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Mi batterò perché i giovani non lascino la Birmania

Post n°774 pubblicato il 31 Dicembre 2010 da dammiltuoaiuto
 

"Mi batterò perché i giovani
non lascino la Birmania"

 

Aung San Suu Kyi

Aung San Suu Kyi è stata liberata
dalla giunta dopo anni di arresti
domiciliari
DANIELLE BERNSTEIN

RANGOON
Durante gli arresti domiciliari lei ha passato molto tempo ascoltando la radio. Quali programmi preferisce?
«Le trasmissioni di carattere politico fanno parte del mio lavoro. Ma amo i programmi culturali. Seguo molto la Bbc World Service, anche se per qualche motivo in questo periodo non trasmettono molta musica. Forse di più quando ascoltavo la Bbc in birmano e Radio Free Asia. Ogni giorno, per almeno sei ore al giorno. C’erano sempre molte notizie davvero impressionanti. In tutto il mondo pare che la violenza e i disastri naturali imperversino, non solo qui in Birmania. Allagamenti, terremoti, cicloni...».

Cosa ha provato quando ha saputo della rivolta dei monaci contro il regime, nel 2007?
«Sapevo dall’inizio che sarebbe finita male, ero molto triste. Ma ha cambiato le cose, ha fatto cambiare idea a molta gente e questo è quello che davvero conta. Credo che fossero in molti a pensare che la politica non era affar loro, ma il modo in cui sono stati trattati i monaci li ha colpiti profondamente, perché a quel punto caspisci di non poter ignorare quel che sta accadendo nel Paese».

Lei è stata criticata per aver preso una posizione rigida sulle sanzioni.
«C’è chi usa le sanzioni economiche come una scusa per le disastrose condizioni economiche del Paese. Ma secondo la maggior parte degli economisti, il problema principale è la politica imposta dall’attuale regime. Un cambio di indirizzo delle politiche governative porterebbe un cambiamento anche nella situazione economica. E questo è quello che sostengono tanto organizzazioni, come il Fondo monetario internazionale, come gli economisti».

E perché non cambiano, allora?
«Perché c’è chi se n’avvantaggia. Quelli vicini al potere non sono particolarmente interessati al cambiamento».

Come riuscirà il suo partito a evitare un vuoto nella dirigenza al cambio generazionale?
«Nel Paese ci sono moltissimi giovani attivi, svegli e pieni di voglia di imparare. Forse non sanno tutto quello che sanno i loro coetanei all’estero, ma si stanno mettendo in pari. Dobbiamo darci da fare per assicurarci che i migliori non lascino il Paese. Non c’è un vuoto, solo meno di quello che vorremmo».

Che ostacoli incontra chi ha scelto di restare?
«Tanti che non so nemmeno come potrei elencarli tutti. Mi chiedo se non dovremmo trovare una parola più adeguata di “ostacolo”».

Ci sono poche figure politiche femminili che sembrano aver ereditato dai loro padri il desiderio di lavorare per il bene del Paese. Per lei è stato così?
«Ho sempre guardato a mio padre come a un modello , sia come padre sia come leader politico — un leader politico in cui credo, avendo studiato la sua vita, il suo lavoro e il suo pensiero».

Era il suo destino?
«Non credo a questo tipo di destino. In Birmania si parla molto di karma. Io continuo a ricordare a tutti che karma significa “fare”. Raccogli quel che hai seminato. E ti crei il tuo karma con l’agire. Il tuo karma sono i tuoi obiettivi. Non credo al fato, al destino, cose di quel genere».

Ha conservato un ottimo senso dell’umorismo, malgrado tutte le avversità che ha passato.
«Lo spero bene!».

Copyright Newsweek
traduzione di Carla Reschia

 
 
 

Cosa c’è nei documenti di Wikileaks ZORRO E' CON JULIAN ASSANGE

Post n°773 pubblicato il 28 Dicembre 2010 da dammiltuoaiuto
 

Cosa c’è nei documenti di Wikileaks

Il primo elenco sintetico, dal New York Times e dal Guardian: gli Stati Uniti spiano i vertici delle Nazioni Unite?
wikileaks_embassy

Di cosa parliamo: Wikileaks ha diffuso dei “diplomatic cable”. Si tratta di rapporti ufficiali scritti da funzionari e ambasciatori facenti capo al dipartimento di Stato americano e aventi come oggetto le interazioni tra funzionari americani o tra questi e ambasciatori o funzionari di governi stranieri. Ogni rapporto contiene un riassunto iniziale e poi i dettagli su determinati eventi o incontri. Il Guardian ha un motore per la ricerca nel database dei rapporti. Lo Spiegel pubblica delle FAQ che spiegano altre cose utili sulle loro origini. Il primo articolo pubblicato sul sito del New York Times domenica sera riporta un elenco di sintesi di alcune delle cose rivelate.

1. Un pericoloso confronto col Pakistan sui combustibili nucleari, nel 2009: gli americani volevano rimuovere dell’uranio arricchito dal sito di un reattore pakistano, ma i pakistani si sono rifiutati di accettare le ispezioni dei tecnici statunitensi per paura che fossero lette dai media come una sottrazione delle armi nucleari da parte degli Stati Uniti.

2. La scommessa su un crollo della Corea del Nord, e la discussione con la Corea del Sud di un’unificazione dei due paesi.

3. Le contrattazioni con i paesi alleati sullo smaltimento dei prigionieri di Guantanamo. Alla Slovenia fu chiesto di prenderne uno in cambio di un incontro con Obama, e all’isola di Kiribati furono offerti milioni di dollari in “incentivi” per prenderne altri. Al Belgio fu suggerito che accettare dei prigionieri avrebbe consentito una maggiore rilevanza in Europa.

4. Sospetti di corruzione nel governo afgano. Risulta che il vicepresidente afgano in visita negli Emirati Arabi Uniti l’anno scorso portò con sé 52 milioni di dollari in contanti.

5. Un progetto di hacking informatico internazionale. Un contatto cinese spiegò all’ambasciata americana a Pechino che la Cina decise un’intrusione nei sistemi di Google, nell’ambito di un piano di sabotaggio ampio che ha incluso attacchi ai computer del governo americano, dei suoi alleati occidentali, della ambasciate americane e del Dalai Lama a partire dal 2002

6. I sauditi rimangono i maggiori finanziatori del terrorismo internazionale, e il Qatar – a lungo alleato americano nell’area – è stato il “peggiore nella regione” in quanto a lotta al terrorismo. Il servizio segreto del Qatar è stato “incerto nell’agire contro noti terroristi, perché temeva di essere percepito come allineato agli americani e subire quindi delle rappresaglie”.

7. Un’alleanza curiosa: i diplomatici americani a Roma segnalarono nel 2009 quello che i loro contatti italiani descrivevano come una relazione straordinariamente stretta tra Vladimir Putin, primo ministro russo, e Silvio Berlusconi, magnate e primo ministro italiano, che includeva “regali lussuosi”, ricchi contratti energetici e un misterioso tramite italiano in grado di parlare il russo. Scrissero che Berlusconi “pare sempre di più essere il portavoce di Putin” in Europa.

8. Armi ai terroristi. I rapporti descrivono i tentativi degli Stati Uniti di impedire che la Siria consegnasse armi a Hezbollah. Una settimana dopo che il presidente siriano Assad aveva promesso agli Stati Uniti che non avrebbe inviato “nuove” armi al gruppo terrorista libanese, il dipartimento di Stato seppe che la Siria stava fornendo armi molto sofisticate a Hezbollah.

9. Le liti con l’Europa sui diritti umani. I funzionari americani avvertirono chiaramente la Germania nel 2007, chiedendole di non emanare mandati d’arresto per gli agenti della CIA coinvolti in un’operazione che vide un cittadino tedesco innocente, omonimo di un sospetto terrorista, rapito e costretto per mesi in Afghanistan. Un diplomatico americano avrebbe detto a un suo omologo tedesco che “non vogliamo minacciare la Germania, ma avvertire il governo tedesco di fare molta attenzione alle implicazioni di ogni suo gesto nei suoi rapporti con gli Stati Uniti”.

10. I capricci di Gheddafi. Si racconta della contrarietà del leader libico quando non gli venne dato il permesso di piantare la sua tenda a Manhattan, né di visitare Ground Zero, nel 2009. E di una “voluttuosa bionda”, la sua assistente ucraina, che non lo abbandona mai.

11. La rabbia araba contro l’Iran. In un rapporto si racconta che il re saudita Abdullah avrebbe chiesto di intervenire severamente contro Ahmadinejad e “tagliare la testa al serpente”. Altri regnanti della penisola avrebbero espresso forti preoccupazioni per il potere iraniano.

Sul sito del Guardian, invece, si legge il resoconto di quanto contenuto in un altro rapporto, secondo il quale il governo americano tiene segretamente sotto controllo la leadership delle Nazioni Unite, incluso il segretario generale Ban Ki-Moon e i rappresentanti dei paesi con seggi permanenti al Consiglio di sicurezza, Cina, Russia, Francia e Gran Bretagna. Una direttiva contenuta nei rapporti diffusi da Wikileaks, infatti, mostra come Hillary Clinton abbia chiesto ai funzionari del dipartimento di Stato americano di reperire password e chiavi crittografate usate dagli alti funzionari delle Nazioni Unite, sia in privato che nelle loro comunicazioni ufficiali, e dettagliate informazioni biometriche. Inoltre, chiedeva di conoscere “i metodi di gestione” di Ban Ki-Moon e “la sua influenza nella segreteria”.

Parallelamente, un’altra direttiva veniva inviata ai diplomatici operanti in Repubblica democratica del Congo, Uganda, Burundi e Rwanda precisava che per dati biometrici si intendono DNA, impronte digitali e scansioni dell’iride. Washington voleva anche numeri delle carte credito, indirizzi email, numeri di telefono, fax e cercapersone. La direttiva è stata ricevuta anche dai diplomatici americani di New York, Vienna, Roma, Londra, Parigi e Mosca. L’operazione coinvolgeva la CIA, i servizi segreti e l’FBI.

Julian Assange a 'Chi': "Mi batto per un mondo più civile"
Martedí 28.12.2010 17:46

assange
Il fondatore del sito Wikileaks Julian Assange

Afferma di volersi battere per un mondo "più civile" e promette di andare avanti, visto che il lavoro fatto è ancora il "2 per cento" e dispone di collaboratori "in tutti continenti".

In un'intervista a  Chi in edicola mercoledì 29 dicembre,  parla il fondatore del sito Wikileaks Julian Assange, fotografato a Ellingham House, la villa settecentesca dove vive in attesa del processo che il 7 febbraio prossimo dovrà decidere sulla sua estradizione. "Mentre ero in carcere mi sono chiesto più volte se valesse la pena di fare ciò che faccio e alla fine ho capito di essere sulla strada giusta".

"I miei collaboratori e io vogliamo contribuire a creare un mondo più civile", dice a proposito delle ragioni che lo hanno spinto a creare Wikileaks. "Siamo un'entità piccola, attaccata dagli Stati Uniti e dai loro alleati. Non siamo una superpotenza! Siamo più coraggiosi che potenti". E sull'eventualità di essere estradato negli States dichiara: "Negli Usa stanno studiando come mettere in piedi  un'accusa di spionaggio contro di me. È una minaccia che prendo sul serio. Ma siamo ancora al 2 per cento del lavoro e io ho collaboratori in tutti i continenti per andare avanti".

 

 

 
 
 

2,8 MILIARDI DI EURO SPESI PER IL CENONE DI NATALE E VIGILIA 1 MILIARDO FINISCE NELLA SPAZZATURA

Post n°772 pubblicato il 28 Dicembre 2010 da dammiltuoaiuto
 

2,8 MILIARDI DI EURO SPESI PER IL CENONE DI NATALE   E VIGILIA  1  MILIARDO FINISCE   NELLA SPAZZATURA   CHE VERGOGNA !!! MENTRE  C'E'   GENTE  CHE  MUORE  PER IL CIBO NOI LO BUTTIAMO   1  MILIARDO DI EURO  UNA CIFRA PAZZESCA   CHE  POTREBBE  SFAMARE  META' AFRICA  SE  QUESTO E'    IL  NATALE  ABOLIAMOLO  PERCHE'   NON ABBIAMO CAPITO NULLA    DOPO 2000  ANNI  CI ABBOTTIAMO   COME I MAIALI   E POI  IL CIBO FINISCE NELLA SPAZZATURA  CHE     VERGOGNA

 

(IAMM) Valgono 2,8 miliardi i cibi e le bevande consumati a tavola tra il cenone della vigilia e il pranzo di Natale che 9 italiani su 10 hanno trascorso a casa di parenti o amici. Lo ha stabilito il bilancio stimato dalla Coldiretti: "Con meno caviale, ostriche, salmone e champagne e più cappelletti in brodo, bollito,pizze rustiche, dal Natale esce rafforzata la tendenza alla riscoperta del legame con i prodotti del territorio".

Nonostante il risparmio delle famiglie, tuttavia, la scorpacciata natalizia si chiude con 1 miliardo che finisce direttamente nei rifiuti: un terzo dei cibi avanzati rischia infatti di finire buttato nella spazzatura.

 

Cibi per un miliardo finiscono nella spazzatura dopo le feste

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2010-12-26/cibi-miliardo-finiscono-spazzatura-150034.shtml?uuid=AYPXBtuC

 

Oltre un terzo delle portate preparate per la vigilia e per il pranzo di Natale rischiano di finire nel bidone della spazzatura: valore di circa un miliardo di euro. La stima arriva da Coldiretti che sottolinea che ad essere gettati sono soprattutto i prodotti già cucinati e quelli maggiormente deperibili come frutta, verdura, pane, pasta, latticini e affettati.

 

 

 

 

Per vigilia e pranzo spesi 2,8 miliardidi euro

Gli italiani hanno consumato meno caviale, ostriche, salmone, ma più bollito, cappelletti in brodo, pizze rustiche e agrumi nostrani. Nove italiani su dieci hanno trascorso la vigilia e il pranzo di Natale a casa con parenti e amici, con una spesa complessiva di 2,8 miliardi di euro per gustare soprattutto i piatti della tradizione italiana.

 

Le preziose ricette della nonna per evitare gli sprechi

Secondo la Coldiretti polpette, frittate, pizze farcite, ratatouille e macedonia sono un'ottima soluzione per utilizzare gli avanzi utilizzando le preziose ricette della nonna. In un momento di difficoltà economica è infatti importante raccogliere l'invito alla sobrietà e utilizzare la fantasia e il tempo libero delle feste per recuperare con gusto i cibi rimasti sulle tavole. Una usanza molto diffusa che nel passato ha dato origine a piatti diventati simbolo della cultura enogastronomica del territorio come la ribollita toscana, i canederli trentini, la pinza veneta o al sud la frittata di pasta o le bragiole di carne, involtini ottenuti dal rostbeef avanzato con l'aggiunta di salame e formaggio.

 

Recuperare il cibo fa bene all'economia

Per recuperare i cibi del giorno prima, dunque, saranno preparate polpette o polpettoni a base di carne o tartare di pesce, ma anche le frittate di verdura o di pasta, senza dimenticare la ratatouille. La frutta secca in più può essere facilmente caramellata per diventare un ottimo "torrone" mentre con quella fresca si ottengono pasticciate, marmellate o macedonie. Farciture con creme o cioccolata, poi, per dare un nuovo sapore ai dolci più tradizionali, come il pandoro o il panettone. Recuperare il cibo è una scelta che, sottolinea Coldiretti, fa bene all'economia e all'ambiente (con una minore produzione di rifiuti).

 

 
 
 

TAMTI AUGURI SCOMODI DI BUON NATALE E DI SOLIDARIETA'

Post n°771 pubblicato il 25 Dicembre 2010 da dammiltuoaiuto
 

img412/373/xnatale20iq1.gif     da  ZORRO

 
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"La cosa peggiore non è la violenza degli uomini malvagi, ma il silenzio degli uomini onesti"
Martin Luther King
 
 
 


Natale Bambino Gesù
 
 
AUGURI


Carissimi, non obbedirei al mio dovere di vescovo se vi dicessi “Buon Natale” senza darvi disturbo.

Io, invece, vi voglio infastidire. Non sopporto infatti l’idea di dover rivolgere auguri innocui, formali, imposti dalla routine di calendario.

Mi lusinga addirittura l’ipotesi che qualcuno li respinga al mittente come indesiderati.

Tanti auguri scomodi, allora, miei cari fratelli!

Gesù che nasce per amore vi dia la nausea di una vita egoista, assurda, senza spinte verticali

e vi conceda di inventarvi una vita carica di donazione, di preghiera, di silenzio, di coraggio.

Il Bambino che dorme sulla paglia vi tolga il sonno e faccia sentire il guanciale del vostro letto duro come un macigno, finché non avrete dato ospitalità a uno sfrattato, a un marocchino, a un povero di passaggio.

Dio che diventa uomo vi faccia sentire dei vermi ogni volta che la vostra carriera diventa idolo della vostra vita, il sorpasso, il progetto dei vostri giorni, la schiena del prossimo, strumento delle vostre scalate.

Maria, che trova solo nello sterco degli animali la culla dove deporre con tenerezza il frutto del suo grembo, vi costringa con i suoi occhi feriti a sospendere lo struggimento di tutte le nenie natalizie, finché la vostra coscienza ipocrita accetterà che il bidone della spazzatura, l’inceneritore di una clinica diventino tomba senza croce di una vita soppressa.

Giuseppe, che nell’affronto di mille porte chiuse è il simbolo di tutte le delusioni paterne, disturbi le sbornie dei vostri cenoni, rimproveri i tepori delle vostre tombolate, provochi corti circuiti allo spreco delle vostre luminarie, fino a quando non vi lascerete mettere in crisi dalla sofferenza di tanti genitori che versano lacrime segrete per i loro figli senza fortuna, senza salute, senza lavoro.

Gli angeli che annunciano la pace portino ancora guerra alla vostra sonnolenta tranquillità incapace di vedere che poco più lontano di una spanna, con l’aggravante del vostro complice silenzio, si consumano ingiustizie, si sfratta la gente, si fabbricano armi, si militarizza la terra degli umili, si condannano popoli allo sterminio della fame.

I Poveri che accorrono alla grotta, mentre i potenti tramano nell’oscurità e la città dorme nell’indifferenza, vi facciano capire che, se anche voi volete vedere “una gran luce” dovete partire dagli ultimi.

Che le elemosine di chi gioca sulla pelle della gente sono tranquillanti inutili.
Che le pellicce comprate con le tredicesime di stipendi multipli fanno bella figura, ma non scaldano.
Che i ritardi dell’edilizia popolare sono atti di sacrilegio, se provocati da speculazioni corporative.

I pastori che vegliano nella notte, “facendo la guardia al gregge ”, e scrutano l’aurora,

vi diano il senso della storia, l’ebbrezza delle attese, il gaudio dell’abbandono in Dio.

E vi ispirino il desiderio profondo di vivere poveri che è poi l’unico modo per morire ricchi.

Buon Natale! Sul nostro vecchio mondo che muore, nasca la speranza.



Tonino Bello   vescovo 
 
Vuoi aiutare i bambini indiani delle riserve???
 
 
 
La raccolta giocattoli 2004-2005 che abbiamo fatto con Sentiero Rosso è stata molto prolifica .A differenza del precedente viaggio in cui decidemmo di spargere i regali strada facendo, quest'anno abbiamo abbiamo deciso di creare un rapporto di collaborazione fisso con qualche struttura presente nelle riserve. Eravamo partiti con l'idea di dare tutto alla St.Joseph Indian School di Chamberlain, ma sinceramente i vostri doni sarebbero stati una goccia in mezzo all'oceano.
Questa scuola, infatti, è meravigliosa e anche economicamente sta messa molto bene, meno male!!!
Quindi abbiamo atteso di arrivare a Rosebud, e lì abbiamo avuto il nostro incontro, programmato da Wakan Tanka che decide tutto.
Vicino la chiesa, abbiamo conosciuto TRAVIS EAGLE DEER, un ragazzo Lakota che ci ..ha portato in una struttura in corso di ristrutturazione.
In questo luogo sta nascendo lo Youth Center di St. Francis, un centro in cui i ragazzi ed i bambini possono formarsi stando alla larga da alcool e droga.Travis insegnerà loro anche le danze, affinchè i ragazzi possano fare qualche spettacolo, e chissà, magari un giorno li inviteremo noi qui in Italia.
Travis non riceve nessun soldo per fare questo, nè tantomeno finanziamenti  statali.
Il suo sogno è quello di creare una buona struttura avviat, così da poter bussare al governoe chiedere dei fondi statali.
I vostri giocattoli sono finiti ai bambini dello Youth Center, e nei prossimi giorni, grazie al contributo dei 7 viaggiatori di quest'anno, partiranno altri scatoloni contenenti materiale didattico che i ragazzi e i bambini utilizzeranno.
In attesa delle foto e del materiale che Travis ci invierà, illustrandoci il Centro ristrutturato e operativo, vi metto una parte della mail che lui ci ha mandato, con l'indirizzo e  le coordinate per potere donare quello che volete, materiale didattico, giocattoli, coperte, vestiti, soldi e quant'altro reputate utile alla sua causa.
Youth Center P.O Box 492, St. Francis South Dakota 57572

ADOZIONIADISTANZACONPADREFRANCESCO

 
http://www.facebook.com/group.php?gid=53197277537&v=photos#!/group.php?gid=53197277537
L’adozione a distanza dei bambini indiani con padre francesco gabriele Carapellucci frate cappuccino della Madonna dei Sette Dolori di Pescara consiste nel farsi carico delle spese di mantenimento e di istruzione di un bambino in India a Warangal nella missione di Padre colombo L’offerta di 20 euro dell’adottante viene inviata per il mantenimento, le cure mediche e per tutte le spese dell’istruzione scolastica del bambino identificato. E’ un’iniziativa di solidarietà concreta a distanza, efficace e diretta che permette a un bambino di andare a scuola, curarsi e crescere nel proprio Paese con la propria gente. Ricordiamo l’esortazione di Siracide, “ Figlio, non rifiutare il sostentamento al povero. Non negare un dono al bisognoso. Non respingere la supplica di un povero, se è in tuo potere il farlo”. Ecco, più di 5200 bambini bisognosi bussano alla tua porta. Stendi la tua mano in soccorso di uno di questi bambini bisognosi. Il Signore, che non si lascia vincere in generosità, ti darà la ricompensa.
GRUPPO MISSIONARIO IUSTITIA FRATI MINORI
cc 10461655
tel.
085413234
 


 
 
 

Vivere gratis Al mercato del 'no cost'

Post n°770 pubblicato il 18 Dicembre 2010 da dammiltuoaiuto

Si può vivere con un dollaro al giorno, come fanno in Africa e in Asia milioni di persone, oppure senza neanche quello, come fa orgogliosamente da sedici anni la tedesca Heidemarie Schwermer nella sua Dortmund. In Italia, l' avanguardia più organizzata di chi cerca di disintossicarsi dal denaro si concentra in una community, "zerorelativo", che ha raccolto quasi 15.000 aderenti, che chiamano se stessi "barter": si punta al baratto, allo swapping, ma anche allo scambio di servizi e di beni ai quali non si vuole attribuire un valore preciso. Vivere gratis, o comunque ottenere senza comprarle molte delle cose che servono per vivere e per divertirsi, è possibile. E non è detto che l' unica buona ragione per farlo sia una drammatica necessità. C' è chiè arrivato all' overdose da spreco dopo aver constatato ciò che si accumulava nei suoi armadi, chi non sopporta di veder buttare via cibo ancora buono, chi se la prende con i maghi della finanza e chi si è abituato a vivere limando ogni spesa e alla fine ha concluso che si può fare. L' idea, del resto, ha solide radici filosofiche e religiose: non è un caso se Torino Spiritualità, la rassegna torinese che ogni autunno ripropone incontrie riflessioni, abbia quest' anno come titolo "Gratis. Il fascino delle nostre mani vuote" (dal 22 al 26 settembre). Tra gli ospiti, uno dei profeti della "vita senza", Alberto Salza, antropologoe autore di "Niente. Come si vive quando manca tutto". «Presto dovremo darci da fare per recuperare la condivisione e lasciar perdere il profitto - racconta Salza dall' Africa - Alcune frange evolute della nostra società occidentale lo stanno già facendo, ma a mio parere è tardi. Me ne sono convinto proprio osservando la povertà africana: si può vivere con meno di un dollaro a condizione di essere lasciati in pace. E dato che queste persone sono vive hanno storie di successo che andrebbero portate a esempio di vita. A noi occorre una secca variazione di paradigma: se il denaro non produce più lavoro, il lavoro deve produrre benessere». (segue dalla copertina) Pian piano, qualcuno comincia a provarci. Paolo Severi, Valeria Marigo, Gabriele Banorri e Daf, gruppo fondatore di zerorelativo, hanno la loro base vicino a Pesaro, da dove partono per fiere e mercatini. Ma, soprattutto, insegnano ai loro seguaci come scambiare su Internet, come si rende desiderabile un vecchio paio di sci, come si misura l' affidabilità di un dog sitter. E un po' di filosofia: «Ogni cosa ha un valore che è diverso da quello del mercato. Usandola, scambiandola e riusandola ancora alleggeriamo il pianeta e non spendiamo». Qualcosa del genere la fanno, a Torino, quelli di ManàManà, associazione attiva ormai da quattro anni che propone "giornate senza denaro" durante le quali ognuno porta in piazza quel che vuole. A furia di esercitarsi, i torinesi sono giunti alla conclusione che il baratto è soltanto una tappa: «Il concetto di baratto può essere interpretato come una forma primitiva di commercio - dice il presidente di manàManà, Filippo Dionisio, che nella vita fa il consulente del lavoro e nel suo tempo libero il "militante del gratuito" - mentre quel che ci interessa è svincolare gli oggetti e i beni dal loro "prezzo". Quanto vale un' ora di favole raccontate ai bambini, o poter conservare un "nocost" terrazzo fiorito per una persona anziana? Dipende da chi offre e da chi riceve». Ora l' associazione ha prodotto un "kit" a disposizione di chiunque voglia organizzare eventi "senza moneta", mentre il Comune di Torino, che ha sostenuto fin qui le giornate del baratto, le esporterà nei quartieri periferici, con l' idea di far uscire l' esperimento dalla "nicchia" del centro storico. In novembre, toccherà ai bed & breakfast italiani: decine di loro hanno aderito alla settimana del baratto, che ha il suo epicentro a Bosa, in Sardegna, dove è nata l' idea. Si viene ospitati in cambio di ciò che si sa fare, dalla cucina alla musica, dalle decorazioni alle conserve (www.settimanadelbaratto.it). Il Baratto Wine Day, invece, è nato a Genova e ora sta contagiando la Toscana e estendendosi ai produttori d' olio: ognuno porta le sue bottiglie e le scambia, seguono commenti e consigli online. Scambiare bottiglie, fumetti o vestiti alla Sex and the City, tuttavia, è relativamente facile. Ma che succede quando ciò di cui hai bisogno è un avvocato, o peggio un veterinario? Le cose si complicano, perché la legge italiana dissuade fortemente i professionisti dal lavorare gratis: «L' Ordine ci tollera, perché ci dedichiamo a persone come gli immigrati o i senzatetto che non si rivolgerebbero a un altro legale. Ma se promuovessimo apertamente il lavoro gratuito potremmo essere accusati di concorrenza sleale - spiega Antonio Mumolo, presidente di Avvocato di Strada, che nel 2009 ha assistito senza parcella 2072 persone a Bologna e nelle altre sedi italiane - Lavoriamo ai margini, ma intanto crescono gli italiani che si rivolgono a noi, nel 2009 sono stati 178». Per i professionisti, dal dentista all' architetto, è per ora più facile scambiarsi favori tra pari, o lavorare nel volontariato. «Ma una nuova norma che favorisca il "pro bono", come negli Stati Uniti, consentendo a qualunque studio di dedicare gratis una parte del suo tempo a cause sociali che reputa interessanti sarebbe urgente», commenta Mumolo. Riportare il denaro al suo valore "relativo", uno tra i tanti, pur senza poterlo o volerlo eliminare, è invece l' obiettivo di un gruppo di intellettuali che ha in Florence Noiville, economista "pentita" e giornalista a Le Monde uno dei suoi esponenti più autorevoli. E' stata lei, col suo "Ho studiato economia e me ne pento", a dare il via a una riflessione che ha scosso le business school francesi: "È da loro - dice Noiville - che dovrebbe arrivare un ripensamento. Mettere il denaro al primo posto delle nostre vite è stupido, ma è anche rischioso, mentre esperimenti come il microcredito non sarebbero mai nati se chi li ha lanciati avesse studiato in una business school!». Cristina Gabetti, giornalista torinese e americana, persegue lo stesso filone, che l' ha portata prima a scrivere "Tentativi di Eco Condotta" e ora a rivolgersi soprattutto ai bambini con corsi e manuali per "consumare meno e vivere meglio": «La fatica più grande è all' inizio, come in un training sportivo. Metti via il cibo avanzato e anziché usare metri di pellicola lo proteggi con un piatto rovesciato, che non costa nulla. Non usi detersivo quando non serve. E pian piano smetti di sentirti un "maniaco" e capisci che questa è l' unica strada da indicare anche ai tuoi figli». In Germania, Heidemarie Schwermer è più radicale: «Quando ho iniziato era un esperimento, vivere senza denaro per un anno. Ne sono passati 14 e continuo ancora. Il mio prossimo libro si intitola "Vivere senza denaro e con pienezza", e spiega come riesco non soltanto a mangiare e a vestirmi ma anche a leggere o a vedere i film che mi interessano, offrendo in cambio i miei servizi. Capisco che sia più difficile per una famiglia o un' intera collettività. Ma non impossibile». Anche le imprese possono farlo, e lo scambio gratuito può diventare modello, sostiene Mark Anspach, antropologo californiano ma bolognese d' adozione, autore di "A buon rendere": «Su "Eticambio", il sito che trovo più interessante, si attribuiscono ai beni da scambiare simbolici "gettoni", proprio per sganciarsi dal valore monetario. La International Reciprocal Trade Association è una rete con base americana di aziende che scambiano merci con altre, ma è la Svizzera il paese in cui la pratica è più radicata grazie alla Wir ("noi", in tedesco), una banca importante fondata fin dagli anni Trenta proprio per rispondere alla crisi». E Andrea Segré, presidente del Last Minute Market italiano (che a Torino organizzerà una cena in piazza per mille persone utilizzando cibo di recupero) conclude: «Il mercato che inquina e spreca ha in sé la sua medicina, il dono. Una pratica che, tra l' altro, crea relazioni positive e durature di debito e credito reciproco». - VERA SCHIAVAZZI

 
 
 

LA CASTA E' CASTA BASTA 5 ANNI PER LA PENSIONE

Post n°769 pubblicato il 12 Dicembre 2010 da dammiltuoaiuto

In politica tutti uniti per il vitalizio Nessuna novità per i parlamentari: bastano 5 anni ed è fatta 

di Sergio Luciano 

 

Ma chi l'ha detto che i politici italiani sono in lite su tutto? Che il Parlamento non riesce più a raggiungere su nessun tema l'unanimità che le grandi questioni nazionali richiederebbero? Non è affatto vero: c'è almeno un argomento sul quale i nostri deputati si sono espressi recentissimamente – nel pieno della battaglia dentro il Pdl tra Berlusconi e Fini e dentro il Pd tra Bersani e Veltroni – con assoluta unanimità: la difesa dei cavoli loro.

 

E precisamente la conferma di quella vergognosa norma feudale grazie alla quale basta fare il parlamentare per una legislatura e si ha diritto alla pensione a vita. La bomba è esplosa – anche se nessuno l'ha sentita esplodere, per la scattante sordina frapposta dalle principali televisioni nazionali – il 21 settembre scorso. Dinamitardo, Antonio Borghesi, deputato dell'Italia dei Valori, che ha presentato un Ordine del giorno (Odg) assolutamente semplice e chiaro, pur nel suo dirompente potenziale rivoluzionario. Il titolo dell'Odg era inequivocabile: «Richiesta di soppressione dell'assegno vitalizio per i deputati in carica e per quelli cessati dal mandato scorso».

 

La Camera si è subito pronunciata, ed ecco i risultati della votazione, altrettanto inequivocabili: presenti, 525 deputati; votanti, 520; astenuti, 5; maggioranza, 261. Hanno votato sì...in 22. Hanno votato no in 498. In pratica, contro il vitalizio si è schierata solo l'Italia dei Valori, alla quale da oggi anche i più severi detrattori dovranno riconoscere almeno un merito.«Avevo avviato questa battaglia fin dal 2006, quando si riuscì ad introdurre almeno una modifica alla legge storica, che ne iniziava a ridurre la scandalosità», spiega Antonio Borghesi. «Dal 2006, infatti, per maturare il diritto alla pensione non basta più essere stati deputati per due anni e sei mesi, ma bisogna esserlo stati per cinque anni. E, attenzione: non per cinque anni cumulati tra due o più legislature ma per i cinque anni di un'intera legislatura».

 

Il che fa subito balzare agli occhi che la continuità del governo Berlusconi può contare, grazie a questa norma, su almeno un alleato in più: l'interesse alla poltrona degli oltre 130 esordienti di Montecitorio che, in caso di elezioni anticipate, per maturare il diritto al vitalizio non potranno in alcun modo fare appello ai mesi già vissuti da parlamentari...

 

«Sapevo perfettamente che con questo tema non avrei facilmente bucato il muro dei mezzi d'informazione», continua Borghesi, «e infatti nessuno ne ha parlato. L'abbiamo inserito nella nostra proposta di legge di contromanovra finanziaria, dimostrando, conti alla mano, che estendendo questa ed altre misure di moralizzazione della spesa anche ai parlamentari regionali si potrebbe risparmiare un miliardo all'anno. Ma è stato come parlare al vento».

 

Prima della votazione, il presidente di turno aveva invitato i proponenti a ritirare l'ordine del giorno, ma Borghesi aveva replicato per spiegare l'impossibilità di questa ritirata: «Noi non possiamo ritirare quest'ordine del giorno, perché riteniamo che questo sia un tema al quale i cittadini sono giustamente sensibili. Penso che nessun cittadino e nessun lavoratore italiano possa accettare l'idea che gli si chieda, per poter percepire un vitalizio o una pensione, di versare contributi per quarant'anni, quando qui dentro per lo stesso scopo sono sufficienti cinque anni. È una distanza tra il Paese reale e questa istituzione che deve essere ridotta ed evitata. Non sarà mai accettabile per nessuno che vi siano persone che hanno fatto il parlamentare per un giorno – ce ne sono 3 – e percepiscono più di 3.000 euro al mese di vitalizio. Non si potrà mai accettare che ci siano altre persone rimaste qui per sessantotto giorni, dimessisi per incompatibilità, che percepiscono un assegno vitalizio di più di 3.000 euro al mese. Con una semplice delibera dell'Ufficio di Presidenza, si potrebbe procedere nel senso da noi prospettato, che consentirebbe di fare risparmiare al bilancio della Camera e anche a tutti i cittadini e ai contribuenti italiani circa 150 milioni di euro l'anno».

 
 
 

Cosa c’è nei documenti di Wikileaks

Post n°768 pubblicato il 04 Dicembre 2010 da dammiltuoaiuto
 

Cosa c’è nei documenti di Wikileaks

Il primo elenco sintetico, dal New York Times e dal Guardian: gli Stati Uniti spiano i vertici delle Nazioni Unite?

Di cosa parliamo: Wikileaks ha diffuso dei “diplomatic cable”. Si tratta di rapporti ufficiali scritti da funzionari e ambasciatori facenti capo al dipartimento di Stato americano e aventi come oggetto le interazioni tra funzionari americani o tra questi e ambasciatori o funzionari di governi stranieri. Ogni rapporto contiene un riassunto iniziale e poi i dettagli su determinati eventi o incontri. Il Guardian ha un motore per la ricerca nel database dei rapporti. Lo Spiegel pubblica delle FAQ che spiegano altre cose utili sulle loro origini. Il primo articolo pubblicato sul sito del New York Times domenica sera riporta un elenco di sintesi di alcune delle cose rivelate.

1. Un pericoloso confronto col Pakistan sui combustibili nucleari, nel 2009: gli americani volevano rimuovere dell’uranio arricchito dal sito di un reattore pakistano, ma i pakistani si sono rifiutati di accettare le ispezioni dei tecnici statunitensi per paura che fossero lette dai media come una sottrazione delle armi nucleari da parte degli Stati Uniti.

2. La scommessa su un crollo della Corea del Nord, e la discussione con la Corea del Sud di un’unificazione dei due paesi.

3. Le contrattazioni con i paesi alleati sullo smaltimento dei prigionieri di Guantanamo. Alla Slovenia fu chiesto di prenderne uno in cambio di un incontro con Obama, e all’isola di Kiribati furono offerti milioni di dollari in “incentivi” per prenderne altri. Al Belgio fu suggerito che accettare dei prigionieri avrebbe consentito una maggiore rilevanza in Europa.

4. Sospetti di corruzione nel governo afgano. Risulta che il vicepresidente afgano in visita negli Emirati Arabi Uniti l’anno scorso portò con sé 52 milioni di dollari in contanti.

5. Un progetto di hacking informatico internazionale. Un contatto cinese spiegò all’ambasciata americana a Pechino che la Cina decise un’intrusione nei sistemi di Google, nell’ambito di un piano di sabotaggio ampio che ha incluso attacchi ai computer del governo americano, dei suoi alleati occidentali, della ambasciate americane e del Dalai Lama a partire dal 2002

6. I sauditi rimangono i maggiori finanziatori del terrorismo internazionale, e il Qatar – a lungo alleato americano nell’area – è stato il “peggiore nella regione” in quanto a lotta al terrorismo. Il servizio segreto del Qatar è stato “incerto nell’agire contro noti terroristi, perché temeva di essere percepito come allineato agli americani e subire quindi delle rappresaglie”.

7. Un’alleanza curiosa: i diplomatici americani a Roma segnalarono nel 2009 quello che i loro contatti italiani descrivevano come una relazione straordinariamente stretta tra Vladimir Putin, primo ministro russo, e Silvio Berlusconi, magnate e primo ministro italiano, che includeva “regali lussuosi”, ricchi contratti energetici e un misterioso tramite italiano in grado di parlare il russo. Scrissero che Berlusconi “pare sempre di più essere il portavoce di Putin” in Europa.

8. Armi ai terroristi. I rapporti descrivono i tentativi degli Stati Uniti di impedire che la Siria consegnasse armi a Hezbollah. Una settimana dopo che il presidente siriano Assad aveva promesso agli Stati Uniti che non avrebbe inviato “nuove” armi al gruppo terrorista libanese, il dipartimento di Stato seppe che la Siria stava fornendo armi molto sofisticate a Hezbollah.

9. Le liti con l’Europa sui diritti umani. I funzionari americani avvertirono chiaramente la Germania nel 2007, chiedendole di non emanare mandati d’arresto per gli agenti della CIA coinvolti in un’operazione che vide un cittadino tedesco innocente, omonimo di un sospetto terrorista, rapito e costretto per mesi in Afghanistan. Un diplomatico americano avrebbe detto a un suo omologo tedesco che “non vogliamo minacciare la Germania, ma avvertire il governo tedesco di fare molta attenzione alle implicazioni di ogni suo gesto nei suoi rapporti con gli Stati Uniti”.

10. I capricci di Gheddafi. Si racconta della contrarietà del leader libico quando non gli venne dato il permesso di piantare la sua tenda a Manhattan, né di visitare Ground Zero, nel 2009. E di una “voluttuosa bionda”, la sua assistente ucraina, che non lo abbandona mai.

11. La rabbia araba contro l’Iran. In un rapporto si racconta che il re saudita Abdullah avrebbe chiesto di intervenire severamente contro Ahmadinejad e “tagliare la testa al serpente”. Altri regnanti della penisola avrebbero espresso forti preoccupazioni per il potere iraniano.

Sul sito del Guardian, invece, si legge il resoconto di quanto contenuto in un altro rapporto, secondo il quale il governo americano tiene segretamente sotto controllo la leadership delle Nazioni Unite, incluso il segretario generale Ban Ki-Moon e i rappresentanti dei paesi con seggi permanenti al Consiglio di sicurezza, Cina, Russia, Francia e Gran Bretagna. Una direttiva contenuta nei rapporti diffusi da Wikileaks, infatti, mostra come Hillary Clinton abbia chiesto ai funzionari del dipartimento di Stato americano di reperire password e chiavi crittografate usate dagli alti funzionari delle Nazioni Unite, sia in privato che nelle loro comunicazioni ufficiali, e dettagliate informazioni biometriche. Inoltre, chiedeva di conoscere “i metodi di gestione” di Ban Ki-Moon e “la sua influenza nella segreteria”.

Parallelamente, un’altra direttiva veniva inviata ai diplomatici operanti in Repubblica democratica del Congo, Uganda, Burundi e Rwanda precisava che per dati biometrici si intendono DNA, impronte digitali e scansioni dell’iride. Washington voleva anche numeri delle carte credito, indirizzi email, numeri di telefono, fax e cercapersone. La direttiva è stata ricevuta anche dai diplomatici americani di New York, Vienna, Roma, Londra, Parigi e Mosca. L’operazione coinvolgeva la CIA, i servizi segreti e l’FBI.

 

WikileaksCome accedere alle rivelazioni di Wikileaks da iPad

In questo ultimo periodo il blog Wikileaks di Julian Assange non smette di far parlare di se e ci sembra doveroso segnalarvi come poter accedere alle informazioni divulgate dallo stesso attraverso i dispositivi della mela.

Sebbene non esista per ovvi motivi un’applicazione ufficiale che consenta l’accesso alle news di Wikileaks, esistono molti metodi a disposizione degli utenti iPad e iPhone per essere sempre aggiornati sulle ultime indiscrezioni divulgate.
Primo fra tutti dobbiamo segnalare Twitter che attraverso il profilo ufficiale di Wikileaks permette di ricevere in tempo reale i tweet divvulgati da Assange.
Altra fonte di accesso al portale è senza dubbio Safari grazie al quale possiamo puntare direttamente sull’indirizzo del blog a questo indirizzo.

Una App Wikileaks ufficiale come detto non esiste ma se sarà pubblicata sull’App Store vi informeremo immediatamente.

 
 
 

Come sarà ripartita la torta di 407.488.386 euro? E’ presto detto. mentre l'aquila piange

Post n°767 pubblicato il 02 Dicembre 2010 da dammiltuoaiuto
 

Come sarà ripartita la torta di 407.488.386 euro? E’ presto detto.

 

Come sarà ripartita la torta di 407.488.386 euro?  dei   rimborsi  elettorali  E’ presto detto.

Partiamo dai grandi: Le urne hanno premiato il Pdl di Silvio Berlusconi, con conseguente soddisfazione dei tesorieri dei partiti che hanno dato vita al nuovo partito del predellino, Forza Italia e An in testa, fino ai cespugli e cespuglietti come Rotondi, Mussolini, i pensionati di Fantuzzo, eccetera. Spetterà a tutti questi partiti accordarsi per la spartizione di cinque assegni annuali che lo Stato staccherà per complessivi 160.446.990,4 euro. Poco, se si pensa che nel 2006 FI e An ottennero più voti e più soldi, in tutto 174,2 milioni che saranno incassati fino al 2011.

Alla sua prima prova elettorale il Pd riceverà un assegno [non trasferibile?] di ben 141.998.246,6 euro per la gioia del tesoriere Mauro Agostini. Prima i tesorieri erano due [Ds e Margherita] che stanno ancora amministrando i rimborsi della precedente legislatura.

Anche la Lega ha di che gioire. Il suo rimborso, 35.339.331, rappresenta un boom rispetto ai 21,5 milioni della legislatura precedente.

Grazie a qualche voto in più che l’ha portato ad una quota leggermente superiore all’1 per cento, il Movimento per l’autonomia di Raffaele Lombardo riceverà i 4.670. 297 euro che gli spetteranno per cinque anni.

Ben 21 i micropartiti che hanno mancato la soglia dell’1 per cento, i loro voti sono stati inutili ai fini dei rimborsi [oltre 1,6 milioni alla Camera e 1,2 al Senato], e sono andati a tutto vantaggio dei partiti che hanno superato il limite.

Tra questi vi è anche il glorioso Psi di Boselli che per soli 8.942 voti non otterrà il rimborso che, se avesse raggiunto l’1 per cento, sarebbe ammontato a 2.128.319 euro.

Ma i socialisti, fuori dalle Camere dopo 116 anni, potranno comunque continuare a usufruire dei contributi previsti dalla passata legislatura, cosa che permetterà loro di resistere fino alle prossime elezioni europee e regionali. Anche l’Udeur, pur non essendosi presentato alle elezioni 2008, continuerà a percepire i soldi della tornata 2006.

Nonostante i pianti e le tragedie manifestate dai loro esponenti e militanti, i partiti della Sinistra Arcobaleno, rimasti fuori dal parlamento, ma avendo superato l’1 per cento dei voti, sopravviveranno economicamente, usufruendo di 13.356.565. Nulla a confronto dei 51 milioni della tornata precedente.

L’Udc di Casini riceverà 24.018.774, meno dei 32 milioni precedenti.

Migliorato Antonio Di Pietro che potrà disporre di 18.427.608 euro , contro i 12 milioni di due anni fa.

Infine Francesco Storace e Daniela Santanchè, pur fuori dal Parlamento, percepiranno 9.629.998 euro

 
 
 
 
 
 
 
 
 

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