Un blog creato da dammiltuoaiuto il 19/08/2007

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 I  VIDEO    DI LUCARELLI   SULLA  MAFIA 

Post n°474 pubblicato il 20 Settembre 2008 da dammiltuoaiuto
 

 
 
 

MA  CHI E'   SILVIO   BERLUSCONI?

Post n°473 pubblicato il 20 Settembre 2008 da dammiltuoaiuto
 

 
 
 

Angelini: «Vi spiego perché c’entra Fassino»

Post n°472 pubblicato il 20 Settembre 2008 da dammiltuoaiuto
 

Angelini: «Vi spiego perché c’entra Fassino»
http://ilcentro.repubblica.it/dettaglio/Angelini:-«Vi-spiego-perche-c-entra-Fassino»/1512894?edizione=EdRegionale

Il grande accusatore, ecco il verbale dell’interrogatorio sull’ex segretario dei Ds
«Del Turco mi disse: Fassino ci tiene alla Tosinvest»
PESCARA. «Fassino querela Angelini? Può fare quello che vuole, è giusto che lo faccia», ma la querela «dovrebbe essere estesa a Del Turco e a Quarta», dice Ciprietti, legale di Angelini. A tirare in ballo l'ex segretario dei Ds è stato il grande accusatore. Ha fatto il nome di Fassino riferendo un colloquio con Quarta alla Cassa Edile di Chieti. Colloquio registrato di nascosto da Angelini il 28 febbraio scorso. Ma in che termini c'entra Fassino? Pubblichiamo il verbale dell'interrogatorio di mercoledì in cui Angelini lo tira in ballo.

Pm Trifuoggi: «Senta, torniamo un attimo all'incontro con Lamberto Quarta di cui ha la registrazione».
 Angelini: «Sì»

 Pm Trifuoggi: «Nell'ambito di questo incontro si parlò anche della società Tosinvest?»
 Angelini: «Sì, si parlò anche di Tosinvest»

 Pm Trifuoggi: «A proposito di che cosa?».
 Angelini: «Spero di ricordare correttamente».

 Pm Trifuoggi: «Innanzitutto visto che lei lo sa, chiarisca per la registrazione cos'è la Tosinvest e che cosa c'entra con la Sanità in Abruzzo».

 Angelini: «Certo, Tosinvest è la finanziaria del gruppo Angelucci (Antonio Angelucci, deputato del Pdl, ndr) che tra le altre cose ha tra i suoi collaboratori più intimi il fratello dell'onorevole Gianfranco Fini (Massimo Fini, esattamente responsabile del centro di ricerche del gruppo a Roma, ndr) ed ha o aveva ottimi rapporti con il Pd, i Ds e il Pci, insomma quella roba lì, perché Angelucci è colui che ha rilevato il debito del palazzo di Botteghe Oscure.
 Non rivelo nulla di particolarmente riservato se dico che Angelucci possiede due giornali, Libero e il Riformista».

 ARRIVIAMO A FASSINO.  Angelini: «Mi è stato detto a suo tempo che fu Fassino... che c'è stato un incontro a casa di... anzi fu lo stesso Del Turco a dirmi che si era trovato in un incontro in cui c'era Fassino. Non ricordo se a casa Del Turco di Collelongo oppure se, a sorpresa o non a sorpresa, nella casa di Roma di Angelucci. 
 Comunque fu Del Turco a dirmi che Fassino ci teneva particolarmente. Va quindi commentato il fatto che si sono dati 25 posti letto a...»

CORSA AI POSTI LETTO.  Pm Trifuoggi: «Un attimo, prima di andare avanti, però, ci spieghi meglio cosa c'entra Tosinvest con l'Abruzzo».
 Angelini: «Chiedo scusa. Tosinvest in Abruzzo ha rilevato la vecchia casa di cura Santa Lucia di Sulmona chiamandola Istituto San Raffaele.
 Tosinvest per un certo periodo ha affittato una parte dei letti alla Asl di Sulmona-Avezzano, cosa che, dice Di Ninni (dirigente del settore Sanità della Regione, ndr) non è possibile senza una delibera della giunta»
 (Angelini non fa riferimento alla delibera di metà agosto del 2007 che autorizzò i 25 posti letto al San Raffaele ma, in questo passaggio molto confuso, e quasi incompresibile, della registrazione, si lamenta del fatto che alla sua società è stata negata la stessa possibilità, quindi riprende a parlare di Quarta ndr).

 «DECIDEVA QUARTA». Angelini: «Quarta mi dice "A Tosinvest bisogna dargli 25 posti di riabilitazione... deve arrivare a 45 posti". Al che io gli dico in quella circostanza: «Va bene, magari quegli altri dateli a me, visto che sono passato da 245 a 176 posti e visto che voi stessi dite che vanno tenute presenti per prime le Onlus, come dice la legge 6, poi le istituzioni private che operano sul territorio e solo alla fine le altre istituzioni private. La norma l'avete introdotta voi, non mi fate nessun piacere. Siete voi che avete detto che questo discorso è prevalentemente deputato a cercare di evitare i licenziamenti per le strutture che, da questo piano sanitario, avranno esuberi. Ma Quarta dice "no, questo è un discorso che va fatto con Tosinvest assolutamente.
 Tosinvest ha un'opzione per la riabilitazione ad elevata intensità nell'ambito della riabilitazione ospedaliera"».

 Pm Trifuoggi: «Opzione datagli da chi?».
 Angelini: «Un'opzione evidentemente datagli da Del Turco e da Quarta. È Quarta che me lo dice. Non credo che usasse proprio l'espressione "opzione", ma mi disse chiaramente e in buona sostanza che la casa di cura San Raffaele doveva arrivare a 45 posti».

Pm Trifuoggi: «Le hanno spiegato perché non era possibile che dessero a lei quegli altri posti letto?».
 Angelini: «No»

 Pm Trifuoggi: «Era possibile darli a qualcun altro invece?».
 Angelini: «Sì, a Tosinvest».

 Pm Trifuoggi: «Ancora?»
 Angelini: «A Tosinvest, sì. Assolutamente sì».

 Pm Trifuoggi: «Tanto per ritornare al discorso di carattere generale che aveva fatto prima: in quell'incontro con Quarta si è parlato anche di alcune persone che sarebbero state interrogate per sei ore davanti a noi e gli avremmo dettato...»
 (Quarta avrebbe riferito a Angelini di interrogatori in procura a cui sarebbero stati sottoposti due dirigenti regionali, gli stessi che poi hanno firmato circolari che bloccavano attività non accredidate di Villa Pini. Quarta fa credere ad Angelini che sarebbe stata la stessa procura a dettare quelle circolari. Fatto non vero riferito da Quarta evidentemente per suggestionare Angelini, ndr)

 Angelini: «Sì, fu Quarta a dirmelo in quella circostanza».
 Pm Trifuoggi: «A beneficio della storia una di queste persona non sapevamo neanche che faccia avesse. L'abbiamo scoperto dopo. Va bene ma, a parte questo, Quarta le parlò anche più specificamente dell'atteggiamento dei magistrati che conducevano questa indagine nei suoi confronti?

 Angelini: «Sì».
 Pm Trifuoggi: «In sostanza parlò del dottor Bellelli, del dottor Di Florio e del dottor Trifuoggi?».

 Angelini: «Sì».
 Pm Trifuoggi: «Che cosa disse Quarta a proposito dell'atteggiamento dei magistrati? Che era un atteggiamento unitario?

 Angelini: «No, mi disse in buona sostanza che Bellelli era il più barricadeo, ma che lei invece avrebbe voluto fare meno battaglie, non ricordo se disse qualcosa anche sul dottor Di Florio».
 (Quarta avrebbe così fatto credere ad Angelini che c'erano spaccature nel pool che indaga su Sanitopoli, anche questo non vero, ndr).

PERCHÈ LA DENUNCIA.  Pm Trifuggi: «Ci spiega perché si è deciso a denunciare?».
 Angelini: «Ad un certo punto non ce l'ho fatta più e ne ho parlato con mia moglie. Vi ho già spiegato che la mia grande fortuna in questa vicenda - particolarmente in questa vicenda - è la mia famiglia: mia moglie, i miei figli e i generi che mi sono toccati in sorte. Come tutti i padri sanno, sui generi, come sui figli, ma sui generi è pura fortuna. Ammetto che mi sono toccati in sorte generi che sembrano fatti apposta per questo mestiere. Potevano benissimo essere degli Einstein, proprio "lasciaci perdere", invece è successo così.
 Mia moglie mi dice "tu li devi denunciare. Li devi denunciare ai carabinieri perché questa commedia non può andare avanti".

 E così io allestisco tutto, faccio prendere i soldi, li faccio fotografare nel mio ufficio, sul tavolo, dalla segretaria e dall'autista mentre vengono impacchettati. Li faccio fotografare poi nella busta, quando questa viene portata via da Villa Pini. Li faccio fotografare dal mio autista quando la busta è ancora nella mia automobile. Quindi è dimostrato che dentro ci sono i soldi ma mi faccio fotografare dal mio autista anche quando sto entrando a casa di Del Turco, dopodiché in questa circostanza Del Turco mi dice "ma sei venuto da solo?" e io rispondo "No, guarda, c'è l'autista".

 Questo accadeva quando stavamo uscendo e io mi stavo riportando fuori la busta vuota. Ovviamente lui dice "va bene, allora mettiamoci delle mele" e ha messo 7-8 mele, per cui io sono riuscito con le mele e l'autista ha rifotografato dentro la macchina le mele, le quali poi non so che fine abbiano fatto...».

 Pm Trifuoggi: «Posso mostrare all'indagato le foto da lui consegnate?»
(Il procuratore mostra tre foto, c'è però da dire che l'immagine della busta con le mele non esiste, Angelini dice che l'ha cancellata dai file della macchinetta o cellulare, ndr)

 Gip Di Fine: «Sì. Le fotografie sono quelle che erano allegate agli atti della richiesta di incidente probatorio».
 Angelini: «Sì, sono assolutamente quelle che ho allegato e che il procuratore Trifuoggi mi sta mostrando. Sono tutte queste».

 Pm Di Florio: «Anche le fascette che legavano i soldi?».
 Angelini: «Sì, assolutamente sì. Le fascette sono riuscito a portarmele via».

 Pm Trifuoggi: «Qual era la somma, non ho sentito se lei lo ha detto oppure no»
 Angelini: «La somma era di 200mila euro».(l.c.)
  

 
 
 

I  VERBALI   DI ANGELINI  CHE ACCUSA DEL TURCO  1

Post n°471 pubblicato il 20 Settembre 2008 da dammiltuoaiuto
 


I  VERBALI  DI ANGELINI  1


http://ilcentro.repubblica.it/dettaglio/«Paga-se-no-sparisci-dalla-faccia-della-terra»/1512840?edizione=EdRegionale

«Paga se no sparisci dalla faccia della terra»
«Loro mi dissero: senza di noi sei un morto che cammina, ero il vitello grasso da ammazzare»
di Lorenzo Colantonio
PESCARA. Preso per il collo, ricattato e gettato sul lastrico. Ecco le prime 140 pagine dei verbali del faccia a faccia tra la procura di Pescara e il grande accusatore, Vincenzo Angelini. «Loro mi dissero: senza di noi sei un morto che cammina. Potresti morire di fame, mangiare pane e cipolla. Paga e avrai protezione», è una delle decine di frasi del titolare di Villa Pini che accusa l'ex presidente Ottaviano Del Turco, Lamberto Quarta, Camillo Cesarone e tutti gli altri coinvolti nello scandalo di Sanitopoli. Il Centro pubblica i passaggi chiave dei verbali in cui Angelini ricostruisce un fiume di presunte tangenti.

 Pm Di Florio: «Qual è la prima tangente a Del Turco?»
 Angelini: «Il primo prelievo è del 10 marzo 2006: 200mila euro. Viene consegnato a Del Turco il 20 marzo».

 Pm Bellelli: «Perché 200mila?».
 Angelini: «E' un suggerimento di Cesarone. Io avevo parlato di 40mila euro ma lui mi disse "lascia perdere, 200mila e non perdere tempo. Mettiti a livello"».

 Pm Di Florio: «È la tangente più grande? Cosa accade nei primi giorni del mese di giugno 2007: lei riferisce della consegna di 500mila euro. Ricorda a chi?».
 Angelini: «Sì, a Collelongo. Materialmente li ho consegnati a Del Turco».
«DEL TURCO È LA MENTE»  Pm Di Florio: «Come è stato trattato?»
 Angelini: «Avete presente un accalappiacani?
 È un bastone lungo nel quale c'è un manico, nel quale manico scorre una corda, che a seconda di come si manovra il manico si allarga a seconda che il cane sia un volpino o un rottweiler. Sarò più chiaro. Loro avevano il coltello dalla parte del manico».

 Pm Di Florio: «Qual era la gerarchia?»
 Angelini: «Del Turco è chiaramente la mente; Quarta è l'operatore, il depositario del verbo delturchiano, di grande intelligenza, di grande freddezza; Mazzocca è l'esecutore; Boschetti veniva in seconda linea». 

 Pm Bellelli: «E Cesarone?»
 Angelini: «A me capitava, come un perfetto idiota, di andare tutte le mattine da Cesarone a chiedere la spiegazione impossibile - cretino io che la chiedevo - di qualche cosa che alcuni giorni prima si era detto andare in una direzione e che stranamente finiva poi per andare nell'altra.
 E Camillo mi diceva "no! Che scherziamo? Noi questo abbiamo potuto fare. Tu ci devi stare. Se non ci siamo noi tu vieni spazzato via". Quindi Camillo mi diceva "vai da Ottaviano"».

 Pm Bellelli: «Lei era una vittima impotente?».
 Angelini: «A parte le schermaglie dell'inizio, era un rapporto di assoluta sudditanza in cui a me non è dato altro fare che pigliarmi una coltellata, una rasoiata o una spadata. Il loro discorso è rimasto per tutto il periodo quello "senza di noi tu sei morto!". Questa frase voi la potete condire in tutte le salse, il concetto è questo: "O fai quello che ti diciamo noi o sparisci dalla faccia della terra"».

IL CAPITOLO CONGA  Pm: «Torniamo indietro nel tempo: ci parli di Conga»
 Angelini. «Conga mi disse: se vuoi che io ti paghi tutti i mesi devi darmi 100 mila euro al mese. È un discorso che va avanti praticamente tutti i mesi da gennaio del 2004. Ma ci sono due mesi nei quali il dottor Conga mi dice che c'è il partito che gli ha detto che ci sono particolari necessità e quindi il prelievo è di 300 mila euro».

ECCO FORZA ITALIA.  Pm Di Florio: «Scusi, qual era il partito?».
 Angelini: «Parliamo di Forza Italia. Lui telefonava a casa mia e diceva: "sono Russicon - questo era il suo pseudonimo -. Ci vediamo alle 7 di domani a casa mia».

 Pm Bellelli: «I 5 milioni che le ha chiesto erano una quota sul globale che le spettava, a quanto ammontava nella cartolarizzazione?».
 Angelini: «Tutto quanto mi pare che sia stato, vado a memoria, sui 78 milioni, quello che poi la Regione mi ha dato».

 Pm Di Florio: «Qual era invece il ruolo di Giancarlo Masciarelli?
 Angelini: «Masciarelli era il dominus di tutte queste situazioni nel senso che l'assessore Mazzocca non muoveva foglia se non ne parlava prima con lui che si occupava di tutto già durante la gestione Domenici: dalla nomina dei funzionari alla confezione delle delibere. La stessa cosa è avvenuta con l'assessore Mazzocca. Anzi certamente di più».


Pm Bellelli: «Di Domenici cosa può dire?».
 Angelini: «Tu hai avuto questi soldi, io adesso devo cominciare una campagna elettorale importante, devi darmi un milione". Io gli dico: "no, mi dispiace, assolutamente non se ne parla". Da quel momento io poi vengo, come dire, bersagliato da continui contatti con Masciarelli, il quale mi dice "guarda che tu devi pagare Domenici sennò qui le cose si complicano. Sennò i tempi di esecuzione della cartolarizzazione si allungano». Alla fine dico a Masciarelli: "va bene gli darò questo mezzo milione", che viene dato al casello di Pratola la sera del 9 febbraio 2005».


FA IL NOME DI ARACU.  Pm Bellelli: «Siamo alla scadenza della legislatura. In quel periodo ha ricevuto altre richieste di denaro?».
 Angelini: «Sì, un po' più avanti. Masciarelli mi disse che l'onorevole Aracu voleva due milioni, al che io lo invitai ad andare... da una certa parte. Ma Aracu viene a casa mia a Chieti e mi dice: "mi servono i due milioni che devo comprare un appartamento a mio figlio o a mia figlia", non ricordo bene.
 Io prendo tempo ma lui insiste: "stai attento perché se vincono gli altri sei morto". Ci siamo rivisti due o tre volte ma cambia il timone. Non avendo vinto le elezioni gli manca l'elemento di pressione».

 Pm Di Florio: «Ci sono stati altri politici della passata giunta?»
 Angelini: «Sì, sempre Masciarelli viene da me e mi dice "guarda che per la campagna elettorale di Pace ci vogliono 200 mila euro". Io dico "scusate, ma perché a me? A che titolo?" e lì rinasce il discorso "stai attento che se vincono gli altri tu sei morto, sei finito, sei out...»

L'ERA DEL TURCO.  Pm Bellelli: «Come cambiano i rapporti una volta che entra in carica Del Turco?»
 Angelini: «L'atteggiamento di Del Turco, all'inizio, è sempre stato molto distaccato. Ma verso ottobre-novembre 2005 la musica cambia perché mi dice chiaramente "sta attento. Tu sei molto grosso, tu sei il più grosso, tu hai un sacco di problemi quindi sarà difficile difenderti. Tu sei il vitello grasso, questo famoso vitello grasso. Bah! Grasso senz'altro, vitello forse no».

«VENDI LE CLINICHE».  Pm Bellelli: «Cosa le chiedevano?»
 Angelini: «Con la clinica Sanatrix che diavolo ci fai? Che l'hai comprata a fare? La Sanatrix dalla a Vittorini". Io rispondevo: noi siamo qua per comprare non per vendere, ma da quel momento in poi incomincia un bombardamento a tappeto che riguarda Sanatrix e Villa Pini. La Regione crea una commissione ispettiva, di cui fa parte Cordoma (il sindaco di Montesilvano, ndr) che ora dice di non saperne niente degli (parola non chiara). E io, come tutti i cornuti, scopro dopo che avevo la moglie di Cordoma tra i miei dipendenti, essendo stata assunta col nome da signorina. Comunque torniamo a Del Turco».

 Pm Bellelli: «Dove lo incontra?».
 Angelini: «A Collelongo, forse qualche volta a Roma. A un certo punto Cesarone dice "forse non ti è chiaro. Noi abbiamo delle spese da sostenere, poi tu sei in mano alla Procura, sei in mano alla Guardia di Finanza, ti sono addosso tutti quanti, anche per le ispezioni noi possiamo, come dire, edulcorare, coprire... Senti fratello, sei troppo intelligente, sai che io ti voglio bene. Se vuoi che noi ti diamo una mano, se vuoi che noi ti sosteniamo devi pagare».

«IN CASA DEL TURCO»  Pm Bellelli: «Come avvengono le dazioni?».
 Angelini: «Io vado a casa di Del Turco che è composta da un ingresso, poi c'è un salotto grande in cui si scendono dei gradini, entrando sulla destra c'è una libreria fatta di legno rustico e lui diceva "va bene, mettili lì sullo scaffale di questa libreria"».

 Pm Bellelli: «Come veniva confezionato il pacchetto?»
 Angelini: «Ci pensava la mia segretaria. Io poi lo mettevo in tasca. A seconda delle dimensioni adoperavo un certo tipo di indumento. Possiedo un giaccone tipo bomber, di quelli da vela insomma.
 È un giaccone che è tutto una tasca in cui io apro da qui e infilo da qua, quindi li posso mettere anche dietro e ovviamente non si noterà mai per la semplice ragione che essendo un giaccone di 37 chili fa è un XXXL. Gonfio è e gonfio rimane.

 Pm Di Florio: «Che tipo di promesse le ha fatto Del Turco?».
 Angelini: «Diceva che poteva tenere a bada le ispezioni, che aveva conoscenze di tutti i gradi della Finanza, essendo stato Ministro delle Finanze, che aveva conoscenza diretta col Procuratore Trifuoggi col quale era in buoni rapporti».

«STAI ATTENTO A PAOLINI»  Pm Di Florio: «E le altre forze politiche?»
 Angelini: «Del Turco mi ha sempre detto che lui aveva Rifondazione Comunista contro che voleva assassinarmi, che Paolini - ma questo lo sanno anche i gatti - è vicinissimo a Luigi Pierangeli, visto che stanno tentando in quest'ultimo scampo di legislatura forsennatamente di darmi le ultime coltellate sperando di ammazzarmi... Del Turco diceva: "Tu non devi parlare con nessuno. Io so che hai parlato con la Misticoni, guarda che è pericolosissimo. Tu devi parlare solo con noi".

 Pm Bellelli: «Con chi altro non doveva parlare?».
 Angelini: «Mi diceva "stai attento a Paolini e a Betti Mura, stai attento al tuo cane bull-dog, ringrazia che non finisci con la gola tagliata". Dicevano che dovevano contrastare questi che chiedevano che io venissi privato dei posti letto. Tutto quello che loro riuscivano a ottenere doveva essere considerato un fatto miracoloso, perché senza di loro io sarei stato azzerato dalla cartina sanitaria dell'Abruzzo. Lo stupido in questa storia sono io. Dovevo accorgermi molto prima che qui ero di fronte a qualcuno che voleva spremermi e farmi fuori».

 
 
 

 PROVE  GENERALI  DI REGIME  BERLUSCONI

Post n°470 pubblicato il 20 Settembre 2008 da dammiltuoaiuto
 

IL  REGIME  C'E'  E   VENTRONI  DORME..........

La destra ha un nuovo nemico, Blu Notte di Carlo Lucarelli, vietato informare.E' tollerato solo il "giornalismo" alla Gianni Riotta, fiancheggiatore.
Tra poco tocchera' alla Gabanelli, con Report non  e' tollerabile che in Italia si faccia informazione.
Prima vengono sguinzagliati i Polo Romani che ha definito "fazioso" il programma, subito dopo e' partito Enzo Raisi, An, che non ci ha fatto mancare la sua versione: privo di equilibrio e di ogni verita'.
Come se leggere atti, sentenze sia un problema di equilibrio e veirita'.
Semmai l'equilibrio serve per camminare sul filo teso della menzogna, nel nascondere i fatti e la realta'. Specialisti dell'informazione deviata sono, ormai, tutti i tg con l'esclusione parziale del tg3 nazionale, quello lombardo e' indegno persino a chiamarsi tg regionale, essendo un bollettino della destra e principalmente di Formigoni.
Ormai la censura, la mancanza di liberta' dell'informazione e' talmente radicata che non fa piu' notizia. Sembra tutto normale, pensiamo solo a come viene trattata la questione Alitalia.
Oggi, sull' Unita' c'è il solito articolo di Marco Travaglio, basterebbe leggerlo in tv e chiuderebbe la bocca a tutti gli estimatori del governo, anche quelli che vengono qui a scrivere fesserie. Ieri un disperato figlio del regime informativo mi ha scritto su quati tutti i post: I sindacati hanno ucciso 18.000 famiglie, il guaio e' che ne e' convinto. Cieco, sordo ai fatti alla realta', vive nella percezione delle invenzioni della stampa e della tv.
Non so, ho l'impressione che siamo in un tunnel morale, politico, nell'informazione, talmente lungo che non vi vede la luce dell'uscita.
Solo la ragione, l'intelletto ci aiutano a camminare in questo buio nella speranza che un barlume di intelligenza sia rimasto negli italiani, non si puo' volersi cosi' male, come massa, come paese. Siamo sulla via dell'Argentina e non si vede reazione, la' in 8 o 10 anni hanno rialzato la testa, sono scesi in piazza ed hanno ripulito il paese, picchiando sulle pentole hanno risvegliato una coscienza collettiva.
Qui siamo oltre i 15 anni di rapine morali, leggi stravolte, democrazia infangata, condannati ed imputati eletti in parlamento e non si vede una reazione allo sfascio del paese.
L'opposizione accetta un dialogo, inesistente, con la maggioranza legittimando in questo modo l'occupazione dello Stato da parte del fascismo e della P2.
Possiamo continuare cosi'?

BERLUSCONI DELL'UTRI DOCUMENTARIO COMPLETO BLU NOTTE 2 ORE
http://video.google.com/videoplay?docid=-9028472942222535718

Lucarelli su Rai3, il Pdl attacca:
è fazioso
Il giallista-conduttore: «Blu notte» è moderato, per altri sono allineato al potere
ROMA — Nuovo attacco di Paolo Romani, sottosegretario Pdl alle Comunicazioni, ai programmi di Raitre: «Trovo che la militanza ideologica di alcuni programmi della Rai, in onda soprattutto sulla terza rete del servizio pubblico, sia inaccettabile». Era lo stesso concetto espresso in un'intervista di due giorni fa. Ma ieri Romani ha parlato soprattutto di «alcune trasmissioni della domenica sera, eccessivamente politicizzate e militanti contro il premier Silvio Berlusconi». Il riferimento è stato chiaro, palinsesto alla mano: si trattava di «Blu notte» di Carlo Lucarelli che domenica sera ha dedicato la puntata ai rapporti tra mafia e politica con tre casi, cioè Andreotti, Dell'Utri e Cuffaro. Immediata la replica dell'interessato, cioè Lucarelli: «Respingo ogni accusa di militanza politica. Anzi definirei "Blu notte" un programma addirittura moderato. Noi ci limitiamo a citare, nel modo più piano e direi addirittura piatto, gli atti giudiziari. E tra quelli scegliamo sempre i più leggibili, dove non sia in agguato una possibile querela. Infatti ci hanno definito "allineati al potere" così come "comunisti". Non dipende da noi ma dalle carte». Nel caso di domenica, afferma Lucarelli, la replica di Andreotti è stata affidata a interviste di repertorio e quella di Cuffaro, su indicazione dell'interessato, al proprio avvocato. «In quanto a Dell'Utri gli abbiamo chiesto un'intervista ma non l'abbiamo ottenuta. Quindi abbiamo mandato in onda materiale di repertorio con sue dichiarazioni e altre di Silvio Berlusconi. Liberi tutti di manifestare critiche sul programma. Ma parlare di militanza politica, no. Non posso sinceramente accettarlo ».
Ha parlato anche il direttore di Raitre, Paolo Ruffini: «Sono orgoglioso del nostro lavoro. La rete è portatrice di una militanza professionale, giornalistica e di libertà perciò non mi riconosco in questa analisi. In democrazia i programmi possono essere tranquillamente criticati ma sarebbe più grave se il governo operasse una censura». Ma ieri Romani è tornato sul nodo di fondo della Rai. Ovvero sulla riforma dei poteri del direttore generale che potrebbe diventare un amministratore unico. Dice Romani: «Ora il direttore generale deve sottoporre al consiglio qualsiasi spesa superiore ai 2.5 milioni di euro in un'azienda che fattura centinaia di milioni di euro, così non è possibile una gestione sensata. E poi il Cda ha voce in capitolo su un enorme numero di incarichi. Se si apre una disponibilità al confronto, gli strumenti ci sono. Si può fare un decreto». Irritata la replica di Maurizio Gasparri, presidente dei senatori Pdl: «Nessun decreto, la riforma la fa il Parlamento. Romani non è neanche ministro, troppi annunci fanno male». Sempre Gasparri avverte l'opposizione: «Abbiamo chiesto garanzie non solo per la nomina del presidente della Vigilanza ma anche dei vertici Rai. È nell'interesse della minoranza, che deve indicare presidente della Vigilanza e della Rai». Paolo Conti
19 settembre 2008

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