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Post n°167 pubblicato il 03 Luglio 2010 da nem_o
Nauseabondo fetore Oggi per la prima volta ho sentito l'odore della guerra Due posti cosi' diversi ma cosi' uguali. Di Agdam non rimane piu' niente. Bricioli di mura e rottami arrugginiti. Niente che possa ancora servire a qualcosa. Centomila abitanti un vent'anni fa, una citta' fantasma oggi. Fu occupata dagli armeni nel 1994, saccheggiata e depredata. L'opera fu poi completata da sciacalli vari che hanno preso tutto il prendibile. Le autorita' non ne autorizzano la visita. La Guida dice che qualche taxista intraprendente corre il rischio di portarti li'. A me sembra la norma andarci. Il rischio forse una scusa dei taxisti per tirare su il prezzo.Il mio e' frecciato come un razzo intorno alla citta' per poi inoltrarsi in quella che forse era la via principale fino alla moschea i cui due minareti sono l'unica cosa rimasta in piedi. Il resto e' desolazione, cronaca da dopo bomba o dopo terremoto. Aride pietre che vagamente ricordano la struttura di una casa, brandelli di mura di palazzi, ferro arrugginito, qualche carrarmato abbandonato. Non comprendo perche' ne vietino la visita. Andrebbe incoraggiata, dovrebbero portarci i bambini delle scuole a vedere dal vivo cosa rimane di una guerra. Di solito si portano a vedere i grandi monumenti del passato, quelli dei vincitori che resistono ai secoli . Ma quelli che non resistono, le case della gente, quelle bisogna vederle subito. Prima che la storia se le inghiotta. Quelle sono dimanticate subito, persi nei deliri di pace e civilta' portate dai vincitori di turno .... si ... la pax romana ... Diversa, anzi oiu' devastante l'esperienza di Shushi. Se ad Agdam erano solo pietre e silenzio, qui erano edifici sventrati e in piedi e fantasmi. I pochi abitanti rimasti si aggirano come zombi tra le macerie e cercano di ricostruire la citta. Shushi, 600 metri sopra Stepanakert, era occupata dagli azeri che cannoneggiavano la capitale giu' in bassi. Poi, il 9 maggio 1992, le postazioni furono conquistate da un assalto notturno degli armeni. La citta' orea e' un disastro, le strade sono distrutte, le case in maggioranza anche. La chiesa, simbolo dei vincitori e' stata ricostruita. La moschea, ricordo degli azeri, no. Le case e i palazzi sono quasi tutti in piedi, ma dentro sono sventrati. Le finestre danno sul nulla o sul cielo azzurro. Ovunque ti giri il panorama non cambia. La tristezza prende il sopravvento e quell'odore di guerra di cui si diceva pocanzi diventa fetore. Fetore di morte. Della ragione principalmente.
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