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27 novembre 2019
Post n°1531 pubblicato il 27 Novembre 2019 da donmichelangelotondo
Come canne schiacciate dal vento Lc 21,12-19 Persecuzione, tradimento, odio e morte: sono parole che hanno il peso di macigni e descrivono secoli di storia di una chiesa che ha visto scorrere il sangue dei suoi figli, e non di rado continua a vederlo. Ma accanto alle opposizioni cruente e alla violenza che attenta alla vita dei corpi, c’è anche la quotidiana esperienza del contrasto e della negazione, di angherie e prevaricazioni, di gesti e parole che traducono sopraffazioni e vessazioni. E questo non solo – “comprensibilmente”, se così si può dire – fra coloro che sono nemici o si ritengono tali, ma anche nello spazio più intimo delle relazioni familiari, parentali e amicali, là dove ci si aspetterebbe di poter trovare riparo, amore e custodia dell’altro.Noi soffriamo per la pazienza di Dio. E nondimeno abbiamo tutti bisogno della sua pazienza. Il Dio, che è divenuto agnello, ci dice che il mondo viene salvato dal Crocifisso e non dai crocifissori. Il mondo è redento dalla pazienza di Dio e distrutto dall’impazienza degli uomini” (Benedetto XVI). La pazienza plasma la vita, la perseveranza la sottrae alla morte, la resistenza la salva dall’abisso del nulla e del non-senso: “È nostro compito – quando tutto ci viene a mancare e tutto s’allontana – dare alla nostra vita la pazienza di un’opera d’arte, la flessibilità delle canne schiacciate dalla mano del vento, in omaggio all’inverno. Un po’ di silenzio è sufficiente…” (Ch. Bobin). Allora questa vita, per quanto ferita e offesa, non ci sarà tolta. |
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