« Via Eio (via Kottke) | Nota dell'autore » |
Non che non me ne fossi mai reso conto ma ieri mi č sembrato peggio. Se per un attimo alzavi gli occhi a guardare la cupola gią stavi camminando su file di poster o avevi le scarpe annegate nella merda di un cavallo. Tra il Duomo e il Battistero c'erano lenzuola a perdita d'occhio, borse e cinture e occhiali, bamboline dagli occhi intermittenti che canticchiavano I love you, libellule intrecciate, cavalletti per macchine fotografiche, macchinine a pile e lettere di legno con le ruote per comporre assurdi orribili trenini. Tra gli Uffizi e Ponte Vecchio mi sono quasi preso uno scooter in faccia ma camminare sul marciapiede era impossibile. Firenze meravigliosa cittą d'arte, Firenze perduto mercato all'aperto.
Ma una cosa credo profondamente nella mia poca tolleranza: se fossi nato e cresciuto al posto di uno di quegli extracomunitari adesso ci sarei io a trascinare la mia vita dentro un lenzuolo, e mi bruciano le orecchie quando sento frasi infastidite verso di loro. Noi che ci perdiamo a dare una multa di quattromila euro per una borsa di Gucci comprata sul marciapiede e continuiamo a camminare con il sole in faccia e una coscienza che crediamo chissą perchč pulita.
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