Compravo dischi di Chicago blues e mi esercitavo su quelli, ma nella pratica suonavo un pò di tutto. C' era l' aspirante cantautore, i chitarristi ispirati dalla west coast, altri che avevano già tendenze jazz e si trovava sempre qualcuno disposto ad affittare qualche stanza in casolari di campagna ad un buon prezzo. Lavoravo saltuariamente e si andava per interminabili jam session ogni volta che potevamo, cioè quasi tutti i giorni. Si suonava per ore, io fino a farmi sanguinare le labbra. Poi c' erano le feste degli amici, qualche serata nei locali da ballo, andavamo ad esibirci dove capitava, soldi se ne vedevano pochi, qualche birra e molti applausi. Avevamo un amico che organizzava serate con diversi gruppi e riusciva a farsi dare in gestione per questi eventi i cinema teatro della città e quelli dei grossi centri vicini, nei mesi meno freddi anche qualche spazio nei parchi. L' ultimo di questi raduni si tenne nel maggio del 1980, all' hangar dell' ex autodromo, perchè pioveva. Fu una serata emozionante, ma dopo quel concerto, poco alla volta smisi di suonare e trascorsi alcuni anni seguenti leggendo i romanzi di Philip K. Dick e Clifford D. Simak .........
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