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North Vietnam -1
Post n°180 pubblicato il 17 Aprile 2020 da nem_o
Nell’economia di un viaggio una delle voci più ricorrenti e che portano via più tempo è la seguente: come cazzo spostarsi il giorno dopo. L’idea sul dove andare generalmente c’è. Ho detto generalmente perché a volte non è così. Stavolta guardacaso è cosi, nel senso che ho ben chiaro in mente il dove andare. A dire il vero non so quanti anni sono che ho in mente di andare li. Non sono sicuro che la prima volta che viaggiai in Vietnam, più o meno una ventina di anni fa, avessi già in mente la meta. Forse no ma l’idea non mi venne in mente molto dopo. O forse no. Ma chemmefrega la data precisa. Da almeno una decina di anni, cioè da quando più o meno seriamente mi sono messo ad approfondire la storia del Vuetnam è nata l’idea. O forse da quando è uscito Apocalypse Now Redux ed è stata inserita la scena dei coloni francesi. Non lo so di preciso e non è neanche tanto importante. Le idee che poi uno si trova a mitizzare vengono un po’ a caso a volte. Ma quel luogo li con tutte le sue implicazioni storiche ha un significato che va oltre l’evento in se. Per me è il riscatto di un popolo, è l’inizio della guerra del Vietnam o seconda guerra d’Indocina per qualcuno, cioè per me. Di li è cambiato il corso della storia e si è gettato il seme dell’offensiva del Tet e della futura caduta di Saigon. Parole in libertà, inutile logorrea senza fare neanche il nome di Posto. Ma non è ancora il momento. Facciamo un passo indietro di un giorno. E’ l’otto ottobre 2019 e mi trovo a Mai Chau, per la precisione nel villaggio di Ban Lac. Piove che Dio la manda e sono bloccato nella mia palafitta senza luce e senza sedie e sto valutando come spostarmi il giorno successivo. Con me nel villaggio un pugno di viaggiatori, ristorantini e negozietti desolatamente vuoti. Un po’ di tristezza e di malinconia mi assale, mangio da solo e bevo a fatica un paio di birre anche perché non fa neanche caldo e faccio passare il tempo prima di andare a dormire alle 21 mi pare di ricordare. Il mattino, ombrello alla mano, era trascorso nella ricerca di una inesistente stazione degli autobus.
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Inviato da: randonneur0
il 15/07/2010 alle 16:16
Inviato da: Ilprofessor
il 12/07/2010 alle 19:12
Inviato da: randonneur0
il 12/07/2010 alle 17:32
Inviato da: randonneur0
il 10/07/2010 alle 21:52
Inviato da: randonneur0
il 09/07/2010 alle 21:20