Al giudice Luigi de Magistris - titolare dell'inchiesta Why Not presso la procura di Catanzaro che vede coinvolti imprenditori, politici, amministratori a cui sarebbero contestati reati di associazione a delinquere, corruzione, violazione della legge Anselmi
sulle associazioni segrete, truffa, finanziamento illecito ai partiti - dopo la notizia che anche il Ministro della Giustizia Mastella è coinvolto nell'indagine, è stata tolta l'inchiesta. Queste le sue pesanti dichiarazioni: «Siamo alla magistratura degli Anni Trenta, siamo tornati a un ordinamento giudiziario
gerarchizzato proprio dell´epoca fascista. Prima mi tolgono l´inchiesta
Poseidone, poi il tentativo di allontanamento, poi ancora l´avocazione
dell´inchiesta Why Not, faccio le corna ma dopo rimane solo l´ipotesi della
soppressione fisica. Il dato è quello dell´impossibilità materiale di svolgere
il proprio ruolo. … ci avviamo al crollo dello stato di diritto. E un altro
punto nevralgico è quello dell´articolo 3 della Costituzione che qui si sta
mettendo in gioco: i cittadini italiani sono tutti uguali davanti alla legge?
Se uno arresta chi fa la tratta di esseri umani o i trafficanti di droga gli
arrivano i telegrammi e gli applausi, gli dicono che è il magistrato più bravo
d´Italia. Ma poi viene cacciato quando indaga sulla pubblica amministrazione.
Cosa significa allora? A questo punto la partita non può essere più - visto che
il tema è così alto - trasferite o non trasferite De Magistris. Io pongo un
altro problema: un magistrato così può rimanere in magistratura. E io, così lo
so fare il magistrato, anche se mi mandano a Bolzano o a Novara o a Cagliari.
Questo è il tema che è in gioco nel Paese: se un magistrato può continuare a
indagare su tutti i cittadino o no. Il segnale che hanno lanciato è molto
chiaro: la magistratura non può più indagare in alcune direzioni. Questo è evidente.
Poi è anche la conferma di come una parte del potere giudiziario sta dentro il
sistema. Una parte della magistratura è funzionale a certi sistemi oggetto di
investigazioni, è fondamentale capire questo. Ecco perché si pone in
discussione l´agibilità democratica all´interno della magistratura. Da un lato
c´è un ritorno alla magistratura degli Anni Trenta, con segni sintomatici di
quel periodo del prefascismo e del fascismo. E cioè la possibilità del ministro
di trasferire in via cautelare dei magistrati. Si ritorna al periodo in cui il
potentino del paese, il signorotto che chiede l´allontanamento del pretore che
magari dava fastidio e poi arrivavano gli ispettori e in una settimana quel
pretore lo cacciavano via. Si torna alla magistratura ipergerarchizzata,
l´avocazione senza alcuna giustificazione, la magistratura in una posizione di
avvilimento totale. Immaginate il messaggio che sta passando in questo momento
nei confronti di tutti i colleghi. Voglio dire un´altra cosa sul messaggio che
stanno mandando. Se io dovessi essere trasferito il magistrato che mi verrà a
sostituire cosa farà, come si comporterà? Sa già che, se dovesse seguire le mie
orme, andrebbe incontro a un provvedimento disciplinare. Cosa altro deve
pensare? O mi fermo o mi tolgono l´indagine. Ecco perché parlo di fine di
autonomia e dell´indipendenza della magistratura. E lo dico a ragion veduta.
Così non si può più andare avanti, così non ci sono più gli spazi per questo
lavoro. E come si fa?».
Che fare per protestare? vedi le prospettive d'impegno civico sul sito dei ragazzi di Locri
Inviato da: giocolino2010
il 12/01/2011 alle 17:56
Inviato da: Anonimo
il 16/10/2008 alle 21:30
Inviato da: Anonimo
il 24/06/2008 alle 13:53
Inviato da: Anonimo
il 21/06/2008 alle 13:41
Inviato da: Anonimo
il 14/06/2008 alle 00:41