Creato da donmichelangelotondo il 27/10/2013
proporre buoni e belli pensieri
 

Messaggi di Novembre 2019

30 novembre 2019

Post n°1534 pubblicato il 30 Novembre 2019 da donmichelangelotondo

L'incontro con Gesù un giallo senza soluzioni...
Gv 1,35-42a
Chi stava con Andrea?
Perché l'espressione"agnello di Dio" lo ha scosso?
Perché lascia velocemente il Battista e segue Gesù?
Gesù chiede cosa cercano...e lui risponde con l'interrogativo su dove abiti.
Venite e vedrete: non è una risposta né al cosa cercano, né al dove abiti.
Soluzione al giallo:
1) stare con Gesù è garanzia di cambiamento e di conversione.
2) chi era il compagno? ...forse io,tu?

 
 
 

29 novembre 2019

Post n°1533 pubblicato il 29 Novembre 2019 da donmichelangelotondo

BADATE AI GERMOGLI
Lc 21,29-33
Nel mezzo di difficoltà, rivolte, angosce, tradimenti, "alzatevi, guardate in alto" (v. 28), questo è l'invito a non perdere il coraggio perché il Regno, la presenza del Signore, sta lì nel mezzo. La venuta del Signore è nella croce, è nel tessuto concreto e lacerato della vicenda umana. Le ferite che i germogli infliggono agli alberi appartengono al passato che sta alle spalle. In altri termini sono gli eventi della croce, la croce è la venuta del Figlio dell'uomo, egli è la nostra liberazione. Come il frutto è già nel germoglio, così il regno e la salvezza sono nelle contrarietà del presente. Guardare in avanti, alzare il capo, questo è l'invito a non scoraggiarsi, per non soccombere al male, alle ferite, alle tribolazioni che la vita ci mette di fronte. Guardare in avanti, alzare il capo, questo è l'invito a non scoraggiarsi, per non soccombere al male, alle ferite, alle tribolazioni che la vita ci mette di fronte.

 
 
 

28 novembre 2019

Post n°1532 pubblicato il 28 Novembre 2019 da donmichelangelotondo

"Risollevare i e alzate il capo"
Lc 21,20-28
Risollevatevi": è il gesto che può anticipare una liberazione. L'oppresso, colui che è schiacciato, curvato, tiene la testa bassa. Quando vince la paura e affronta con ritrovata dignità ciò che lo attende, comincia a emanciparsi, prepara e già sperimenta un inizio di liberazione. Non che non ci siano motivi per chinarlo e piangere, in preda allo sconforto. L'evangelista Luca consegna questa pagina evangelica alla sua comunità dopo l'assedio e la distruzione di Gerusalemme del 70 d.C. (i vv. 20-24 certamente si riferiscono a questi eventi) e qualche pagina prima ci mostra Gesù che cede al pianto alla vista della città santa, affliggendosi per essa, poiché non ha compreso "quello che porta alla pace" (cf. Lc 19,41-44). Tuttavia i cristiani, ogni volta che vedranno che "la devastazione è vicina" (v. 20), dovranno cercare di reagire altrimenti: coscienti della gravità di quello che sta accadendo, sapendo muoversi nella direzione giusta, e con un occhio di riguardo per le persone più deboli (cf. vv. 21-23).

 
 
 

27 novembre 2019

Post n°1531 pubblicato il 27 Novembre 2019 da donmichelangelotondo

Come canne schiacciate dal vento

Lc 21,12-19

Persecuzione, tradimento, odio e morte: sono parole che hanno il peso di macigni e descrivono secoli di storia di una chiesa che ha visto scorrere il sangue dei suoi figli, e non di rado continua a vederlo. Ma accanto alle opposizioni cruente e alla violenza che attenta alla vita dei corpi, c’è anche la quotidiana esperienza del contrasto e della negazione, di angherie e prevaricazioni, di gesti e parole che traducono sopraffazioni e vessazioni. E questo non solo – “comprensibilmente”, se così si può dire – fra coloro che sono nemici o si ritengono tali, ma anche nello spazio più intimo delle relazioni familiari, parentali e amicali, là dove ci si aspetterebbe di poter trovare riparo, amore e custodia dell’altro.Noi soffriamo per la pazienza di Dio. E nondimeno abbiamo tutti bisogno della sua pazienza. Il Dio, che è divenuto agnello, ci dice che il mondo viene salvato dal Crocifisso e non dai crocifissori. Il mondo è redento dalla pazienza di Dio e distrutto dall’impazienza degli uomini” (Benedetto XVI). La pazienza plasma la vita, la perseveranza la sottrae alla morte, la resistenza la salva dall’abisso del nulla e del non-senso: “È nostro compito – quando tutto ci viene a mancare e tutto s’allontana – dare alla nostra vita la pazienza di un’opera d’arte, la flessibilità delle canne schiacciate dalla mano del vento, in omaggio all’inverno. Un po’ di silenzio è sufficiente…” (Ch. Bobin). Allora questa vita, per quanto ferita e offesa, non ci sarà tolta.

 
 
 

27 novembre 2019

Post n°1530 pubblicato il 27 Novembre 2019 da donmichelangelotondo

Come canne schiacciate dal vento

Lc 21,12-19

Persecuzione, tradimento, odio e morte: sono parole che hanno il peso di macigni e descrivono secoli di storia di una chiesa che ha visto scorrere il sangue dei suoi figli, e non di rado continua a vederlo. Ma accanto alle opposizioni cruente e alla violenza che attenta alla vita dei corpi, c’è anche la quotidiana esperienza del contrasto e della negazione, di angherie e prevaricazioni, di gesti e parole che traducono sopraffazioni e vessazioni. E questo non solo – “comprensibilmente”, se così si può dire – fra coloro che sono nemici o si ritengono tali, ma anche nello spazio più intimo delle relazioni familiari, parentali e amicali, là dove ci si aspetterebbe di poter trovare riparo, amore e custodia dell’altro.Noi soffriamo per la pazienza di Dio. E nondimeno abbiamo tutti bisogno della sua pazienza. Il Dio, che è divenuto agnello, ci dice che il mondo viene salvato dal Crocifisso e non dai crocifissori. Il mondo è redento dalla pazienza di Dio e distrutto dall’impazienza degli uomini” (Benedetto XVI). La pazienza plasma la vita, la perseveranza la sottrae alla morte, la resistenza la salva dall’abisso del nulla e del non-senso: “È nostro compito – quando tutto ci viene a mancare e tutto s’allontana – dare alla nostra vita la pazienza di un’opera d’arte, la flessibilità delle canne schiacciate dalla mano del vento, in omaggio all’inverno. Un po’ di silenzio è sufficiente…” (Ch. Bobin). Allora questa vita, per quanto ferita e offesa, non ci sarà tolta.

 
 
 

26 novembre 2019

Post n°1529 pubblicato il 26 Novembre 2019 da donmichelangelotondo

E se ci fosse chiesto di più?
Lc 21,5-11
Quello che oggi appare magnifico sta per finire e in modo rovinoso, irrecuperabile. Quando? C'è un quando della paura, il ricordo di quanto già avvenuto, seppure in un lontano passato, la distruzione del primo tempio, quello di Salomone, che fa capire la portata e la tragicità del quando storico, il 70 dopo Cristo, dove il tempio sarà effettivamente distrutto e con esso il sistema cultuale che rappresentava. Ma c'è anche un quando della fede. Quando finirà l'attesa, quando saranno i tempi che preparano la venuta? È facile lasciarsi ingannare, abbagliare dalle promesse di chi ci illude, mostrando scorciatoie o sapienza a buon mercato, ma il tempo non è ancora giunto. È ancora il tempo della storia nella quale dobbiamo preparare il tempo del Regno. E Gesù ci mette in guardia da ciò che luccica per la sua apparente bellezza. Un'adesione che avviene e può avvenire solo se coinvolge interamente e concretamente la vita. E questo è un monito per noi, che non diversamente da allora, in splendide chiese cantiamo la nostra fede. Cosa ne resta una volta varcata la porta? E se ci fosse chiesto di più? E se ci fosse chiesto altro? Forse solo quelle due monetine, che la vedova ha discretamente posto nell'immensa quantità dei doni, forse proprio quella comprensione profonda del fatto che solo giocarsi interamente, solo donare la vita, può permetterci di riprenderla.

 
 
 

25 novembre 2019

Post n°1528 pubblicato il 25 Novembre 2019 da donmichelangelotondo

Lc 21,1-4
Gesù vede una mancanza colmata dal donare, non dal ricevere. Questa povera vedova che non ha di che vivere mette letteralmente "tutta la vita che aveva" (v. 4) nel suo dono; dona la vita. Questo il suo unico tesoro, il suo tutto, donato per quello che per lei è il vero tesoro, Dio. Follia? O estrema fiducia? Gesù nel suo insegnamento aveva detto: "Dov'è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore" (cf. Lc 12,34): il cuore di questa donna non è diviso tra diversi padroni, è completamente abbandonato al suo unico tesoro, Dio. Essa non si fa paralizzare dalla sua povertà, dalla sua pochezza, ma dona tutta la sua mancanza in un fiducioso abbandono al Dio della promessa: "Se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede?".

 
 
 

24 novembre 2019

Post n°1527 pubblicato il 24 Novembre 2019 da donmichelangelotondo

Luca 23,35-43
C'è un secondo crocifisso però, un assassino "misericordioso", che prova un moto compassione per il compagno di pena, e vorrebbe difenderlo in quella bolgia, pur nella sua impotenza di inchiodato alla morte, e vorrebbe proteggerlo: non vedi che anche lui è nella stessa nostra pena? Una grande definizione di Dio: Dio è dentro il nostro patire, Dio è crocifisso in tutti gli infiniti crocifissi della storia, Dio che naviga in questo fiume di lacrime. Che entra nella morte perché là entra ogni suo figlio. Che mostra come il primo dovere di chi ama è di essere insieme con l'amato. Lui non ha fatto nulla di male. Che bella definizione di Gesù, nitida semplice perfetta: niente di male, per nessuno, mai, solo bene, esclusivamente bene. E Gesù lo conferma fino alla fine, perdona i crocifissori, si preoccupa non di sé ma di chi gli muore accanto.

 
 
 

23 novembre 2019

Post n°1526 pubblicato il 23 Novembre 2019 da donmichelangelotondo

Lc 20,27-40
I sadducei infatti erano ricchi e alleati con gli occupanti romani. Si capisce che costoro traggono vita dalla ricchezza, dalla loro elevata posizione sociale, da relazioni con i potenti di turno e con religiosi di prestigio... e noi da cosa traiamo vita? Tutte le persone cercano la vita e non la morte. Sì, proprio tutte. Dal più terribile delinquente fino al più santo! Il problema è come questa ricerca viene condotta. C'è chi la conduce cercando di togliere vita agli altri; c'è chi, consapevole che la sua vita è dono dell'amore di Dio, decide di vivere per Dio, cioè rispondendo a questo dono di amore con un amore che si rivolge verso chi gli sta accanto. Ciò che dona la vita vera è l'amore. Ciò che dà vita, ciò che dà la resurrezione, ciò che non ci consegna alla morte è la risposta, più o meno maldestra, che noi cerchiamo di dare all'amore con cui Dio ha creato ciascuno di noi e tutto ciò che di buono esiste.

 
 
 

22 novembre 2019

Post n°1525 pubblicato il 22 Novembre 2019 da donmichelangelotondo

Luca 19,45-48
Dopo avere pianto sulla città il Signore entra nel tempio per predicare. Tenta ancora, osa, sfida l'inevitabile. Non si arrende, come avrei forse fatto io, non si rassegna. Anche se tutto appare inutile, anche se le sue parole riecheggiano come folli e inutili, parla. Parla con forza, con convinzione. Chiede di non riporre fiducia in quelle pietre, in nessuna pietra. Ricorda a tutti che il rapporto con Dio non è un mercanteggiare con lui dei favori. Va all'essenziale, ad un popolo stordito dalla gloria del tempio e dallo sfarzo delle liturgie richiama la vita interiore, la vita spirituale, essenziale e dimessa. Parla di un Dio vicino ad un popolo che sente invece parlare dell'inaccessibilità del divino. Parla di conversione a gente che sente solo parlare di sacrifici. Ma insiste.

 
 
 

21 novembre 2019

Post n°1524 pubblicato il 21 Novembre 2019 da donmichelangelotondo

Lc 19,41-44
Gesù non vuole che nemmeno il malvagio muoia, ma che si converta e viva, come già si esprimeva il Signore mediante il profeta Ezechiele nell'Antico Testamento (cf. Ez 18,23.31-32; 33,11). Dobbiamo avere ben presente questo atteggiamento di Gesù quando capita che, di fronte al male che abbiamo subito, ci troviamo a desiderare che il nostro nemico la paghi e subisca un castigo, quando desideriamo vendetta, quando la rabbia per il dolore subito ci porta a desiderare il male del nostro nemico. Sì, dobbiamo ammetterlo: noi siamo "malvagi" (cf. Lc 11,13). Ma Gesù non fa così con nessuno, e neanche con noi. L'amore con cui ama gli uomini e ciascun uomo lo porta a desiderare la vita di coloro che incontra, nonostante tutto.

 
 
 

20 novembre 2019

Post n°1523 pubblicato il 20 Novembre 2019 da donmichelangelotondo

Lc 19,11-27
Egli ha dato a ciascuno la stessa quantità di denaro e di tempo per farne qualcosa. L'attesa è indefinita per tutti: si parla di un ritorno, dunque c'è un impegno da parte del futuro re, ma in un lasso di tempo indefinito. Il tempo di attesa è paradigma del loro rapporto con Dio.
Fiducia che ritorni.
Fiducia del padrone in loro.
Fiducia negli insegnamenti ricevuti dal padrone.
Fiducia in se stessi.
La paura dell'ultimo gli ha bloccato tutto!

 
 
 

19 novembre 2019

Post n°1522 pubblicato il 19 Novembre 2019 da donmichelangelotondo

Lc 19,1-10
Zaccheo è basso di statura e la sua vita è intrappolata in interessi economici - è capo degli esattori a servizio del potere romano - che gli hanno impedito di crescere in umanità. Tuttavia non si scoraggia davanti al muro di schiene che sembrano invalicabili e corre, corre in avanti, si fa largo attraverso la folla e non si arrende ai limiti della sua natura, ai limiti della sua storia personale. L'ostacolo mette in luce la profondità del suo desiderio di vedere, non si arrende alla prima difficoltà e la supera con un semplice gesto: sale su un sicomoro, un albero solido capace di reggere il peso di un uomo. Zaccheo ha il coraggio dei propri desideri, agisce nel nome delle sue convinzioni, non delle sue paure, e l'albero diventa la sua libertà

 
 
 

18 novembre 2019 b

Post n°1521 pubblicato il 18 Novembre 2019 da donmichelangelotondo

Lc 18,31-43
Gesù passa e la folla rumoreggia. Un mendicante al bordo della strada chiede che cosa stia avvenendo. Sta passando Gesù, il Nazareno. Paradossalmente, quest'uomo non vedente vede quello che la folla non vede. La folla in Gesù vede un predicatore di successo o un mago strabiliante, ma proprio il "figlio di David", lo riconosce come il Messia che può veramente guarirlo dal male fisico e da quello esistenziale.

 
 
 

18 novembre 2019 a

Post n°1520 pubblicato il 18 Novembre 2019 da donmichelangelotondo

https:/www.andriaviva.it/notizie/rubano-poco-piu-di-150-euro-alla-casa-dell-acqua-della-parrocchia-di-san-riccardo/

https://www.andrialive.it/news/cronaca/890127/rubano-incasso-alla-casa-dellacqua-di-san-valentino-e-danneggiano-limpianto

Oggi piccolo ritardo...

 
 
 

17 novembre 2019

Post n°1519 pubblicato il 17 Novembre 2019 da donmichelangelotondo

XXXIII domenica
Cosa c'è di più affidabile di un Dio che si perde a contarti i capelli? Che ama da innamorato ogni fibra tua, uno solo dei tuoi capelli e tutto il tuo mistero. Camminiamo sul crinale stretto della storia: da un lato il versante oscuro della violenza con le sue guerre, catastrofi e menzogne; dall'altro il versante della tenerezza che salva: neppure un capello del vostro capo andrà perduto. E noi si sta in mezzo, non si evade, mantenendo chiaro il confine. Ecco l''infinita cura di Dio per l'infinitamente piccolo, la sua finezza amorosa per cui nulla è insignificante di ciò che fa parte di me. E noi, come il contadino che guarda il cielo, seminare, piantare, attendere, perseverare sapendo che nel caos della storia lo sguardo di Dio è fisso su di me non come giudice che incombe, ma come innamorato di ogni mio frammento più piccolo, di cui è il custode.

 
 
 

16 novembre 2019

Post n°1518 pubblicato il 16 Novembre 2019 da donmichelangelotondo

Lc 17,26-37
Il tema della preghiera è qui inserito nel quadro di una contesa tra un giudice disonesto, che amministra la giustizia a proprio arbitrio, e una vedova, simbolo dell'estrema insicurezza sociale, che reclama i propri diritti. Essa si trova peraltro a lottare contro due avversari: colui che le ha arrecato un grave torto e il giudice che si rifiuta di renderle giustizia. Assistiamo dunque a un confronto squilibrato, all'apparenza perdente. Per chi pensasse che la preghiera sia una dimissione, un'evasione dalla storia, dalla vita, la parabola ci mostra che la preghiera è lotta per la vita. La vedova è una persona senza difesa, nella totale vulnerabilità, però c'è in lei una forza combattiva, indomita: nonostante tutto, essa ha fede nella giustizia; e continua addirittura ad avere fiducia nel giudice, una fiducia che non desiste, che non si arrende di fronte a una partita che sembra persa. Con ciò Gesù intende dire ai suoi discepoli, a noi: se quella vedova è riuscita a far fiducia a un giudice iniquo, voi non siete disposti a far fiducia a Dio, a credere che egli farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui? Sì, farà loro giustizia prontamente!

 
 
 

15 novembre 2019

Post n°1517 pubblicato il 15 Novembre 2019 da donmichelangelotondo

Lc 17,26-37
Certo, "il regno di Dio non viene in modo osservabile": se c'è un "dove", quel "dove" è "dentro" il credente, "dentro" la comunità dei credenti. Certo, in questo mondo osserviamo una distinzione tra i sommersi e i salvati, i pochi salvati. Però Gesù ci dice che, al di là di tutte le nostre piccole storie di salvezza o di perdizione, alla fine il luogo della manifestazione del Figlio dell'uomo sarà visibile a tutti: "Quando sarò innalzato da terra attirerò tutti a me" (Gv 12,32), e altrove: "Volgeranno la sguardo verso di me che hanno trafitto" (cf. Gv 19,37; Zc 12,10). Di fronte al crocifisso non c'è distinzione tra sommersi e salvati, ci sono solo peccatori perdonati.

 
 
 

14 novembre 2019

Post n°1516 pubblicato il 14 Novembre 2019 da donmichelangelotondo

Lc 17,20-25
I farisei sono spesso presentati nei vangeli come degli oppositori di Gesù. Alcuni lo erano veramente, ma tanti erano dei credenti autentici, che cercavano Dio obbedendo agli insegnamenti della Torah. Hanno intuito in Gesù un maestro con una grande qualità di fede e di conoscenza scritturistica, e dunque gli sottopongono le domande brucianti del tempo, tenuto conto della situazione politica di occupazione del loro paese da parte delle truppe romane: "Quando Dio ci libererà, quando Dio regnerà?" (cf. v. 20). Questa domanda segue il testo della guarigione dei dieci lebbrosi, in cui vediamo che un solo uomo, sui dieci guariti, ha saputo riconoscere la liberazione di Dio all'opera nella guarigione, l'irruzione del Regno "in mezzo a voi" nella presenza di Gesù. Gesù invita liberamente, senza tener conto delle leggi religiose di esclusione, ogni persona "lebbrosa" o sana, ad avvicinarsi e ad accoglierlo ben sapendo che ogni liberazione autentica deve prima, come un embrione, svilupparsi nel nostro intimo per espandersi poi come forza spirituale, sociale e anche politica.

 
 
 

13 novembre 2019

Post n°1515 pubblicato il 13 Novembre 2019 da donmichelangelotondo

Mt 5,13-16
Il sale dà sapore e conserva, è simbolo di sapienza, amicizia e disponibilità. La comunità dei figli di Dio è chiamata a riconoscersi "sale della terra", sapidità che viene dal nostro essere corpo, dalla nostra terrosità di uomini. È possibile che il sale perda il suo sapore? Se diventa insipido è insignificante. Insipiente, non è più sale. E allora non è più quel che è chiamato a essere. Perciò risuona in modo forte la parola di Gesù: siate vigili, non perdete il sapore che vi abita, la mia presenza che vi pervade! Avere il "sapore" del Signore Gesù può allora significare accogliere la sua parola, lasciare che il suo sentire divenga il nostro sentire, finché sia un bene che si espande, si propaga dando sapidità alla vita...personale e comunitaria.

 
 
 

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Novembre 2019 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
        1 2 3
4 5 6 7 8 9 10
11 12 13 14 15 16 17
18 19 20 21 22 23 24
25 26 27 28 29 30  
 
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 9
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

Ultime visite al Blog

cassetta2norise1il.passoCherryslsiska16QuartoProvvisoriopianoforte7Marilena63g1b9donmichelangelotondoforddissecheSense.8Marco69_fotosebj4Tanya00
 

Ultimi commenti

Il silenzio. Il silenzio dopo una giornata in mezzo a...
Inviato da: cassetta2
il 19/05/2024 alle 19:54
 
buonasera Don Michelangelo...un abbraccio di...
Inviato da: Marilena63
il 11/03/2024 alle 21:58
 
...che oltre alla ritualità liturgica,utile per curare il...
Inviato da: donmichelangelotondo
il 30/08/2023 alle 19:16
 
"Andate a imparare che cosa vuol dire:...
Inviato da: nilsia
il 30/08/2023 alle 19:02
 
Buona giornata!
Inviato da: blaskina88
il 30/08/2023 alle 07:31
 
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963