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Pino Scaccia: "Non ho mai avuto paura di dire qualcosa"

Post n°664 pubblicato il 12 Agosto 2009 da dammiltuoaiuto
 

http://abruzzoblog.blogspot.com/2009/08/pino-scaccia-non-ho-mai-avuto-paura-di.html

I reporter uccisi dall'inizio del 2009 sono 44. L'ultimo è stato assassinato circa una settimana fa, in Messico: il settimo di una lista nera dall'ultimo capodanno, l'ennesimo di un elenco ancor più triste, e più lungo, dall'inizio del secolo. A raccontarlo, nella brezza di mercoledì sera in Piazza D'Albenzio, a Spoltore, è Pino Scaccia, reporter storico I volto ormai familiare a milioni di italiani. Il noto giornalista è stato infatti ospite di "Abruzzo Film Festival", rassegna di cinema di guerra organizzata da Tusio De Iuliis, dell'associazione umanitaria "Aiutiamoli a vivere". Pubblico raccolto, atmosfera colloquiale, la cornice rassicurante della piazza in una bella serata d'agosto: questo lo sfondo di una manifestazione che da anni affronta con crudezza e coraggio le aberrazioni della guerra, il dolore della sconfitta, l'odore pungente del sangue. Ma anche la vivace curiosità dei bambini, la devozione delle missionarie, l'audacia dei reporter, la pazienza dei medici: tutti volti, questi, che sulle pagine dei giornali, e negli spazi stretti delle dirette, spesso non trovano posto. Lo sa bene Pino Scaccia, testimone da anni degli scenari più apocalittici del nostro secolo, osservatore attento, reporter forse prima per passione che per lavoro. Lo abbiamo incontrato per porgli qualche domanda. Pino, tu sei stato nei luoghi maggiormente lacerati da eventi bellici e naturali: quanto è stato difficile, se lo è stato, separare l'esperienza umana dall'aspetto professionale? "Questo è un nodo centrale del nostro mestiere: devi emozionarti, se vuoi che anche chi ti ascolta si emozioni. Devi essere coinvolto, devi sentire, vivere appieno l'esperienza... ma attenzione, è proprio qui che entra in gioco la professionalità, cioè la capacità di gestire le emozioni, la determinazione di raccontarle senza soccombervi". Non è sempre facile... "Assolutamente no, ma è ciò che bisogna fare se si vuole essere dei veri testimoni. Ricordo bene quando, ad esempio, sono stato al centro di un agguato in Iraq: 90 colpi sulla nostra macchina, quattro kalashnikov sulla troupe Rai. Ci siamo salvati, e appena fuori pericolo sai cosa abbiamo fatto? Abbiamo pianto. Fatto sta che nell'edizione successiva del Tg raccontavo per filo e per segno quello che ci era successo poco prima, come se parlassi di un evento ormai estraneo. In fondo poi è proprio questo che noi giornalisti dovremmo fare: essere un tramite fra l'evento e la gente che, a casa, lontana kilometri, ti guarda, ti ascolta. Devi testimoniare con professionalità, che, attenzione, è molto diversa dalla mera freddezza". In situazioni estreme come quelle che hai vissuto è difficile conciliare il rispetto per la dignità delle persone con la necessità di dare la notizia? Un esempio che potremmo fare è quello di quanto accaduto qui in Abruzzo durante il terremoto.... "Succede spesso, purtroppo, che in situazioni come queste la ricerca sfrenata dello scoop porti a non avere rispetto delle persone. Ma si badi bene, è chiaro che quel che accade in questi casi non ha nulla a che vedere col giornalismo. E' un modo di fare notizia che è semplice gossip. Tanto è vero che nel caso del terremoto all'Aquila si trattava spesso di presentatori o intervistatrici che non erano giornalisti. Né io né i miei colleghi abbiamo mai mancato di rispetto a qualcuno. Sono errori, questi, che la stampa vera non fa". Che dire... è un dato di fatto, purtroppo, che i media sono diventati lo specchio della società. Allora non è più un problema della tv o dei giornali: è un problema nostro, di tutti noi. "Oggi, per esempio, è opinione diffusa che con una scuola di giornalismo si possa diventare bravi giornalisti. Io credo, però, che ci sia qualcosa che nessuna didattica possa mai insegnare. E' l'esperienza del mestiere, quella che si impara a bottega, prima, seguendo un buon mastro, e, poi, andando nelle strade, parlando con la gente, allenandosi nella palestra della cronaca. Se vuoi fare l'inviato, per esempio, non puoi solo sapere astrattamente che sarà un lavoro duro: devi arrivare nei villaggi, non mangiare per tre giorni, ascoltare il rumore delle bombe. Quando nonostante tutto avrai ancora voglia di testimoniare, raccontare ciò che vedi, allora sarai un buon reporter". Quindi per essere un buon inviato, cosa si deve fare? "E' una domanda che mi fanno spesso, specialmente i ragazzi. Sai cosa rispondo? Che l'80% è fatica, un 10% è tecnica, mestiere, un altro 10% è talento. Il nostro è un lavoro faticoso, in cui devi essere sempre disposto a rischiare. Spesso neanche ci pensi, quando rischi davvero grosso, perché se ti fermassi a pensare a quel che potrebbe accaderti forse non faresti un passo. Anche se la paura serve. Ho visto colleghi morire perché una granata cadeva su di loro, piuttosto che sulla mia troupe. Sono pochi secondi, è fortuna, forse destino. Ero con Baldoni la sera prima del suo sequestro, ma non mi fidai di quel che stava accadendo, e al posto di passare la notte a Najaf tornai in albergo a Baghdad. Fu una diffidenza, una paura... provvidenziale. Quel che è chiaro è che devi esserci. Quando qualcosa accade, tu devi esserci. Sai perché sono stato il primo a lanciare la notizia di Farouk? Perché non stavo a Porto Cervo in albergo come gli altri, ma andavo a cercare nelle vie della Barbagia". La tua più grande rinuncia? "Moltissime rinunce, questo è ovvio. Quando ti dedichi così tanto al tuo lavoro, e con tale passione, non sei più tu che governi, ma la notizia. Devi essere sempre pronto a partire, anzi, tu devi partire quando tutti gli altri scappano. E i rapporti sociali, quelli sì, un po' si allentano. E' un rischio, siamo d'accordo, ma è soprattutto una scelta. E naturalmente quel che perdi lo ritrovi in altra veste. Provi emozioni fortissime, sotto le bombe è tutto più forte. Ma vedi ciò che nessun altro vede, ascolti storie e percorri strade che mai avresti immaginato. Quanti cinema, quante cene andate perse... potevo sedermi, forse, dopo tanti anni, ma non l'ho fatto". E nel tuo lavoro ti sei mai dovuto scontrare con logiche che non condividevi? "Devo dire onestamente che ormai da un bel po' di anni ho ottenuto una credibilità tale da potermi imporre e potermi difendere. Gli scontri peggiori, credo, sono quelli che si verificano se tiri in ballo interessi soprattutto nazionali. E' per questo che ho una grande stima per i colleghi di cronaca di certe province difficili. Io come reporter ho sempre detto tutto, anche quando in tanti mi remavano contro, come nel caso di Farouk. Ciò che conta è essere sicuri della notizia. Nel giornalismo non deve esistere il condizionale. Non devi accettare i compromessi, ma certo la mia posizione è diversa da tante altre, perché ho lavorato per un telegiornale popolare, non ad esempio per la stampa schierata politicamente. Devi sempre sentire le due campane quando cerchi di dare una notizia. Ma se mi stai chiedendo se ho avuto paura, a volte, di dire qualcosa, la risposta è no". Carlotta Giovannucci

 
 
 

LIBERATELA ORA BASTA Aung San Suu Kyi libera!

Post n°663 pubblicato il 12 Agosto 2009 da dammiltuoaiuto
 

Aung San Suu Kyi libera!
Il premio Nobel Aung San Suu Kyi è gravemente malata, imprigionata dal brutale regime Birmano con una nuova serie di accuse inventate.

Questa crudele manovra giunge pochi giorni prima della fine della sua detenzione durata 13 anni, e la terrà in prigione fino a dopo le elezioni del 2010. L'unico 'crimine' che ha commesso è stato chiedere pacificamente democrazia.

I coraggiosi attivisti democratici Birmani stanno chiedendo al Segretario Generale ONU Ban Ki Moon di attivarsi per la liberazione dei 2,100 prigionieri politici -- lui può porre questa come condizione per qualsiasi ulteriore coinvolgimento internazionale. Abbiamo solo cinque giorni per ottenere l'attenzione di Ban Ki Moon -- la petizione verrà consegnata il 26 Maggio. Firma la petizione qui sotto e inoltra la mail per favore.
Al Segretario Generale dell'ONU Ban Ki-moon: Il governo militare deve rilasciare immediatamente e incondizionatamente tutti i prigionieri politici, inclusi Daw Aung San Suu Kyi, Khun Tun Oo e Min Ko Naing. Il rilascio di tutti i prigionieri politici è il primo e il più importante passo verso la libertà e la democrazia in Birmania. Noi sottoscritti ci appelliamo al Segretario Generale dell'ONU Ban Ki-moon affinché consideri come sua priorità personale assicurare il rilascio di tutti i prigionieri politici birmani.

Firma qui sotto e inoltra questo messaggio

http://www.avaaz.org/it/free_aung_san_suu_kyi/97.php/?cl_tta_sign=7408dad44edd0541718dda56190fd476

LIBERIAMO AUNG SAN SUU KYI E TUTTI I PRIGIONIERI POLITICI ORA! FIRMA LA PETIZIONE
“FINO A QUANDO TUTTI I NOSTRI PRIGIONIERI POLITICI NON SARANNO LIBERI, NESSUNO DI NOI PUO’ DIRE CHE LA BIRMANIA E’ VERAMENTE SULLA STRADA DI UN CAMBIAMENTO DEMOCRATICO”
Daw Aung San Suu Kyi
Queste sono le parole di Daw Aung San Suu Kyi, Premio Nobel per la Pace (1991), agli arresti domiciliari per 13 degli ultimi 19 anni.

La petizione "Liberiamo tutti i prigionieri politici!" ha l’obiettivo di raccogliere 888,888 firme prima del 24 maggio 2009, data legale nella quale dovrebbe essere liberata Daw Aung San Suu Kyi dagli arresti domiciliari.

La giunta militare deve liberare immediatamente e senza condizioni tutti i prigionieri politici, compresa Daw Aung San Suu Kyi, Myo Aung Thant, Khun Tun Oo and Min Ko Naing.


Il rilascio di tutti i prigionieri politici è il primo passo verso la democrazia. Noi sottoscrittori chiediamo al Segretario Generale ONU Ban Ki-moon di fare di questo la sua priorità per garantire il rilascio di tutti i prigionieri politici da parte dell’ SPDC.


http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?catid=241c8068be6bddcb86ed0162793314b&docid=673b416a320b4e2587c3f21cddc42da0
Ricevo e pubblico.

“Cari Amici,

Dopo 13 anni di detenzione, il Premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi è stata incarcerata di nuovo su accuse inventate dal brutale regime birmano. Lancia un appello al Segretario Generale delle Nazioni Unite per assicurare il suo rilascio e quello di tutti i prigionieri politici: Firma la petizione
La leader della democrazia birmana e vincitrice del premio Nobel per la Pace, Aung San Suu Kyi, è stata arrestata in base a nuove accuse inventate, , proprio pochi giorni prima che scadessero i suoi 13 anni di detenzione. Lei e migliaia di monaci e studenti sono stati imprigionati per aver corraggiosamente sfidato il brutale regime militare con appelli pacifici per la democrazia.

Mettendo a repentaglio la propria incolumità per parlare in favore dei propri amici imprigionati, gli attivisti birmani stanno domandando il rilascio di Aung San Suu Kyi e di tutti i prigionieri politici e fanno appello a tutto il mondo perché li aiuti. Abbiamo solo sei giorni per inviare al Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon una valanga di firme a sostegno della petizione chiedendogli di rendere il loro rilascio una priorità urgente – può farne una condizione per un rinnovato impegno internazionale. segui il link per firmare la petizione, e inoltra questa email ai tuoi amici per assicurare che Aung San Suu Kyi e tutti i prigionieri politici siano liberati. Gli attivisti birmani presenteranno la petizione globale ai media il 26 maggio:
http://www.avaaz.org/it/free_aung_san_suu_kyi

Il 14 maggio, Aung San Suu Kyi è stata arrestata e tradotta in carcere con l’accusa di essere in connessione con un uomo americano che presumibilmente si è introdotto furtivamente nel complesso in cui si trova trattenuta a Yangon. Le accuse sono assurde — sono i militari birmani, che ora l’accusano di aver violato gli arresti domiciliari, ad essere responsabili della sicurezza del complesso. Sono un pretesto per tenerla detenuta fin dopo le elezioni che si terranno nel 2010.
Il regime birmano è noto per la sua feroce repressione di ogni minaccia al completo controllo militare – migliaia sono in carcere in condizioni disumane e privi di cure mediche, ci sono continui abusi dei diritti umani, una violenta repressione dei gruppi etnici, ed oltre un milione sono stati costretti a cercare rifugio oltre confine.

Quella di Aung San Suu Kyi è la più grande minaccia al potere della giunta. La sua leadership morale del movimento democratico e la sua eredità della grande vittoria elettorale nelle elezioni del 1990 significano che è l’unica figura in grado di sopraffare i militari nelle elezioni del prossimo anno. E’ stata detenuta numerose volte dal 1988 – agli arresti domiciliari senza alcun contatto con il mondo esterno. Ma questa nuova scandalosa detenzione nella famigerata prigione Insein priva di cure mediche può essere molto pericolosa perché è seriamente malata.

Le fonti dicono che il regime militare teme questo appello online unificato e massiccio all’ONU — oltre 160 gruppi di solidarietà ed esiliati birmani in 24 paesi stanno partecipando alla campagna. E il Segretario Generale e i principali attori della scena internazionale che cercano di impegnarsi nuovamente con il regime birmano, possono influenzare il destino di questi prigionieri. La scorsa settimana il Segretario Generale Ban Ki Moon ha detto:” ‘Aung San Suu Kyi e tutti coloro che hanno un contributo da dare al futuro del loro paese devono essere liberati”. Inondiamolo con un appello globale affinché metta in pratica urgentemente le proprie parole e ponga fine agli arresti e alla brutalità:
http://www.avaaz.org/it/free_aung_san_suu_kyi

Come per il rilascio di Nelson Mandela dopo anni di prigionia in Sud Africa, la libertà di Aung San Suu Kyi dopo anni di ingiusta detenzione, porterà un nuovo inizio alla Birmania e speranza per la democrazia. Questa settimana potrebbe essere il momento storico per il cambiamento – rimaniamo uniti dietro Aung San Suu Kyi e questi coraggiosi uomini e donne chiedendo il loro rilascio adesso! Con speranza,
Alice, Brett, Ricken, Pascal, Graziela, Paula e il resto del team Avaaz
FREE LIBERIAMO Aung San Suu Kyi
FIRMA
https://secure.avaaz.org/it/free_burma_political_prisoners/

PETIZIONE FREE BURMA DA SPEDIRE NAZIONI UNITE
http://www.petitiononline.com/kha8954b/petition.html


FIRMA LA PETIZIONE PER UNA BIRMANIA LIBERA
http://htm.cisl.it/sito/contenuti/BIRMANIA/FormBirmania.htm
PETIZIONE PER LIBERARE Daw Aung San Suu Kyi,
http://www.actionburma.com/

CERCHIAMO DI ARRIVARE A 1 MILIONE DI FIRME QUI
http://www.avaaz.org/en/stand_with_burma/tf.php?CLICK_TF_TRACK
Facciamo qualcosa anche noi per la popolazione del Myanmar, sostenendo Aung San Suu Kyi e il diritto ad una Birmania libera:
1) Se vuoi, puoi mandare un biglietto di SOLIDARIETA' ad Aung San Suu Kyi,
Anche se è probabile che il biglietto venga intercettato dal regime, migliaia di
biglietti d'auguri daranno un potente segnale al regime.
Se i militari sapranno che il mondo li guarda, sarà meno facile che
intraprendano altre azioni contro Aung San Suu Kyi, poiché avranno
timore delle reazioni internazionali.
Il tuo biglietto d'auguri contribuirà a mantenerla al riparo da ulteriori attacchi.
Invia il tuo biglietto d'auguri a:
Daw Aung San Suu Kyi,
54 University Avenue,
Bahan 11201,
Yangon, Myanmar (Birmania)
Costo dell'affrancatura con posta prioritaria per l'estero
formato standard, cm 9x14 Euro 0,60
Una candela per la speranza

Aung San Suu Kyi è ancora agli arresti domiciliari e 2000 monaci ed attivisti favorevoli alla democrazia sono trattenuti in condizioni disumane nelle prigioni birmane. La loro colpa: invocare pacificamente la democrazia.

Clicca in basso per firmare una petizione al Segretario Generale Ban Ki Moon al fine di richiedere il loro rilascio.


Al Segretario Generale dell'ONU Ban Ki-moon: Il governo militare deve rilasciare immediatamente ed incondizionatamente tutti i prigionieri politici, inclusi Daw Aung San Suu Kyi, Khun Tun Oo e Min Ko Naing.Il rilascio di tutti i prigionieri politici è il primo ed il più importante passo verso la libertà e la democrazia in Birmania. Noi sottoscritti ci appelliamo al Segretario Generale dell'ONU Ban Ki-moon affinché consideri come sua priorità personale assicurare il rilascio di tutti i prigionieri politici birmani da parte del Consiglio di Stato per la pace e lo sviluppo (SPDC




IL principale leader della protesta birmana, Htay Kywe, latitante da anni e considerato dal regime il ricercato numero uno, ha indetto per domani una nuova iniziativa contro la Giunta militare: ciascun cittadino in qualsiasi parte del Paese, dovrà accendere una candela, ovunque si trovi, per esprimere il proprio dissenso contro il governo dei militari.


Lo ha appreso PeaceReporter da fonti della dissidenza all'estero, che hanno contattato nel primo pomeriggio lo stesso leader, appartenente al movimento studentesco Absdm (All Burma Student Democratic Front).


Per tre giorni, ogni birmano manifesterà pacificamente a casa, in strada e soprattutto davanti ai monasteri, tenendo accesa una candela che simboleggerà la speranza per il popolo birmano.


Htay Kywe, 40 anni, è stato l'unico, nel gruppo dirigente dell'Absdm, a riuscire a fuggire dai militari, dopo 14 anni di prigione. Secondo quanto riferito dalle stesse fonti a PeaceReporter, il 'nemico numero uno' della dittatura militare birmana riesce a eludere la cattura cambiando quotidianamente cellulare


PeaceReporter aderisce, e invita tutti ad aderire, alla forma di protesta contro la violenza e la repressione del regime birmano


http://www.youtube.com/watch?v=tiLxEIPD6iQ

ECCO IL SUO LUSSO
http://www.youtube.com/watch?v=s6YPsycc6Lc

http://www.youtube.com/watch?v=OXb9CiNEgfQ

Burma sept.2007: "The Lady and The General"

http://www.youtube.com/watch?v=UG3V5tJaEm8

APPELLO
http://www.youtube.com/watch?v=oPH7o_sJaNo

LA MORTE DI UN MONACO
http://www.youtube.com/watch?v=2_wVOdemFgg

MONACI RICHIUSI CON IL FILO SPINATO
http://www.youtube.com/watch?v=1YgJETfsM5A

PROTESTA IN ITALIA DI AMNESTY A ROMA

http://www.youtube.com/watch?v=NYowESPuybU

http://www.youtube.com/watch?v=1mfVZBd03oo

Un dittatore tra superstizione e ferocia
http://www.youtube.com/watch?v=1mfVZBd03oo

Onu deplora repressione dimostrazioni in Myanmar
giovedì, 11 ottobre 2007 10.36
Versione per stampa

NAZIONI UNITE (Reuters) - Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite oggi ha deplorato la repressione delle proteste per la democrazia in Myanmar e ha invitato al dialogo politico, in una dichiarazione che ha visto insieme le potenze occidentali e la Cina per la prima volta.
Il comunicato dice che "tutti i prigionieri politici e gli altri detenuti" dovrebbero essere rilasciati presto e chiede alla giunta militare che governa il Paese da quarant'anni di prepararsi a un "dialogo genuino" con la leader dell'opposizione Aung San Suu Kyi.
La dichiarazione non è vincolante, a differenza di una risoluzione.
E' la prima volta che il Consiglio di Sicurezza agisce ufficialmente nei confronti dell'ex Birmania, e questo segna un cambiamento di posizione da parte della Cina, vicino e fondamentale partner commerciale del Myanmar: in precedenza Pechino aveva usato il diritto di veto per evitare critiche alle autorità del Paese.
L'Onu ha detto che l'inviato speciale Ibrahim Gambari nel fine settimana partirà per una visita in Asia nel corso della quale dovrebbe far tappa in Myanmar per la seconda volta da quando la giunta ha represso le dimostrazioni guidate dai monaci buddisti il mese scorso.
Invia il tuo biglietto d'auguri a:

Daw Aung San Suu Kyi,
54 University Avenue,
Bahan 11201,
Yangon, Myanmar (Birmania)

Costo dell'affrancatura con posta prioritaria per l'estero
formato standard, cm 9x14 Euro 0,60

PROTESTIAMO CON LETTERA O EMAIL ALL'AMBASCATA BIRMANA IN ITALIA
meroma@tiscalinet.it
Via della Cammilluccia 551, Roma, tel. 0636303753, 0636304056
FAX 06/36298566
altre ambasciate della birmania a cui scrivere
mecanberra@biqpond.com australia
contact@myanmar-embassy-tokyo.net giappone
info@mewashingtondc.com usa
mission.myanmar@ties.itu.int hong kong
FIRMA TUTTE LE PETIZIONI
http://www.actionburma.com/
http://www.burmacampaign.org.uk/mtvaction.html
LA PETIZIONE DI AMNNESTY INTERNATIONAL
http://www.amnesty.it/appelli/firmamodelappelli.html?nomeappello=Myanmar_monaci
FIRMA LA PETIZIONE PER UNA BIRMANIA LIBERA
http://htm.cisl.it/sito/contenuti/BIRMANIA/FormBirmania.htm
FIRMA ALTRA PETIZIONE
http://www.avaaz.org/en/stand_with_burma/tf.php?CLICK_TF_TRACK

TUTTI I VIDEO AGGIORNATI SULLA BIRMANIA COSA ACCADE
http://www.youtube.com/results?search_type=search_videos&search_query=burma&search_sort=video_date_uploaded&search_category=0&search=Search&v=&uploaded=
LE FOTO AGGIORNATE IN TEMPO REALE SU FREE BURMA
http://flickr.com/search/?q=burma&m=text

NOTIZIE E FOTO E VIDEO IN TEMPO REALE FREE BURMA
http://niknayman.blogspot.com/

INTERVISTA AD Aung San Suu Kyi
http://www.youtube.com/watch?v=6_oabUxzglo
http://www.youtube.com/watch?v=Mjqo1JSDNpM
http://www.youtube.com/watch?v=GIR_-YN3Oyc


Democratic voice of Burma

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