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Medicina: Dal Bisturi Speranze Contro Tachicardia Fatale

Post n°629 pubblicato il 13 Maggio 2008 da giromapa

Da Yahoo! Notizie

Milano, 9 mag. (Adnkronos Salute) - Dietro la morte improvvisa di un
bambino o di un adolescente che corre o gioca a pallone con gli amici,
spesso c'è una malattia cardiaca di origine genetica, la 'tachicardia
ventricolare polimorfa catecolaminergica' (cpvt). Oggi per questi
giovanissimi arriva una buona notizia da uno studio italo-olandese,
pubblicato sul New England Journal of Medicine e condotto dai
ricercatori dell'Istituto auxologico italiano. La ricerca testimonia,
su un piccolo gruppo di pazienti, l'utilità di un intervento chirurgico
'ad hoc'. Oggi infatti, ricordano i ricercatori dell'Istituto
auxologico italiano in una nota, i ragazzi con questa forma di
tachicardia sono trattati con farmaci beta-bloccanti, ma questi
medicinali sono efficaci solo nel 60-70% dei casi. Negli altri, che
continuano ad avere aritmie, l'approccio è quello di ricorrere a un
defibrillatore automatico impiantabile.

Ma nella maggioranza dei
casi questi apparecchi sono associati a un alto numero di complicazioni
e, soprattutto nei pazienti con Cpvt possono avere devastanti effetti
psicologici. Ogni volta che questi ragazzi si sottopongono a qualche
modesto sforzo fisico, infatti, possono partire le aritmie che fanno
scattare gli shock del defibrillatore. Il dolore prodotto dagli shock
(simile a un calcio di cavallo), insieme alla paura, fanno ripartire le
aritmie con un terribile circolo vizioso. Proprio pensando a questi
pazienti Peter J. Schwartz, direttore del Laboratorio di biologia
molecolare dell'Istituto, insieme ad Arthur Wilde dell'Università di
Amsterdam, ha esaminato tre pazienti con gravi forme di Cpvt resistenti
alla terapia farmacologia e che in un caso hanno richiesto l'impianto
del defibrillatore. In tutti i pazienti Attilio Odero, direttore della
chirurgia vascolare all'Università di Pavia,
ha effettuato un delicato ma breve (30 minuti) intervento chirurgico,
proposto da Schwartz per la prevenzione della morte improvvisa: la
denervazione cardiaca simpatica di sinistra.

Si tratta, spiegano
i ricercatori in una nota, del taglio dei più importanti nervi
simpatici che, sotto stress, rilasciano noradrenalina nel cuore
scatenando così aritmie fatali. Il primo dei tre pazienti, un ragazzo
italiano, fu operato 20 anni fa a 18 anni dopo molti svenimenti seguiti
da un arresto cardiaco, ed è stato seguito nel tempo da Mario Facchini,
all'Ospedale San Luca a Milano. Dopo l'intervento non ha più presentato
nessun svenimento. Il lungo periodo di follow-up senza eventi "è
altamente dimostrativo dell'efficacia dell'intervento - prosegue la
nota - e questa terapia, già dimostratasi efficace nella sindrome del
Qt lungo (altra malattia genetica con alto rischio di morte improvvisa
da stress), sembra in grado di migliorare grandemente la qualità di
vita dei giovani pazienti con Cpvt".

Il team Schwartz-Odero
lavora insieme da quasi 30 anni, e i due sono stati spesso invitati
insieme in Paesi come Cina e Olanda per curare e operare questi
pazienti. Appena tre settimane fa una ragazzina di 14 anni con Cpvt e
frequenti scariche dal defibrillatore, il cui fratello era morto a 11
anni giocando a pallone, è stata mandata dalla Russia
a Pavia come ultimo tentativo per farla vivere in modo normale.
All'arrivo la ragazza si rifiutava di fare la minima attività fisica
per il terrore di nuovi shock. Una settimana dopo l'intervento ha
effettuato una normale prova da sforzo senza alcuna aritmia.


 
 
 
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