Creato da giromapa il 01/06/2005
Rassegna Stampa Delle Notizie Da Non Perdere

Cerca in questo Blog

 
  Trova
 

Iniziative Da Non Perdere

 
Basta! Parlamento pulito

Riprendiamoci Telecom Italia! 

 

Forza Clementina


 

 

 

FACEBOOK

 
 
 

Ultime visite al Blog

 
giuliaitri1986mel200bomberLFclaudia.mattei_cdiletta.castellistudiofotofiumicinoluboposcampipercena77nightwish19801TOGARINant647TizianaAccinelligiovanna.82chiara.lauragrossimariabuonfiglio
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

 

 
« Italia armataEffetto Psa »

Saccà Connection

Post n°731 pubblicato il 24 Luglio 2008 da giromapa
 

Da L'espresso
di Emiliano Fittipaldi
e Marco Lillo

I
progetti d'affari con Urbani. I raccomandati di Staderini, Petroni e
Curzi. Ecco i legami fra il dirigente e i consiglieri. Che l'hanno
assolto


 






ASCOLTA:  Le nuove intercettazioni



Don Agostino l'ha sfangata ancora una volta. Nonostante i progetti
segreti per mettersi in proprio, nonostante l'inchiesta per
corruzione e le intercettazioni bollenti, il re dalla
fiction all'italiana resterà alla Rai
. La settimana scorsa
il cda ha bocciato la mozione del direttore generale Claudio
Cappon, che ne prevedeva il licenziamento in tronco.
Paradossalmente le parti si sono invertite: ora è Cappon a
rischiare la poltrona. Sul no all'allontanamento del manager hanno
pesato i voti contrari di Giuliano Urbani, Gennaro Malgieri,
Giovanna Bianchi Clerici, Angelo Maria Petroni (tutti di area
Pdl-Lega), e l'astensione di Marco Staderini (Udc) e Sandro Curzi
(Rifondazione): nessuno di loro ha rilevato nelle azioni di Saccà
quelle «gravi violazioni e il notevole danno d'immagine
all'azienda» accertate da Cappon e dagli altri consiglieri di
centrosinistra. Pochi, leggendo e ascoltando le nuove
intercettazioni trovate da "L'espresso", avrebbero potuto
immaginare esito diverso.



I rapporti tra Saccà e i consiglieri vanno oltre le normali
conversazioni tra dirigenti, e riportano ad affari e scambi di
piaceri personali. Non sorprende, per esempio, che Urbani abbia
votato pro-Saccà. Come "L'espresso" ha già rivelato, in più
telefonate  (ascolta)
il consigliere si è speso per difendere gli interessi della sua
compagna, Ida Di Benedetto, produttrice di serie tv. Saccà si muove
per attivare la fiction sulla pittrice Angelica Kauffman («se fosse
un qualsiasi altro produttore noi rifletteremmo un po' su questa
storia» ammette la segretaria ad Agostino), vuole "Paura d'amare"
(«di questi 10 milioni non riusciamo a spostare una quota a cavallo
dei due anni, per avere dei residui?» chiede il manager a un'altra
collaboratrice, che gli aveva spiegato che il film «è fuori dal
conto»), spinge per la storia su suor Bakhita. Ma anche Saccà, a
sua volta, sollecita favori a Urbani e gli raccomanda per un
incarico in Ray Way il suo commercialista, Pietro Pilello, un tempo
maestro venerabile della loggia di Palmi.



<!--
OAS_RICH('Middle');
//-->





Ma, soprattutto, Urbani è stato parte attiva nel progetto
"Pegasus". Un piano attraverso cui il dirigente pubblico voleva dar
vita a una privatissima società di produzione che avrebbe dovuto
fatturare 200 milioni l'anno. L'idea, come risulta dall'inchiesta
della Procura di Napoli, è di Corrado Passera, ad di Banca Intesa,
e nasce in India: il banchiere ne parla con Luca di Montezemolo e
Ramon Tata, Saccà viene chiamato in seguito. Urbani sogna di far
parte del progetto e di diventare addirittura presidente della
newco. Vuole fare da «coagulo» tra altri imprenditori interessati:
la Palladio di Vicenza, i «bresciani» capeggiati dall'ex Udc
Riccardo Conti, e il padrone di Mediaset Silvio Berlusconi.



Rispondendo ai pm, Urbani prima nega di sapere se l'attuale premier
dovesse essere della partita, poi, messo alle strette, ammette che
«Berlusconi manifestava disponibilità ad esser parte del quadro».
Urbani racconta di aver discusso con Passera, e ammette davanti ai
magistrati che proprio Pilello stava redigendo il business plan. Ad
agosto le telefonate con Saccà si fanno bollenti, e il consigliere
si sbilancia. «Io ho due problemi», dice al capo di Rai fiction,
«il più grande è quello di costruire la sceneggiatura con te. Il
più piccolo, però è parte del quadro, è quello che io non vorrei
perdere l'opportunità di essere il punto di accordo di questi tre
che sarebbero disposti ad appoggiarsi su di me. E cioè: Vicenza,
lui stesso, Silvio, e i bresciani».



Se Urbani chiede favori e progetta affari milionari, altri
consiglieri fanno segnalazioni a go-go. Anche Staderini, per
esempio, ha chiamato Saccà. Interessandosi della sorte
professionale di un'attrice di fama. Dai brogliacci risulta che il
19 luglio 2007 «Marco chiede di Catherine Spaak»:
Saccà risponde che dovrebbe essere stata scritturata. Ma dopo
quattro giorni il produttore Angelo Rizzoli invia un fax, spiegando
che l'attrice, al tempo in gara nella trasmissione "Ballando sotto
le stelle", non può partecipare anche alla fiction "Capri". Il 26
luglio Staderini richiama, e domanda informazioni. Agostino si
giustifica, dice che Rizzoli è un imbroglione, avendogli riferito
cose non vere sulla disponibilità della Spaak, e chiede a Staderini
se vuole chiamare l'attrice insieme a lui. Il consigliere Rai in
quei giorni si occupa anche della sorte di "Incantesimo", la soap
di Guido De Angeli, intimo del dirigente e di vari politici, che il
vicedirettore generale Giancarlo Leone sembra intenzionato a
chiudere. Staderini dovrebbe spendersi per un incontro tra lo
stesso Saccà e il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo,
che avrebbe promesso al capo di Rai fiction dai 15 ai 20 milioni
per sostenere la produzione.



Le telefonate fioccano anche tra Saccà e Petroni, un altro dei
consiglieri che ha votato contro il licenziamento. Il 17 luglio
Agostino chiama Angelo per annunciargli che il provino per Cloris
Brosca, che interpretava la "Zingara" nel preserale "Luna Park", è
andato bene. La telefonata parte alle 17: un'ora prima la
segretaria Paola aveva detto a Saccà che la Brosca era stata
contattata per fare "l'antagonista" in una fiction. «Ha fatto un
buon provino, ci sono buone possibilità che sia presa», chiosa il
dirigente al consigliere- professore.



Nelle intercettazioni finisce persino Sandro
Curzi,
che meravigliando tutti, la scorsa settimana al
momento del voto ha preferito astenersi. Curzi segnala non attrici
e vallette, ma un professore classe 1927, appassionato di cartoni
animati. A giugno Curzi ricorda a Saccà di interessarsi a
«Passacantando». In realtà non si tratta di un programma, come si
legge sui brogliacci, ma di una persona. Dopo due settimane il
manager chiama un certo Luca e chiede di far lavorare Stelio
Passacantando, ex Accademia delle Belle Arti e docente di cinema
nelle scuole. Saccà in questi giorni è stato definito un genio del
prodotto, osannato da decine di attori e registi che lo hanno
difeso in una vibrante lettera pubblica. Tifosi eccellenti, ma in
Rai in molti si sono legati al dito i giudizi inclementi che Saccà
pronunciava al telefono su di loro: da Guido Paglia a Fabrizio Del
Noce fino a Leone, definito una volta«topo di fogna» e un'altra
«invidioso».






Michelle Bonev con Baudo

Soddisfatti, invece, quelli che hanno con Don Agostino buoni
rapporti. Isabella Briganti su tutti. Saccà non raccomanda solo le
preferite dei tanti questuanti, ma anche le sue amiche. Vuole che
la Briganti abbia la parte di Mamma Irene nel film tv "Don Zeno", e
chiama uno dei responsabili del cast. «Il direttore non raccomanda»
chiosa Agostino «sceglie editorialmente».

Il 16 luglio definisce il provino dell'amica «eccellente»:
addirittura, dice, «la segnalazione del direttore è un elemento
ostativo, perché il provino è stato il migliore, ed è fuori
discussione»: due giorni dopo Saccà comunica ad Isabella che la
parte è sua.



Più burrascosi i rapporti con un'altra starlette di belle speranze,
Michelle Bonev. Nel 2003 fu scelta per condurre il Dopofestival, e
scoppiò il finimondo. Venne difinita da stampa e addetti ai lavori
«la raccomandata di Saccà», al tempo direttore generale. L'attrice
bulgara fa carriera tra sospetti e pettegolezzi, gira un gran
numero di fiction targate Rai. L'ultima è "Artemisia Sanchez",
riprese finite nel 2006 e mai andata in onda. Ma la riconoscenza
non è di questo mondo: il 27 giugno 2007 l'avvocato Bosco legge a
Saccà una durissima lettera della Bonev, che minaccia (dal momento
che il direttore non vuole attivare una nuova fiction con una
società fondata ad hoc dall'attrice) sfracelli pubblici e
conferenze stampa. Il dirigente tiene duro. «Ma che, è matta? È un
ricatto, facesse quello che vuole. Posso solo dispiacermi di fronte
all'ingratitudine umana. Uno che ha rischiato di tutto per
aiutarla... Uno squallore unico».
(22 luglio 2008)

 
 
 
Vai alla Home Page del blog
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963