E' Milano la peggiore tra le borse europee, zavorrata dalle banche infarcite di titoli di stato, a loro volta bersagliati dalle vendite, e non basta il parziale recupero finale, in scia all'Europa e agli Usa, a salvarla dal segno meno dopo il -2,8% di ieri.
Un trader parla di "sell-off generalizzato", un altro sottolinea la debolezza della situazione italiana messa in luce soprattutto dallo spread sul debito Italia/Germania, che nel pomeriggio è arrivato a superare i 490 punti. "Sono livelli e movimenti che non vedevamo da tempo", osserva.
Nel fine settimana la Spagna ha ottenuto l'ok dall'Europa a un prestito fino a 100 miliardi di euro per mettere in sicurezza il suo sistema bancario, ma il mercato gi ieri ha risposto con plateale scetticismo. Oggi i rendimenti sui titoli di stato spagnoli sono saliti ancora e Fitch ha declassato 18 istituti di credito iberici, innervosendo ulteriormente gli investitori, spiega un dealer. Ma è l'Italia, nota, il bersaglio di oggi.
L'indice FTSE Mib (Milano: - ) ha chiuso in calo dello 0,7%, contro un paniere europeo FTSEurofirst 300 (FTSE Index: - ) in rialzo dello 0,7. Anche Madrid ha fatto meglio (+0,09%), mentre Francoforte ha chiuso a +0,4%, Parigi a +0,1% e Londra a +0,7%.
Chiusura ancora in netto calo, dopo quella di ieri, per i Btp, appesantiti dai dubbi del mercato riguardo il recente accordo di bailout delle banche spagnole, dai timori di un contagio ancora più pesante dalla Spagna all'Italia e, non ultimo, dall'avvicinarsi della tornata di aste di met mese.
Il differenziale di rendimento tra Btp e Bund sul tratto 10 anni, alle 18,20, si attesta a 473 punti base dai 474 punti base del finale di seduta di ieri, dopo aver toccato un picco di 490 punti base, riportandosi sui massimi da circa met gennaio che aveva testato all'inizio di questo mese.
Il tasso del decennale italiano è al 6,165% dal 6,043% di ieri sera dopo essersi spinto fino al 6,3%, il livello più alto toccato dal 19 gennaio scorso.
L'euro è sceso fino a 1,2441 contro il dollaro, ai minimi di seduta, prima di risalire e attestarsi, alle 18,20, a quota 1,2480. Le imminenti elezioni greche e il rialzo dei rendimenti dei titoli di stato italiani e spagnoli gravano sulla moneta unica.
I timori sulla crisi del debito dell'eurozona e sugli eventuali riflessi sulla domanda di greggio hanno pesato oggi sul Brent, che alle 18,20 perde 84 centesimi a 97,16 dollari al barile, dopo essere sceso fino a un minimo di 96,62 dollari.
In rialzo invece il prezzo del greggio Usa, che alle 18,20 si attesta a 83,16 dollari al barile, in rialzo di 46 centesimi.