Blog
Un blog creato da amantedicesare0 il 18/12/2011

dedicatoapavese

Blog senza pretese dedicato a Cesare Pavese: il maestro di una vita. "Altrettanto noto è che uno quando non dorme vorrebbe dormire e passa alla storia come l'eterno sognatore." C.P.

 
 

CONSIGLI DI LETTURA

Nelle prime pagine di questo blog sono contenuti i post che svelano l'uomo, oltre che il poeta. Essendo questo un blog letteraio-sentimentale...

 

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Giugno 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
 
 

 

CHI SONO

Amantedicesare: un modo aulico per definirmi ma in realtà è l'omaggio a chi, morendo, ha insegnato ad amare e apprezzare la vita.
Scriverò di lui e pubblicherò ciò che è lui. Senza pretese, più per me che per gli altri, con l'intento di raccogliere questa mia passione in un click.

 

MUSIC

 

AREA PERSONALE

 

TAG

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Giugno 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
 
 

FACEBOOK

 
 

HAI UN SANGUE, UN RESPIRO.

Hai un sangue, un respiro.
Sei fatta di carne
di capelli di sguardi
anche tu. Terra e piante,
cielo di marzo, luce,
vibrano e ti somigliano -
il tuo riso e il tuo passo
come acque che sussultano -
la tua ruga fra gli occhi
come nubi raccolte -
il tuo tenero corpo
una zolla nel sole.

Hai un sangue, un respiro.
Vivi su questa terra.
Ne conosci i sapori
le stagioni i risvegli,
hai giocato nel sole,
hai parlato con noi.
Acqua chiara, virgulto
primaverile, terra,
germogliante silenzio,
tu hai giocato bambina
sotto un cielo diverso,
ne hai negli occhi il silenzio,
una nube, che sgorga
come polla dal fondo.
Ora ridi e sussulti
sopra questo silenzio.
Dolce frutto che vivi
sotto il cielo chiaro,
che respiri e vivi
questa nostra stagione,
nel tuo chiuso silenzio
è la tua forza. Come
erba viva nell'aria
rabbrividisci e ridi,
ma tu, tu sei terra.
Sei radice feroce.
Sei la terra che aspetta.

 
Citazioni nei Blog Amici: 3
 

PAESI TUOI

« ... andavamo come i buoi senza sapere dove, lui col suo fazzoletto rosso al collo, il suo fagotto, e le sue brache di fustagno. Questi goffi di campagna non capiscono un uomo che, per quanto navigato, messo fuori un bel mattino si trova scentrato e non sa cosa fare. Perché uno poteva anche aspettarselo ma, quando lo rilasciano, lí per lí non si sente ancora di questo mondo e batte le strade come uno scappato di casa.»

 
Get the Maukie - the virtual cat widget and many other great free widgets at Widgetbox! Not seeing a widget? (More info)
 

 

 

« Pavese Festival 2012Cesare, parlano di te! »

La casa della mamma di Pavese....

Post n°103 pubblicato il 12 Giugno 2012 da amantedicesare0
 

da Il Monferrato.it

Un'accurata ricerca biografica sulla famiglia Mesturini di Ticineto è contenuta nel volume intitolato "L'altro paese", pubblicato dal Circolo Culturale Ermanno Aceto di Ticineto in occasione del centenario della nascita di Cesare Pavese (sarà presentato domenica 15, ndr.).
Rimasto orfano del padre a sei anni, lo scrittore di Santo Stefano Belbo è allevato dalla madre Consolina Mesturini, appartenente ad un'antica famiglia con ascendenti tra notai, medici e sacerdoti.
Una famiglia agiata, anche se profondamente segnata dal destino, come ricorda Angela Merlo: "Dal matrimonio di Pietro Mesturini con Teresa Vassallo nacquero nel 1828 Giovanna Marianna, nel 1829 Francesco e nel 1830 Luigi, il futuro nonno di Pavese. I primi due figli morirono quasi subito dopo la nascita, Luigi invece visse a lungo", ma la sua esistenza fu colma di dolori e sofferenze.
Perduto il padre alla tenera età di un anno, la madre poco dopo contrae matrimonio con un ricco proprietario di Ticineto, Evasio Caprino, e il nome del bambino, soprannominato "Frusunin", compare nella famiglia di Giuseppe Mesturini che si prende cura di lui, anche dopo la scomparsa della madre Teresa a causa del parto. Tra mille difficoltà, Luigi diventa maggiorenne. Ereditati i cospicui beni di famiglia, vende la casa paterna dello "Scaldasole", acquista una dimora più signorile nella "Contrada dell'Olmo" per ospitare la sposa Angela Scagliotti e decide di dedicarsi al commercio dei tessuti.
E' nella nuova residenza che, dopo il primogenito Cesare Terenzio, viene alla luce nel 1868 Consolina Fiorentina Mesturini, la madre di Cesare Pavese.
Aumentata la famiglia, c'è bisogno di un edificio più grande e prestigioso. Del resto gli affari vanno bene e i Mesturini si trasferiscono nella "Casa della Topia", cosiddetta per il grande pergolato di uva bianca nel cortile. E' più ampia e più adatta al commercio di stoffe, con due grandi vetrine aperte sulla via principale del paese, la "Contrada Longa", detta anche "Via Maestra", proprio di fronte alla palazzina del marchese Morelli.
Purtroppo un grave lutto colpisce di nuovo la famiglia: la perdita di Cesare Terenzio, di appena cinque anni, che lascia sola la piccola Consolina. E' gracile, ma risoluta e forte di temperamento, frequenta le scuole in paese e aiuta i genitori nell'attività commerciale, iniziando a mettere da parte le stoffe più pregiate per il corredo, dopo aver conosciuto Eugenio Pavese, il giovane impiegato della Pretura originario di Santo Stefano Belbo. A tale proposito osserva Angela Merlo: "Consolina, dopo le nozze, avvenute a Ticineto il 28 novembre 1893, andò a vivere a Torino, dove il marito aveva trovato lavoro presso il tribunale. Un anno dopo, nel 1894 nasce la prima dei suoi cinque figli: Laura Bertilde. Per il parto torna a casa dai suoi genitori e il 14 settembre, alle cinque del mattino, dà alla luce la bambina, assistita dalla levatrice Felicita Merlo, domiciliata a Borgo San Martino, ma operante anche a Ticineto". Il dramma non è ancora finito. Scomparsa a sei anni la primogenita, seguita da due bimbi in tenerissima età, i genitori di Consolina, alienata la proprietà, si trasferiscono a Torino, dove nel 1901 la famiglia è allietata dalla nascita di Maria. Ma ormai, con la successiva vendita della casa, è definitivamente spezzato il legame con Ticineto, non con Santo Stefano Belbo dove il 9 settembre 1908 viene alla luce Cesare Pavese.
Dionigi Roggero
La "Casa della topia"
in un libro del Circolo Aceto
Mai appuntamento è stato più azzeccato e simbolico: la «casa della topia», quella della madre di Cesare Pavese (Consolina Mesturini), in Ticineto, via Vittorio Veneto, noi ci arriviamo dal retro, dal giardino, da via Piacentini, dopo aver parcheggiato nella piazza della chiesa. E' un martedì tra sole e ombra con belle nubi, ci ricevono Angela Merlo Romussi e Anna Scagliotti Castellaro presidente e segretaria del Circolo Aceto (fondato nel 1987), Circolo a cui si deve il libro «L'altro paese», edito per il centenario pavesiano, che sarà presentato alle 17 di domenica 15. Mentre Giulio Pasino bagna il giardino (la casa è di proprietà della famiglia Natalia Rosati, oggi abitante in Liguria) sfogliamo le bozze del volume seduti (in equilibrio precario su vecchie poltrone) proprio sotto la topia citata ancora in una nostra recente intervista da Cesarina Sini, figlia di Maria Pavese Sini, sorella di Cesare, a proposito dei ricordi della nonna Consolina (la mamma dello scrittore). Un libro che si presenta ricco di contenuti e di immagini (ottima ad esempio l'idea di raccogliere tutti gli articoli che riguardano Ticineto e i legami pavesiani comprese gli eventi che hanno portato all'inaugurazione dell'itinerario provinciale che da Ticineto arriva fino a Crea-Moncalvo e della Giornata dei consoli Tci)
Ma l'emozione si rafforza quanto entriamo nella vecchia casa abitata da Consolina fino al matrimonio (1893, per essere precisi Consolina era nata in un'altra casa, come scoprimmo all'amagrafe in un assolato agosto, in contrada dell'Olmo nell'attuale via Mazzini).
Incominciamo dalle cantine settecentesche, dal bel mattone, poi percorriamo in punta di piedi il pian terreno dove si intuiscono ancora le vetrine del negozio di stoffa del padre di Consolina affacciate sulla via principale. Al primo piano apriamo, disturbando qualche ragno, una finestra quella proprio della stanza della madre dello scrittore, si affaccia direttamente sulla casa del marchese, oggi casa di Cesare Mazzucco (che abita a Chicago). Ben praticabile il solaio e questo «viaggio nel tempo» finisce al terrazzo coperto che ha in un lato una piccola camera oscura e permette un ultimo sguardo sulla nostra topia.
Ancora un salto in parrocchia sia per salutare don Rollino, parroco-istituzione del paese che per fotografare lo stemma dei Mesturini in un quadro in navata sinistra, poi alla chiesa della Confraternita di San Pietro Martire (ci apre Luigi Trevisan) per scoprire in un quadro del Guala una visione di Ticineto che figura nella copertina del libro, è datato 1744, già allora c'erano i Mesturini, bis-bis-nonni del nostro Pavese
Luigi Angelino
Al libro hanno collaborato per il Circolo Aceto Angela Merlo e Anna Scagliotti (per i testi), Angela Mazzuucco e Piero Caprino (per le ricerche) e Renzo Mesturini (per le foto); gli altri testi sono di Elio Gioanola, Marziano Guglielminetti, Laura Nay, Mariarosa Masoero e Giuse Vipiana, cui si aggiungono i dipinti di Camillo Francia, Romano Demichelis e Romano Scagliotti.
FOTO. La casa della topia dal giardino; il libro del Circolo Aceto, casa Mesturini dal lato di via Vittorio Veneto e la casa del marchese dalla finestra della camera di Consolina...

 

 

 
 
 
Vai alla Home Page del blog
 
 

 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ULTIME VISITE AL BLOG

RDP1944ollypollycassetta2ivanocimattiTHELAWERnazareno.confortibabaloo0solo_se_filosofagabrypinagrasso.samueledidimo7Claudya81rainigerily8978jigendaisuke
 

AMORE STRAZIATO

...Siete un mucchio di fottuti. Me ne importa tanto a me di Frassinelli, di quel bischero di Franco, e se mangio all'albergo!
Quando la finirete di far finta di non ricevere che chiedo notizie,notizie, notizie, e una cartolina firmata, di *?
E avete ancora il becco di scrivermi se ho bisogno di qualcosa. Da un mese non chiedo altro.
Il confino è niente. Sono i parenti che costringono uno a lasciarci la pelle.
Che vi venga il cancro a tutti.

 

CHI PUò SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
 

CITAZIONI

La strategia amorosa si sa adoperare solo quando non si è innamorati.

Gli uomini che hanno una tempestosa vita interiore e non cercano sfogo o nei discorsi o nella scrittura, sono semplicemente uomini che non hanno una tempestosa vita interiore.

I grandi poeti sono rari come i grandi amanti, non bastano le velleità, le furie e i sogni; ci vuole di meglio: i coglioni duri.

Tutto il problema della vita è dunque questo: come rompere la propria solitudine, come comunicare con gli altri.

Le cose si ottengono quando non si desiderano più.

È bello svegliarsi e non farsi illusioni. Ci si sente liberi e responsabili. Una forza tremenda è in noi, la libertà. Si può toccare l'innocenza. Si è disposti a soffrire.

Bacca: Qui si dice che fu per amore.
Orfeo: Non si ama chi è morto.

Leggendo non cerchiamo idee nuove, ma pensieri già da noi pensati, che acquistano sulla pagina un suggello di conferma.

La vita non è forse più bella perché da un momento all'altro si può perderla?

L'amore è la più a buon prezzo delle religioni.

Ogni lusso che ci si concede si deve pagare e tutto è un lusso, a cominciare dallo stare al mondo.

L'idea del suicidio era una protesta di vita. Che morte non voler più morire.

Chiodo scaccia chiodo, ma quattro chiodi fanno una croce.

Ciò che ci rende villani e violenti è la sete di tenerezza.

 

 

E CANTA...

E Cesare, perduto nella pioggia, sta aspettando da sei ore il suo amore, ballerina. (Francesco De Gregori)

 

LA CASA IN COLLINA

Già in altri tempi si diceva la collina come avremmo detto il mare o la boscaglia. Ci tornavo la sera, dalla città che si oscurava, e per me non era un luogo tra gli altri, ma un aspetto delle cose, un modo di vivere. Per esempio, non vedevo differenza tra quelle colline e queste antiche dove giocai bambino e adesso vivo: sempre un terreno accidentato e serpeggiante, coltivato e selvatico, sempre strade, cascine e burroni. Ci salivo la sera come se anch'io fuggissi il soprassalto notturno degli allarmi, e le strade formicolavano di gente, povera gente che sfollava a dormire magari nei prati, portandosi il materasso sulla bicicletta o sulle spalle, vociando e discutendo, indocile, credula e divertita.

 

 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963