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« il controllo dei voti | le torture in Italia » |
In questi giorni in cui assistiamo al teatrino delle dichiarazioni dei vari candidati al governo del Paese, è interessante il seguente documento di Cittadinanzattiva, movimento nazionale di partecipazione civica, che adottando il punto di vista del cittadino comune, evidenzia le priorità della situazione italiana.
1. RIUNIFICARE IL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE
I programmi degli schieramenti tacciono sul principale pilastro del nostro welfare. E’ un fatto
particolarmente grave se si pensa che dai nostri dati emergono ormai in modo
allarmante la frantumazione del sistema sanitario nelle diverse regioni
italiane e la conseguente disparità dei diritti dei cittadini in tutto il
territorio nazionale. Chiediamo,
pertanto, di rimettere al centro dell’interesse del nuovo Governo la questione
della sanità in Italia e, in particolare:
- un riequilibrio dei poteri tra Ministero della Salute e Regioni e l’istituzione di
un osservatorio sul federalismo (con il coinvolgimento delle organizzazioni
civiche) affinché venga nuovamente assicurata l’uniformità di trattamento dei
cittadini italiani; - il potenziamento dei controlli sull’effettiva erogazione dei Livelli essenziali di
assistenza; - l’adozione della Carta europea dei diritti del
malato da parte del Parlamento, dei consigli regionali e degli
ordini professionali; - la partecipazione dei cittadini alla valutazione delle
strutture, dei dirigenti e dei professionisti, e alla formazione dei programmi
regionali e aziendali, in obbedienza alle norme; - l’apertura ai cittadini della Conferenza
Stato-Regioni, che definisce le risorse finanziarie da destinare al fondo
sanitario nazionale e i criteri di ripartizione; - la riduzione dei tempi di attesa per le prestazioni di diagnostica strumentale,
specialistica e per gli interventi chirurgici, attraverso l’applicazione
uniforme della normativa nazionale che prevede tempi massimi per prestazioni,
divieto del blocco delle prenotazioni e l’attesa di sole 72 ore per le urgenze
differibili; - la facilitazione dell’accesso al servizio in tutta Italia attraverso la
diffusione dei Centri Unici di Prenotazione al livello regionale, come è già
accaduto ad esempio nella regione Lazio
La lentezza, l’improduttività e l’inefficienza dell’amministrazione pubblica
italiana rappresentano ormai, nella percezione di tutti, il principale ostacolo
allo sviluppo del Paese. Cittadini e imprese sono costretti a fare ogni giorno
i conti con un sistema burocratico che ne mortifica la libertà di fare e che
non è in grado di offrire servizi di qualità nel rispetto dei diritti degli
utenti. Occorre mettere in pratica meccanismi di valutazione del lavoro degli
operatori (siano essi dirigenti o impiegati) e della qualità dei servizi
offerti. Chiediamo, per questo:
- il funzionamento effettivo dei nuclei di valutazione della pubblica
amministrazione fuori dalle logiche corporative e clientelari e la loro
apertura alla partecipazione delle rappresentanze dei cittadini organizzati; - l’istituzione di una Authority per la valutazione del pubblico impiego che favorisca un
miglioramento complessivo della qualità dell’azione amministrativa con il
permanente coinvolgimento degli utenti; - un impegno convinto del prossimo governo e di tutte le amministrazioni competenti
per la piena attuazione dell’art.2, comma 461 della legge Finanziaria 2008 che
– in attesa della tanto auspicata e attesa liberalizzazione del mercato -
rinnova profondamente la governance dei servizi pubblici locali con la
consultazione obbligatoria delle associazioni dei consumatori e la valutazione
civica della qualità dei servizi; - il riconoscimento generalizzato del
diritto di accesso agli atti amministrativi, senza che sia necessario
dimostrare l’esistenza di uno specifico interesse; - l’applicazione delle leggi sull’autocertificazione
e sulla semplificazione, e una particolare attenzione agli adempimenti
amministrativi per le persone con disabilità, con la rimozione dei responsabili
di violazioni di tali leggi, l’istituzione di sanzioni economiche nei confronti
delle amministrazioni inadempienti, la destinazione dei fondi così acquisiti a
sostegno di campagne di informazione civica;
Nessuna delle forze politiche che si candida alla guida
del paese ha scelto di prendere sul serio i cittadini attivi. Viceversa, siamo
convinti che la democrazia italiana abbia un enorme bisogno di riconoscere
nella propria cittadinanza una risorsa strategica per la soluzione dei problemi
di interesse generale. Sono ancora tutte da realizzare le potenzialità dell’art.118, ultimo comma della Costituzione. Per questo chiediamo:
- il riconoscimento della rilevanza delle organizzazioni dei cittadini in tutti quei
luoghi nei quali il loro contributo è decisivo per competenza, esperienza e
qualità, superando finalmente gli schemi ormai antiquati e corporativi della
rappresentanza tradizionale da tempo in crisi; - la ridefinizione dei criteri di rilevanza delle organizzazioni civiche a tutti i
livelli di partecipazione; - l’apertura di alcuni istituti già funzionanti come l’ufficio del difensore civico o le
agenzie per i servizi pubblici locali alla partecipazione dei cittadini; - l’attribuzione in modo automatico di una quota obbligatoria dei fondi dell’Antitrust alle
associazioni dei consumatori per evitare delle forme di dipendenza dalla
discrezionalità del potere politico; - l’eliminazione del tetto massimo fissato dal governo sui fondi destinati alle onlus dalla
disciplina del 5xmille. Questo tetto si configura come una vera e propria
truffa sia nei confronti dei contribuenti che indirizzano consapevolmente i
propri fondi a fini di interesse generale che nei confronti di quelle onlus che
vengono individuate come destinatarie di queste risorse; - l’aumento dei fondi e il potenziamento delle campagne di informazione per la promozione
del servizio civile nazionale come uno degli strumenti privilegiati per
l’attuazione diffusa della sussidiarietà orizzontale e come occasione
permanente di formazione alla cittadinanza attiva per le nuove generazioni; - il
rinnovato sostegno ai progetti per le politiche giovanili avviate da questo
governo per la diffusione della cultura della cittadinanza attiva tra i
giovani.
In questi anni è emerso un profondo movimento di protesta
nei confronti della ‘casta’ ovvero di una classe dirigente
politico-amministrativa che occupa in maniera omnipervasiva tutti gli spazi
della sfera pubblica. La definizione delle liste per la campagna elettorale,
però, non soltanto ha confermato tutti i limiti della legge elettorale vigente,
ma ha confermato che il problema del ricambio non è stato per nulla affrontato. Per questo chiediamo:
- la celebrazione del referendum per la modifica della legge elettorale richiesto
nel 2007 da più di 800mila cittadini il cui desiderio di cambiamento è rimasto
perlopiù inascoltato; - un sistema elettorale maggioritario che
rafforzi il legame diretto fra eletti ed elettori; - l’affermazione
del metodo delle primarie per la selezione dei candidati alle competizioni
elettorali tramite la riforma dell’articolo 49 della Costituzione che
disciplina la vita democratica dei partiti politici; - la sottrazione delle nomine dei dirigenti delle Asl allo scambio
politico-clientelare, la definizione di criteri di merito professionale e di
competenza manageriale per la individuazione dei dirigenti e la redazione di un
albo unico nazionale di questi soggetti dal quale attingere per l’attribuzione
dell’incarico; - la partecipazione a una riforma della Costituzione, di cui il paese ha urgenza e
necessità, attraverso il percorso avviato da un’Assemblea costituente, aperta
alle realtà della cittadinanza attiva, e concluso da un referendum
confermativo; - la riduzione delle dimensioni e dei costi delle assemblee elettive, soprattutto ai
livelli nazionale e regionale, con una adeguata presenza delle donne; - l’abolizione delle province e delle comunità montane;
- una più significativa e generale azione di riduzione dei costi della politica.
RESTITUIRE LEGALITA’ E SICUREZZA AI CITTADINI
Alcuni dei problemi che assillano il paese – come per es.:
il divario tra nord e sud del paese, la disoccupazione, la vergogna dei rifiuti
non smaltiti, le condizioni di obiettiva insicurezza, la mancanza di
competitività del sistema Italia – potranno risolversi soltanto ristabilendo
delle condizioni generali di legalità e rafforzando le misure contro la
criminalità organizzata e i suoi rapporti con la politica. Per questo chiediamo:
- l’aumento dei fondi e il rafforzamento dei poteri dell’Alto Commissario per la lotta alla
corruzione, con il riconoscimento della sua indipendenza dall’Esecutivo e con
l’apertura della sua azione ai contributi della cittadinanza attiva che sul
territorio si occupa di contrastare questi fenomeni; - la piena attuazione della legge sulla confisca e
l’uso sociale dei beni dei colpevoli di corruzione allo scopo di intensificare la
lotta alla corruzione, recuperare il maltolto e rimetterlo nella disponibilità
dei cittadini per obiettivi di interesse generale; - l’estensione del reato di voto di scambio - oltre che alla dazione di risorse economiche - a
tutte quelle altre ‘utilità’ che sono sommerse ma non meno gravi, pericolose e
pervasive; - l’uso delle segnalazioni e della competenza dei cittadini per intervenire
sull’intreccio affaristico-politico-mafioso che si è realizzato in alcune Asl
(come per es. in Calabria e nel Lazio) con conseguenze gravissime sulla qualità
del servizio e sulla stessa vita delle persone; - il ripristino delle condizioni minime di legalità in Campania contro la vergogna
che in questi mesi sta mettendo in ginocchio l’economia della regione - la realizzazione di un sistema adeguato per la gestione dei rifiuti e
l’incentivazione della raccolta differenziata con il coinvolgimento attivo
della popolazione; - l’adozione obbligatoria della valutazione ambientale strategica, nell’ambito dei processi
di programmazione partecipata, in tema di energia, rifiuti e ambiente; - la predisposizione e l’attuazione di programmi quinquennali di intervento per
mettere a norma tutti gli edifici scolastici; - la messa in sicurezza di tutti gli edifici che, in generale, possono determinare
situazioni di estremo pericolo per la popolazione, anche per evitare tragedie
come quelle di Gravina di Puglia.
Il sistema giudiziario raggiunge
livelli di inadeguatezza intollerabili per un paese civile e si piazza agli
ultimi posti in Europa. Vogliamo rimettere finalmente al centro
dell’amministrazione della giustizia il diritto del cittadino ad avere
informazioni certe e processi celeri e a non subire comportamenti arbitrari.
Vogliamo, insomma, che la giustizia abbia i requisiti normali di un servizio di
pubblica utilità. Per questo chiediamo:
- l’approvazione di una legge che aumenti i fondi per il funzionamento della giustizia,
utilizzando le risorse provenienti dalle confische, dia nuovo impulso
all’informatizzazione degli uffici, istituisca un ufficio per la raccolta e la
destinazione di questi fondi presso il Ministero della Giustizia e imponga
l’obbligo di comunicazione e di rendicontazione dell’uso delle risorse stesse; - lo storno di una quota parte di queste risorse alle vittime dei reati;
- in generale, l’introduzione di garanzie per la tutela delle vittime dei reati e per impedirne la
marginalizzazione nei processi; - la sospensione del ricorso alla prescrizione per
tutta la durata del processo penale analogamente a quanto avviene in ambito
civile; - l’adozione con legge della Carta dei diritti
del cittadino nella giustizia; - il riconoscimento e lo sviluppo delle nuove forme di tutela e di
conciliazione previste, da attuare e
diffondere insieme con le organizzazioni civiche; - l’introduzione degli Uffici Relazioni con il Pubblico
nei Tribunali e di un sistema di valutazione della qualità del servizio
giustizia e degli operatori che veda finalmente coinvolti i cittadini.
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