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North Vietnam 5 - Up and Down

Post n°184 pubblicato il 21 Aprile 2020 da nem_o

Anche quando non guido io mi piace sapere quali strade sto percorrendo e quali strade si vanno a prendere ai vari incroci. Seguo il percorso sulla cartina, se cartina si può definire quella specie di mappa della Lonely Planet.
Le cartine della Lonely Planet sbagliano indicazioni a volte, hanno la scala sbagliata sempre.
Mas per decenni sono state il mio unico appiglio per capire dove mi trovavo in Asia.
Da quest'anno non sono più l'unico.
Mi sono convertito a Google Map e Maps Me.
Mi è costato fatica ma l'ho fatto.
Perché fatica?
Perché il problema di queste app è lo stesso del navigatore in auto.
Lo attivi e disattivi il cervello, le due cose sono direttamente proporzionali.
Dopo pochi minuti non sai più orientarti perché la macchina si orienta per te.
E alla fine non sai più dove sei.
E io odio non sapere dove sono, soprattutto se a migliaia di km da casa.
Fatto sta che riesco con un mix di cartaceo e digitale a capire come mi sto muovendo.
Sul dove mi sto muovendo basta affacciarsi al finestrino.
Paesaggio affascinante.
Cerco di godermelo solo con gli occhi e non con la mente.
Non voglio pensare a come l'esercito di Giap ci sia arrivato a piedi spingendo i mezzi pesanti su queste montagne.
Si perché la strada è tutta un saliscendi su e giù per le montagne.
Arriviamo fino ad una altezza massima di 1500 metri su strade che percorrono pendenze che gli usi e costumi occidentali non contemplano.
Strade dritte al 10 % come si vedono solo in Asia.
I camion fumanti fanno tutto in prima, sia la salita che la discesa.
E quindi non vanno avanti, e quindi ostacolano il traffico, e quindi tocca sorpassarli, e quindi chissenefotte delle curve e dei tornanti e quindi si sorpassa.
Al mio primo viaggio in Asia mi ricordo le urla delle mie compagne di viaggio durante gli azzardati sorpassi in curva. Eravamo in Indonesia e magari qualcuno che c'era sta pure leggendo.
Poi ci si fa l'abitudine.
E' un rischio che si accetta di correre quando si viaggia in Asia.
Un po' come le cinture di sicurezza.
Qui da noi nessuno si azzarderebbe a non metterle. La è la norma.
E anche se sai che bisogna usarle ti senti un coglione a metterle, anche perché il più delle volte non ci sono.
Se viaggi in Asia, non se ti sposti in Asia, devi accettare le regole del gioco.
E non ci sono cazzi.
E' un rischio calcolato.
Chiuso.
E chiusa la parentesi.
Dunque il paesaggio si diceva.
Il paesaggio varia con il variare della quota raggiunta.
Nelle zone più basse ci sono le risaie e le loro mille tonalità di verde. Man mano che si sale le risaie cedono il posto al mais che cede il posto alle foreste nelle quote più alte.
E in queste zone più alte alcuni appezzamenti coltivati nei luoghi più impensabili disegnano strane geometrie in mezzo ai tratti di foresta disboscata. Come in molte parti dell'Asia nei luoghi più impervi si pratica l'agricoltura mordi e fuggi o debbio per i più imparati. Cioè si incendia un tratto di foresta che poi verrà coltivato e poi abbandonato per un altro tratto.
Poi la strada ridiscende e il paesaggio compie il percorso inverso per ritrovare infine le risaie.
E così avanti per tutte le 9 ore del viaggio.
Con una piccola variante.
Man mano che ci si avvicina a Die Bien Phu le risaie sono meno verdi e più gialle e si cominciano a vedere contadini intenti alla trebbiatura.
Due sono state le tappe in cui siamo riusciti a scendere a sgranchirci le gambe. Una per il pranzo nel solito capannone autogrill in mezzo al nulla e l'altra a Tuan Giao dove la strada AH 13 piegava a sinistra in direzione Dien Bien Phi e dove ci siamo fermati in un piccolo emporio un pò scostato dalla strada principale per scaricare il grosso degli scatoloni che ci hanno rubato spazio vitale per gran parte del viaggio.
Intanto man mano che si procede la gente che sale è sempre meno di quella che scende ed è ormai sera quando entriamo nella periferia commerciale-artigianale di una grande città.
Capannoni, magazzini tutti eguali di edilizia e materiali ferrosi, concessionarie di auto e di mezzi pesanti cedono il posto al traffico cittadino.
Con alle spalle il monumento alla vittoria (che non so ancora che è li) vengo vomitato in mezzo al traffico.
E questa sarebbe Dien Bien Phu?

 
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