La prima cosa bella di venerdì 25 marzo 2022 è la nostra sorella del 19 luglio. Luglio del '43. Non è un gioco di parole, numeri, date. Lei sta a pagina 150 del romanzo di Walter Veltroni La scelta

Tutto ruota intorno al bombardamento di San Lorenzo, con cui gli alleati scuotono la fiducia dei romani non soltanto nel regime, ma nello scudo del Papa, del Colosseo, della Storia. Nel trambusto i due ragazzi protagonisti hanno perso di vista la madre e quando il cielo torna chiaro la cercano correndo per ogni strada. Vedono questa donna riversa sul corpo di una ragazza bruna con una gonna a fiori, una camicetta bianca insanguinata e "il viso che non c'è più". La donna l'abbraccia, la culla, la chiama con il nome che è quello di sua figlia, convinta che sia lei.

Invece sua figlia, con il fratello, è a pochi passi: bionda, con altri vestiti. Come ha potuto confonderla? Perché rimane così attaccata all'altra anche quando la vera figlia si fa avanti? Perché i suoi occhi restano vuoti, senza sollievo né gioia? Perché anche l'altra è sua figlia: l'anagrafe è un caso, la famiglia quella che si costruisce vivendo e la pietà universale. O tutte queste parole non sono niente: lettere scure su fondo chiaro, fiato che si aggrega e qualunque lingua è straniera.

Ogni ragazza che muore oggi in Ucraina o nello Yemen è nostra sorella del 25 marzo. O siamo niente.