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Messaggi del 11/01/2008

 

Birmania, San Suu Kyi incontra il ministro della Giunta militare

Post n°250 pubblicato il 11 Gennaio 2008 da dammiltuoaiuto
 

Birmania, San Suu Kyi incontra
il ministro della Giunta militare
La leader dell’opposizione democratica, Aung San Suu Kyi
Attacco nella stazione ferroviaria
della capitale: uccisa una donna
RANGOON
Alcuni testimoni riferiscono che la leader dell’opposizione democratica birmana, Aung San Suu Kyi, avrebbe lasciato questa mattina la propria abitazione, dove è agli arresti domiciliari, per un incontro con il ministro incaricato dalla Giunta militare di mantenere rapporti con lei.

Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la pace, leader dell’opposizione democratica e del partito birmano della Lega nazionale per la democrazia ha trascorso 12 anni sotto custodia, per lo più agli arresti domiciliari.

Suu Kyi, 62 anni, è stata accompagnata verso le 13 ora locale a bordo di un convoglio di auto verso la residenza governativa dove dovrebbe avvenire l’incontro.

Si tratta del quarto colloquio di questo genere fra la leader dell’opposizione e il ministro Aung Kyi, nominato in ottobre al termine della brutale repressione da parte del regime militare di Yangon delle manifestazioni di protesta della popolazione, guidate dai monaci buddisti.

Il 4 gennaio scorso, a margine dell’anniversario dell’indipendenza della Birmania, un portavoce del partito di Suu Kyi si era lamentato per l’assenza di progressi nel processo di dialogo avviato con la giunta.

Bomba nella capitale: uccisa una donna
Una donna è morta a causa dello scoppio di una bomba all’interno della toilette della stazione ferroviaria di Naypyidaw, il remoto villaggio nella giungla trasformato poco più di due anni fa nella nuova capitale del Myanmar dalla giunta militare al potere: lo hanno reso noto fonti della compagnia che gestisce l’impianto, senza fornire ulteriori dettagli.

Si tratta del primo episodio del genere avvenuto a Naypyidaw da quando, nel novembre 2005, il regime birmano vi si trasferì dalla vecchia capitale Yangon, già Rangoon, 380 chilometri più a sud. Nell’ex Birmania gli attentati sono in realtà piuttosto frequenti, e i militari spesso li attribuiscono non soltanto ai militanti dei diversi gruppi etnici che si battono per creare propri Stati indipendenti, ma anche agli attivisti dei gruppi di opposizione che lottano per l’introduzione della democrazia nel Paese asiatico, sotto dittatura militare dal ’62.

La ferrea sorveglianza esistente a Naypyidaw aveva però finora evitato che vi si verificassero attacchi dinamitardi, anche in occasione delle recenti proteste di piazza esplose in settembre, e stroncate poi dalla Giunta con una brutale repressione.

 
 
 

la monnezza  di napoli 

Post n°249 pubblicato il 11 Gennaio 2008 da dammiltuoaiuto
 

In passato le catastrofi naturali, dall'inondazione del Polesine al terremoto del Friuli, provocavano il fenomeno degli sfollati. Oggi si assiste allo sfollamento della monnezza,
però in ottica federale. Se la Regione è di centro sinistra apre
discariche e inceneritori alla spazzatura della Regione Campania (di
centro sinistra). Se è di centro destra mette il veto.
I piazzisti degli inceneritori
sono scatenati, a Milano ne vogliono subito un altro, chi li ha già, ma
a basso regime, chiede più spazzatura da bruciare. Nessuno affronta il
problema della raccolta differenziata e dell'eliminazione dei contenitori inutili. Nessuno spiega che l'acqua può essere bevuta dal rubinetto di casa e non da bottiglie di plastica. Siamo il primo Paese al mondo per consumo di acqua in bottiglie di plastica. Nessuno parla dell' ecomafia contigua alla politica in Campania (ma anche altrove) che trasforma terreni agricoli in tumorifici.
Dove c'è la raccolta differenziata l'inceneritore non serve. Rifiuti zero: questo deve essere l'obiettivo. La diossina e le nanopolveri le respirino Matteoli e Bersanetor.
Leggete la testimonianza di Francesco da Napoli.


"Egregio Sig. Grillo,
la
ringrazio per aver dato spazio e iniziato a squarciare il pesante >
telone nero che avvolge l'affaire MONNEZZA a Napoli e provincia. Noi
che ci viviamo - o almeno tentiamo - assistiamo sgomenti alla ridda di
voci, urla, prese di posizione, denunce ecc.: quelle facce da culo non
hanno nemmeno il buon senso di stare zitte e vergognarsi . Tutti
sapevano e tutti mentivano, opposizione e governo, il problema è vecchio di 20 anni
e tutti ci hanno sguazzato guadagnandoci in voto di scambio, collusioni
e tangenti. Sono mesi che abbiano l'immondizia in tutte le strade e
grazie e Dio è inverno altrimenti saremmo tutti già morti di peste. Ma
non le scrivo per la problematica immondizia, oggi lo fanno tutti, è di
moda .. anni fa lo facevamo in pochi e i giornali cestinavano le ns
lettere - anche La Repubblica di Napoli - perché non facevano notizia.
Le
scrivo per un problema molto più serio e scandaloso che pochi hanno
avuto il coraggio di affrontare e quasi nessuno di raccontare:in
provincia di Napoli,come hanno fatto rilevare, da decenni l'immondizia
si raccoglieva in grossi buchi a terra che poi venivano chiusi. Cosi' è
avvenuto per la discarica Pirucchi a Palma Campania, per la discarica La Fungaia a Ottaviano, per quella di Pianura, ad Acerra, a Casalnuovo, a Tufino,
ecc., solo per citare le discariche c.d. - legali -, senza parlare
delle centinaia di discariche e mini discariche abusive gestite
direttamente dalla camorra. Ma lei crede che il vero affare sia stato
quello di prendere la spazzatura della Regione Campania e di
seppellirla in questi siti permessi e non? No, il vero affare è stato,
e lo è ancora in parte, quello di seppellire migliaia di tonnellate di rifiuti tossici provenienti oltre che dalla Campania, dal Nord Italia e dalla Germania e dalla Svizzera.
Ancora oggi alcuni vecchi di Palma Campania - qualcuno ancora vivo per miracolo - ricorda di grossi camion 'a forma di bottiglia'
che di notte facevano la fila per scaricare. Scaricare cosa? Rifiuti
tossici e pericolosi che continuano a esalare sostanze tumorali. Fino
ad alcuni mesi fa , come associazione di consumatori, avevamo richiesto
inutilmente alla locale ASL Napoli 4 - una delle
peggiori iatture italiane - i dati dell'incidenza dei tumori in
provincia di Napoli, soprattutto nel territorio di Acerra, Nola,
Casalnuovo, Pomigliano e Vesuviano. Tali dati ci sono stati negati per
anni sinchè, ufficialmente, si è ammesso che l'unica ASL di Italia in
cui la curva di incidenza dei tumori è in controtendenza è quella
dell'ASL Napoli 4 - ovvero del territorio interessato allo smaltimento
selvaggio dei rifiuti. Dai dati pubblicati dall'ASL, scaturiva che
l'incidenza dei tumori è in discesa su quasi tutto il
territorio italiano con qualche punta di aumento in alcuni luoghi ben
individuati : ebbene l'unica zona d'Italia in cui la curva di crescita era doppia rispetto ai periodi precedenti era quella del Territorio dell'ASL Napoli 4.
La
notizia fu pubblicata a fine 2005, ma stranamente non ebbe seguito e
tutti sembrano essersi dimenticati. In realtà le cose sono
sensibilmente peggiorate, non vi è famiglia che non
registri un caso di tumore nel territorio interessato: tumore ai
polmoni, all'utero e alla mammella soprattutto con un incidenza
superiore sulle donne rispetto agli uomini.Si tratta di una vera e propria strage
con migliaia di morti e tanta, tanta sofferenza, solo nella strada dove
abito sono decedute nel corso mese due donne, una di 40 anni e una di
52, altre 3 mie colleghe di lavoro di Nola - attorno ai 40 - sono in
chemioterapia con prognosi infausta.
Non abbiamo bisogno di
scomodare statistiche e/o indagini, noi ci viviamo in questo
immondezzaio e ne paghiamo tutti i giorni le conseguenze. Siamo
pantegane - a Napoli le chiamano ''è zoccole'' -
strisciamo tra l'immondizia, l'inciviltà, la camorra, il malaffare, la
malapolitica cercando di sopravvivere, agurandoci che il prossimo ad
essere colpito sia il vicino e non noi." Francesco

 
 
 

monnezzopoli

Post n°248 pubblicato il 11 Gennaio 2008 da dammiltuoaiuto
 

Monnezzopoli/ Ecco le pecore alla diossina. Torna l'ombra di Seveso


Il ministro Pecoraro Scanio ad Affari: ho la piena fiducia di Prodi. Romiti? Farebbe bene a risparmiare i soldi dell'avvocato... 

Monnezzopoli/ Marzano (Unaproa) ad Affari: no ad allarmismi, la sicurezza è garantita dalla tracciabilità

Monnezzopoli/ Un lettore ci scrive: come mai all'estero sono vicini all'obiettivo rifiuti zero?

Arriva la prima nave in Sardegna, scontri al porto di Cagliari. Ok da 11 Regioni, no da Lombardia e Veneto. La Procura di Napoli apre un'inchiesta 

I DATI DELLO STUDIO SULL'IMPATTO SULLA SALUTE UMANA DEI RIFIUTI 

SCARICA IL RAPPORTO INTEGRALE 

IL FORUM

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Sembrava una parola relegata all’emergenza di Seveso, nel 1976. Invece è prepotente realtà: la diossina dell’immondizia campana è un pericolo per l’uomo e per gli animali di cui si ciba. Lo prova un rapporto, preparato da Leopoldo Iannuzzi, dirigente di ricerca del Cnr, che sin dall’esplosione del problema nel 2002 ha iniziato a occuparsi del fenomeno su richiesta dell’Asl Napoli 4.

INDAGINI E DIVIETI- Partiamo dall’inizio. Siamo a Brusciano, un paese in provincia di Napoli, ed è il 2003. Il professor Iannuzzi inizia ad analizzare delle pecore. Sì perché gli animali, che pascolano tra Nola e Acerra, hanno dato alla luce un numero anomalo di agnellini deformi: logico chiedersi se ci siano danni genetici. Che vengono causati dalla diossina, specialmente la TCDD (tetraclorodibenzo-p-diossina), proprio quella sprigionatasi a Seveso più di trent’anni fa. Ora, secondo la legge italiana le diossine non devono superare il valore di 3 picogrammi (pg) per ogni grammo di grasso. E per la Tcdd siamo nell’ordine di 0,11 picogrammi per grammo di grasso. Limiti strettissimi il cui superamento importa il sequestro giudiziario dell’allevamento e, in seguito, l’abbattimento di tutti i capi. Parliamo di pecore, ma nell’elenco si possono aggiungere anche capre, mucche e bufale.

IL RISCHIO DIOSSINA "SEVESO"? 13 VOLTE PIU’ ALTO DEL NORMALE- L’equipe di Iannuzzi lavora. E scopre dati interessanti: nell’allevamento di Brusciano gli animali hanno un livello di diossina relativamente basso, 5,2 pg/g di grasso (e dunque di poco superiore rispetto al limite legislativo che, come si è detto, è di 3 pg/g grasso). Ma nel caso della TCDD, i dati dell’Asl Napoli lasciano sconcertati. Perché il 71% dei campioni di latte controllati sono positivi alle diossine (dose superiore a 3 pg/g). E la TCDD rilevata nel 90% dei campioni ha dato valori medi di 1,4 pg/g. “Tale valore è circa 13 volte quello riscontrato a livello nazionale (0,11 pg/g di grasso)”.

LE MUTAZIONI GENETICHE- Passiamo ora al sangue delle pecore di Brusciano. Anche qui i dati si commentano da soli: “incrementi altamente significativi sia del numero di anomalie cromosomiche, sia gli scambi intercromatidici (scambi e rotture di Dna, N.d.R.) alti quattro volte il controllo”. Cioè superiori ai tassi riscontrati nel sangue di dieci pecore-campione che si nutrono su monte Matese, zona ritenuta sicuramente non contaminata.

Antonino D'Anna

 
 
 
 
 
 
 
 
 

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