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Aiutaci a salvare la vita di Troy Davis: firma l'appello e invia un messaggio di solidarietà!

Post n°813 pubblicato il 26 Aprile 2011 da dammiltuoaiuto
 

Stati Uniti: la Corte suprema apre la via all'esecuzioneData di pubblicazione dell'appello: 13.04.2011Aiutaci a salvare la vita di Troy Davis: firma l'appello e invia un messaggio di solidarietà!

Troy Davis © Dipartimento di correzione Georgia
Troy Davis © Dipartimento di correzione Georgia

Aggiornamento
 
Il 28 marzo la Corte suprema degli Stati Uniti si è rifiutata di accogliere la richiesta di appello di Troy Davis, dando così la possibilità di fissare la quarta data della sua esecuzione.  Persistono i dubbi sulla sua colpevolezza.

Troy Davis è stato condannato a morte nel 1991 per l'omicidio del poliziotto Mark Allen MacPhail a Savannah, Georgia, nel 1989. Nessuna prova fisica collega direttamente Davis all'omicidio e l'arma del delitto non è mai stata trovata. Il caso Davis si basa soprattutto sulle testimonianze oculari. Dall'inizio del processo, sette dei nove testimoni chiave hanno ritrattato o cambiato la loro testimonianza, a causa delle coercizione da parte della polizia. 
 
Il 28 marzo la Corte suprema degli Stati Uniti si è rifiutata di accogliere la richiesta del caso Davis, dando così la possibilità allo stato della Georgia di fissare la quarta data della sua esecuzione. Nel 2007, Troy Davis è arrivato a meno di 24 ore dall'esecuzione; in quest'occasione l'ufficio per la grazia e la libertà vigilata ha sospeso l'esecuzione dichiarando che non l'avrebbe autorizzata "a meno che e fino a quando i suoi membri non fossero stati convinti della colpevolezza, senza alcun dubbio, dell'imputato". Nel 2008 sono state fissate altre due date per la sua esecuzione, entrambe sospese.

Dal 2007, tre stati degli Stati Uniti hanno abolito la pena di morte. Al momento della firma delle proposta legislative per l'abolizione della pena capitale, i tre governatori hanno sottolineato, tra le motivazione della scelta di rinunciare alla pena di morte, il rischio di commettere un errore irrevocabile. Da quando Troy Davis è nel braccio della morte, più di 90 detenuti sono stati rilasciati perché innocenti. In ognuno dei  primi processi relativi a questi casi, gli imputati erano stati giudicati colpevoli al di là di ogni ragionevole dubbio.

 

State Board of Pardons and Paroles
2 Martin Luther King, Jr. Drive, SE
Suite 458, Balcony Level, East Tower
Atlanta, Georgia 30334-4909, USA
 
Gentili membri,

sono un sostenitore di Amnesty International, l'Organizzazione internazionale che dal 1961 agisce in difesa dei diritti umani, ovunque nel mondo vengano violati.

Riconosco la gravità del reato per il quale è stato condannato a morte Troy Davis, ma anche dopo l'udienza federale probatoria del 2010, i dubbi sul caso persistono.

Vi ricordo che occorre agire con certezza assoluta, contro un errore irreversibile, e vi ricordo la vostra dichiarazione del 2007, secondo la quale, non avreste mai acconsentito a un'esecuzione se ci fosse un qualche dubbio sulla colpevolezza del detenuto.

Ci sono prove sostanziali sulla fallibilità del sistema di giustizia capitale ed è per questo che vi invito a concedere la clemenza e a commutare la condanna a morte di Troy Davis.
 
Vi ringrazio per la vostra attenzione.

 (8.61 KB)Scarica l'appello in favore di Troy Davis (8.61 KB)

 

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ASINO CHI LEGGE

Post n°812 pubblicato il 26 Aprile 2011 da dammiltuoaiuto
 

Nel nostro paese poco più di una persona su due (fra quelle che hanno superato i sei anni di età) ha letto almeno un libro negli ultimi dodici mesi (il 53,1 per cento). Con la precisazione che un italiano su dieci tiene sul comodino o in borsa solo libri gialli, rosa, fantasy, di fantascienza o volumi allegati a quotidiani e settimanali. Andando a scavare meglio nel gruppo dei lettori, la Aie ha osservato che quasi la metà (47,5%) si ferma al traguardo dei tre libri all'anno, mentre solo il 13,5 per cento ne legge uno al mese (pari al 5,7 per cento della popolazione totale). Una nota positiva che emerge dalle statistiche presentate ieri a Milano è che i giovani fra 18 e 19 anni che leggono almeno un libro al mese sono l'8,2 per cento: più della media nazionale. E fra i laureati con un'età compresa fra i 45 e i 64 anni le frequentazioni regolari con i libri riguardano il 23,1 per cento degli individui.

solamente il 5,7% degli italiani legge almeno un libro al mese, io possso dire con orgoglio di rientrare in questa percentuale, ma solo facendo la media annuale dato che in 1 settimana al mare mi leggo almeno 3 libri (l'anno scorso in 2 settimane in grecia ho letto 8 libri, ed ero partito portandomi dietro 6 kg di libri credendo erroneamente che fossero abbastanza, per fortuna c'era il bazar del villaggio)

 

Altri dati interessanti estrapolati dall'articolo da dove ho preso le percentuali di cui sopra ma totalmente OT
Tra i Quindici paesi europei l'Italia è al terz'ultimo posto per quantità di libri comprati. Ogni italiano spende 65 euro all'anno in libreria, contro i 208 della Norvegia, Nonostante questo è un settore complessivamente in buona salute, sottolinea Gian Arturo Ferrari, direttore generale della divisione libri di Mondadori e vicepresidente dell'Aie: "Ma è stata la domanda a peggiorare. C'è un mercato forte ma ristretto. Le persone che acquistano libri sono sempre più ricche, istruite e concentrate al nord. La forbice si è aperta enormemente"
Il legame fra librerie e Pil emerge dalle statistiche. Le regioni del nord, si legge nello studio delle università di Bologna e Trento, contribuiscono per il 54 per cento al prodotto interno lordo nazionale e hanno una quota di lettori del 53,4 per cento. Al centro, dove si genera il 21 per cento del Pil nazionale, un individuo su cinque ha letto almeno un libro negli ultimi dodici mesi. E al sud al 25 per cento del prodotto corrisponde un tasso di amanti dei libri pari al 26,2 per cento.


Fesso chi legge! e allora chi scrive?
Più della metà degli italiani non sfoglia libri, ma tanti vogliono scriverli
Gio 29 Lug 2010 | di Maurizio Targa | Media
Foto 1 di 2

Dove si bruciano i libri, diceva il poeta e filosofo tedesco Heinrich Heine, si finirà per bruciare anche gli uomini. In Italia il rischio è davvero remoto, sia di incendiare libri che dar fuoco agli uomini, semplicemente perché i libri vengono letti molto poco. Tutt'al più vengono acquistati come soprammobile cartaceo per dare un tono al salotto. Un vecchio ed abusato adagio sostiene poi che, se la metà degli italiani legge, l'altra metà scrive: secondo i più recenti dati dell'AIE (Associazione Italiana Editori) è pure peggio: i lettori italiani sono circa 19 milioni, ovvero appena il 38% dei nostri connazionali, ma a "ruminare" seriamente libri nell'arco di un'annata è uno sparuto gruppo di un italiano e mezzo ogni cento abitanti della penisola.
E, se i lettori forti e fortissimi rappresentano una percentuale minima della popolazione italiana che legge, essi generano tuttavia una quota importante del volume d'affari delle librerie: si stima che il 9% degli acquirenti determini infatti ben il 57% delle vendite. Fatturato comunque tra i meno appetibili d'Europa: tra i Paesi UE l'Italia è al terz'ultimo posto per quantità di libri comprati ed ogni italiano spende 65 euro all'anno in libreria contro i 208 della Norvegia, il Paese in cui gli scaffali di casa sono più pesanti.

ANALFABETI DI RITORNO
E gli altri, ovvero più del 60% degli italiani? Candidamente, dichiarano di non leggere nessun libro l'anno. Non va meglio per quotidiani e riviste: il dato riguardante chi afferma di leggere almeno una volta a settimana un quotidiano a pagamento passa nel biennio 2007-09 dal 67% al 54,8%, invertendo una tendenza leggermente positiva che si era registrata nei periodi immediatamente precedenti. Se poi si guardano gli utenti abituali, ovvero coloro che il giornale lo prendono in mano almeno tre giorni su sette, la caduta è ancor più verticale: dal 51,1% del 2007 al 34,5% del 2009. Una flessione compensata solo in parte dalla free press - la stampa gratuita - che segna un buon margine di crescita passando dal 34,7% dell'utenza al 39,4%, anche se l'incremento registrato tra i lettori più istruiti fa pensare che ci sia stata una migrazione dai giornali a pagamento a quelli gratuiti. Per quanto riguarda i periodici lo scenario non migliora: nel 2009 li legge il 26,1% degli italiani (-14,2% sul 2007) e quella dei mensili il 18,6% (-8,1%).

ASINOCRAZIA
Oltre la metà degli italiani, dunque, è pressoché analfabeta o analfabeta di ritorno generando - come dice il politologo Giovanni Sartori - una asinocrazia che per la politica costituisce una massa travolgente e facile da travolgere. Ma una nota positiva proprio non riusciamo a scorgerla? Dalle statistiche presentate lo scorso maggio a Milano un barlume di luce è possibile intravvederlo nel fatto che, tra i giovani compresi tra i 18 e 20 anni, coloro che dichiarano di leggere almeno un libro al mese sono l'8,2%: più della media nazionale globale. E fra i laureati fra i 45 e i 64 anni le frequentazioni regolari con i libri riguardano il 23,1% degli individui.

NON LEGGO. ALLORA SCRIVO
Scherzando (ma non troppo) si dice poi che in Italia ci siano più scrittori che lettori. È un fatto che case editrici e redazioni siano invase da cascate di fogli (oggi, grazie alle mail, spesso virtuali per fortuna degli alberi) inviate da sedicenti Manzoni o redivivi Alighieri. E se uno su mille ce la fa (in realtà molto, molto meno), di questo fenomeno approfitta una certa industria libraria senza scrupoli, fatta di editori-squalo che pur non avendo alcuna capacità di distribuzione e vendita, speculando sulle ambizioni degli scrittori kamikaze hanno scoperto un nuovo modo di guadagnare, facendosi pagare le spese di pubblicazione da chi scrive e relegando la diffusione del libro a ruolo assolutamente marginale dell'operazione.
Nel nostro paese poco più di una persona su due (fra quelle che hanno superato i sei anni di età) ha letto almeno un libro negli ultimi dodici mesi (il 53,1 per cento). Con la precisazione che un italiano su dieci tiene sul comodino o in borsa solo libri gialli, rosa, fantasy, di fantascienza o volumi allegati a quotidiani e settimanali. Andando a scavare meglio nel gruppo dei lettori, la Aie ha osservato che quasi la metà (47,5%) si ferma al traguardo dei tre libri all'anno, mentre solo il 13,5 per cento ne legge uno al mese (pari al 5,7 per cento della popolazione totale). Una nota positiva che emerge dalle statistiche presentate ieri a Milano è che i giovani fra 18 e 19 anni che leggono almeno un libro al mese sono l'8,2 per cento: più della media nazionale. E fra i laureati con un'età compresa fra i 45 e i 64 anni le frequentazioni regolari con i libri riguardano il 23,1 per cento degli individui.

solamente il 5,7% degli italiani legge almeno un libro al mese, io possso dire con orgoglio di rientrare in questa percentuale, ma solo facendo la media annuale dato che in 1 settimana al mare mi leggo almeno 3 libri (l'anno scorso in 2 settimane in grecia ho letto 8 libri, ed ero partito portandomi dietro 6 kg di libri credendo erroneamente che fossero abbastanza, per fortuna c'era il bazar del villaggio)

 

Altri dati interessanti estrapolati dall'articolo da dove ho preso le percentuali di cui sopra ma totalmente OT
Tra i Quindici paesi europei l'Italia è al terz'ultimo posto per quantità di libri comprati. Ogni italiano spende 65 euro all'anno in libreria, contro i 208 della Norvegia, Nonostante questo è un settore complessivamente in buona salute, sottolinea Gian Arturo Ferrari, direttore generale della divisione libri di Mondadori e vicepresidente dell'Aie: "Ma è stata la domanda a peggiorare. C'è un mercato forte ma ristretto. Le persone che acquistano libri sono sempre più ricche, istruite e concentrate al nord. La forbice si è aperta enormemente"
Il legame fra librerie e Pil emerge dalle statistiche. Le regioni del nord, si legge nello studio delle università di Bologna e Trento, contribuiscono per il 54 per cento al prodotto interno lordo nazionale e hanno una quota di lettori del 53,4 per cento. Al centro, dove si genera il 21 per cento del Pil nazionale, un individuo su cinque ha letto almeno un libro negli ultimi dodici mesi. E al sud al 25 per cento del prodotto corrisponde un tasso di amanti dei libri pari al 26,2 per cento.

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 

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