Corri Forrest Corri!
Mamma diceva sempre che dalle scarpe di una persona si capiscono tante cose, dove va, cosa fa, dove è stata.
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23/04/2008
Mi perdonerete, ma per un po’ questo blog riprenderà la piega delle origini. Era luglio 2006 e questo luogo non era che un taccuino di viaggio. Partii senza esitazioni per il Cammino di Santiago con della terra bruciata dietro le spalle, un sentiero ignoto davanti al naso, e uno zaino pesantissimo fatto di dolori e disillusioni. Che strano, ma ripensandomi allora, avverto la tenerezza che si prova per un fratello minore. Ma questa è un’altra storia.
Ora parto più leggero. Non più da solo ma in compagnia dell’amico di sempre: il Demiurgo. Anche il viaggio è molto più corto: solo 3 giorni. Lo meditavo da tempo e alla fine, approfittando di questi ponti, l’ho fatto. Il Demiurgo l’avevo dato per perso. Lui ormai è accasato e con prole, insomma, ha messo la testa a posto. Eppure è stato lui a chiamarmi e a dirmi “ti seguo”. Che spettacolo, come ai tempi delle nostre giornate errabonde nel Cadore!!
Non so che dirvi, sarà una forma di rincoglionimento senile, ma il mio animo è sempre più proiettato verso un’esigenza di libertà. Una libertà fatta di campi aperti, di sagre paesane, di vagabondaggio, di fontane, di carte topografiche, di terra, di vesciche, di incontri occasionali. Trovo che camminare ti risucchi in una dimensione in cui le cose tornano ad avere il loro giusto peso. I pensieri si assottigliano, i sentimenti si nobilitano, le paure si stemperano, i dolori si smussano.
E’ una tre giorni solamente, ma la considero un antipasto per qualcosa che sta prendendo forma e che conto di realizzare in pieno agosto. Esatto, sotto il solleone, mbè? Ve l’ho detto che c’è del rincoglionimento senile in tutto questo. Ho qualche progetto, il cui mcm è errare tra le più sperdute feste paesane che l’entroterra appenninico offre in piena estate. Ma anche questa è un’altra storia.
Si parte per una sgambata di 3 giorni lungo la Via Francigena a sud di Siena. Scelta fatta non a caso. Le valli dell’Arbia, dell’Ombrone e dell’Orcia sono luoghi incantevoli, battuti si da tantissimi turisti, ma vederle a piedi è altra cosa. Inoltre nella città del palio ad attendere me e il Demiurgo, la sera del 24 aprile, ci saranno alcuni amici dell’Istrice che siamo certi celebreranno la nostra partenza con una mangiata memorabile da Papei (consigliato!), trattoria verace nascosta dietro il culo di Palazzo Pubblico.
NOTA: i resoconti delle giornate saranno postati con alcuni giorni di differita (per l'impossibilità di farlo durante il cammino, per via di aggiustamenti tecnici vari e anche per la lentezza del sottoscritto), ma sono frutto di impressioni e considerazioni fatte “in presa diretta” durante il cammino. Sulla scia dell’ormai mitica coppia Lauro – Sabelli Fioretti, anche noi saremo osservati dall’occhio benevolo (?) di una manciata di satelliti americani, attratti dal segnale del mio ricevitore satellitare portatile Garmin. L’intenzione è quella di tracciare il nostro percorso. Sempre che sia in grado di usare quell’affare. E sempre che i nostri guardiani lassù non decidano di comandare un missile convenzionale sulle nostre teste, a causa delle inevitabili battute antiamericane che gireranno.
PAROLE...
"Todo pasa y todo queda,
pero lo nuestro es pasar,
pasar haciendo caminos,
caminos sobre el mar.
Nunca persequí la gloria,
ni dejar en la memoria
de los hombres mi canción;
yo amo los mundos sutiles,
ingrávidos y gentiles,
como pompas de jabón.
Me gusta verlos pintarse
de sol y grana, volar
bajo el cielo azul, temblar
súbitamente y quebrarse...
Nunca perseguí la gloria.
Caminante, son tus huellas
el camino, y nada mas;
caminante, no hay camino,
se hace camino al andar.
Al andar se hace camino,
y al volver la vista atras
se ve la senda que nunca
se ha de pisar.
Caminante, no hay camino,
sino estelas en la mar.
[Antonio Machado]
Tutto passa e tutto resta
ma il nostro destino è di passare
passare disegnando percorsi
percorsi sul mare.
Non ho mai rincorso la gloria,
nè voglio lasciare nella memoria
degli uomini la mia canzone;
io amo i mondi sottili,
in assenza di gravità e gentili,
simili a bolle di sapone.
Mi piace vederli mentre si dipingono
di sole e di rosso, volare
nel cielo azzurro, tremare
improvvisamente e svanire...
Non ho mai rincorso la gloria.
Viandante, sono le tue orme
il cammino e niente di più;
Viandante, non c’è una strada,
la si costruisce camminando.
Mentre vai si fa la strada
e voltandoti
vedrai il sentiero che mai
più calpesterai.
Viaggiatore,
non esiste una strada,
ma solo scie nel mare.
"Superba è la notte
quando cadono gli ultimi spaventi
e l'anima si getta all'avventura".
[Alda Merini]
"Le case abbandonate sono come gli uomini. Alcuni tengono duro, altri crollano. Dolore e solitudine fanno cadere uomini e muri."
[Mauro Corona]
STO LEGGENDO
Luisito Bianchi, I miei amici, Sironi, 2008
AREA PERSONALE
UNA SOSTA SOTTO L'ALBERO A...
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