CocaCola-Logo
La multinazionale Cocacola finanzia lo schiavismo in Calabria

Le arance con le quali Coca Cola produce la famosa bevanda Fanta vengono raccolte in Calabria da centinaia di immigrati irregolari sottopagati. La Coca-Cola, colta sul fatto a comprare in Calabria succo d’arancia a 7 (sette) centesimi al litro (con i quali si producono varie decine di litri di Fanta), prodotto da lavoratori in condizioni di semischiavitù.

Tutto è partito  da un’inchiesta della rivista britannica The Ecologist riguardante il coinvolgimento della Coca Cola nello sfruttamento della manodopera africana in Calabria. Secondo The Ecologist la multinazionale americana acquisterebbe a costi ridottissimi succo d’arancia concentrato dalle aziende calabresi. E questo sarebbe il motivo per cui gli agrumicoltori sarebbero costretti a sottopagare gli immigrati (25 euro per una giornata lavorativa di 14/15 ore).

Ma la Coca Cola  nega un suo coinvolgimento nella vicenda e per non danneggiare la propria immagine decide di disdire gli ordini con le aziende calabresi mettendo ko l’economia di quella zona.

Sicuramente, la coca cola sta sfruttando una realtà ma, è difficile credere che ne sia l’artefice, anche se indiretto. Caso mai sta sfruttando le leggi italiane sull’immigrazione.
Leggi che, invece di regolarizzare l’immigrato, lo rende clandestino, qualora perde il posto di lavoro, pur avendo il permesso di soggiorno, permettendo, così, il suo sfruttamento perché costretto a lavorare in nero.

 

Allora questa inchiesta dell’Ecologist ha un grandissimo merito perché ci da l’occasione per riprendere una riflessione a 360° che guarda alla centralità della ricomposizione della forza lavoro e della lotta antirazzista come nuovo orizzonte per le vertenze a venire. Per cercare di sperimentare ed individuare insieme nuove pratiche e alternative di uscita dalla crisi e dal lavoro gravemente sfruttato e schiavistico, che è lo scenario in cui siamo tutti e tutte immersi.

Questo articolo è stato postato da

Eliana Cortez

http://www.tecnologia-ambiente.it/la-multinazionale-cocacola-finanzia-lo-schiavismo-in-calabria

 
 
 

Tante Email possono aiutare a fermare le barbarie in Ucraina

Post n°989 pubblicato il 12 Marzo 2012 da dammiltuoaiuto
 

Tante Email possono aiutare a fermare le barbarie in Ucraina

Andrea Cisternino, delegato OIPA Ucraina, ha incontrato l’On. Franco Frattini nel suo studio romano per valutare possibili sinergie finalizzate alla gestione dell’emergenza ucraina. L’ex Ministro degli Esteri ha confermato la volontà di dare supporto istituzionale al lavoro portato avanti a Kiev e agevolerà un incontro con il Ministro dell’Ambiente Mykola Zlochevsky.

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Uno degli obiettivi fondamentali è arrivare ad una persecuzione certa per il maltrattamento e l’uccisione dei randagi in modo da scoraggiare atti scellerati dei cosiddetti “dog hunter”. Da circa un anno, le autorità ucraine hanno deciso di ripulire le strade da cani e gatti randagi in vista degli Europei di calcio 2012 che si giocheranno in Polonia e in Ucraina.

Puo Interessarti | La Romania mette a morte i cani randagi e nessuno agisce

In particolare le autorità di Kiev e di Lungansk hanno deciso che per dare una nuova immagine alle proprie città, gli animali devono essere uccisi ad ogni prezzo e ad ogni costo. Questa aberrante decisione comporta un massacro senza precedenti puntualmente condotto ogni mattina da impiegati comunali presso parchi e strade con polpette avvelenate, spesso accidentalmente ingerite da ignari cani di proprietà, che muoiono dopo terribili agonie davanti agli occhi attoniti dei loro padroni.

Ma la ferocia e la barbarie non terminano qui; oltre al veleno, e alle fucilate, si aggiungono i terribili forni crematori mobili ove gli animali vengono gettati ancora vivi. Questa è l’ultima macabra trovata delle autorità ucraine. Ma pratiche barbare ed indegne di una società civile si coniugano con la peggiore forma di corruzione e di lucro da parte degli impiegati comunali.

 

Questo articolo è stato postato da

Roberta Odierna

Puo Interessarti |L’Ucraina si arrende, vittoria per gli animalisti? Il video shock della morte di un cane

 
 
 

Che cosa c'insegna ciò che accade in Grecia

Post n°988 pubblicato il 29 Febbraio 2012 da dammiltuoaiuto
 

Che cosa c'insegna ciò che accade in Grecia

Il Paese ellenico è sull'orlo del default, e subisce dall'Europa e dai "mercati" un trattamento che possiamo descrivere tra il paradossale, e il brutale

di Pietro Raitano - 23 febbraio 2012


C’è qualcosa di paradossale e brutale in quel che sta accadendo alla Grecia. Il paradosso è che stiamo parlando di uno Stato con un prodotto interno lordo di meno di 240 miliardi di euro, il cui problema è un debito pubblico che supera i 355 miliardi di euro, con un rapporto di quasi il 150%. Il pretesto per le misure che le istituzioni internazionali stanno imponendo al Paese, però, non è il debito in sé, ma il pagamento degli interessi (15 miliardi di euro entro marzo).
Senza minimizzare, si tratta di cifre piuttosto modeste. Niente a che vedere con gli oltre 4mila miliardi di dollari messi in campo per salvare i mercati finanziari per la crisi del 2008. Pochi anche se paragonati alle performance di alcune multinazionali: tanto per fare un esempio, 15 miliardi di euro sono il cash flow di Eni, che nel 2011 ha ottenuto un utile di 6,9 miliardi di euro.
Ecco allora dove sta la brutalità: l’austerità imposta alla Grecia sta facendo sprofondare il Paese in una recessione senza fine. Già oggi i disoccupati ellenici hanno superato il milione, il 19% della popolazione attiva. La crisi greca è esplosa proprio due anni fa, nella primavera del 2010, e oggi ha assunto connotati drammatici. Tagli e licenziamenti erano così necessari?
È ormai chiaro che l’atteggiamento europeo nei confronti della Grecia riflette quello tedesco, la cui intransigenza sa tanto di “punizione” verso un Paese colpevole di non aver tenuto sotto controllo i conti, minacciando la stabilità della zona economica. È certamente vero che la Grecia ha giocato coi numeri, che il livello di evasione era eccessivo e il sistema pensionistico insostenibile, ma è anche il caso di ricordare che molte delle colpe sono di un governo populista sostenuto anche dall’esecutivo tedesco.
Ora dire alla Grecia che uscirà dalla crisi dichiarando il default, uscendo magari dall’euro, e diventando competitiva, ovvero tramutandosi in una piccola Cina del Mediterraneo, è, appunto, brutale.

La vicenda greca è un chiaro monito anche per l’Italia, che affronta problemi simili anche se con maggior certezze, in parte legate alla quantità di debito pubblico detenuto da Germania e Francia. La radice dei guai sta nelle cause che hanno creato questi debiti così elevati e nelle dinamiche che hanno permesso che perdurassero. Ci sono innumerevoli misure che andrebbero messe in campo, a patto però di non considerare questa crisi economico finanziaria come un incidente di percorso, ma come l’indicatore chiaro e lampante del fallimento di un modello, anche europeo. Questo modello ha bisogno di essere profondamente riformato, e alcune misure possono essere indicate.
La prima riforma ovvia è una regolamentazione dei mercati finanziari, che oggi rappresentano un caos ingovernato. Una situazione non accettabile, che va eliminata. Poiché sappiamo che la finanza non è mai disgiunta dall’economia reale, misure come una tassa sulle transazioni finanziarie vanno adottate senza perdere altro tempo. Senza senso sono le repliche di chi invoca come indispensabili adozioni “planetarie”.
In secondo luogo, si deve riportare equilibrio nella distribuzione delle ricchezze, con misure patrimoniali forti e non di facciata. Sullo stesso tema, non sono più accettabili remunerazioni stratosferiche di politici, dirigenti, manager pubblici o privati. Molti di questi lavorano per banche che oggi approfittano della situazione favorevole per rafforzarsi, ignorando le esigenze  dell’economia reale. Finché renderanno conto solo ai propri azionisti, non torneranno a fare il proprio mestiere, che è quello di garantire il diritto al credito. E magari continueranno a puntare su faraonici progetti immobiliari o grandi opere, investendo alla caccia di rendite “fumose” (meglio sarebbe chiamarle “bolle”) i soldi dei correntisti (una cosa analoga tra l’altro vale per molti fondi di investimento e fondi pensione).
Infine, va messa in campo una profonda azione culturale. Due numeri per l’Italia: 60 miliardi di euro di corruzione e il 22% di evasione fiscale. Sono cifre che ci coinvolgono tutti: rigore o non rigore, una volta usciti dalla crisi -e le ossa saranno ben rotte- non potremo far finta di niente. ---

 
 
 

Salari: Istat, ecco la classifica europea

Post n°987 pubblicato il 29 Febbraio 2012 da dammiltuoaiuto
 

Salari: Istat, ecco la classifica dei 27 Paesi Ue
ASCAASCA – lun 27 feb 2012

 

(ASCA) - Roma, 27 feb - Con una tabella, l'Istat stila la classifica dei paesi dell'Unione Europea relativamente alle retribuzioni lorde e costo del lavoro annuo per occupato (full-time unit) nelle imprese con oltre 10 dipendenti (2008) in euro.

                               Salari e        Costo
                               stipendi        Lavoro

Paese                          (esclusi apprendisti)

Denmark                         52.867        58.461
Luxembourg                      47.790        55.652
Ireland                           (Xetra: A0Q8L3 - notizie) 40.686        48.376
Netherlands                     39.855        51.471
United Kingdom                  38.545        45.076
Sweden                          38.294        57.302
Germany                         38.005        48.434
Belgium                         37.536        55.082
Finland                         35.808        46.180
Austria                         35.606        48.354
European Union (15 countries)   34.562        45.509
France                          34.392        51.381
Euro area (16 countries)        32.527        44.122
European Union (25 countries)   30.650        40.298
Italy                           29.653        41.872
European Union (27 countries)   29.234        38.430
Spain                           24.609        33.578
Cyprus                          22.714        27.226
Greece                          22.698        29.574
Malta                           19.272        21.207
Slovenia                        19.263        23.144
Portugal                        16.112        20.183
Czech Republic                  11.826        16.189
Poland                          10.921        13.238
Estonia                         10.455        14.231
Hungary                         10.005        14.183
Slovakia                         9.769        13.150
Latvia                           8.471        10.755
Lithuania                        7.482        10.515
Romania                          5.850         7.637
Bulgaria                         3.682         4.504

 
 
 

FIRMA ANCHE TU CONTRO LA CORRUZIONE IN ITALIA FAI SENTIRE LA TUA VOCE !!!

Post n°986 pubblicato il 28 Febbraio 2012 da dammiltuoaiuto
 

Cari amici in Italia,



Abbiamo l'opportunità storica di far passare una legge forte contro la corruzione, ma solo se saremo in tanti riusciremo a mettere al tappeto il partito di Berlusconi, che sta facendo di tutto per far passare una legge annacquata e inutile. Mancano pochi giorni alla discussione in Parlamento: firma la petizione e fai il passaparola con tutti!

Fra pochi giorni il Ministro della giustizia annuncerà i pilastri della nuova legge anti-corruzione: potrebbe essere l'occasione migliore che l'Italia abbia mai avuto per fermare questo crimine odioso. Ma se non saremo in tanti a intervenire ora potremmo ritrovarci con una legge annacquata e inutile.

La nuova legge potrebbe dare ai giudici gli strumenti necessari per le indagini, vietare ai politici corrotti di candidarsi e proteggere chi sporge denuncia contro abusi e irregolarità. Il partito di Berlusconi sta facendo di tutto per indebolire la legge, ma con le elezioni amministrative alle porte i nostri politici sono molto attenti all'opinione pubblica. Se saremo in tanti a ricordare che il loro voto su questa legge potrebbe costare loro la rielezione, potremmo portare a casa la legge anti-corruzione di cui ha bisogno il paese.

La corruzione ci costa 60 miliardi di euro l'anno, per non parlare delle sue conseguenze velenose sulla nostra democrazia. Ora abbiamo un'opportunità unica per invertire la rotta, ma ci rimangono pochi giorni per dire la nostra prima che la legge sia discussa in Parlamento. Clicca sotto per firmare la petizione per ripulire la nostra democrazia una volta per tutte e fai il passaparola con tutti:

http://www.avaaz.org/it/italy_anticorruption_new//?vl

Sono passati 20 anni da Tangentopoli, lo scandalo più grande della storia politica italiana, ma la corruzione ha continuato ad allargarsi a macchia d'olio sotto i governi Berlusconi. Nella classifica internazionale l'Italia è al 69° posto, dopo paesi come Ruanda e Namibia!

Ora, con l'economia e la politica a pezzi, il Ministro della giustizia è determinata a far passare una legge anti-corruzione forte, ma c'è il rischio che il Parlamento finirà per adottare la versione diluita presentata dal partito di Berlusconi. Soltanto un appello pubblico enorme può fare la differenza.

I giudici e gli esperti ritengono che la battaglia contro la corruzione abbia bisogno di strumenti legali forti, inclusa la ratifica immediata delle convenzioni internazionali, l'esclusione dei politici condannati per corruzione dalle elezioni, la protezione di chi sporge denuncia contro i casi di corruzione, l'introduzione di nuovi crimini legati alla corruzione, e molto altro.

Questa è un'opportunità storica per fermare la corruzione in Italia e non possiamo farcela sfuggire. Se saremo in tanti a sostenere queste proposte potremo vincere. Firma ora per salvare la nostra democrazia: il nostro messaggio sarà consegnato al Ministro della giustizia e ai Presidenti di Camera e Senato e le nostre firme saranno pubblicate sul Fatto quotidiano:

http://www.avaaz.org/it/italy_anticorruption_new//?vl

Negli ultimi 2 anni la nostra incredibile comunità ha combattuto e aiutato a sconfiggere i molteplici tentativi di Berlusconi di distorcere l'essenza della nostra democrazia, attraverso bavagli e censure, fino alla sua caduta. Ora abbiamo davanti a noi una sfida ancora più difficile: dobbiamo salvare la politica italiana dalla sua eredità disastrosa. Dimostriamo ai nostri politici che non ci fermeremo finché il nostro paese non sarà libero dalla corruzione una volta per tutte!

Con speranza e determinazione,

Giulia, Luis, Alice, Ricken, Pascal, Emma, Antonia e tutto il resto del team di Avaaz


PIU' INFORMAZIONI

La proposta di legge del Fatto quotidiano contro la corruzione
http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/09/11/per-fermaretutti-questi-%E2%80%9Cfurbetti%E2%80%9D/59313/

La corruzione pesa per 60 miliardi (Il Sole 24 Ore)
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-02-17/corruzione-costa-miliardi-economia-063713.shtml?uuid=AaZLH7sE

Il rapporto, l’Italia e la corruzione: in classifica dopo il Ruanda (Corriere della Sera)
http://www.corriere.it/cronache/11_dicembre_02/corruzione_stella_c5bbb634-1cb2-11e1-9ee3-e669839fd24d.shtml

Corruzione, Severino: «Pene più severe» (Il Messaggero)
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=182158

Giro di vite sulla corruzione. I veti incrociati svuotano il decreto (Quotidiano nazionale)
http://qn.quotidiano.net/primo_piano/2012/02/18/669760-giro_vite_sulla_corruzione.shtml

 
 
 
 
 
 
 
 
 

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