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Post n°6 pubblicato il 23 Novembre 2007 da dbernabei
Ecco un brano dell'articolo che Italo Calvino scrisse su "Il Giorno": un chiaro e - purtroppo sempre attuale - esempio di come ci si complichi la vita. "Il brigadiere è davanti alla macchina da scrivere. L'interrogato, seduto davanti a lui, risponde alle domande un po' balbettando, ma attento a dire tutto quel che ha da dire nel modo più preciso e senza una parola di troppo: "Stamattina presto andavo in cantina ad accendere la stufa e ho trovato tutti quei fiaschi di vino dietro la cassa del carbone. Ne ho preso uno per bermelo a cena. Non ne sapevo niente che la bottiglieria di sopra era stata scassinata". Impassibile, il brigadiere batte veloce sui tasti la sua fedele trascrizione: "Il sottoscritto essendosi recato nelle prime ore antimeridiane nei locali dello scantinato per eseguire l'avviamento dell'impianto termico, dichiara d'essere casualmente incorso nel ritrovamento di un quantitativo di prodotti vinicoli, situati in posizione retrostante al recipiente adibito al contenimento del combustibile, e di aver effettuato l'asportazione di uno dei detti articoli nell'intento di consumarlo durante il pasto pomeridiano, non essendo a conoscenza dell'avvenuta effrazione dell'esercizio soprastante". (...) " Correva l'anno 1965. Vorreste forse dire che oggi non è più così?! |
Premesso che nello scrivere un comunicato una regola certa, sicura ed immutabile non esiste ma occorre adattarsi al contesto, non c'è manuale o testo che non riporti una "sua" ricetta; facciamo un riassunto dei principali elementi. In linea di massima: focalizzate bene l'argomento principale di cui volete parlare (pensate cioè qual è "la notizia" che volete dare) e iniziate la vostra relazione o il vostro comunicato con questa. proseguite con l'impatto (o le conseguenze) che questa ha o può avere terminate con la descrizione (anche cronologica) dei passaggi. (il testo che segue è stato preso da una reale comunicazione da parte di un ente pubblico; sono stati eliminati solamente i riferimenti all'ente che me lo aveva proposto).
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Post n°4 pubblicato il 22 Novembre 2007 da dbernabei
Accade in un comune della bergamasca (2000 abitanti circa) "La S.V. è invitata a presentarsi presso gli Uffici di questo Comune per importanti comunicazioni che la riguardano" Firmato : Il Sindaco" Ohibò.. la tensione cresce quando uno trova nella cassetta della posta una lettera del genere. Cosa sarà mai?? Cosa mi dovranno mai comunicare di così... solenne?? Ebbene, il solerte comune, che sta ovviamente dalla parte del cittadino, doveva consegnare nientepopodimeno che ...la cartella dei rifiuti solidi urbani. (!!) C'è da aggiungere che la lettera non era stata spedita bensì lasciata nella posta a mano... La destinataria della lettera - sgomenta da una tale mancanza di rispetto nei confronti dei cittadini - mi interpella per sapere un mio parere. Un parere? Bisognerebbe cantarne 4 al solerte sindaco il quale evidentemente non si preoccupa minimamente dei cittadini ma li considera poco più che sudditi. Senza contare il tempo impiegato per scrivere la lettera, farla firmare, imbustarla e mandare il messo a lasciarla nella cassetta della posta (che, per inciso, scrivere per scrivere tanto valeva farlo meglio!) , avrebbe potuto far recapitare a casa direttamente la cartella per il pagamento della tassa rifiuti solidi urbani. Ciò avrebbe permesso alla - sventurata - destinataria di: - non agitarsi - capire subito di cosa si trattava - non dover prendere un permesso dal lavoro (solo per ritirare una busta) - non sentirsi considerata un suddito chiamato ad udienza dal podestà di turno. Considerato che il comune non ha fatto questa scelta, avrebbe almeno potuto scrivere, senza "aggravi di costi": Gentilissima Signora, presso i nostri uffici è a disposizione la cartella per il pagamento della tassa rifiuti solidi Urbani. Può ritirarla nei seguenti orari di apertura: xxxxxx - yyyyyy dalle 0000 alle 0000" Distinti saluti. ma questo implica una certa educazione che, come visto, sovente manca. p.s. lo scrivo per il sindaco di quel comune: se copia il mio testo, sostituisca le xxxxx e le yyyy nonchè gli 0000 con i giorni e gli orari di apertura degli uffici. Grazie :-) |
Post n°3 pubblicato il 22 Novembre 2007 da dbernabei
Correva l’anno 1965 quando Italo Calvino pubblicò su “Il Giorno” il suo (attualissimo) concetto di “antilingua” attraverso un immaginario interrogatorio in una caserma. Fu così che la stufa divenne un impianto termico. E anche la pubblica amministrazione si nascose al cittadino dietro parole incomprensibili e codici intraducibili. - “ove il richiedente sia coniugato o nubendo” (Qualcuno di voi ha qualche...nubendo?) - “esperimento (della licitazione) produrre la documentazione" (esperisci, esperisci...) - "All'uopo esibisce il benestare dell'attuale intestatario" (Non gridare all'uopo! all'uopo!) E per finire una vera e propria "chicca": - "requisiti necessari: impossidenza di altra abitazione " ( E se uno soffre di impossidenza?) Vediamo qualche piccolo esempio, tratto da lettere di alcuni enti ai cittadini: |
Post n°2 pubblicato il 22 Novembre 2007 da dbernabei
Uhmmm... per fugare ogni dubbio sarà meglio dedicare un paio di righe a dirti chi sono e cosa faccio. Professionalmente parlando nasco come giornalista. Iscritto all'Albo, elenco pubblicisti dal 1994. Ho collaborato con due periodici in provincia di Milano, un quotidiano bergamasco (Il Bergamo Oggi. Poi diventato Il Nuovo Giornale di Bergamo) e dal 2001 con il quotidiano Il Giorno. Questo per dire che solo dopo ho "scoperto" che potevo mettere a buon frutto le mie esperienze anche nel settore della Pubblica Amministrazione. Ma è un settore nel quale, piano piano con corsi e attività pratica, mi sono andato specializzando. Mi sono occupato della comunicazione di un' Azienda Sanitaria Locale (ASL) dal 1999 al 2006 (capo ufficio stampa - responsabile della pubblicazione del periodico aziendale - addetto stampa e relazioni istituzionali della direzione generale - coordinatore della comunicazione aziendale interna ed esterna, compreso il relativo sito internet) Nel frattempo ho collaborato con alcune amministrazioni comunali, come direttore responsabile delle rispettive pubblicazioni e per il piano di comunicazione. Concludo dicendo che a me fare il giornalista piace. Mi ha dato - e mi da - tanto. |
Inviato da: dbernabei
il 22/05/2008 alle 20:13
Inviato da: EugenioDeBernardis
il 08/05/2008 alle 17:58