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Post n°52 pubblicato il 10 Maggio 2006 da nem_o
Finalmente dopo giorni e giorni trovo un apparecchio elettronico per dare news aggiornate Dunque dopo Labuan il viaggio e proseguito alla volta del Sultanato del Brunei, poi di Miri e infine di Sibu dove sono tutt'ora. Tutte citta che fanno parte del sarawak. domani dovrei inizare la risalita del Batang Rejaing sin dove la barche potranno portarmi. E intanto vi parlo un po dei giorni passati con degli estratti dal mio diario. ...... ci accoglie al bus terminal di Bandar seri Begawan (capitale del Sultano del Brunei) un ragazzo di nome Danny menzionato (secondo lui) dalla Lonely Planet e da svariate altre guide come Mister Brunei (la mia di guida che e una lonely planet guarda caso non lo nomina). In effetti e molto gentile e ci porta in un alberghetto decisamente sottocosto rispetto alle aspettative che avevamo del Brunei. In camera poi ci spiega brevemente tutto cio che c'e da vedere in questa citta. Con lui poi facciamo un giro in barca attraverso il villaggio di Kampung Ayers (Kampung vuol dire villaggio, trattasi dunque di una inutile ripetizione!). Un villaggio ( e ridajje) costruito su palafitte dove vivono molti dei dipendenti statli del sultano ( un po come a Milano 2). Non e gente povera come quella degli altri Kampung (stavolta vi ho fregati) su palafitte visti sin'ora. La casa in cui entriamo e spaziosa, fresca, piena di televisioni (anche qui del sultano?) e dotata di un salotto apologia del kitch. Hanno l'acqua in casa mentre il cesso da direttamente sil fiume a beneficio dei pesci gatti che ne sono ghiotti del prodotto primario. Da una botola si scende sotto il pavimento dove in quel metro e mezzo che separa la casa dal fiume e posto il laboratorio per la costruzione di barche, il parcheggio delle barche stesse e secondo Danny, il luogo di fuga dalla moglie (ma non sarebbe meglio gettare la moglie a mare, dopotutto di quelle cose come gia detto, i pesci gatto ne vanno ghiotti). Le automobili sono invece parcheggiate sulla banchina del lungo fiume da dove partono i numerosi taxi fluviali che fanno la spola tra il villaggio e la terraferma. Automobili e parabole a parte non deve essere molto dissimile da quando nel XVI sec. uno sbalordito Antonio Pigafetta ribatezzo tale luogo "piccola Venezia d'Oriente" (un colpo allo stomaco per gli amanti della vera venezia). E l'opulenza e la ricchezza che uno si aspetterebbe di vedere in questo sultanato?
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