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Amore, che devo inventare, io come i bambini e gli acrobati a terra un mio senso non ho; ma il cuore mi spinge a rischiare su questo trapezio che passa ogni sera e non torna mai più.
E che tenerezza afferrarti le mani, portarti nel blu, non scendere più...
(M.Zarrillo, L'acrobata)
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Buona settimana!
Ai più attenti non sarà sfuggito che ogni canzone, pur se con lo stesso tema, rappresenta sfumature diverse, lasciando il ciclismo come sfondo.
La prima ci rende partecipi della gioia straripante del tifoso a bordo strada, che impaziente attende il suo idolo. E' un campione (come il tifoso) molto semplice, "pane e salame" potrei dire, che vive lo sport con il sorriso e l'umiltà, in tempi difficili.
Nell'altro brano, invece, il ciclismo lasciava spazio all'amicizia.
Nel testo che propongo oggi entriamo nel vivo della corsa (come il Giro!), respiriamo l'aria di agonismo e sfida. Sentiamo proprio la sete ed il disagio della fatica, il rumore della catena.
A mio modesto parere, è molto avvincente e non riesco a non immedesimarmi nella storia raccontata, che poi è così reale, grazie anche alla musica di Ruggeri, col ritornello veloce e ritmato, alternato alla lenta "salita" delle strofe.
I protagonisti d'eccezione sono Felice Gimondi ed Eddy Merckx: quest'ultimo, per i meno appassionati, è il più grande ciclista di tutti i tempi, probabilmente. Era soprannominato "il Cannibale" perché aveva una fame ed una brama di vittorie che lo rendeva antipatico; voleva vincere sempre, non lasciava che le briciole agli avversari.
Qui lo vediamo dal punto di vista di uno dei suoi più capaci sfidanti, l'italiano Gimondi, con tutta la sua determinazione a non arrendersi di fronte alla classe ed alla forza dell'altro.
E.Ruggeri
GIMONDI E IL CANNIBALE
La gola che chiede da bere,
c'è un'altra salita da fare
per me, che sono fuggito subito.
Rapporti che devo cambiare,
LO STOMACO DENTRO AL GIORNALE
per me, e devo restare lucido.
E quanta strada che verrà,
MA NON MI AVRAI; IO NON MI STACCHERO'.
GUARDA LA TUA RUOTA E IO CI SARO'.
Cento e più chilometri alle spalle
e cento da fare.
Di sicuro non arriva più
qualcuno dei miei.
Tutta quella gente che ti grida
"Non ti fermare".
E tu che mi vuoi lasciare.
Non ci provare; non mi stancherò.
SCIVOLANO CASE TRA PERSONE
FUORI A GUARDARE.
Ci sarà riparo al vento
lungo questo pavè?
CI SARA' LA POLVERE
CHE NEL RESPIRO MI SALE.
MA NON MI POTRO' VOLTARE.
NON MI CHIAMARE; NON RISPONDERO'.
Ancora più solo di prima,
c'è già il Cannibale in cima
e io che devo volare a prenderlo.
SUDORE DI GENTE DISPERSA,
DI MAGLIA, DI LINGUA DIVERSA;
MA IO, IL CUORE VOGLIO SPENDERLO.
E quanto tempo passerà
in mezzo a noi, ancora non lo so.
Dietro alla tua ruota io ci sarò.
Cento e più chilometri alle spalle
e cento da fare.
Di sicuro non ci sarà più
qualcuno con noi.
Devi dare tutto prima che
ti faccia passare.
Io non mi lascio andare.
Non ci pensare; non mi staccherò.
SCIVOLANO VITE E DUE DESTINI
PERSI NEL SOLE.
L'OROLOGIO PRENDE IL TEMPO
E IL TEMPO BATTE PER NOI.
NON C'E' PIU' CHI PERDE O VINCE
QUANDO IL TEMPO NON VUOLE.
Quando la strada sale
non ti voltare; sai che ci sarò.
Cento e più chilometri alle spalle
e cento da fare.
L'orologio prende il tempo
e il tempo batte per noi.
Non c'è più chi perde o vince
quando il tempo non vuole.
Quando la strada sale,
non ti voltare; sai che ci sarò
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