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Post n°156 pubblicato il 08 Giugno 2019 da ditantestelle
L'intima radice. Voce compatta, essenziale, che resta. Avvolgersi della sua atmosfera languida in quella realtà che accenna. La sua fantasia. Mai abbastanza grande da non spaziare in vasti orizzonti d'immaginario in cui tutto, tutto, si trasfigura.
Un irreale accento.
La pena dell'uomo di fronte al mistero della vita e della morte è come un tarlo che corrode ogni gioia.
I Poeti, anche loro, questo sanno.
La loro sera è mite,
il cielo, stellato.
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