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Citazioni nei Blog Amici: 51
 

 

ANNE SEXTON

Post n°333 pubblicato il 13 Maggio 2010 da aranciaamaraa
 

Quando l’uomo
entra nella donna
come l’onda scava la riva,
ripetutamente,
e la donna, godendo, apre la bocca
e i denti le luccicano
come un alfabeto,
il Logos appare mungendo una stella,
e l’uomo
dentro la donna
stringe un nodo
perché mai più loro due
si separino
e la donna si fa fiore
che inghiotte il suo gambo
e il Logos appare
e sguinzaglia i loro fiumi.

Quest’uomo e questa donna
con la loro duplice fame
hanno cercato di spingersi oltre
la cortina di Dio, e ci sono
riusciti per un momento,
anche se poi Dio
nella sua perversione
scioglie il nodo.

ANNE SEXTON

 
 
 

ANCHE I RICORDI MUOIONO

Post n°331 pubblicato il 03 Maggio 2010 da aranciaamaraa

Sono morti gli occhi
sono morti i sorrisi
i colori.

Come corpi celesti lontanissimi
che d'un tratto,in silenzio,
spariscono senza clamore
senza rumore.

Erano lì fino a un minuto prima
fin dalla nascita del mondo
poi un secondo dopo
più nulla.

Ora non c'è più un perchè
un luogo
un tempo
solo una nebbiolina grigia
nè calda nè fredda.

Come se fosse sparita
ogni dimensione
ogni domanda
ogni giustificazione.

Il tutto e il niente
in fondo
come materia e antimateria
sono facce della stessa medaglia.

.

 

 
 
 

SENZA TITOLO

Post n°330 pubblicato il 18 Aprile 2010 da aranciaamaraa

Fiori d'arancio appassiti sui cuscini
e letti troppo in ordine
legati alle caviglie del tempo.

Smarriti
gli ultimi piccioni viaggiatori
girano in tondo
alla ricerca d'una zolla
d'uno stelo dove posarsi.

Troppo vasto è il mare
fra isola e isola
troppo stanche le ali.

 
 
 

TUTTO SCORRE..

Post n°329 pubblicato il 28 Marzo 2010 da aranciaamaraa

piccoli pesci.
Ci sono pesci che
a piccoli morsi
mangiano le pelli morte
lasciando quella che resta
pulita e splendente
meglio di prima.

Chissà se funziona così
anche per certi amori
che a piccoli morsi
si mangiano il cuore.
.

 
 
 

ROBERTO SAVIANO

Post n°328 pubblicato il 20 Marzo 2010 da aranciaamaraa
 
Tag: SAVIANO

Per un voto onesto
servirebbe l'Onu

di ROBERTO SAVIANO

 

 Per un voto _nesto servirebbe l'Onu
"LA DISPERAZIONE più grave che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere onestamente sia inutile. E questa disperazione avvolge il mio paese da molto tempo". È una riflessione che Corrado Alvaro, scrittore calabrese di San Luca, scrisse alla fine della sua vita. E io non ho paura a dirlo: è necessario che il nostro Paese chieda un aiuto. Lo dico e non temo che mi si punti il dito contro, per un'affermazione del genere. Chi pensa che questa sia un'esagerazione, sappia che l'Italia è un paese sotto assedio. In Calabria su 50 consiglieri regionali 35 sono stati inquisiti o condannati. E tutto accade nella più totale accondiscendenza. Nel silenzio. Quale altro paese lo ammetterebbe?

Quello che in altri Stati sarebbe considerato veleno, in Italia è pasto quotidiano: dai più piccoli Comuni sino alla gestione delle province e delle regioni, non c'è luogo in cui la corruzione non sia ritenuta cosa ovvia. L'ingiustizia ha ormai un sapore che non ci disgusta, non ci schifa, non ci stravolge lo stomaco, né l'orgoglio. Ma come è potuto accadere?
Il solo dubbio che ogni sforzo sia inutile, che esprimere il proprio voto e quindi la propria opinione sia vano, toglie forza agli onesti. Annega, strozza e seppellisce il diritto. Il diritto che fonda le regole del vivere civile, ma anche il diritto che lo trascende: il diritto alla felicità.

Il senso del "è tutto inutile" toglie speranza nel futuro, e ormai sono sempre di più coloro che abbandonano la propria terra per andare a vivere al Nord o in un altro paese. Lontano da questa vergogna.
Io non voglio arrendermi a un'Italia così, a un'Italia che costringe i propri giovani ad andar via per vergogna e mancanza di speranza. Non voglio vivere in un paese che dovrebbe chiedere all'Osce, all'Onu, alla Comunità europea di inviare osservatori nei territori più difficili, durante le fasi ultime della campagna elettorale per garantire la regolarità di tutte le fasi del voto. Ci vorrebbe un controllo che qui non si riesce più a esercitare.
 
 
 

C'E' MAFIA E MAFIA

Post n°327 pubblicato il 28 Febbraio 2010 da aranciaamaraa
 

Solidarizzare col senatore Di Girolamo sarebbe eccessivo. Ma condividere il suo stupore per lo sdegno generale che lo circonda, anche tra gli alleati e i presunti oppositori del Pd che due anni fa l’avevano salvato dall’arresto (unici contrari gli Idv) e ora lo vogliono cacciare, questo sì, si può fare. Non si comprende la differenza fra il suo caso, che ha portato persino Berlusconi a scaricarlo, e quelli di Dell’Utri e Cuffaro. Anzi l’unica differenza è a suo favore: Dell’Utri è stato condannato in primo grado per mafia, Cuffaro in appello per favoreggiamento alla mafia, Di Girolamo non ancora.

. Ha “solo” un mandato di cattura per rapporti con la ‘ndrangheta. Come Cosentino, che però starebbe con la camorra e dunque resta sottosegretario. Si dirà: Di Girolamo è stato fotografato con un boss e le cosche votavano per lui. Ma vale pure per Cuffaro, che fu filmato con due medici mafiosi: Vincenzo Greco, condannato per aver curato il killer di don Puglisi, e Salvatore Aragona, condannato per aver fornito un alibi falso al boss Enzo Brusca. Entrambi legatissimi al boss Giuseppe Guttadauro, che Cuffaro fece avvertire delle microspie a casa sua. Per Dell’Utri c’è solo l’imbarazzo della scelta. Dal 1974 e il ‘76 infila un mafioso, Vittorio Mangano, in casa di Berlusconi: assunzione suggellata – scrive il Tribunale di Palermo – da un incontro a Milano fra il Cavaliere, Dell’Utri e i boss Bontate, Teresi e Di Carlo. Nel 1976 partecipa – l’ammette lui stesso – al compleanno del boss catanese Antonino Calderone, insieme ai mafiosi Mangano, Nino e Gaetano Grado. Nel ’77 va a lavorare per Filippo Rapisarda, legato a mafiosi come Vito Ciancimino e il clan Cuntrera-Caruana. Nel 1980 partecipa – l’ammette lui stesso – a Londra alle nozze di Jimmy Fauci - pregiudicato siciliano legato ai Caruana, addetto al traffico di droga fra Italia, Gran Bretagna e Canada - con i mafiosi Di Carlo, Teresi e Cinà. Nel 1992 il boss di Trapani, Vincenzo Virga, minaccia l’imprenditore Garraffa per perorare la causa di un presunto credito in nero reclamato da Dell’Utri (Virga e Dell’Utri si salveranno grazie alla prescrizione del reato di minacce gravi). Intanto Dell’Utri ottiene un provino al Milan per Gaetano D’Agostino, figlio di un complice dei Graviano. Nel 1993, mentre lavora al progetto Forza Italia, Dell’utri s’interessa al movimento mafioso “Sicilia Libera”: i suoi contatti con uno dei fondatori, il principe Napoleone Orsini, risultano da agende e tabulati. In novembre ancora le sue agende rivelano due incontri a Milano, nella sede di Publitalia, con Mangano, appena uscito da 11 anni di galera per mafia e traffico di droga. Nel 1998 la Dia fotografa Natale Sartori (socio della figlia di Mangano in alcune cooperative di pulizie) mentre rende visita al neodeputato Dell’Utri. Pochi mesi dopo la Dia filma un incontro a Rimini fra Dell’Utri e un falso pentito, Pino Chiofalo, che organizza un complotto contro i pentiti veri. Nel ‘99 Dell’Utri si candida al Parlamento europeo: un fedelissimo di Provenzano intercettato in un’autoscuola raccomanda ai picciotti di votare per lui: “Dobbiamo portare e aiutare Dell’Utri, sennò lo fottono. Se sale alle Europee non lo tocca più nessuno…‘sti sbirri non gli danno pace”. Nel 2001, vigilia delle politiche, il boss Guttadauro parla con Aragona: “Con Dell’Utri bisogna parlare, alle elezioni ’99 ha preso impegni (col boss Capizzi, ndr) e poi non s’è fatto più vedere”. Aragona: “Io sono stato invitato al Circolo, sede culturale di Dell’Utri in una biblioteca famosa”. Nel 2003 Vito Palazzolo, boss latitante in Sudafrica, contatta Dell’Utri tramite intermediari (tra cui la moglie) perché prema sul governo Berlusconi per sistemare i suoi guai giudiziari. Di Girolamo, al confronto, è un principiante. Ma ha un grave torto: “L’ha portato An”, dice il Banana, dunque l’inchiesta non è talebana né a orologeria: “È una cosa seria”. Ha sbagliato partito e soprattutto banda: se stava con la mafia o con la camorra, come minimo sarebbe sottosegretario.

Fonte: 'Il Fatto Quotidiano'

 
 
 

FELICITA'

Post n°326 pubblicato il 23 Febbraio 2010 da aranciaamaraa
 

E' una stella cometa la felicità
una fioca lucina lontana lontana

può solo guidare
mai illuminare
mai essere raggiunta
mai può cascare dentro una mano
o al centro di un cuore

è come una lucciola
che brilla nella notte del mondo

non può mai essere un arcobaleno
e meno che mai
avere una pentola d'oro
nel punto esatto dove va a finire

 
 
 

SAN VALENTINO

Post n°325 pubblicato il 14 Febbraio 2010 da aranciaamaraa

L'Amore
sbattuto in faccia
come un grimaldello
a forzare il cuore.

L'amore
senza gambe.
L'amore
solo a parole.

L'amore cieco
che non vuole sentire
l'amore ferito
che non vuole morire.

L'amore malato
l'amore stralunato.

L'amore solitario
l'amore ritardatario.

L'amore
come un respiro scomposto.

L'amore a momenti
l'amore fuori dai denti.

L'amore come una malattia,
l'amore come una sodomia.

L'amore pubblico.
L'amore privato.

L'amore pudico
e quello depravato.

L'amore incensato.
L'amore insensato.

L'amore non detto
e quello cantato.

L'amore scostumato
e quello accennato.
L'amore degenerato.

L'amore vissuto
L'amore mai nato.

Quello preteso e
mai perdonato.

L'amore dentro un abbraccio di lana
e quello in punta di cerbottana.


e infine...
quello che piace a me

solo l'amore
senza parole

 

 

 
 
 

IL TEMPO CONOSCE

Post n°324 pubblicato il 25 Gennaio 2010 da aranciaamaraa

Il tempo conosce
la stanchezza delle foglie.

La loro fatica a venire su

il dolore per ogni gemma che si apre
per ogni gambo che si allunga.

Il vento conosce
i profumi che non ci sono più

i petali caduti
i frutti mai nati

l'insistenza degli insetti
l'arsura del sole
il gelo della notte.

Come il tempo e il vento
anche le nostre anime
da sempre
sapevano tutto
ma per fortuna
ad ogni nascita
ci viene cancellato
si riparte da zero.

.

 
 
 

DI ADRIANO SOFRI

Post n°323 pubblicato il 10 Gennaio 2010 da aranciaamaraa
 
Tag: uomo

Di nuovo, considerate di nuovo

Se questo è un uomo,

Come un rospo a gennaio,
Che si avvia quando è buio e nebbia
E torna quando è nebbia e buio...

Di nuovo, considerate di nuovo
Se questo è un uomo,
Come un rospo a gennaio,
Che si avvia quando è buio e nebbia
E torna quando è nebbia e buio,
Che stramazza a un ciglio di strada,
Odora di kiwi e arance di Natale,
Conosce tre lingue e non ne parla nessuna,
Che contende ai topi la sua cena,
Che ha due ciabatte di scorta,
Una domanda d´asilo,
Una laurea in ingegneria, una fotografia,
E le nasconde sotto i cartoni,
E dorme sui cartoni della Rognetta,
Sotto un tetto d´amianto,
O senza tetto,
Fa il fuoco con la monnezza,
Che se ne sta al posto suo,
In nessun posto,
E se ne sbuca, dopo il tiro a segno,
"Ha sbagliato!",
Certo che ha sbagliato,
L´Uomo Nero
Della miseria nera,
Del lavoro nero, e da Milano,
Per l´elemosina di un´attenuante
Scrivono grande: NEGRO,
Scartato da un caporale,
Sputato da un povero cristo locale,
Picchiato dai suoi padroni,
Braccato dai loro cani,
Che invidia i vostri cani,
Che invidia la galera
(Un buon posto per impiccarsi)
Che piscia coi cani,
Che azzanna i cani senza padrone,
Che vive tra un No e un No,
Tra un Comune commissariato per mafia
E un Centro di Ultima Accoglienza,
E quando muore, una colletta
Dei suoi fratelli a un euro all´ora
Lo rimanda oltre il mare, oltre il deserto
Alla sua terra - "A quel paese!"
Meditate che questo è stato,
Che questo è ora,
Che Stato è questo,
Rileggete i vostri saggetti sul Problema
Voi che adottate a distanza
Di sicurezza, in Congo, in Guatemala,
E scrivete al calduccio, né di qua né di là,
Né bontà, roba da Caritas, né
Brutalità, roba da affari interni,
Tiepidi, come una berretta da notte,
E distogliete gli occhi da questa
Che non è una donna
Da questo che non è un uomo
Che non ha una donna
E i figli, se ha figli, sono distanti,
E pregate di nuovo che i vostri nati
Non torcano il viso da voi.

 
 
 

CAMUS

Post n°322 pubblicato il 06 Gennaio 2010 da aranciaamaraa
 
Tag: camus

MicroMega.net - Lettere alla redazione

L’attualità del pensiero di Albert Camus a cinquant’anni dalla morte
“Perde la vita in una sciagura d’auto lo scrittore francese Albert Camus”: questo il titolo dell’articolo di Carlo Bo, pubblicato nella terza pagina del Corriere della Sera il 5 gennaio 1960.

La sera del 4, una Facel Vega sfrecciava nei dintorni di Auxerre, diretta a Parigi: era guidata dall’editore Michel Gallimard, al suo fianco il premio Nobel per la letteratura (1957) Albert Camus. In località Yonne-Villeblevin il destino bussò alla porta della vita di Camus: lo scoppio di uno pneumatico, l’auto che va a schiantarsi contro il tronco di uno degli alberi che costeggiano la strada, il contachilometri che schizza via dal cruscotto e viene ritrovato a decine di metri di distanza con la lancetta che indica i 165 km/h.

Ho voluto cominciare dalla fine nella mia personale celebrazione del cinquantenario della morte di Albert Camus (7 novembre 1913 - 4 gennaio 1960).

La fine assurda di un romanziere, filosofo, drammaturgo che aveva posto al centro del proprio pensiero l’assurdità del destino umano. Una celebrazione personale che mi offre anche innumerevoli spunti di riflessione sulla società in cui viviamo.

Chi oggi sarebbe disposto a leggere i saggi de “L’uomo in rivolta” o “Lo straniero” o ancora “La peste”, tanto per citare tre titoli di Camus? Eppure questi furono tre libri che riscossero un enorme successo alla loro uscita. Gli addetti ai lavori di oggi, la critica, hanno secondo me una comprensione parziale e stucchevole dell’opera di Camus, il quale viene sì considerato un protagonista della letteratura del ‘900, ma è ormai avviato verso il lido della scomodità.

“Per definizione, lo scrittore non può mettersi oggi al servizio di quelli che fanno la storia: egli è al servizio di quelli che la subiscono”: ve lo immaginate uno scrittore di oggi che, nel discorso di conferimento del Nobel, pronunci tali parole? Io faccio una certa fatica a immaginarmelo.

L’unico scopo del vivere umano è per Camus nella lotta, nella ribellione, nel combattere le ingiustizie sociali e le manifestazioni di scarsa o inesistente umanità (per esempio, riguardo alla pena di morte disse: “Se la natura condanna a morte l’uomo, che almeno l’uomo non lo facesse…”)

Ma i nostri tristi tempi, nascosti dietro insensate risate isteriche, tramite i media, ci impongono tutti i giorni di non riflettere, di non avere contatti con la realtà, di non togliere il velo che ricopre le inquietudini dell’animo umano.

Insomma, bisogna essere come i modelli che propone la TV, e moltissimi –ahimè- ci sono cascati. Al giorno d’oggi, certa bella gente brillante come lo sterco, certi individui intelligenti quanto un’incudine, dinanzi a certe considerazioni si comportano come quei selvaggi ai quali si mostravano per la prima volta uno specchio, una forchetta, un fiammifero; solo che, mentre questi ultimi si incuriosivano di certi semplici manufatti e cercavano di apprenderne l’utilizzo, la bella gente alla moda e simpatica nutre quasi esclusivamente un senso di ostilità verso ciò che potrebbe portare un beneficio al proprio pensiero, e lo rifugge.

L’intera opera di Camus (ma naturalmente anche di altri grandi come lui) pone in luce il vuoto spaventoso che s’è impadronito delle menti e dei cuori nella nostra epoca. Epoca in cui è apparsa un’altra forma di analfabetismo, oltre a quella riconosciuta, che impedisce di identificare i segni e di dar loro un senso: mi sto riferendo a quell’analfabetismo che consente di leggere solo le prime sillabe di una grande opera letteraria, e che poi intima la resa a quel lassismo cerebrale senza speranza che porta a chiudere il libro capitato per caso fra le mani e ad accendere la TV. Il rigore intellettuale è ormai divenuto una chimera.

“L'assurdo nasce dal confronto fra la domanda dell'uomo e l'irragionevole silenzio del mondo.”

“La speranza equivale alla rassegnazione. E vivere non è rassegnarsi.”

“La rivolta consiste nell'amare un uomo che non esiste ancora.”

“Non sarai mai felice se continui a cercare in che cosa consista la felicità. Non vivrai mai se stai cercando il significato della vita.”

Questi alcuni aforismi di Albert Camus, per il quale la strada maestra dell'uomo che pensa è quella di combattere contro l'assurdo e la mancanza di senso dell'esistere. Un assurdo che non è nella natura dell'uomo in quanto tale, ma nei “modi” con cui l'uomo struttura negativamente il proprio esistere e il proprio convivere. Far fronte alla Peste (che nella sua opera simboleggia anche la dittatura) è possibile nella solidarietà e nella collaborazione. Gli uomini, se uniti da ideali positivi perseguiti con determinazione e forza, devono sempre rimanere vigili in attesa che “...la peste torni ad inviare i suoi ratti”.

(Postilla: in questi giorni in cui si discute se intitolare una via a Craxi, volevo ricordare che a Milano c’è un Largo Alberto Camus…)

Barbara X
 
 
 

PRESIDENTE, RITIRI QUELLA NORMA DEL PRIVILEGIO

Post n°321 pubblicato il 02 Dicembre 2009 da aranciaamaraa
 
Tag: SAVIANO

savianoSIGNOR Presidente del Consiglio, io non rappresento altro che me stesso, la mia parola, il mio mestiere di scrittore. Sono un cittadino. Le chiedo: ritiri la legge sul "processo breve" e lo faccia in nome della salvaguardia del diritto. Il rischio è che il diritto in Italia possa distruggersi, diventando uno strumento solo per i potenti, a partire da lei.

Con il "processo breve" saranno prescritti di fatto reati gravissimi e in particolare quelli dei colletti bianchi. Il sogno di una giustizia veloce è condiviso da tutti. Ma l'unico modo per accorciare i tempi è mettere i giudici, i consulenti, i tribunali nelle condizioni di velocizzare tutto. Non fermare i processi e cancellare così anche la speranza di chi da anni attende giustizia.

Ritiri la legge sul processo breve. Non è una questione di destra o sinistra. Non è una questione politica. Non è una questione ideologica. È una questione di diritto. Non permetta che questa legge definisca una volta per sempre privilegio il diritto in Italia, non permetta che i processi diventino una macchina vuota dove si afferma il potere mentre chi non ha altro che il diritto per difendersi non avrà più speranze di giustizia.

ROBERTO SAVIANO

 
 
 

RICORDANDO ALDA MERINI

Post n°320 pubblicato il 02 Novembre 2009 da aranciaamaraa
Foto di aranciaamaraa

Come sassi cavi
sono i cuori che aspettano

come dentro sassi cavi
i pensieri che si scontrano con altri pensieri
si sommano e si sottraggono
creando rumori o armonie

nulla esce fuori
quello è il loro mondo

nessuno può sentire
quello che succede dentro
tranne i poeti
che anche solo sfiorandoli
risuonano essi stessi
di quelle vibrazioni

strana cosa la poesia
strana vibrazione

musica muta
che riesce però
a stordire l'universo mondo.

 
 
 

LINEE ORIZZONTALI E VERTICALI

Post n°319 pubblicato il 28 Ottobre 2009 da aranciaamaraa
 

 

 

 

Come un branco di lupi che scende dagli altipiani ululando
o uno sciame di api accanite divoratrici di petali odoranti
precipitano roteando come massi da altissimi monti in rovina.
Uno dice che male c'è a organizzare feste private
con delle belle ragazze per allietare Primari e Servitori dello Stato?

Non ci siamo capiti
e perché mai dovremmo pagare anche gli extra a dei rincoglioniti?
Che cosa possono le Leggi dove regna soltanto il denaro?
La Giustizia non è altro che una pubblica merce...
di cosa vivrebbero ciarlatani e truffatori
se non avessero moneta sonante da gettare come ami fra la gente.

La linea orizzontale ci spinge verso la materia,
quella verticale verso lo spirito.
Con le palpebre chiuse s'intravede un chiarore
che con il tempo e ci vuole pazienza,
si apre allo sguardo interiore: Inneres Auge, Das Innere Auge

La linea orizzontale ci spinge verso la materia,
quella verticale verso lo spirito.
Ma quando ritorno in me, sulla mia via,
a leggere e studiare, ascoltando i grandi del passato...
mi basta una sonata di Corelli, perchè mi meravigli del Creato!

 

 

 

 

 

 
 
 

ESSERE E/O APPARIRE

Post n°318 pubblicato il 13 Ottobre 2009 da aranciaamaraa

farfallaDisse l'orso alla farfalla:
Come vorrei avere la tua leggerezza!

Disse la farfalla all'orso:
Come vorrei avere la tua forza!

Si guardarono allo specchio
e in un attimo
si scambiarono i corpi.

La farfalla non seppe più volare
L'orso perse tutti i combattimenti

Alla fine decisero
di ritornare com'erano:
"Vestiti solo d'un sorriso..."

 
 
 

MARI

Post n°317 pubblicato il 07 Ottobre 2009 da aranciaamaraa
 
Tag: mari

mareIl Il mare fuori
il mare dentro

a sfidare il cielo il primo
a sfidare la ragione il secondo.

E sono immensità
e abissi
e notti di luna
a fecondarlo di lame d'argento
per partorire ogni mattina
quel bambino di fuoco

a rinnovare ancora una volta
il miracolo del giorno che nasce.

Il mare dentro invece
non ha orizzonti
nè fondo
nè cielo per tetto

non ha colori
nè profumi

solo moti o stasi.

Inutile indagarne l'origine
o cercare di intravederne la fine

si può solo intuire
l'infinito dentro il finito.

 
 
 

NOTTE

Post n°316 pubblicato il 27 Settembre 2009 da aranciaamaraa
 

 

.

Attento disse la ragione

chiudi gli occhi disse l'amore

brillarono tre stelle quella notte

e in un attimo

si presero il cuore.

.
 
 
 

una vecchia....

Post n°315 pubblicato il 05 Settembre 2009 da aranciaamaraa

Ho perso le parole...

Cadute,rotolate fuori

dalla fessura della bocca

come monete senza valore.

Sono andate via in silenzio

senza farsi notare,

senza disturbare.

Adesso

io e te

di fronte

tu roccia

io fiume

e la vita nel mezzo

a separarci

a unirci

aspettando un alito di vento

ad aprirci le vele

a cucircele sul cuore...

 
 
 

COSE CHE SUCCEDONO.....

Post n°314 pubblicato il 10 Agosto 2009 da aranciaamaraa
 

Mi si è rotto qualcosa
dentro il cuore...

E' stato come sentire morire
una rondine
al culmine del suo volo più alto.

Che ombra scura
che nuvola nera
che morte sincera.

Un silenzio irreale
di colpo
scende sul mondo.

Una muta sorpresa
per una fine inattesa.

Senza sbigottimento
senza neppure un lamento.

Le strade del cielo
sono come le strade del cuore:
per ogni nuovo volo
ci dev'essere un sogno che muore...

Shhhh......zitti!!!
bisogna che senta
bisogna che veda
come muore un tramonto
come muore l'ultimo raggio di sole.

Che paura
per questo cuore
che si sta per fermare...

Che paura
per questo amore
che non sa come morire....

 

 
 
 

FIORE NEL FIORE

Post n°313 pubblicato il 01 Agosto 2009 da aranciaamaraa
 
Tag: virgola

.

Virgola rossa che pulsa
dietro le porte del suo convento
a stento coperta
dalle maglie sottili
della più intrigante delle reti.

E' un sole condensato
una goccia di miele vermiglio
una folla di pensieri
senza il domani
senza l'ieri.

E sono labbra su labbra
e ancora labbra su altre labbra
parole liquide
di acqua e di lava.
senza luogo senza tempo
senza l'UNO senza l'ALTRO.

Una sola carne
un solo accordo
un unico raggio di sole
che tutto trapassa
che tutto congiunge.

.

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: aranciaamaraa
Data di creazione: 30/04/2005
 

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