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North Vietnam 5 - Alone

Post n°185 pubblicato il 22 Aprile 2020 da nem_o
Foto di nem_o

Sono sceso dal bus e mi sono ritrovato a non sapere dov'ero.
Non è una sensazione tra le più piacevoli quando arrivi in una città che non conosci, dove nessuno parla inglese e dove sta calando l'oscurità.
E dove ti rendi presto conto che sei stato scaricato davanti all'ingresso della stazione degli autobus, non certo il luogo più sicuro di notte in una città asiatica. O forse è solo suggestione.
Fatto sta che cerco di allontanarmi.
Facile a dirlo con zaino grande, zaino piccolo e nessuna idea sul dove alloggiare.
Mi allontano quel tanto che basta dalla stazione degli autobus cioè attraverso la strada per cercare un posto dove sedermi a far mente locale.
Le città non predisposte a ricevere turisti, e Dien Bien Phu non è che una città di passaggio per transitare nel vicinissimo Laos, non hanno ovviamente i locali che piacciono ai turisti occidentali. Quelli con i tavolini nel dehor dove sorseggiare una birra fresca magari sgranocchiando un pugno di noccioline.
Trovo solo un paio di ristorantini da stazione degli autobus.
La forma è quella dei negozietti asiatici, praticamente un garage con saracinesca e una manciata di tavolini, un frigo con le birre e un pentolone che bolle sul gas.
L'esigenza di fermarmi viene amplificata dalla necessità di andare in bagno.
Ne scelgo uno a caso e valuto di lasciare i bagagli incustoditi per il tempo di esplicare.
Viaggiare da soli è bello ma ha anche i suoi inconvenienti.
E questo è uno di quelli.
Chiaramente non hanno il cesso e mi dirottano sul locale di fianco.
Non è un problema perché come quasi tutti i locali in questa parte di mondo non si sa dove finisce uno e inizia l'altro. Cioè in pratica si è tutti una grande famiglia, e il cesso è di tutti.
Ritorno al mio tavolino e i bagagli sono ancora li.
Forse sono io che mio faccio troppi problemi. Come sempre.
Intanto il tempo passa e non ho ancora risolto il mio problema contingente.
Dove andare a dormire.
Non sono mica a Pechino Express dove complici gli operatori video si trova sempre n posto per la notte.
Consulto la fotocopia della Lonely Planet, cerco su Travel Fish ma non ci sono grandi indicazioni. Riesco finalmente a individuare una zona dove ci dovrebbero essere una serie di guesthouse per morti di fame come me.
Non è neanche troppo lontana di li.
Mi incammino sul marciapiede che abbandono subito.
Si sa come sono i marciapiedi da queste parti del mondo...
Costeggio la strada e il relativo traffico ma quando arrivo a un ponte dove le strada stringe e conseguentemente aumenta il traffico, scelgo di nuovo il marciapiede.
In 10 minuti raggiungo la strada delle guest house.
Non ho molta voglia di cercare e mi accaso alla prima che trovo.
Hai Anh 1, da non confondere con Hai Anh 2 la porta accanto o con Hai Anh 3, due porte più in la.
Hall simile al ristorante appena lasciato, cioè un lungo garage dove la notte troveranno ricovero un auto e svariati motorini.
Ma per 6 euro ho a disposizione due letti, un bagno con doccia e acqua calda.
Cosa volere di più dalla vita.
Tipo una cena penso tra me e me.
E' dalla colazione che non mangio.
Esco nella strada delle guesthouse speranzoso di trovare miriadi di ristorantini.
Dopo pochi metri mi ricordo che la città non è predisposta per i turisti stranieri.
I pochi ristoranti sono molto basici, un pentolone sul gas, un po' di verdura esposta e null'altro. C'è anche una specie di self service dove la roba esposta ha visto tempi migliori.
Opto per un ristorantino del pentolone e ordino l'unica cosa che so ordinare: un piatto di pho.
Zuppa di noodle a colazione e zuppa di noodle a cena.
E una birra calda.
Per fortuna che sono stanco perché la città non offre nulla per la sera.
Un attimo di sconforto.
Viene fuori il turista che è in me e vorrei le comodità del turista.
Poi mi ricordo che fingo di essere un viaggiatore e mi dirigo mogio verso la mia guest house, la numero 1 si intende!
Ho ancora fame e per strada mi fermo a una bancarella per un panino di wurstel e cetriolo (che tra l'altro odio).
Rientro in camera presto anche perché la giornata è stata lunga con le sue 9 ore di viaggio.
Domani sarò un altro giorno e in viaggio sono sempre fiducioso sul domani.

 
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