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« con la busta paga di un ...la bruttezza non è il co... »

De Magistris cacciato perchè indaga sul ministro della giustizia

Post n°35 pubblicato il 21 Ottobre 2007 da p_i_a_n_o
 

Al giudice Luigi de Magistris - titolare dell'inchiesta Why Not presso la procura di Catanzaro che vede coinvolti imprenditori, politici, amministratori a cui sarebbero contestati reati di associazione a delinquere, corruzione, violazione della legge Anselmi
sulle associazioni segrete, truffa, finanziamento illecito ai partiti - dopo la notizia che anche il Ministro della Giustizia Mastella è coinvolto nell'indagine, è stata tolta l'inchiesta. Queste le sue pesanti dichiarazioni: «Siamo alla magistratura degli Anni Trenta, siamo tornati a un ordinamento giudiziario
gerarchizzato proprio dell´epoca fascista. Prima mi tolgono l´inchiesta
Poseidone, poi il tentativo di allontanamento, poi ancora l´avocazione
dell´inchiesta Why Not, faccio le corna ma dopo rimane solo l´ipotesi della
soppressione fisica
. Il dato è quello dell´impossibilità materiale di svolgere
il proprio ruolo. … ci avviamo al crollo dello stato di diritto. E un altro
punto nevralgico è quello dell´articolo 3 della Costituzione che qui si sta
mettendo in gioco: i cittadini italiani sono tutti uguali davanti alla legge?
Se uno arresta chi fa la tratta di esseri umani o i trafficanti di droga gli
arrivano i telegrammi e gli applausi, gli dicono che è il magistrato più bravo
d´Italia. Ma poi viene cacciato quando indaga sulla pubblica amministrazione.
Cosa significa allora? A questo punto la partita non può essere più - visto che
il tema è così alto - trasferite o non trasferite De Magistris. Io pongo un
altro problema: un magistrato così può rimanere in magistratura. E io, così lo
so fare il magistrato, anche se mi mandano a Bolzano o a Novara o a Cagliari.
Questo è il tema che è in gioco nel Paese: se un magistrato può continuare a
indagare su tutti i cittadino o no. Il segnale che hanno lanciato è molto
chiaro: la magistratura non può più indagare in alcune direzioni.
Questo è evidente.
Poi è anche la conferma di come una parte del potere giudiziario sta dentro il
sistema. Una parte della magistratura è funzionale a certi sistemi oggetto di
investigazioni, è fondamentale capire questo. Ecco perché si pone in
discussione l´agibilità democratica all´interno della magistratura. Da un lato
c´è un ritorno alla magistratura degli Anni Trenta, con segni sintomatici di
quel periodo del prefascismo e del fascismo. E cioè la possibilità del ministro
di trasferire in via cautelare dei magistrati. Si ritorna al periodo in cui il
potentino del paese, il signorotto che chiede l´allontanamento del pretore che
magari dava fastidio e poi arrivavano gli ispettori e in una settimana quel
pretore lo cacciavano via. Si torna alla magistratura ipergerarchizzata,
l´avocazione senza alcuna giustificazione, la magistratura in una posizione di
avvilimento totale. Immaginate il messaggio che sta passando in questo momento
nei confronti di tutti i colleghi. Voglio dire un´altra cosa sul messaggio che
stanno mandando. Se io dovessi essere trasferito il magistrato che mi verrà a
sostituire cosa farà, come si comporterà? Sa già che, se dovesse seguire le mie
orme, andrebbe incontro a un provvedimento disciplinare. Cosa altro deve
pensare? O mi fermo o mi tolgono l´indagine. Ecco perché parlo di fine di
autonomia e dell´indipendenza della magistratura. E lo dico a ragion veduta.
Così non si può più andare avanti, così non ci sono più gli spazi per questo
lavoro. E come si fa?».

Che fare per protestare? vedi le prospettive d'impegno civico sul sito dei ragazzi di Locri

 
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Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 22/10/07 alle 09:41 via WEB
Approfondimento della questione Catanzaro da Report MILENA GABANELLI IN STUDIO E andiamo in Calabria, più precisamente a Catanzaro su un’inchiesta che sta agitando l’intero paese: da una parte il sostituto procuratore De Magistris che indaga, dall’altra il Ministro della giustizia Mastella che dice: indaga male. Ma cosa sta succedendo di così oscuro in questa regione? Quello che sappiamo che il dramma è il lavoro, e sui posti di lavoro si giocano i voti. Dal 2007 al 2013 è previsto l’arrivo di 12 miliardi di euro, destinati allo sviluppo. Sono tanti soldi che gli amministratori dovrebbero usare per la crescita della regione. Quello che noi questa sera proviamo a raccontare, emerge da documenti e testimonianze che la nostra Giovanna Boursier ha raccolto, è solo l’inizio di un’inchiesta il cui sviluppo è legato a tante, troppe incognite. GIOVANNA BOURSIER FUORI CAMPO Una dipendente regionale, ha denunciato alla procura di Catanzaro di essere stata costretta a versare il 15% della sua busta paga a un consigliere regionale, Antonio Acri. La test dice: “Questa è un’imposizione dalla quale non si può prescindere se si vuole lavorare”. GIOVANNA BOURSIER Acri di che partito è? LA TESTE Dei DS. GIOVANNA BOURSIER Come gli dava questi soldi? LA TESTE All’inizio attraverso un bonifico poi in contanti. GIOVANNA BOURSIER E per quanto tempo glieli ha dati? LA TESTE Fino a che sono stata nella struttura. GIOVANNA BOURSIER Quanto gli dava? LA TESTE La cifra è variata nel corso del tempo. Insomma all’ultimo davo intorno ai 160 euro. GIOVANNA BOURSIER Al mese. E quanti ne guadagnava? LA TESTE 1240 circa. GIOVANNA BOURSIER Come glieli chiedevano... come spese? Cioè come motivavano questi versamenti? LA TESTE In realtà non c’era una motivazione precisa, spese di segreteria. GIOVANNA BOURSIER FUORI CAMPO Era la segreteria di una struttura speciale alla quale hanno diritto consiglieri e assessori della regione. Le persone vengono assunte per chiamata, il politico comunica nominativi e incarichi al Consiglio Regionale che provvede al contratto e paga gli stipendi. Nella sua deposizione la teste aggiunge: “La somma la dovevo consegnare alla segretaria particolare di Antonio Acri, tale Nicoletta Perrotti”. In questa lettera Nicoletta Perrotti scrive ai dipendenti della struttura: “Cari colleghi, la sede di via Alimena, utilizzata in campagna elettorale, rimarrà aperta come punto di riferimento per istituzioni, amministratori e cittadini. Le spese ammontano a circa 2000 euro al mese così suddivise...” e stabilisce le quote di ciascuno. “Le somme dovranno essere a me consegnate entro il 30 di ogni mese. Relativamente ai membri della struttura speciale vi ricordo che nella busta paga di settembre saranno calcolati i mesi giugno, luglio e agosto, per cui la somma da versare si intende moltiplicata per 3. ” Uno si chiede: perché se bisogna tenere aperta la segreteria di un politico non la paga il politico o il partito? e perché la pagano i lavoratori con uno stipendio che ricevono dalla regione? AL TELEFONO ANTONIO ACRI CONSIGLIERE REGIONALE La Marsili dice delle assurdità, dice una infamia. GIOVANNA BOURSIER Però, onorevole Acri, il problema è: questi lavoratori devono o non devono dare... AL TELEFONO ANTONIO ACRI CONSIGLIERE REGIONALE Assolutamente no, assolutamente no, assolutamente no! GIOVANNA BOURSIER Non dico a lei ma sul conto della sua segretaria Nicoletta Perrotti? AL TELEFONO ANTONIO ACRI CONSIGLIERE REGIONALE Assolutamente no. Tenga conto che la struttura, per evitare di viaggiare continuamente e indietro da Reggio Calabria, utilizzano la mia segreteria per lavorare, il telefono, internet, il frigorifero eccetera eccetera. GIOVANNA BOURSIER E chi la paga quella segreteria di Via Alimena? AL TELEFONO ANTONIO ACRI CONSIGLIERE REGIONALE La pago io, la pago io, la pago io dottoressa, la pago io, la pago io! GIOVANNA BOURSIER Senta ma possiamo fare un’intervista? AL TELEFONO ANTONIO ACRI CONSIGLIERE REGIONALE Quando si conclude l’indagine, prima non voglio parlare. GIOVANNA BOURSIER FUORI CAMPO Dalle indagini saltano fuori tutti i bonifici dei lavoratori di Acri. I soldi non vanno sul conto del consigliere ma della sua segretaria, Nicoletta Perrotti. La teste aggiunge: “So che tra quelli che pretendono le somme più cospicue vi sono l’assessore regionale Michelangelo Tripodi, il vicepresidente della giunta Nicola Adamo, il consigliere Feraudo e l’allora assessore regionale Morrone”. Che adesso fa il deputato, dell’Udeur. Nicola Adamo, vicepresidente della giunta regionale, che ha querelato la teste, lo troviamo alla presentazione del candidato calabrese alle primarie del pd. NICOLA ADAMO - DS Per quanto riguarda il mio caso è una grande provocazione da regime pre-fascista. GIOVANNA BOURSIER La diciamo questa cosa qua? NICOLA ADAMO - DS No, non me lo faccia dire. Perché io voglio aggiustare nelle aule giudiziarie. Questa è una grande provocazione. Perché lei sa chi è la Marsili? È la moglie del giudice che ha arrestato il capogruppo dei Ds Franco Pacenza. GIOVANNA BOURSIER FUORI CAMPO Franco Pacenza è il capogruppo DS in Regione, arrestato un anno fa con l’accusa di aver imposto assunzioni a un imprenditore che gestiva contributi comunitari attraverso aziende fantasma. Il Pm ha chiesto l’archiviazione. L’arresto di Pacenza fu chiesto dal compagno della Teste, che qualche giorno dopo viene licenziata dalla struttura di Acri. LA TESTE Io non è che sono stata licenziata, la cosa terribile non è questa, è il fatto che io sono stata indotta alle dimissioni. Se poi è stato fatto passare come un licenziamento da parte mia non lo era sicuramente. Io ho subìto delle pressioni affinché me ne andassi da quella struttura. Ho dovuto consegnare, scrivere di mio pugno, questo non lo posso negare una lettera di dimissioni. GIOVANNA BOURSIER FUORI CAMPO Andiamo da un signore che lavorava per Maurizio Feraudo, consigliere dell’Italia dei Valori. LAVORATORE Della somma che mi veniva pagata diciamo dalla ragioneria della Regione Calabria io dovevo versare una parte di questi soldi al Consigliere Regionale. GIOVANNA BOURSIER Lei quanto guadagnava? LAVORATORE Fra i 1800 e 1900 e dovevo consegnare diciamo un terzo di questi soldi. GIOVANNA BOURSIER Quindi 600 euro al mese? LAVORATORE Almeno 600 euro al mese, e li ha voluti solo ed esclusivamente in contanti, la tenuta della segreteria politica. GIOVANNA BOURSIER Era una sorta di tangente per conservare il lavoro? LAVORATORE Senza dubbio è una tangente. Nel momento in cui incominciavo a non voler più versare quelle somme, sono stato allontanato. GIOVANNA BOURSIER E’ stato licenziato? LAVORATORE Licenziato in tronco. GIOVANNA BOURSIER Lei ha denunciato questo all’autorità giudiziaria? LAVORATORE Certo. Ci sono indagini in corso. GIOVANNA BOURSIER È vero o no che lei ha preso... ha chiesto dei soldi ai lavoratori? MAURIZIO FERAUDO – CONSIGLIERE REGIONALE –ITALIA DEI VALORI Assolutamente per quello che mi risulta no. Anche perché ritengo che il consigliere regionale cosi come chiunque fa politica ad un certo livello, non può appartenere questo modo di operare perché altrimenti sarebbe la fine delle istituzioni. ANTONIO DI PIETRO - MINISTRO INFRASTRUTTURE È gravissima come accusa. Evidentemente quando è stato candidato non aveva queste accuse, tanto è vero che le ha avute in relazione al mandato che ha avuto, lo abbiamo immediatamente sospeso dalle attività di partito ed è sotto indagine preliminare. GIOVANNA BOURSIER FUORI CAMPO Per il momento ci sono solo delle indagini. Michelangelo Tripodi, assessore all’urbanistica della Regione Calabria e segretario regionale del Partito dei Comunisti italiani, la vicenda la vede così. MICHELANGELO TRIPODI – ASSESSORE REGIONALE PDCI Per quanto ci riguarda il Partito dei Comunisti Italiani si regge con i contributi dei propri eletti, di chi sta negli incarichi, di chi ha diciamo rapporti con il partito. Io personalmente dò un contributo mensile al partito così come molte altre persone, molti altri compagni. GIOVANNA BOURSIER Lei quanto guadagna? MICHELANGELO TRIPODI – ASSESSORE REGIONALE PDCI Io guadagno intorno ai 12.000 euro. GIOVANNA BOURSIER Mensili netti? MICHELANGELO TRIPODI – ASSESSORE REGIONALE PDCI Si. GIOVANNA BOURSIER E quanto versa al partito? MICHELANGELO TRIPODI – ASSESSORE REGIONALE PDCI 4.500 euro e verso regolarmente al partito e quindi è una regola quella che noi garantiamo. GIOVANNA BOURSIER Non mi è completamente chiaro: perché le persone che prendono uno stipendio dalla Regione sono lavoratori mica militanti del Pdci? MICHELANGELO TRIPODI - PDCI Come no? Non è che sono dipendenti regionali questi. Attenzione sono persone nominate da me. GIOVANNA BOURSIER Ma chi le paga? MICHELANGELO TRIPODI - PDCI Le paga la Regione ma sono persone di fiducia, attenzione. GIOVANNA BOURSIER Perché uno dice io ti nomino però tu dai una percentuale del tuo... MICHELANGELO TRIPODI - PDCI Dai un contributo. Cioè se non viene chiamato nel gruppo non sarebbe un lavoratore. O forse non riesco a spiegarmi? GIOVANNA BOURSIER No, no lei si spiega. Vuol dire che se lei gli dà il lavoro ce l’ha se lei non glielo dà... MICHELANGELO TRIPODI - PDCI Non lavorerebbe. Ma è un compagno, però, pure. GIOVANNA BOURSIER FUORI CAMPO I dipendenti della regione sono scelti dal partito e quindi versano un contributo al partito. Vale anche per l’Italia dei Valori? MAURIZIO FERAUDO – CONSIGLIERE REGIONALE ITALIA DEI VALORI No, noi no. Io lo faccio io come consigliere regionale e dò il mio contributo al partito. Ci sono dei partiti nei quali ognuno che ha la possibilità di lavorare grazie all’incarico politico-istituzionale mi risulta che versi regolarmente rendicontato una parte di quello che... un contributo al partito nazionale o regionale. GIOVANNA BOURSIER FUORI CAMPO Se fosse rendicontato sui conti dei partiti nessun problema. Ma i soldi versati per la segreteria del consigliere Acri non vanno sul conto dei Ds, ma su quello della sua segretaria. Decideranno i magistrati se va bene. Entriamo nell’inchiesta “Why not”. In questo caso ad assumere era Antonio Saladino. Calabrese, Comunione e Liberazione, al vertice della compagnia delle opere del sud, prima faceva il veterinario poi si occupa di lavoro interinale. E, secondo l’accusa, utilizzava una rete di società per ottenere, finanziamenti pubblici garantiti da amici politici e gestire soldi, consulenze e lavoro. Adesso è uno degli indagati a Catanzaro. AL TELEFONO ANTONIO SALADINO La ringrazio, avrei tanta voglia di dire tante cose, però in questo momento i miei avvocati mi hanno detto di stare assolutamente zitto con la stampa. GIOVANNA BOURSIER Ma lei ha fatto delle interviste? AL TELEFONO ANTONIO SALADINO No! Su questo no, assolutamente no. GIOVANNA BOURSIER Perché io ne ho vista una... AL TELEFONO ANTONIO SALADINO Si, vabbè, ma erano domande concordate prima con risposte secche e basta. GIOVANNA BOURSIER FUORI CAMPO Caterina Merante, la teste alfa, testimone chiave dell’accusa. era una delle principali collaboratrici di Saladino ma dopo 5 anni se ne va e lo denuncia. Giovane imprenditrice nel 2002 aveva rilevato la “Why not”, una società che fa servizi e difesa del territorio ma che, lei dice, Saladino voleva far funzionare a modo suo. CATERINA MERANTE - IMPRENDITRICE Il sistema era: ci sono delle imprese che operano nel mercato. Per potersi mantenere sul mercato, ovviamente bisogna presentare dei progetti, delle richieste di finanziamento. Le richieste di finanziamento, possono essere molte volte tracciate. GIOVANNA BOURSIER Tracciate da chi? CATERINA MERANTE - IMPRENDITRICE Tracciate da un sistema intrecciato di imprenditori, politici, forze dell’ordine, eccetera. GIOVANNA BOURSIER FUORI CAMPO Negli atti dichiara: “Saladino teneva molto a rafforzare i legami istituzionali anche attraverso assunzioni di persone segnalate da carabinieri... prefetti, magistrati... e ha rapporti molto stretti con alti ufficiali della guardia di finanza e con appartenenti ai servizi segreti.” Il pm De Magistris ha mandato avvisi di garanzia a politici importanti, finanzieri, uomini dei servizi e della magistratura. Indaga sulla gestione illecita di fondi europei e appalti pubblici. Ci sono più di 20 indagati e i reati vanno dall’associazione a delinquere, alla truffa, alla corruzione. GIOVANNA BOURSIER E in cambio che cosa danno queste aziende, società eccetera al politico? CATERINA MERANTE - IMPRENDITRICE La possibilità di gestire sistemi di potere. GIOVANNA BOURSIER Attraverso... dei posti di lavoro? E’ così? CATERINA MERANTE - IMPRENDITRICE Bè sicuramente soprattutto attraverso posti di lavoro. GIOVANNA BOURSIER Quindi io assumo chi tu mi chiedi e tu in cambio mi dai il finanziamento, la legge e così via? CATERINA MERANTE - IMPRENDITRICE Si può sintetizzare così una parte dell’attività economica calabrese. GIOVANNA BOURSIER FUORI CAMPO Alle società andrebbero i fondi pubblici, al lavoratore il posto, ai politici voti e clientele. Secondo l’accusa il sistema si infila dappertutto. Dalle intercettazioni emerge che anche il vescovo voleva l’assunzione di sua nipote, biologa, all’istituto zooprofilattico napoletano. INTERCETTAZIONE ANTONIO SALADINO: “Vedi che la questione di tua nipote, ti volevo dire, la sto risolvendo, perché mi ha chiamato quel veterinario e praticamente c’è un problema che gli devono fare un colloquio a Napoli hai capito?” ECCELLENZA: Ho capito. ANTONIO SALADINO: Però ora mi hanno fatto arrabbiare, perché questa mattina gli ho detto, allora se voi fate così io finanziamenti non ve ne faccio avere più, Gli ho detto allora al vostro ente non ne darò più finanziamenti. No mi hanno detto, no, no, no, che ora lo facciamo! GIOVANNA BOURSIER E’ vero che c’era un elenco di persone che qualcuno, cioè che qualcuno dei politici di volta in volta chiedevano a Saladino di assumere, un sistema che non coinvolge solo la politica no? CATERINA MERANTE - IMPRENDITRICE È chiaro che se l’ho dichiarato lo confermo. Io confermo ogni parola di quel verbale. GIOVANNA BOURSIER Cioè la situazione era che le veniva detto noi dobbiamo assumere questa persona qua perché ce lo ha detto il generale tal dei tali o il sotto segretario...? CATERINA MERANTE - IMPRENDITRICE Non era così lungo il discorso, era molto più sintetico. GIOVANNA BOURSIER FUORI CAMPO In questo elenco compilato da Saladino, accanto a quelli da assumere c’è il nome di chi lo raccomanda. Per esempio questi sono segnalati da Nicola Adamo. Ne chiamiamo uno. Ci risponde la zia perché lui non è in casa. AL TELEFONO LA ZIA DI UN RACCOMANDATO Lavora con Adamo, l’onorevole Adamo. Porta la macchina con Adamo. GIOVANNA BOURSIER Fa l’autista? AL TELEFONO LA ZIA DI UN RACCOMANDATO Quando ha bisogno lo chiama e vuole accompagnato a Roma, vuole accompagnato a Reggio, chisto è tutto il lavoro. Non so nemmeno quanto gli dà. Mah se Adamo non c’è più Feliciano casca giù. GIOVANNA BOURSIER FUORI CAMPO Nicola Adamo è indagato per corruzione, associazione a delinquere, truffa e truffa ai danni dello stato. Secondo questa lista però a segnalare persone da assumere, sarebbero in tanti: Loiero, governatore della Calabria, Pirillo, assessore regionale all’agricoltura, Bova, dirigente dei Ds e presidente del consiglio regionale, poi Meduri, ex presidente della giunta regionale, deputato margherita e sottosegretario alle infrastrutture. Gargano presidente di Fincalabra, qualche vescovo, la Cisl, Cgil e anche il senatore Fuda. PIETRO FUDA – SENATORE- PARTITO DEMOCRATICO MERIDIONALE Cioè ho indirizzato qualcuno che era disoccupato perché loro avevano uno sportello che era Obiettivo Lavoro. E di disoccupati tenga conto che in Calabria ne abbiamo. Cioè loro avevano una specie di short list che mettevano a disposizione sostanzialmente di chi aveva bisogno di queste persone, di queste... GIOVANNA BOURSIER Se lo chiedevo io il lavoro me lo davano? PIETRO FUDA – SENATORE- PARTITO DEMOCRATICO MERIDIONALE Registravano subito la richiesta, non è che avevano lavoro per tutti. GIOVANNA BOURSIER FUORI CAMPO Che un politico segnali nomi ad amico in grado di assumere è consuetudine. Purtroppo a scapito di chi l’amico non ce l’ha, sta di fatto che Obiettivo Lavoro è una delle più grandi agenzie di lavoro interinale d’Italia che, secondo l’accusa, otteneva appalti senza gara pubblica e la regione avrebbe fatto le leggi per Saladino, nel 2002 quella che serve a stabilizzare i 490 interinali di obiettivo lavoro. Il giorno prima dell’approvazione Saladino fa il consorzio Brutium, che poi vince l’appalto: 8 milioni di euro. Leggiamo quel che dice un testimone dell’inchiesta: “...so che la legge fu scritta da Luzzo...con il quale Saladino era molto legato, lo stesso Adamo era favorevole, anche perché la gran parte delle persone erano assunte...su indicazione proprio di quest’ultimo”. Gianfranco Luzzo è l’ex assessore alla Sanità della regione e oggi presidente del consiglio comunale di Lamezia Terme, indagato per corruzione, associazione a delinquere, truffa e truffa ai danni dello Stato. Come Mario Pirillo, assessore all’agricoltura in regione, che per Saladino ha sponsorizzato il progetto “tristezza”: 3 milioni di euro per curare una malattia degli agrumi che in Calabria non esisterebbe. Dove finiscono i fondi pubblici dovrà stabilirlo un processo. Ma c’è anche il capitolo consulenze che si potrebbero pilotare a favore di chi ti ha fatto l’appalto. CATERINA MERANTE - IMPRENDITRICE Ti giungono delle commesse, tu paghi le consulenze e in questo modo restituisci il denaro. Si può chiamare ifi commerciale, si può chiamare in diversi modi. Anche di questo abbiamo discusso tante volte tra di noi... sulla bontà di questo. GIOVANNA BOURSIER Chi è che le chiedeva le consulenze? Chi è che si faceva pagare? CATERINA MERANTE - IMPRENDITRICE Noi abbiamo pagato la consulenza alla società Need. GIOVANNA BOURSIER FUORI CAMPO Nella Need, Saladino risulta Presidente e Consigliere. CATERINA MERANTE - IMPRENDITRICE Poi ci è stato chiesto di pagare, di comprare dei prodotti da un’altra azienda, come si può leggere dagli atti. GIOVANNA BOURSIER Cioè per esempio voi avete comprato questo software da Macrì dalla Met per 280 mila euro? CATERINA MERANTE - IMPRENDITRICE Si quella è l’ultima azione che abbiamo fatto ubbidendo al capo. Perché poi, subito dopo quell’azione, ci siamo rifiutati di andare oltre. GIOVANNA BOURSIER FUORI CAMPO Il software non funzionava. La società che glielo vende è di Pietro Macrì, indagato per truffa, e corruzione con la moglie, Marinella De Grano, e il cognato, Francesco De Grano, dirigente della regione. C’è un’altra richiesta a cui la Merante dice no: pagare 150 mila euro ad Antonietta Magno, da cui Saladino voleva rilevare la Iset. Per la trattativa la Magno si presenta in Calabria accompagnata dal generale della Guardia di finanza, Paolo Poletti. CATERINA MERANTE - IMPRENDITRICE Come può un rappresentate dello Stato mediare una compravendita? Io non so se questo sia un reato, perché non sono un avvocato, ma che possa essere antietico ho qualche dubbio. GIOVANNA BOURSIER FUORI CAMPO Poco dopo la società della Magno fallisce e dovrebbe perdere un appalto da 8 milioni di euro con la Guardia di finanza. Secondo l’accusa però, il generale Poletti sarebbe intervenuto per far modificare i contratti Cipe in modo che l’appalto restasse alla Magno in un’ altra società. Il generale, indagato, nega tutto. Ma degli accordi per modificare i contratti parla il deputato UDC Giuseppe Galati, allora sottosegretario alle infrastrutture, che chiama Saladino. PINO ...ti volevo dire, l’altro giorno abbiamo fatto...una bella cosa... l’altro giorno ho visto il Generale Paolo POLETTI...credo per la stessa cosa che dici tu...ed io ho fatto ANTONIO: Bravo... glielo hai detto chiaro, chiaro, che non si mettessero a giocare... PINO: No questo no...mi ha chiamato lui perché c’è da fare una modifica a quel contratto... ANTONIO: Eh... PINO: ... e l’abbiamo fatto... ANTONIO: E cosa ti ha detto? Lui cosa ti ha detto? PINO: gli ho detto si Paolo... è una cosa tecnica per me non... gli ho detto io... sai trovi qualche collega tuo che certe volte non è...hanno avuto problemi gli uffici e siamo riusciti a farla ...al C.I.P.E e a questa cifra... CATERINA MERANTE - IMPRENDITRICE A un certo punto a noi venne chiesto ad esempio di dare una consulenza di 100mila euro ad una persona, che ovviamente si può leggere negli atti, ci è stato detto che quei 100mila euro li avremmo recuperati con le gare grazie a questa persona. Ripeto, questa cosa mi è stata detta davanti ad altri. GIOVANNA BOURSIER Stiamo parlando della moglie di un consigliere regionale? CATERINA MERANTE - IMPRENDITRICE Questo credo che lo possa leggere dagli atti. GIOVANNA BOURSIER FUORI CAMPO Negli atti dichiara che è la moglie di Nicola Adamo, Enza Bruno Bossio, presidente del consorzio Clic questo Consorzio dovrebbe sviluppare il settore informatico, ma i finanziamenti finirebbero nella Tesi, una società in cui ci sono politici di ogni schieramento: Michelangelo Spataro, capogruppo Udeur a Cosenza, Michele Montagnese, Forza Italia, ex sindaco di Vibo Valentia condannato in primo grado per abuso d’ufficio e concorsi truccati, Mario Maiolo, assessore Regionale Margherita. E poi Fabio Schettini, ex braccio destro dell’ex ministro Frattini, e Giovanbattista Papello, ex ufficio emergenza ambientale, già indagati nell’inchiesta Poseidone su presunti illeciti nella gestione dei fondi della depurazione. Grazie ai loro incarichi Schettini e Papello finanziavano la Tesi. In questo documento figurano i pagamenti, destinati alla Costa calabrese, alla costruzione di pozzi neri, al servizio sulla medicina. Servizi che non sarebbero mai stati fatti. Precisiamo che per ora non c’è nessun rinvio a giudizio. Si sta indagando. GIOVANNA BOURSIER Che evidenze ci sono che questi finanziamenti non sono serviti a fare le opere per le quali erano destinati? LUIGI DE MAGISTRIS – SOSTITUTO PROCURATORE – CATANZARO In molti casi si è potuto dimostrare che i finanziamenti pubblici, in particolare quelli europei, non sono stati poi destinati per le opere pubbliche per le quali vi era stata l’erogazione iniziale da parte degli enti pubblici, in particolare dell’Unione Europea. I settori sono diversi, da quello del turismo quello ambientale, quello della sanità, dell’informatica eccetera e ci sono dei casi anche assolutamente clamorosi, ad esempio di fondi destinati al turismo per alberghi quando poi non è stato realizzato nemmeno un pilastro di quegli alberghi. Ma l’aspetto più importante da sottolineare, che non riguarda solo questa inchiesta in corso della quale non posso parlare, ma di altre che sono state condotte nel recente passato, riguarda soprattutto le modalità con le quali vengono prese queste somme in modo illecito, attraverso soprattutto la costituzione di società spesso miste, pubblico private, che formano delle scatole cinesi che servono per inserirsi in tutti i rivoli dei finanziamenti pubblici, dall’ambiente, alla sanità, all’informatica, alle opere pubbliche, e in tal modo riescono, attraverso collusioni nella pubblica amministrazione, a intervenire nel momento dell’erogazione e quindi nello gestire con modalità illecite successivamente queste somme di denaro. Quindi progetti pubblici, le opere, in genere non vengono realizzate, i soldi vengono in questo modo a favorire le persone coinvolte in questa vicenda. GIOVANNA BOURSIER Di che cifre stiamo parlando? LUIGI DE MAGISTRIS – SOSTITUTO PROCURATORE – CATANZARO Complessivamente si parla di miliardi di euro di fondi stanziati e quindi di fondi depauperati in modo illegale di milioni di euro GIOVANNA BOURSIER Fondi stanziati per lo sviluppo della Calabria? LUIGI DE MAGISTRIS – SOSTITUTO PROCURATORE – CATANZARO Sì lo sviluppo della Calabria, in particolare fondi europei ma anche, fondi nazionali e anche fondi poro regionali e poi non dimentichiamo che nella Calabria c’è l’ufficio del commissario per l’emergenza ambientale che dal 1998 in poi ha potuto godere di ingentissime somme di denaro, poi basta un po’ vedere la situazione ambientale in Calabria per rendersi conto se sono stati spesi in modo corretto o meno. GIOVANNA BOURSIER E’ vero che ha ricevuto un proiettile? LUIGI DE MAGISTRIS – SOSTITUTO PROCURATORE – CATANZARO Non posso rispondere perché c’è un’indagine in corso. GIOVANNA BOURSIER – FUORI CAMPO Da ieri il Pm De Magistris non è più titolare dell’inchiesta “Why Not” che è stata avocata dalla Procura Generale di Catanzaro per incompatibilità visto che stava indagando anche sul ministro della Giustizia che aveva chiesto al Csm il suo trasferimento. MILENA GABANELLI IN STUDIO L’inchiesta è in corso con le tante difficoltà e polemiche che le cronache stanno ampliamente riferendo. Anche il Ministro della Giustizia Mastella, sarebbe indagato nell’inchiesta che riguarda i fatti che abbiamo appena narrato.
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