Creato da: merit.ptah il 09/04/2012
sensations de l'ame

 

 
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Il cielo

Post n°11 pubblicato il 01 Maggio 2012 da merit.ptah

Da qui bisogna cominciare: il cielo.

Finestra senza davanzale, telaio, vetri.

Un’apertura e nulla più, ma spalancata.

Non devo attendere una notte serena,

né alzare la testa, per osservare il cielo.

L'ho dietro a me, sottomano e sulle palpebre.

Il cielo mi avvolge ermeticamente

e mi solleva dal basso.


Persino le montagne più alte

non sono più vicine al cielo

delle valli più profonde.

In nessun luogo ce n’è più

che in un altro.

La nuvola è schiacciata dal cielo

inesorabilmente come la tomba.

La talpa è al settimo cielo

come il gufo che scuote le ali.

La cosa che cade in un abisso

cade da cielo a cielo.


Friabili, fluenti, rocciose,

infuocate ed eteree,

distese di cielo, briciole di cielo,

folate e cumuli di cielo.

Il cielo è onnipresente

perfino nel buio sotto la pelle.


Mangio il cielo, evacuo il cielo.

Sono una trappola in una trappola,

un abitante abitato,

un abbraccio abbracciato,

una domanda in risposta ad una domanda.


La divisione in cielo e terra

non è il modo appropriato

di pensare a questa totalità.

Permette solo di sopravvivere

a un indirizzo più esatto,

più facile da trovare,

se dovessero cercarmi.

Miei segni particolari:

incanto e disperazione.



Wislawa Szymborska

 


 


 
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