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giornata della memoria il web non dimentica

Post n°714 pubblicato il 29 Gennaio 2010 da dammiltuoaiuto
 

Il Giorno della Memoria: il web non dimentica
 Mercoledì 27 gennaio le celebrazioni in memoria degli ebrei morti nei lager nazisti. In rete non mancano le fonti di informazione e approfondimento. I consigli di Giorgio Boratto, dalla community
di Giorgio Boratto
GENOVA, 27 GENNAIO 2010
  
SPECIALE GIORNO DELLA MEMORIA:
  

Il 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, è stato riconosciuto Giorno della Memoria per ricordare lo sterminio del popolo ebraico. Sono passati 65 anni da quando l'Armata Rossa ha abbattuto i cancelli del lager, rivelando al mondo le immagini di crimini di incredibile efferatezza.
La Shoah è ormai consegnata ai libri di Storia, al pari di altri avvenimenti del passato. Pochi testimoni sono rimasti a raccontarci la loro esperienza. Per questo motivo abbiamo più che mai bisogno della memoria.

Oggi il web, per la sua diffusione e capacità di conservazione dei dati, è un buon strumento per ricordare e fare memoria. Navigando su internet si può partire dal Museo di Gerusalemme Yad Vashem, che è il memoriale ufficiale delle vittime ebraiche. All'interno del museo, il cui nome significa un memoriale e un nome, risultano registrati i nomi di 392 giusti tra le nazioni. Molti sono di cittadinanza italiana. Qui si può visionare l'Album di Auschwitz.

Anche Youtube fornisce un grande contenitore di documentazione video sulla Shoah. Basta digitare shoah oppure olocausto per ottenere migliaia di documentari e informazioni. Io ho trovato interessante, per l'analisi che portò il popolo tedesco a compiere uno dei crimini più crudeli della storia, il sito del museo memoriale dell'olocausto statunitense. Con una ricca documentazione comprendente moltissimi filmati, si racconta come la propaganda fu uno strumento fondamentale sia per conquistare quella maggioranza di cittadini tedeschi che non sostennero immediatamente Adolf Hitler, sia per imporre il programma radicale nazista che richiedeva, oltre al supporto attivo e la partecipazione diretta di alcuni, l'accettazione passiva da parte di larghi settori della popolazione. Il popolo agisce come un bambino e con la propaganda si riesce, attraverso la costituzione di un leader Padre, il concetto di unità Nazionale, l'individuazione di un nemico comune, a gettare le basi per i crimini di massa come le guerre e l'Olocausto.

Altro indirizzo internet interessante è quello a cura del Comune di Nova Milanese, lagerdeportazione.org. In questo sito web è possibile conoscere la dislocazione dei campi di concentramento in Europa. Un indirizzo per ulteriori documentazioni in italiano è museoshoah.it. Consiglio anche una visita alla Casa-Museo e Centro Didattico della Villa della Riunione di Wannsee, tramite il link www.ghwk.de. In questo luogo si dette l'avvio alla cosiddetta risoluzione finale: quello che riguardava la preparazione ideologica, la pianificazione sistematica e l'esecuzione dello sterminio di milioni di ebrei.

Infine un elenco dei Musei dell'Olocausto si può trovare all'indirizzo http://www.science.co.il/Holocaust-Museums.asp

Buona navigazione per una istruttiva memoria.

 
 
 

Abruzzo: il 58% ancora fuori dalle caseIl , ovvero 17.566 persone, vive provvisoriamente in alberghi, caserme e sistemazioni

Post n°713 pubblicato il 29 Gennaio 2010 da dammiltuoaiuto
 

Abruzzo: il 58% ancora fuori dalle caseIl , ovvero 17.566 persone, vive provvisoriamente in alberghi, caserme e sistemazioni

 
 
 

Terremoto ad Haiti dopo due settimane salvata una ragazzina

Post n°712 pubblicato il 29 Gennaio 2010 da dammiltuoaiuto

Terremoto ad Haiti, dopo due settimane salvata una ragazzina

10:43 gio 28 gennaio 2010

Sono trascorse due settimane da quando il terremoto ha distrutto Haiti, la speranza di trovare altre persone in vita sotto le macerie sono ormai svanite eppure un piccolo miracolo è accaduto. Secondo quanto riferito da testimoni locali, una ragazzina di quindici anni è stata estratta viva dalle macerie.

Come riportato da La Repubblica, solo poche ore prima il presidente Renè Preval aveva annunciato che sono 170mila i cadaveri recuperati, 225mila le abitazioni distrutte e 25mila gli edifici rasi al suolo.

Accanto alla notizia della quindicenne salvata dopo due settimane ci sono però notizie preoccupanti. Nella capitale, a Port au Prince, proseguono i saccheggi e l'Onu ha lanciato l'allarme per la minaccia rappresentata dai leader delle gang di evasi e dai trafficanti di bambini. E intanto tra gli sfollati ammassati nei campi di soccorso dilaga il malcontento.

 (foto © LaPresse)

 
 
 

Abruzzo: il 58% ancora fuori dalle case

Post n°711 pubblicato il 29 Gennaio 2010 da dammiltuoaiuto
 

Abruzzo: il 58% ancora fuori dalle case



In un paese in cui i fatti scompaiono nel frastuono del marketing e della propaganda e in una democrazia dove la realtà si reiventa ogni sera all’ora di cena per la convenienza del potere, in un paese così, mettersi a sottolineare i numeri nudi e crudi è un atto quasi sovversivo.

In Abruzzoal 29 dicembre 2009 il totale degli terremotati assistiti secondo la Protezione Civile era di 30.212.

Il 37% (11.221) persone vive negli edifici del progetto C.A.S.E. voluto dal Governo.

Il 5% (1.425) risiede nei Map (le casette di legno per intendersi).

Il 58%, ovvero 17.566 persone, vive provvisoriamente in alberghi, caserme e sistemazioni temporanee.

Queste erano le promesse:
http://www.youtube.com/watch?v=Idktde0wtwY

Ecco la fonte dei dati:
http://www.protezionecivile.it/cms/attach/editor/Report_aggiornamento_29_12_09.pdf
http://www.protezionecivile.it/cms/attach/editor/Report_aggiornamento_29_12_09_2.pdf

Vorrei aggiungere testimonianze reali:
http://vimeo.com/8488031

Blob Rai 3 ( Caos Calmo – L’Aquila) – 01-gen-2010 20.00 from Gennaro Giugliano on Vimeo.

E’ drammatico vedere la differenza tra promesse e realtà.

E’ ancora più drammatico considerare che la realtà è offuscata per bene dalle bugie.

Quando in Italia si riuscirà a comprendere che Berlusconi vende se stesso agli Italiani come qualsiasi altro prodotto che promette ottimi risultati, come in Pubblicità occorre fare.

Ottimi pubblicitari permettono elezioni sempre più favorevoli al prodotto Berlusconi.

Eppure non è così difficile da capire. Leggiamo su Wikipedia a riguardo:

***

Manipolazione dell’inconscio
Circa un secolo fa Edward Bernays, pubblicitario, ammetteva nel suo libro “Propaganda”: «coloro che hanno in mano questo meccanismo [...] costituiscono [...] il vero potere esecutivo del paese. Noi siamo dominati, la nostra mente plasmata, i nostri gusti formati, le nostre idee suggerite, da gente di cui non abbiamo mai sentito parlare. [...] Sono loro che manovrano i fili…» [12]

Bernays non si riferiva soltanto alla propaganda politica, bensì anche alla pubblicità commerciale, i cui strumenti sono gli stessi: la sua campagna per la American Tobacco Company negli anni venti, per incitare le donne a fumare, consistette per esempio nell’associare visivamente in maniera costante la sigaretta e i diritti o la libertà della donna. Questa campagna fece aumentare le vendite a tal punto che la società Philip Morris riprese più tardi questa idea per gli uomini, e lanciò il famoso cow-boy Marlboro.

***

Peccato che quando sbagliamo ad acquistare un detersivo tuttalpiù ci resta una macchia sulla camicia, ma sbagliando nel voto e nel consenso rischiamo di rimanere in mutande!

O no?

Fonte:
http://www.agoravox.it/attualita/cronaca/article/le-bugie-di-berlusconi-il-miracolo-12049

 
 
 

giornata della Memoria 2010

Post n°710 pubblicato il 26 Gennaio 2010 da dammiltuoaiuto
 

Per la giornata della Memoria

 

 

A-24020 Elisa Springer

«Io, Elisa Springer, sono nata a Vienna il 12 febbraio 1918. Figlia unica di genitori ebrei, fui educata

secondo le leggi di questa religione senza mai sentirne il peso; ma ho dovuto subire l’umiliazione e

la sofferenza della deportazione a causa della mia origine.

Lo strazio più grande, in questi cinquant’anni, è stato quello di dover subire l’indifferenza e la vigliaccheria

di coloro che, ancora adesso, negano l’evidenza dello sterminio. Come tanti altri sopravvissuti,

mi ero imposta di non parlare, per essere io sola, testimone del mio silenzio.

Ho taciuto e soffocato il mio vero “io”, le mie paure, per il timore di non essere capita o, peggio ancora,

creduta. Ma non è giusto che io muoia, portando con me il mio silenzio.

Non è colpa né merito, nascere di religione ebraica, cattolica o protestante; nascere di razza bianca

o nera. Siamo tutti figli di Dio, di un unico Dio, quel Dio che a me è stato negato e che, nonostante

tutto, ho sempre, disperatamente, cercato!

A distanza di cinquant’anni, nel mondo, si è fatto ancora poco per far comprendere alla gente cosa

sono stati il nazismo e la Shoah. C’è stato anche chi ha negato, e nega tuttora, a volte anche per

nascondere le proprie colpe o la propria vergogna! Ma Auschwitz non si deve dimenticare!

Ho provato anch’io a dimenticare, ma qualcosa si è mosso dentro me. Ho finalmente capito che

dovevo parlare, per ricordare, per non accettare con indifferenza e rassegnazione, le rinnovate stragi

di innocenti. Bisogna sollevare quel manto di indifferenza che copre il dolore dei martiri! Il mio impegno

in questo senso è un dovere verso i miei genitori, mio nonno e tutti i miei zii. È un dovere verso

i milioni di ebrei “passati per il camino”, gli zingari, figli di mille patrie e di nessuna, i Testimoni di

Geova, gli omosessuali, e verso i mille e mille fiori violentati, calpestati e immolati al vento dell’assurdo;

è un dovere verso tutte quelle stelle dell’universo che il male del mondo ha voluto spegnere.

I giovani liberi devono sapere». (Elisa Springer,

Il silenzio dei vivi, Marsilio Editore, Venezia 1997)

 
 
 

LA GIORNATA DELLA MEMORIA A PESCARA 25 GENNAIO 2010 ricordi dell'internato Ermando Parete

Post n°709 pubblicato il 26 Gennaio 2010 da dammiltuoaiuto
 

LA CONSEGNA DELLA MEMORIA DA EMANDO PARETE A PAOLO CARINCI
LA   GIORNATA DELLA    MEMORIA   A   PESCARA   25 GENNAIO  2010  ricordi dell'internato Ermando Parete

'
Sono sfuggito ai forni crematori solo perchè quel giorno gli aguzzini erano stanchi: avevano già bruciato troppi corpi'. L'inferno di Dachau è sempre vivo nel cuore di Ermando Parete, superstite del campo di sterminio della Germania nazista...'Io- ripete ossessivamente l'ex sottufficiale della Guardia di Finanza ( che oggi ha 83 anni e vive a Pescara) originario di Abbateggio,nel pescarese- sono vivo perchè ho resistito'...Ha resistito anche alla paura di morire 'legato ad un palo, al freddo, con le braccia dietro la schiena e i polsi appesi..'...'Mi picchiavano selvaggiamente , con la testa e le caviglie infilate tra le gambe di due soldati, il ventre appoggiato su un tavolaccio di legno..contavo in tedesco le frustate fino allo sfinimento e, se sbagliavo, loro ricominciavano daccapo. Dalle infermerie, dove qualcuno chiedeva di entrare per curare le ferite, non tornò mai nessuno..'. Parete è rimasto internato a Dachau dal settembre 1943 fino alle ore 18 (l'ex deportato abruzzese ricorda perfettamente l'ora) del 29 aprile 1945 quando gli americani aprirono i cancelli.'Eravamo affamati, ci diedero da mangiare delle fave...io pesavo 29 chili..'. Per oltre un mese rimasero fuori i cancelli, in attesa della restituzione della vita.'Eravamo liberi di fatto, ma ancora prigionieri. Non volevamo restare ma non potevamo andar via'. In quel lungo, estenuante, lasso di tempo 'che ci separava dalla vera libertà, facemmo anche la conoscenza del futuro Papa Paolo VI'. Parete, infatti, racconta che in quei giorni Giovanni Battista Montini (all'epoca 'responsabile dell'organizzazione che portava soccorso e sollievo ai rifugiati politici') fece visita ai deportati di Dachau. Nel libro la raccolta dei telegrammi originali custoditi da Parete: quello inviato dalla Croce Rossa alla famiglia di Parete per comunicare che il congiunto 'è stato liberato. Saluti e auguri..' e quello firmato dallo stesso Papa Montini in cui annuncia le 'buone condizioni di salute' in cui versava Parete al momento della liberazione dal campo di sterminio di Dachau.
"Ero l'uomo-numero 142192"
I ricordi dell'internato Ermando Parete
Tra i 600.000 "Internati Militari Italiani" vi furono numerosissimi abruzzesi: non tutti ebbero la ventura di ritornare e raccontare le allucinanti esperienze vissute nei campi di lavoro nazisti. Tra i superstiti vi è un pescarese, Fernando Parete, la cui vicenda, ricostruita attraverso i suoi ricordi e il suo memoriale, è stata oggetto di una brillante tesi di laurea di Claudia Trafficante, dal titolo: "In quel mondo fuori dal mondo" - Da Pescara a Dachau: storia di Ermando Parete, discussa nell'anno accademico 2004-2005 presso l'Università degli Studi di Torino, facoltà di Lettere e Filosofia (ringraziamo l'autrice per l'autorizzazione ad utilizzare brani del suo lavoro).
Non ancora maggiorenne, Ermando Parete nel 1942 si era arruolato nella Guardia di Finanza. Dopo il normale addestramento venne inviato a combattere in Jugoslavia: di quella esperienza Parete ricorda lo scarso equipaggiamento: "(…)hanno fatto la guerra, io c'avevo 72 pallottole, una volta sparate quelle… insomma era una cosa pazzesca".
L'armistizio dell'otto settembre 1943 colse i soldati in condizioni ormai di sbandamento generale: Parete e i suoi commilitoni vennero addirittura avvertiti del fatto non dagli ufficiali, ma da un pope ortodosso. Anche nell'undicesimo battaglione della Guardia di Finanza vi fu chi si dette alla macchia, chi tentò di tornare a casa, chi fece la scelta di continuare la guerra sotto la Repubblica Sociale Italiana o nella Resistenza: Ermando Parete si unì ai partigiani jugoslavi, con l'intento di attraversare il confine e tornare a casa.
A Cimadolmo venne catturato dai repubblichini, che gli proposero di passare nelle loro file, ma egli rifiutò perché:"mi sono sempre mantenuto fedele al giuramento della Guardia di Finanza"la stessa fedeltà al Regio Esercito e al re che onorarono migliaia di altri soldati italiani". Dopo questo rifiuto Parete venne inviato a Dachau (il lager nei pressi di Monaco di Baviera) chiuso in un vagone, senza possibilità di riposarsi, nutrirsi, respirare: come bestie, sempre in piedi. Il viaggio durò tre giorni e tre notti.
Arrivati al campo, i nostri connazionali subirono immediatamente le persecuzioni dei nazisti, che li consideravano alla stregua degli ebrei, quindi degli esseri inferiori anche rispetto ai russi. Il trattamento non era migliore nemmeno da parte degli altri internati, prigionieri di guerra o resistenti che fossero: essi chiamavano gli italiani "fascisti - macaroni", umiliandoli, insultandoli, picchiandoli. Parete ed altri vennero destinati a riparare la ferrovia, o a togliere le macerie, o a scavare: "L'importante era stancarti". Da subito maturò l'idea di conservare quei ricordi perché:"Se noi superstiti non diffondiamo la memoria di quello che è successo, a che scopo siamo rimasti là?".
Appena ritornato a casa dopo la liberazione, egli rientrò nei ranghi della Guardia di Finanza e redasse un prezioso memoriale. Prezioso perché nella narrazione sono presenti anche le descrizioni del campo e del suo funzionamento: i passi del memoriale sono stati scritti con un timore comune ai superstiti: quello che "Nessuno potrà mai immaginare cosa avvenne dietro ai reticolati ad alta tensione".
È da ricordare che Dachau non fu un campo di sterminio, anche se la mortalità era alta, a causa delle spaventose condizioni di vita, comuni in quei luoghi.
I ricordi di quei giorni sono stati ossessivi, perché "poi la vita ha pensato a ridarci le gioie, ma siamo rimasti soprattutto quel numero. Io sono essenzialmente uomo-numero 142192 di Dachau".
Come altri anche egli si è fatto cancellare quel tatuaggio (simbolo non di essere una persona, ma un "pezzo"), anche se non ha potuto cancellare i ricordi.
L'essere con tatuato il numero 142192, con addosso un cencio zebrato, a cui era cucito un triangolo rosso con la scritta IT (italiano), subì, come tutti, le minacce, le violenze, le torture, fra adunate e colpi di frusta, in un inferno il cui motto era "passerai per il camino dei forni crematori". Più volte fu sull'orlo di morire, o di essere eliminato (venne sottoposto due volte ad esperimenti "scientifici", tra cui l'ibernazione), ma il destino non volle così.
Finalmente, il 29 aprile 1945 i soldati della settima divisione americana entrarono a Dachau

 
 
 

condanna definitiva per Doina Matei: 16 anni giustizia e' stata fatta

Post n°708 pubblicato il 26 Gennaio 2010 da dammiltuoaiuto
 

Uccise una ragazza in metrò, condanna definitiva per Doina Matei: 16 anniConfermata in Cassazione la pena per la prostituta 23enne che colpì a morte una 21enne con l'ombrello

 

Doina Matei (Ansa)
Doina Matei (Ansa)
ROMA - Niente sconti di pena e conferma della condanna a sedici anni di reclusione per Doina Matei, la prostituta romena di 23 anni, che nella metropolitana di Roma il 26 aprile 2007 uccise con un colpo di ombrello la giovane Vanessa Russo. La Corte di Cassazione ha confermato la pena che ha rigettato il ricorso dell' omicida.

Vanessa Russo (Proto)
Vanessa Russo (Proto)
LA CONDANNA - Doina Matei era stata condannata nel dicembre 2007 a 16 anni per aver ucciso con un colpo di ombrello Vanessa Russo, 21 anni, nella stazione del metrò a Termini il 26 aprile di quell'anno. Nonostante il rito abbreviato e la derubricazione del reato in omicidio preterintenzionale, il gup Donatella Pavone inflissero a Doina Matei una pena di appena due anni inferiore al massimo: il giudice, oltre a riconoscere l' aggravante dei futili motivi, non ha concesso le attenuanti generiche.

 
 
 

VIAGGIO PER CAMBIARE VITA

Post n°707 pubblicato il 18 Gennaio 2010 da dammiltuoaiuto
 

Un viaggio per cambiar vita

Per chi ha vogli di mollare tutto e cambiar vita e panorami, dagli 'artisti della fuga' arrivano le dritte e le informazioni sulle mete e le pratiche migliori.

Messico - ©John Neubauer Lonely Planet Images

 

“Via, fuori dal bel paese dello stress e dello Smog, fuori dai guai!”, questo il messaggio di un piccolo grande fenomeno della rete, il  sito Italiani in fuga creato dal cuneese Aldo Mencaraglia, che a soli diciannove anni è partito per l’Inghilterra, per poi lavorare in Gran Bretagna, Cina e Taiwan e trasferirsi dal 2002 a Melbourne, in Australia. Esiste una vita migliore, possiamo rivoluzionare la nostra qualità di vita all''altro mondo', unica condizione: esere pronti a mollare tutto!

Niente di strano per gli americani, che a questa scelta di vita hanno dato anche un nome, 'downshifting', cioè rallentare con il lavoro e con i ritmi della quotidianità, cambiare marcia insomma, e dirigersi altrove. Più inaspettato in un paese giudicato di mammoni come il nostro. A sorpresa invece, secondo il sondaggio curato dal canale satellitare Marcopolo, molti italiani farebbero questa scelta a occhi chiusi, intraprendendo una nuova attività e rincorrendo i loro sogni. Abbiamo innanzitutto una gran voglia di cambiare lavoro e, se è vero che il la metà degli aspiranti 'fuggitivi' si dedicherebbe alla scrittura in un paradiso naturale, l'altra metà si accontenterebbe di aprire un semplice ristorante, un albergo o una scuola di sub. Le mete preferite? Tahiti, la Giamaica, le Hawai, le isole Aran in Irlanda, i Caraibi e le Maldive, poi Brasile, Australia e Tailandia. Decisa la meta, basta partire, e adesso vediamo come.

Mollare tutto significa innanzitutto allontanarsi dal proprio lavoro, e incredibilmente una legge italiana, la numero cinquantatrè del duemila ci dà una grossa mano per il decollo: prevede uno strumento che si chiama anno sabbatico, ovvero la possibilità di 'sospendere' la propria carriera lavorativa per undici mesi, rinunciando a stipendio e a contributi, ma senza perdere il posto. Anche qui America e Inghilterra insegnano, perché il 'career break' è una tradizione che viene sfruttata per viaggiare e testare le possibilità concrete di cambiare vita, e magari non tornare più indietro. Per orientarsi nella scelta, il web dà una grossa mano con indirizzi come EasyExpat, un vero manuale di trasferimento oltre confine dove si può tranquillamente verificare quali opportunità di lavoro esistano, e dove. Nella peggiore delle ipotesi, resta la Legione Straniera, ma meglio essere ottimisti. Non resta a questo punto che documentarsi, attingendo dalle esperienze di chi ci ha preceduto con successo, artisti della fuga statunitensi, o italiani, come quelli che raccontano le proprie 'avventure' sui siti di  Voglio Vivere Così o Mollo tutto.

Ogni giorno nasce un nuovo blog di chi racconta il resto del mondo da italiano pentito di non essere partito prima, e nonostante le difficoltà di un nuovo ambientamento, spunta una sensazione di leggerezza leggendo il diario di WorldWideMom, una mamma italiana a Las Vegas, oppure quello di Zazie che vive e lavora in Nuova Zelanda o ancora i racconti di Marco Gargiullo, nato a Milano e adesso cittadino de L’Avana.
Un altro ricco di consigli è quello di Simone Perotti, che in un post scrive: “Ho smesso di lavorare in azienda, non frequento più chi non voglio, non guadagno più buttando via il tempo in cose non autentiche, sono molto più libero e posso sprecare tempo se serve.  La mia vita non passa via, non scorre identica e invano.” Dopo diciannove anni di lavoro nella comunicazione Simone è fuggito, e oggi vive scrivendo, facendo lo skipper e l’istruttore di vela tra il Mozambico e i Carabi, e nel frattempo ha scritto un libro dal titolo eloquente: "Adesso basta! Cambiare vita si può".
In valigia c’è poi posto per un altro testo essenziale per la fuga: “Scappo via!”, è un manuale ragionato su come organizzare il proprio espatrio,  sondando il terreno con viaggi esplorativi  e pianificando  poi gli investimenti da fare e un nuovo lavoro. L’autore, Attilio Wanderlingh, lo ha fatto scegliendo il Kenya, un paradiso dove sostiene si possa “vivere da nababbi con mille euro al mese”. Nella lista dei trasferimenti possibili ci sono anche il Marocco, la Tunisia, l’Egitto, Capo Verde, la Tailandia, il Brasile e il Messico. Il resto, Wanderlingh lo sconsiglia. Perché puntare sull’India e il Venezuela se poi dovremo avere a che fare con burocrazia e tasse peggiori di quelle italiane?

 

Silvia Bragalone

 
 
 

ZORRO E' AD HAITI AIUTAMI AD AIUTARE

Post n°706 pubblicato il 17 Gennaio 2010 da dammiltuoaiuto
 
Tag: haiti

terremoto haiti, donanzioni, come aiutare

MANDA UN SMS ADESSO

2 euro alla Croce Rossa Italiana da WIND e 3 al 48540

2 euro ad Agire.it da TIM e VODAFONE o chiamando da rete fissa TELECOM ITALIA 48541

Medici senza Frontiere

Con carta di credito telefonando al numero verde 800.99.66.55 oppure allo 06.44.86.92.25

Con bonifico bancario IBAN IT58D0501803200000000115000

CC postale 87486007, intestato a Medici senza Frontiere inlus, causale: Terremoto Haiti

Online: http://www.medicisenzafrontiere.it

Croce Rossa

Numero verde: 800.166.666

Donazione online: Causale ” Pro emergenza Haiti ” www.cri.it

Bonifico bancario: causale ” Pro emergenza Haiti” IBAN IT66-C0100503 3820 0000 0218020

Programma alimentare mondiale Onu

Posta : c/c 61559688 intestato a: Comitato Italiano per il PAM

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Banca: c/c 6250156783/83 Banca Intesa ag. 4848

ABI 03069 CAB 05196

IBAN IT39 S030 6905 1966 2501 5678 383

Caritas Italiana

C/C POSTALE N. 347013 – Causale: “Emergenza terremoto Haiti”

Oppure tramite bonifico:

UniCredit Banca di Roma Spa, via Taranto 49, Roma – Iban: IT50 H030 0205 2060 0001 1063 119

Intesa Sanpaolo, via Aurelia 796, Roma – Iban: IT19 W030 6905 0921 0000 0000 012

Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma – Iban: IT29 U050 1803 2000 0000 0011 113

CartaSi e Diners telefonando a Caritas Italiana tel. 06 66177001 (orario d’ufficio)

Donazioni online: Caritas international http://www.caritas.org

Fondazione Rava

Ad Haiti da 22 anni, gestisce l’ospedale pediatrico Saint Damien, l’unico dell’isola e il più grande dei Caraibi, gravemente danneggiato dal sisma. Servono urgentemente fondi per sostenere i soccorsi medici d’emergenza

bollettino postale su C/C postale 17775230;

bonifico su c/c bancario BANCA MEDIOLANUM SpA, Ag. 1 di Basiglio (MI) IT 39 G 03062 34210 000000760000 causale: terremoto Haiti

carta di credito online su www.nphitalia.org o chiamando lo 02 5412 2917.

Save the Children

Donazioni online con carta di credito (nessuna commissione):

http://www.savethechildren.it/2003/donazioni/donazioni.asp?ERH=y

Oppure: C/C POSTALE n.43019207

Actionaid

Nelle prossime ore sarà attivato un servizio di SMS solidale

Donazioni con carta di credito al numero verde 800.13287

Versamento sul conto corrente postale n. 85593614, intestato ad AGIRE onlus, via Nizza 154, 00198 Roma, causale Emergenza Haiti

Bonifico bancario sul conto BPM – IBAN IT47 U 05584 03208 000000005856. Causale: Emergenza Haiti

Le Misericordie Italiane

c/c 000005000036, MONTE DEI PASCHI DI SIENA SPA, Firenze Agenzia 6, IBAN: IT 03 Y 01030 02806 000005000036;

oppure sul CONTO CORRENTE POSTALE N° 000021468509, Firenze Agenzia 29,

IBAN: IT 67 Q 07601 02800 000021468509, entrambi intestati a “Confederazione Nazionale” con causale «PRO HAITI»

CROCE ROSSA
Numero verde: 800.166.666
Donazione online: Causale “ Pro emergenza Haiti “ www.cri.it
Bonifico bancario: causale “ Pro emergenza Haiti” IBAN IT66-C0100503 3820 0000 0218020
SMS 48540 donazione 2 Euro da “WIND” e “3” numero verde 800.166.166

UCODEP
Ucodep, l'associazione italiana della coalizione internazionale di Oxfam, presente in 20 paesi del mondo, lancia una sottoscrizione.
Si può donare attraverso il sito
http://www.ucodep.org/ con carta di credito o telefonando al numero verde 800.99.13.99,
in alternativa il c/c postale 14301527 intestato a Ucodep, con causale Emergenza Haiti

PROGRAMMA ALIMENTARE MONDIALE ONU
Posta : c/c 61559688 intestato a: Comitato Italiano per il PAM
IBAN IT45TO76 0103 200 0000 6155 9688
Banca: c/c 6250156783/83 Banca Intesa ag. 4848
ABI 03069 CAB 05196
IBAN IT39 S030 6905 1966 2501 5678 383
Donazioni online: www.wfp.org/it

CARITAS ITALIANA:
C/C POSTALE N. 347013 - Causale: "Emergenza terremoto Haiti"
Oppure tramite bonifico:
UniCredit Banca di Roma Spa, via Taranto 49, Roma - Iban: IT50 H030 0205 2060 0001 1063 119
Intesa Sanpaolo, via Aurelia 796, Roma - Iban: IT19 W030 6905 0921 0000 0000 012
Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma - Iban: IT29 U050 1803 2000 0000 0011 113
CartaSi e Diners telefonando a Caritas Italiana tel. 06 66177001 (orario d’ufficio)
Donazioni online: Caritas international
http://www.caritas.org/activities/emergencies/HaitiAppeal.html

SAVE THE CHILDREN: Donazioni online con carta di credito (nessuna commissione):
http://www.savethechildren.it/2003/donazioni/donazioni.asp?ERH=y
Oppure: C/C POSTALE n.43019207

MEDICI SENZA FRONTIERE
Con carta di credito telefonando al numero verde 800.99.66.55 oppure allo 06.44.86.92.25
Con bonifico bancario IBAN IT58D0501803200000000115000
CC postale 87486007, intestato a Medici senza Frontiere inlus, causale: Terremoto Haiti
Online:
http://www.medicisenzafrontiere.it/

UNICEF Donazioni online: www.unicef.it/haiti.
Con c/c postale 745.000, causale: ‘Emergenza Haiti’
Con carta di credito online su questo sito oppure chiamando il Numero Verde UNICEF 800 745 000
Con c/c bancario Banca Popolare Etica IBAN IT51 R050 1803 2000 0000 0510 051

PROGETTO MONDO MLAL
Per chi volesse parteciparre alla ricostruzione di Haiti versamenti su: Banca Popolare Etica IBAN IT 07 J 05018 12101 000000511320

ONG AGIRE
Sms: Una donazione di 2 euro inviando un sms al 48541 da cellulari Tim o Vadafone o chiamando da rete fissa Telecom. Numerazione attiva da oggi fino al 31 gennaio 2010.
Oppure:
Donazioni con carta di credito al numero verde 800.132870
Posta: cc postale n. 85593614, intestato ad AGIRE onlus, via Nizza 154, 00198 Roma, causale Emergenza Haiti.
Banca: cc BPM - IBAN IT47 U 05584 03208 000000005856. Causale: Emergenza Haiti.
Donazioni online: www.agire.it

FONDAZIONE FRANCESCA RAVA N.P.H. ITALIA ONLUS
Tel 0254122917 bollettino postale su C/C postale 17775230
bonifico su c/c bancario BANCA MEDIOLANUM SpA,
Ag. 1 di Basiglio (MI) IT 39 G 03062 34210 000000760000 causale: terremoto Haiti
carta di credito on line su www.nphitalia.org o chiamando lo 02 54122917

FONDAZIONE AVSI – ong onlus
20158 Milano via legnone 4
cell +39 3357101896 tel.+39 026749881
elisabetta.ponzone@avsi.org www.avsi.org
Per chi volesse fare una donazione indicare nella causale “terremoto Haiti”
Credito Artigiano-Sede Milano Stelline, Corso Magenta 59
IBAN IT 68 Z0351201614000000005000 IBAN IT 68 Z0351201614000000005000 BIC (Swift code) ARTIITM2 Conto corrente postale n° 522474, intestato AVSI

TERRE DES HOMMES ITALIA
Per aiutarci a salvare più persone possibili potete donare tramite:
bonifico bancario presso Banca Monte dei Paschi di Siena Ag.57 - IBAN IT53Z0103001650000001030344
versamento postale sul c/c 321208
carta di credito all’indirizzo
http://www.terredeshommes.it/ecom/donazione_online.php
SMS solidale 48541(da Tim e Vodafone e chiamate da rete fissa Telecom), per sostenere AGIRE, coordinamento di ONG di cui fa parte anche Terre des hommes e che fino ad ora ha già raccolto 800.000 euro, cifra che speriamo possa raddoppiare nelle prossime

La sottoscrizione per i bambini di Haiti già oltre centomila euro
ANGELO CONTI

La sottoscrizione fra i lettori de La Stampa per aiutare i bambini di Haiti ha superato ieri sera i 100 mila euro. Ai primi 50 mila, messi a disposizione dei padri camilliani da Specchio dei tempi poche ore dopo il sisma, si stanno aggiungendo le offerte di tanti lettori, sia attraverso i canali più tradizionali, sia on-line con carte di credito (www.specchiodeitempi.org).



L’obiettivo immediato è stato quello di offrire un supporto all’Ospedale Pediatrico Saint Camille, costruito e gestito dai padri camilliani piemontesi. Ora verranno prese altre iniziative, sempre a favore dei bimbi di Haiti.Fra le segnalazioni odierne, quelle del Comune di Rivarolo e quella dei dipendenti della Compagnia di San Paolo: hanno tutti annunciato di voler raccogliere denaro da devolvere a Specchio dei tempi.



Come versare

Si può versare presso gli sportelli La Stampa di via Roma 80 e di via Marenco 32 a Torino, nonchè presso tutte le redazioni locali. Tramite bonifico sul conto corrente bancario intestato a: Fondazione La Stampa - Specchio dei tempi; Iban: IT10 V030 6901 0001 0000 0120 118. Tramite conto corrente postale numero 7104 indicando il mittente e scrivendo la dicitura. On line, utilizzando una carta di credito, sul sito www.specchiodeitempi.org. Su questo sito viene inoltre pubblicato l’elenco completo delle offerte. 
 ''Aiutiamo Haiti'', tutte le iniziative per il terremoto
Le donazioni con Caritas, Unicef, Croce Rossa, Agire e Fondazione Francesca Rava.
La situazione dei bambini e delle donne ad Haiti era già molto difficile prima che il sisma colpisse l'isola.
Haiti è, infatti, uno dei paesi più poveri del pianeta - classificato al 148° posto su 179, secondo l’Indice di Sviluppo Umano dell’Undp - e fatica a riprendersi da anni di violenza, insicurezza, instabilità, e da una lunga serie di calamità naturali.
Con queste parole l’Unicef fa appello all’opinione pubblica per non lasciare soli i terremotati.
“L’associazione si è subito attivata per fornire un aiuto immediato alle vittime del sisma che ha colpito oggi il paese”: dichiara il Presidente dell’Unicef Italia Vincenzo Spadafora. “In coordinamento con le altre agenzie delle Nazioni Unite presenti, forniremo gli aiuti necessari per garantire accesso ai servizi igienici, all’acqua potabile e all’assistenza sanitaria di base”.


Ecco come aiutare i bambini di Haiti, l’Unicef: “Non lasciamoli soli”
“E’ necessario che i bambini”, conclude l’Unicef, “i più vulnerabili in caso di catastrofi naturali, siano protetti. Non lasciamoli soli”.
L’associazione si rivolge a tutti, chiarendo che alla raccolta fondi per le vittime di Haiti si può aderire tramite c/c postale postale 745.000, causale: ‘Emergenza Haiti’; tramite carta di credito online su www.unicef.it; chiamando il numero verde 800-745-000; oppure attraverso cc bancario “Banca Popolare Etica, IBAN IT51 R050 1803 2000 0000 0510 051”.

La Caritas: danni enormi, tutti gli estremi per le donazioni
Per le vittime di Haiti scende in campo anche la Caritas italiana, ricordando che è il Paese più povero dell'America Latina, ed è periodicamente provato da calamità naturali e crisi sociali: “Dei circa nove milioni di abitanti, su una superficie che è poco più di quella della Sicilia, oltre la metà vive con meno di 1 dollaro al giorno”.
La Caritas Italiana da anni sostiene la Chiesa locale - in particolare per le emergenze e per interventi di promozione della donna e di economia solidale - ed ha prontamente manifestato vicinanza e solidarietà.
In collegamento costante con l'intera rete Caritas, lancia un appello per poter contribuire alla realizzazione del piano d'emergenza. Per sostenere gli interventi in corso si possono dunque inviare offerte a Caritas Italiana tramite C/C POSTALE N. 347013, specificando nella causale: Emergenza terremoto Haiti. Offerte sono possibili anche tramite altri canali, tra cui: UniCredit Banca di Roma Spa, via Taranto 49, Roma - Iban: IT50 H030 0205 2060 0001 1063 119; Intesa Sanpaolo, via Aurelia 796, Roma - Iban: IT19 W030 6905 0921 0000 0000 012; Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma - Iban: IT29 U050 1803 2000 0000 0011 113; CartaSi e Diners telefonando a Caritas Italiana tel. 06 66177001 (orario d'ufficio).

La Croce Rossa: "Facciamo appello alla solidarietà degli italiani"
La Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa ha immediatamente allertato il proprio Centro Logistico di Soccorso che si trova a Panama. Una squadra di valutazione è stata inviata sul luogo del disastro ed uno primissimo stanziamento pari a 1,7 milioni di euro è stato effettuato per venire incontro alle prime necessità.
Tutte le 186 Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa sono state poste in stato di allarme, per organizzare di un ponte aereo per inviare soccorsi sanitari, viveri, coperte e tende.
La Croce Rossa Italiana fa dunque appello alla solidarietà degli italiani per sostenere questo intervento di aiuto umanitario. I contributi finanziari raccolti saranno impiegati a sostegno delle attività di assistenza alle popolazioni terremotate, in stretta collaborazione con la Croce Rossa haitiana e la Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa.
Le donazioni alla Cri si posso effettuare tramite conto corrente bancario (c/c bancario n° 218020 presso: Banca Nazionale del Lavoro-Filiale di Roma Bissolati -Tesoreria - Via San Nicola da Tolentino 67, Roma. Intestato a Croce Rossa Italiana Via Toscana, 12 - 00187 Roma. Coordinate bancarie, ossia codice IBAN, sono: IT66 - C010 0503 3820 0000 0218020. Causale: “pro emergenza Haiti”).
Attivo anche il conto corrente postale n. 300004 (intestato a: Croce Rossa Italiana, via Toscana 12 - 00187 Roma; codice IBAN: IT24 - X076 0103 2000 0000 0300 004. Causale: “Pro emergenza Haiti”).
La Croce Rossa ricorda infine che è anche possibile effettuare dei versamenti on line attraverso questa pagina del sito.


Agire: “Urgente la raccolta fondi, serve cibo, acqua potabile e medicine”
L’Agenzia Italiana per la Risposta alle Emergenze (Agire) che raggruppa alcune tra le più importanti ed autorevoli organizzazioni non governative presenti in Italia, ha deciso il lancio di un appello congiunto di raccolta fondi per garantire i necessari soccorsi alle popolazioni colpite e sostenere le attività di emergenza delle Ong italiane.
L’appello si inquadra all’interno di un coordinamento promosso con il Ministero degli Affari Esteri, per garantire una risposta coordinata del sistema-paese all’emergenza in corso nel rispetto dei diversi mandati ed ambiti di intervento.
I fondi raccolti verranno destinati ai bisogni più urgenti: cibo, acqua potabile, medicinali, ripari temporanei. Ma la portata del disastro è così ampia da richiedere un intervento di assistenza e ricostruzione della durata di diversi mesi.
Nelle prossime ore sarà attivato l’sms solidale, per il momento è possibile offrire il proprio sostegno attraverso i seguenti canali: donazioni con carta di credito al numero verde 800.132870; versamento sul conto corrente postale n. 85593614, intestato ad Agire onlus, via Nizza 154, 00198 Roma, causale “emergenza Haiti”; o tramite bonifico bancario sul conto BPM - IBAN IT47 U 05584 03208 000000005856, causale: “emergenza Haiti.
Agire ricorda inoltre la possibilità di effettuare donazioni on line dal sito dell’organizzazione. E anche tramite sms, inviando un sms al n. 48541 (donazione di 2 euro) da cellulari Tim, Vodafone, o da rete fissa Telecom Italia.

Fondazione Francesca Rava: I soccorsi stanno partendo, aiutateci
La Fondazione Franceca Rava rappresenta in Italia N.P.H., l'organizzazione umanitaria internazionale presente in Haiti da 22 anni con numerosi progetti in aiuto all'infanzia, tra cui un ospedale pediatrico, un orfanotrofio, scuole di strada, e attualmente impegnata a portare soccorso alla popolazione colpita dal terremoto che ha causato migliaia di morti e dispersi.
L'ospedale pediatrico Saint Damien, l'unico dell'isola e il più grande dei Caraibi, inaugurato nel 2006, è in piedi ma gravemente danneggiato e i 150 bambini degenti sono stati evacuati, ma il suo pronto soccorso continua ad essere un importante centro di riferimento per gli aiuti.
I 600 bambini dell’orfanotrofio N.P.H. e del Centro di riabilitazione “Casa dei piccoli Angeli” sono salvi.
Padre Rick Frechette, sacerdote e medico in prima linea, direttore di N.P.H. Haiti, sta coordinando i soccorsi con il suo staff e dall’Italia sta partendo un gruppo di medici volontari della Fondazione per portare immediato aiuto.
Per aiutare, potete fare una donazione a “Fondazione Francesca Rava – N.P.H. Italia Onlus”, causale “terremoto Haiti”, tramite bollettino postale su c/c postale 17775230; oppure tramite bonifico su c/c bancario Banca Mediolanum Spa, Ag. 1 di Basiglio (MI) IT 39 G 03062 34210 000000760000.
La Fondazione ricorda anche la possibilità di pagare con carta di credito chiamando il numero 02-5412 2917;



L'associazione "Pane condiviso" dal 1983 lavora per aiutare i piccoli haitiani.
Davide Sfragano
Sono centinaia, forse migliaia, i piccoli haitiani che vivono in Italia, adottati da famiglie italiane. Le condizioni economiche dell'isola hanno indotto, infatti, molti nostri connazionali a farsi avanti per adottare uno dei tanti ragazzini condannati a una vita diu miseria nei Caraibi. E in tanti hanno cambiato, così, il loro destino.
Quando la raggiungiamo telefonicamente nel suo ufficio di Udine Maria Ivana Agosto, responsabile dei progetti pro Haiti dell'associazione Pane condiviso, è ancora sconvolta.
Dal 1983 si occupa dei bambini di quel paese caraibico tra i più poveri del mondo.
Fino a oggi è riuscita a trovare casa in Italia a 130 di loro, lei stessa ne ha adottati 3.


Cinque progetti che si realizzano ad Haiti
E soprattutto si occupa, raccogliendo fondi in Italia, di sostenere con tutto il cuore i cinque progetti che l'associazione ha messo su nell'isola caraibica: ce n'è uno a favore del recupero dei numerosi bambini di strada di Haiti; un altro per il sostegno scolastico dell'obbligo in un Paese in cui sono pochissimi i bambini che vanno a scuola; un altro ancora per sostenere gli studi superiori; un quarto per dare una semplicissima casa in muratura alle tantissime famiglie dell'isola che non ne hanno una; un quinto a sostenere di un orfanotrofio.


"Sono ore che provo a parlare con suor Angela"
E oggi piange per la tragedia che ha colpito quel pezzo d'Africa in America latina. È da stanotte che prova a comunicare con suor Anna D'Angela, la referente dell'associazione ad Haiti. Ma è tutto inutile.
"L'ultima volta l'ho sentita a Natale. Era felicissima perché era riuscita a distribuire cibo a 130 famiglie. Ma adesso non ci riesco proprio a sentirla. Non si riesce a prendere la linea. In quel Paese è già difficile riuscire a comunicare con l'Italia normalmente, figuriamoci adesso" dice la Agosto.
Ma la volontaria, ad ogni modo, non ha alcuna intenzione di mollare.
Si ferma un attimo, si asciuga le lacrime, riprende fiato e dice: "Adesso ci sto provando tramite internet, prima o poi spero di riuscire ad avere notizie. Spero tanto che le nostre strutture non siano crollate".


"Lì si vive solo di stenti e di miseria"
"Quello è un Paese poverissimo, davvero sfortunato - prosegue nel suo racconto - Un bambino che fa un pasto al giorno è già fortunato. Quelli che riescono a frequentare una scuola dell'obbligo ancor di più. Coloro che dormono in una casa in muratura sono davvero pochissimi.
La maggior parte sono baracche di lamiera e fango. È per questo che ci adoperiamo per aiutarli. Lì si vive davvero di stenti e di miseria. Dal 1983 siamo riusciti a far adottare 130 bambini".
"Tutte adozioni legali" ci tiene a precisare. E dice ancora: "Non è un caso che i ragazzi a cui abbiamo trovato una famiglia non ricordano nulla del loro Paese: forse hanno preferito cancellare tutto dalla loro memoria".


"Speriamo che i nostri edifici non siano crollati"
"E sosteniamo i salesiani lì. Partecipiamo a dei progetti educativi grazie ai quali 1.200 bambini vanno a scuola" prosegue la volontaria.
"L'ultima volta che sono stata lì, seppur di poco, grazie anche ai nostri sforzi e quelli dei salesiani, la situazione sembrava addirittura migliorata. Ma adesso questo terremoto ha riazzerato tutto. Spero solo che le costruzioni realizzate grazie al nostro aiuto abbiano resistito al sisma".

Miracolo Winnie: salva dopo tre giorni

I lamenti della bimba, 18 mesi, sono sentiti da una troupe australiana che riesce a salvarla. Le immagini fanno il giro del mondo. L’Onu: «Peggior disastro mai visto»

 
Il bilancio ufficiale della tragedia che ha colpi-
 to Haiti non è ancora possibile farlo. Una cosa
 però è certa: l’immagine di una bambina semi-
 nuda, tutta inpolverata, che sgrana gli occhi
 verso la telecamere resterà l’immagine simbolo
 della catastrofe caraibica. È un vero e proprio
 miracolo, infatti, quello avvenuta a Port-au-
 Prince, dove è stata salvata la piccola Winnie.

I lamenti della bimba, 18 mesi, sono sentiti da una troupe australiana su indicazioni della popolazione che si aggirava per la zona. La sua voce, seppur flebile, è riuscita a salvarla. Gli operatori della troupe hanno scavato a mani nude e dopo 45 minuti riescono ad estrarla viva dalle macerie. Ad attenderla c’era uno zio, Franz, che l’ha abbracciata. Non si sa ancora che fine abbiano fatto i genitori della piccola.

Intanto l’Onu afferma che il terremoto di Haiti è il peggior disastro che l’organizzazione delle Nazioni Unite abbia mai dovuto affrontare nella sua storia, perchè ha distrutto tutte le strutture locali del Paese. A dirlo in giornata una portavoce del Palazzo di Vetro, a Ginevra.

 
 
 

NO DISCARICA AMIANTO A VILLA PINCIONE (CH) MANDA EMAIL A NAPOLITANO E CHIODI

Post n°705 pubblicato il 07 Gennaio 2010 da dammiltuoaiuto
 

NO DISCARICA AMIANTO A VILLA PINCIONE MANDA EMAIL A NAPOLITANO E CHIODI
ALL'ATTTENZIONE DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
PER CONOSCENZA AL PRESIDENTE REGIONE ABRUZZO CHIODI
Caro Presidente Napolitano
I Comitati locali ed il Movimento ambientalista del WWF hanno per primi evidenziato i pericoli derivanti dalla riapertura ed ampliamento a Villa Pincione, ch nella periferia del comune di Crecchio, di una discarica di amianto che ha operato sino al 2005 e chiusa in seguito ai dati ARTA, che aveva rilevato fibre aerodisperse. Mancano solo cavilli, la riapertura dell'impianto della società SMI, che prevede l’adeguamento della discarica per rifiuti inerti esistente, già è autorizzata a ricevere rifiuti contenenti amianto in matrici cementizie o resinoidi.
Il problema che gli ambientalisti si pongono è: visto lo spessore di una fibra di amianto che è 1300 volte più sottile di un capello, chi garantisce che in discarica, non vi sia aerodispersione di fibre a causa di contenitori non bonificati o peggio ancora di involucri lesionati che all’atto dello scaricamento potrebbero perdere il loro contenuto?
Nel progetto di riapertura, la SMI parla di messa in sicurezza dei rifiuti già abbancati e loro isolamento: cosa significa che che questi nonostante la chiusura siano rimasti li per 5 anni in balia delle intemperie, e dei venti?
La discarica di amianto è stata fortemente voluta dall’amministrazione comunale negli anni 1998 – 1999. Nel corso del Consiglio Comunale di Ortona avvenuto il 21 dicembre 2009 propio a Villa abbiamo ricordato le sollecitazioni scritte dell’allora Sindaco Gianfrancesco Puletti alla ditta proprietaria del sito in località Taverna Nuova affinché valutasse la possibilità di adibire la vecchia cava in discarica per inerti.IL CONSIGLIO COMUNALE DI ORTONA VOTA CONTRO LA RIAPERTURA DELLA DISCARICA IL SINDACO FRATINO IN PRIMIS HA ESEPRESSO LA SUA CONTRARIETA' E L'OPPUTUNITA' DI UN TAVOLO CON LA REGIONE PER RISOLVERE IL PROBLEMA.
Il 29 di dicembre 2009 E’ stato bocciato «l’emendamento blocca discarica» presentato in aula, dal consigliere regionale del Partito democratico Camillo D’Alessandro, contro l’impianto per smaltire l’amianto che la società Meridionale inerti vuole realizzare a Taverna Nuova. «La maggioranza ha bocciato il mio emendamento e Ortona sarà costretta a diventare una discarica di amianto di livello regionale e nazionale», ha spiegato D’Alessandro , «questa sconfitta della città è stata causata dall’inconsistenza della politica locale del Pdl nei luoghi dove si prendono le decisioni, cioè il sindaco Nicola Fratino e la sua compagine, contrari alla discarica, non sono riusciti a convincere i loro referenti regionali». D’Alessandro riferisce i motivi che hanno portato la maggioranza a respingere un emendamento che introduce l’obbligo, ai fini dell’autorizzazione alla messa in esercizio di un impianto di amianto, della valutazione di impatto sanitario che supera la semplice valutazione di impatto ambientale. «Durante la sospensione della seduta, il governatore Chiodi mi ha fatto presente che non si poteva votare favorevolmente una norma che blocca un procedimento in corso. La questione non sta in questi termini perché c’è in gioco la salute pubblica e la seria compromissione dell’ambiente.
Effetti dell’Amianto sulla salute
http://www.sai-ambiente.it/info-amianto/effetti-dellamianto-sulla-salute.html
La potenziale pericolosità dei materiali contenenti amianto ( M.C.A ) dipende dall'eventualità che siano rilasciate nell'ambiente fibre aerodisperse che possono venire inalate. Dopo essere state inalate, alcune vengono eliminate, altre rimangono nei polmoni per sempre.

La respirazione delle fibre d'amianto può provocare principalmente tre malattie:

Asbestosi, ( cicatrizzazione dei tessuti del polmone )
In questa malattia la normale struttura del polmone viene modificata a causa della comparsa di tessuto fibroso che ostacola il trasferimento dell'ossigeno dell'aria respirata al sangue. Compaiono disturbi quali: difficoltà respiratoria, disturbi cardiaci. Per la diagnosi di asbestosi occorre effettuare una radiografia al torace. Per verificare l'eventuale danno, anche in fase iniziale sono utili esami della funzionalità respiratoria ( spirometria ). Per verificare l'esposizione è utile effettuare un esame dell'escreato dove si possono trovare fibre chiamate "corpuscoli di asbesto". Generalmente l'asbestosi, raramente compare prima di 10 anni dalla prima esposizione.

Cancro al polmone-Mesotelioma
L'amianto può provocare tumori ai

- Pleura; ( la doppia membrana liscia che racchiude i polmoni )

- Pericardio; ( la membrana che racchiude il cuore )

- Peritoneo ( la doppia membrana liscia che ricopre l'interno della cavità addominale )

In questi ultimi tre casi si parla di Mesotelioma.

Il cancro al polmone è mortale nel 95% dei casi e può derivare anche dall'asbestosi.

Il mesotelioma è inguaribile e porta generalmente alla morte entro 12-18 mesi dalla diagnosi.
È stato suggerito che l'esposizione all'amianto può provocare il cancro della laringe o delle vie gastro-intestinali.
Si è sospettato inoltre che l'ingestione d'amianto ( ad esempio attraverso l'acqua potabile contaminata ) può provocare un cancro gastro-intestinale e almeno uno studio ha evidenziato un rischio maggiore derivante da concentrazioni anormalmente elevate di amianto ingerite attraverso l'acqua potabile. Tuttavia, tali sospetti non sono stati sempre confermati da prove raccolte nel corso di relativi studi.

L'esposizione dell'amianto può inoltre provocare placche pleuriche. Tali placche sono spesse zone fibrose o parzialmente calcificate in alcuni punti, che partono dalla superficie della pleura e possono essere individuate mediante una radiografia del petto o una tomografia computerizzata ( TAC ).

Le placche pleuriche non hanno un decorso maligno e non alterano normalmente le funzioni del polmone.

Mentre per l'asbestosi maggiore è il numero di fibre inalate è maggiore è la possibilità di contrarre la malattia, per l'insorgenza di un tumore sono sufficienti esposizioni anche limitate
L'effetto cancerogeno dell'amianto è gravemente potenziato dal fumo di sigaretta
CARO PRESIDENTE LE CHIEDO AIUTO NON CONDANNI A MORTE CERTA IL PAESE DOVE SONO VISSUTI I MIEI AVI E DOVE IO CI COLTIVO LA VITE E L'ULIVO SIAMO STATI DIMENTICATI DA UNA POLITICA ARROGANTE CHE NON PENSA ALLA SALUTE DEI PROPI CITTADINI
PAOLO CARINCI
03/01/2010

COPIA ED INCOLLA E FIRMA QUESTA LETTERA A NAPOLITANO PER SPEDIRE LA LETTERA AL PRESIIDENTE
TAGLIA E INCOLLA QUI
https://servizi.quirinale.it/webmail/
 


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 

la guerra e' bella anche se fa male ?

Post n°704 pubblicato il 06 Gennaio 2010 da dammiltuoaiuto

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Non erano mai stati favorevoli alla partecipazione alla missione in Iraq, parlo di una parte dei generali delle Forze Armate italiane, per motivi politici e per motivi pratici.

Non erano favorevoli ma non hanno mai esternato la loro contrarietà per non perdere il posto.

La stessa cosa accadeva negli uffici occupati da molti funzionari e dirigenti dei Servizi segreti, contrari alla guerra in Iraq, ma senza il coraggio di combattere una battaglia contro i politici che li spedivano in quel luogo.

In quel luogo dove dovevano combattere una guerra ingiusta che aveva come unico scopo il controllo delle risorse petrolifere.

Anche quasi tutti i politici del centro-sinistra e di centro erano contro la partecipazione ma lo tennero nascosto per non contrariare l'alleato padre-padrone Usa.

Accadde che per via di una serie di sequestri di persona e con l'attentato a Nassiriyah dove morirono 20 Italiani in divisa e no, il governo Berlusconi prima e Prodi poi decisero il ritiro delle truppe.

Io sono sempre stato contrario alla guerra in Iraq perché era chiaramente fondata su informazioni malamente falsificate sul possesso di armi di distruzione di massa dell'iraq, documento passato dall'Italia alle autorità Usa, e perché Saddam a quel punto aveva accettato qualsiasi condizione posta dall'Occidente.

Ma i generali spediti in Iraq, o che dirigevano le operazioni dall'Italia, avevano il dovere di svolgere al meglio il compito per i quali erano stati comandati.

Allora sorge più che un dubbio quando si scopre che i carabinieri e gli altri morti erano accasermati in un edificio che poteva contare su meno protezioni di una qualsiasi caserma in Italia, che fino a prova contraria, non è un paese in guerra.

Giusto serebbe quindi se arrivasse, da parte dei giudici italiani, una condanna penale severa per i generali responsabili per un errore così grave ma soprattutto inspiegabile

 
 
 

TELEFONO ARCOBALENO: ITALIA TRISTEMENTE QUINTA NEL MONDO PER PEDOPORNOGRAFIA

Post n°703 pubblicato il 06 Gennaio 2010 da dammiltuoaiuto
 

TELEFONO ARCOBALENO: ITALIA TRISTEMENTE QUINTA NEL MONDO PER PEDOPORNOGRAFIA

L'italia e' il quinto Paese nel mondo per numero di 'consumatori' di pedopornografia, triplicati in quattro anni, e l'Europa e' l'epicentro della pedofilia on line. Lo afferma Telefono Arcobaleno, l'associazione che da dodici anni lotta al fianco delle polizie nazionali e internazionali contro la pedofilia e la pedopornografia, in occasione della Giornata Mondiale sui diritti dell'infanzia.
Dodici anni nei quali l'associazione ha censito i volti di 35mila bambini sui siti pedofili individuati monitorando costantemente la rete, con una media di sette nuove vittime individuate ogni giorno.
"La dimensione della pedofilia online dal 2006 a oggi e' praticamente raddoppiata -afferma Giovanni Arena presidente e fondatore di Telefono Arcobaleno- ogni giorno, l'equipe informatica dell'associazione, segnala in media 120 nuovi siti pedofili e scopre 7 nuovi bambini prigionieri di questo turpe mercato sul web. Meno del 2%, ad oggi, e' stato identificato".
"L'Europa -riferisce Telefono Azzurro- si attesta come epicentro assoluto della pedofilia on line; oltre il 90% dei bambini sfruttati e' di razza europea, l'86% dei materiali pedofili e' allocato in Europa, i due terzi dei clienti sono europei.
I consumatori italiani di pornografia minorile sono praticamente triplicati in quattro anni, con un incremento del 188% rispetto al 2004, che pone l'Italia al quinto posto di una triste classifica, preceduta solo da Germania, Stati Uniti, Russia e Regno Unito".

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 

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