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Ali d’Italia
Post n°40 pubblicato il 25 Gennaio 2006 da nem_o
Lo sciopero è un sacrosanto diritto. Tutti d’accordo finchè non ne siamo coinvolti. L’altro ieri è toccato a me. Non scioperare, ma subirne le conseguenze. Confermo la mia idea, è un santo diritto, purchè non si esageri. Altrimenti rimane un diritto e poi …. Però se qualche dipendente alitalia si fosse preso la briga di spiegarmi i motivi dello sciopero anziché provare umoristicamente a vendermi la Carta Mille Miglia, mi sarebbero passate un po’ di più le ore spese a Fiumicino in attesa dell’incerto. Ma tant’è, nessun volantino “Ciclinprop Alitalia”. Intanto il giorno prima ho avuto modo di notare che l’aeroporto di Torno non è più un semplice aeroporto ma è l’aeroporto di Torino 2006. Lavori ovunque, calce sulla valigia, calce al bar dove per quasi due euri mi hanno servito una tazza d’acqua calda con una bustina del tè, e infine nel terminal dei voli nazionali due solo cessi in funzione: quello delle donne e quello dei portatori di handicap, per gli altri il muro o qualche angolo dietro alla sala vip. Poi al momento del controllo delle carte d’imbarco scoppia un piccolo dramma. Il banco delle addette è smontato. L’operaio che lavora nulla sa dell’aereo in partenza, il mio tra l’altro. Le addette al controllo nulla sanno dell’operaio che sta lavorando. Noi passeggeri nulla sappiamo della nostra sorte. Al giorno d’oggi, in qualsiasi ambiente, si fanno riunioni su riunioni per pianificare, programmare, verificare, correggere, impostare, responsabilizzare. Magari si cominciasse a concretizzare e soprattutto coordinare si eviterebbe di prendere un bus aeroportuale dal gate di fianco, circumnavigare l’aeroporto e salire su un aereo che avremo raggiunto con pochi passi dal gate giusto. Ma non ho il diritto di lamentarmi. Anch’io raggiungevo Roma per una di quelle famose riunioni in cui si pianifica, programma, verifica ecc. ecc. Stavolta ho imparato due cose fondamentali: 1) la capacità di un docente di far presa sui suoi allievi è direttamente proporzionale al numero di volte che viene usato il termine implementare 2) la capacità degli allievi di far presa sul docente e sui propri colleghi è direttamente proporzionale al numero di volte in cui il cellulare suona durante la lezione. Anche alla loro ignoranza.
Torno a casa imparato di una nuova utile lezione: forse sarebbe il caso di implementare i cessi dell’aeroporto di Torino e di dis-implementare un po’ di telefoni cellulari
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Inviato da: randonneur0
il 15/07/2010 alle 16:16
Inviato da: Ilprofessor
il 12/07/2010 alle 19:12
Inviato da: randonneur0
il 12/07/2010 alle 17:32
Inviato da: randonneur0
il 10/07/2010 alle 21:52
Inviato da: randonneur0
il 09/07/2010 alle 21:20