Creato da donmichelangelotondo il 27/10/2013
proporre buoni e belli pensieri
 

Messaggi di Dicembre 2019

31 dicembre 2019

Post n°1565 pubblicato il 31 Dicembre 2019 da donmichelangelotondo

NON SEPARATO MA DENTRO
Lc 3,23-38
Il popolo attendeva, noi attendiamo fino alla fine della nostra vita e in questo tempo troviamo in Gesù, nel suo comportamento e stile di vita, il modello di esistenza, o meglio l'uomo di cui seguire le tracce. Dopo la prima immersione nel Giordano, Gesù ne vive una seconda, "E dentro questa sua seconda immersione, è disegnata la nostra che ci fa partecipi, solidali della storia di tutti, della storia di questa umanità fino a sentire sulla nostra stessa pelle le gioie e le speranze, le angosce e le fatiche: drammi e attese dell'umanità. Non separati ma dentro".

 
 
 

30 dicembre. 2019

Post n°1564 pubblicato il 30 Dicembre 2019 da donmichelangelotondo

BEATI GLI OCCHI CHE VEDONO
Lc 2,36-38
I personaggi di Simeone e Anna ci insegnano che se è vero che la Salvezza che celebriamo nel Natale è dono voluto, preparato e dato dal Signore, è altrettanto vero che questo dono non si impone, ma può essere riconosciuto e accolto solo da chi è in cammino, in un coinvolgimento personalissimo, in una vita plasmata, orientata da un'attesa...molto lunga come in questi santi vegliardi.

 
 
 

29 dicembre 2019

Post n°1563 pubblicato il 29 Dicembre 2019 da donmichelangelotondo

SANTA FAMIGLIA
O Dio, nostro creatore e Padre,
tu hai voluto che il tuo Figlio,
generato prima dell'aurora del mondo,
divenisse membro dell'umana famiglia;
ravviva in noi la venerazione
per il dono e il mistero della vita,
perché i genitori si sentano partecipi
della fecondità del tuo amore,
e i figli crescano in sapienza, età e grazia,
rendendo lode al tuo santo nome.
Auguri a tutte le famiglie di origine e a tutte quelle create!

 
 
 

28 dicembre 2019

Post n°1562 pubblicato il 28 Dicembre 2019 da donmichelangelotondo

SANTI MARTIRI INNOCENTI
Da Betlemme si scorge, su una collina, una fortezza in rovina: si tratta della tomba del re Erode. Il luogo di nascita di Cristo, invece, era un'umile grotta. Questi due diversi luoghi ben caratterizzano i due diversi re; dobbiamo scegliere tra loro: l'uno era superbo e crudele, l'altro mite e umile. Erode cercava di eliminare ogni rivale, tanto che nemmeno la sua stessa famiglia era al riparo. Di conseguenza, il suo cuore, indurito da lunghi anni trascorsi nel peccato, non provò pietà alcuna per la sofferenza di bambini innocenti, che oggi commemoriamo. Noi scegliamo chi è nato per noi e morto per noi e risorto per noi!!!

 
 
 

26 dicembre 2019

Post n°1561 pubblicato il 27 Dicembre 2019 da donmichelangelotondo

Stefano, discepolo fatto somigliante al suo Maestro, conclude la propria vicenda terrena con un grido di intercessione: "Signore, non imputare loro questo peccato!". È con questo grido che Stefano muore. Anzi, nasce. È il suo dies natalis, la sua nascita alla vita piena. "Chi avrà perduto la propria vita per causa mia - ha detto Gesù -, la troverà".

 
 
 

27 dicembre 2019

Post n°1560 pubblicato il 27 Dicembre 2019 da donmichelangelotondo

Uno dei verbi cari all'evangelista Giovanni(di cui oggi celebriamo la festa liturgica) è rimanere...verbo di fedeltà,di legame, stabilità...che dona sempre grande gioia e serenità. Poi se rimaniamo in Cristo,solida roccia beh...non abbiamo nulla da temere 😉

 
 
 

25 dicembre 2019

Post n°1559 pubblicato il 25 Dicembre 2019 da donmichelangelotondo

L'imperatore romano contava le persone per dominare, il Re dei Re conta su noi per salvare! Auguri a te che non sei numero, ma persona gradita,cercata e desiderata dal Dio Bambino!

 
 
 

24 dicembre 2019

Post n°1558 pubblicato il 24 Dicembre 2019 da donmichelangelotondo

LIBERATI DALLE MANI DEI NEMICI
Lc 1, 67-79
Gesù non ha annientato né distrutto fisicamente nessun nemico, ma, nella misericordia assoluta di Dio, ha annientato e distrutto le potenze del male che ci seducono.

 
 
 

23 dicembre 2019

Post n°1557 pubblicato il 23 Dicembre 2019 da donmichelangelotondo

SI CHIAMERÀ GIOVANNI
Lc 1,57-66
Elisabetta non solo dona vita al figlio san Giovanni, ma riscatta pure il suo marito Zaccaria affidando a lui il compito di dare il nome, estraneo a tutta la loro discendenza. Un nome che viene dall'amore e dal desiderio di Dio di salvarci...e dalla disponibilità di entrambi a rinunciare alle proprie prerogative!

 
 
 

22 dicembre 2019

Post n°1556 pubblicato il 22 Dicembre 2019 da donmichelangelotondo

GIUSEPPE GIUSTO, PERCHÉ UMANO
Qualcosa strazia il cuore di Giuseppe e manda in frantumi i suoi progetti di vita. Maria si trovò incinta, dice Matteo. Giuseppe non si dà pace, continua a pensarla e a sognarla di notte, è innamorato. Decide di lasciarla per rispetto e non per sospetto, questo è l'unico modo che ha per salvarla. Ma è insoddisfatto della decisione presa perché lui la ama davvero. Un tormento, un conflitto emotivo e spirituale: da un lato l'obbligo di denuncia e dall'altro l'amore, ricambiato. A metà tra la legge di Dio toglierai di mezzo a te il peccatore e l'amore per quella donna. Come Israele nel deserto, Giuseppe è messo alla prova per vedere cosa aveva nel cuore. E nel cuore scopre di "avere" quella donna, di amarla senza volerla possedere, radice segreta della loro verginità. Ogni amore vero deve varcare la stessa soglia, dal possedere al dono di sé: dare, in perdita, sempre, senza contare. Amare, voce del verbo morire, voce del verbo vivere. Giuseppe è l'uomo di fede che, tentato di sottrarsi al mistero, preferisce Maria ad una discendenza propria, antepone l'amore alla generazione; trova spazio nel cuore per un bambino non suo. Giuseppe fece come gli aveva detto l'angelo e prese con sé la sua sposa: basta che la corazza della legge venga appena scalfita dall'amore che lo Spirito irrompe e agisce! Da chi imparerà Gesù a scavalcare la legge del sabato? Il coraggio dell'amore! Ecco la profezia di Giuseppe! Per questo suo coraggio Dio avrà un figlio tra noi. Maria e Giuseppe: poveri di tutto Dio non ha voluto che fossero poveri d'amore, perché sarebbero stati poveri di Lui.

 
 
 

20 e cembre 2019

Post n°1555 pubblicato il 20 Dicembre 2019 da donmichelangelotondo

UN DONO DA ACCOGLIERE
Lc 1,26-38
Anche oggi siamo invitati a sostare su un annuncio. Annuncio che dischiude una promessa gravida di vita e narra la fedeltà di Dio al suo disegno di salvezza. Maria viene scelta, non è lei che sceglie. E il saluto che le rivolge l'angelo inviato da Dio è già un segno di benedizione: "Gioisci, colmata di grazia. Il Signore è con te". Maria rimane scossa dalle parole dell'angelo e cerca di penetrarne il senso: cosa significano per me, in questo momento della mia vita? Ci sono situazioni della nostra esistenza in cui l'invito a essere nella gioia ci sorprende e lo riteniamo poco comprensibile. La visita del Signore, il suo essere-con-noi al cuore delle nostre vite, è la ragione profonda della nostra gioia. A noi, che aneliamo a una pienezza di vita, viene chiesto di gioire per una presenza che ci viene donata e di fondare su di essa la nostra fiducia: Dio è con noi anche nelle condizioni più penose in cui ci troviamo; dobbiamo fidarci e affidarci a questa sua parola. L'amore del Signore ci previene, è grazia; per questo motivo non c'è ragione di temere. Ma dobbiamo abbandonare la pretesa di avere un controllo su di noi, e lasciarci accogliere e amare per quello che siamo: creature fragili attraverso cui il Signore può fare grandi cose. La fede è un salto nel buio e, al tempo stesso,un salto nella luce. Un salto nel buio perché si esce dalla palafitta delle sicurezze, eppure è nella luce perché in questo salto ci poniamo dalla parte del mistero di Dio" . La chiamata suscita il sì di Maria,la cui fiducia è avvolta dalla fedeltà di Dio.

 
 
 

19 dicembre 2019

Post n°1554 pubblicato il 19 Dicembre 2019 da donmichelangelotondo

L'INCONTRO TRA DONO E FERITA
Lc 1,5-25
Zaccaria ed Elisabetta, la prima delle coppie che si avvicendano sulla scena del Vangelo dell'infanzia secondo Luca. Zaccaria è un sacerdote d'Israele e sua moglie Elisabetta una "discendente di Aronne" (v. 5). Ambedue sono segnati dalla contraddizione propria di ogni essere umano: l'incontro tra un dono e una ferita: "erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore" (v. 6), ma "non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni" (v. 7). Sterili e anziani, restano tuttavia fedeli alla Parola del Signore e ai suoi precetti. Non solo! Ma continuano a portare in sé un sogno, cui credono appena, eppure lo coltivano. Un sogno custodito da Zaccaria, come gli ricorda l'angelo: "Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita" (v. 13). Un sogno che anche Elisabetta porta in sé: vedere tolta la sua "vergogna fra gli uomini" (v. 25). Un'attesa discreta la loro, e anch'essa segnata dalla contraddizione. Pregano e attendono, ma quando quel figlio sta per giungere, quando il dono sta per essere ricevuto, sono come presi alla sprovvista. Zaccaria sembra contestare: "Come potrò mai conoscere questo?" (v. 18) ed Elisabetta, non appena sente il bambino cominciare a crescere nelle sue viscere, ha una strana reazione: "si tenne nascosta per cinque mesi" (v. 24). quel bambino eccede la loro attesa e la loro preghiera. Risponde al loro sogno, ma anche al sogno di Dio. Giovanni è il dono di Dio, la "grazia" di Dio, come dice il suo nome: "Dio fa grazia". Anch'essi la riconoscono più grande di ogni loro sogno e di ogni loro attesa, e questo li ha resi e li rende capaci di una gioia profonda e duratura.

 
 
 

18 dicembre 2019

Post n°1553 pubblicato il 18 Dicembre 2019 da donmichelangelotondo

IL DONO DI DIO
Mt 1,18-24
Giuseppe è presente solo nei vangeli dell'infanzia di Matteo e Luca, presenza discreta e significativa all'inizio della vita di Gesù; poi di lui non ci viene narrato più nulla, come a ricordarci che la straordinarietà della vita è vissuta nel quotidiano, nella vita nascosta di ogni giorno: "La vostra vita è nascosta con Cristo in Dio" (Col 3,3). Ha saputo pensarsi altrimenti, aderendo a ciò che Dio gli stava chiedendo, arrivando a fare alla fine forse le stesse cose, ma con una consapevolezza e libertà diverse. Giuseppe ci rivela la sua fede semplice, nascosta, profonda che sa volgere e accordare la propria vita alla parola del Signore per esserne eco e strumento.
Ci doni il suo silenzio che diventa spazio per pensare, per essere attenti all'altro, per ascoltare la Parola del Signore e non la nostra.
Ci doni la sua capacità di obbedienza che sa cambiare sguardo sulla realtà, che sa accogliere il mistero, che permette alle promesse di Dio di realizzarsi.
Ci doni la sua vigilanza amante, di colui che sa prontamente farsi servo del Signore, che sa mettere da parte la paura e avere coraggio, sa destarsi dal sonno, dal torpore per fare spazio all'Emmanuele, al Dio-con-noi.

 
 
 

17 dicembre 2019

Post n°1552 pubblicato il 17 Dicembre 2019 da donmichelangelotondo

Prepariamoci ad accogliere il Messia come Sapienza dell'Altissimo. Lasciamo che ci guidi sulla via della saggezza!

 
 
 

16 dicembre 2019

Post n°1551 pubblicato il 16 Dicembre 2019 da donmichelangelotondo

VEGLIATE,TENETEVI PRONTI
Mt 24,32-44
Il nostro testo è punteggiato da quattro verbi imperativi: imparate, sappiate, vegliate, tenetevi pronti. La conoscenza che ci viene chiesta riguarda il presente, non il futuro, quel giorno e quell'ora che nessuno conosce se non il Padre (cf. Mt 24,36). Solo uno sguardo più attento sul presente può risvegliare i nostri sensi assopiti. Un presente fatto di quotidianità, le foglie del fico in primavera, le foglie d'autunno che in questa stagione rosseggiano e ci annunciano l'inverno imminente se non già presente, un tempo di attesa fiduciosa alimentata dalla speranza che giungerà la primavera come dopo ogni lungo inverno. Questa consapevolezza ci deve scuotere nel nostro vivere meccanicamente le azioni quotidiane, appiattiti in una routine acritica rispetto alla storia e alla realtà in cui ciascuno è chiamato a vivere. Vegliare e tenersi pronti è sapere dire: "No! Basta!" ad ogni forma di violenza, di oppressione, di ingiustizia e disprezzo verso un altro essere vivente. Dire: "Basta!" ad ogni giustificazione della violenza, in ogni contesto piccolo o grande che sia, significa essere pronti, ritrovare la nostra vocazione originaria ad essere custodi del giardino della nostra umanità, del tesoro che ogni fratello e sorella è per ciascuno di noi.

 
 
 

15 dicembre 2019

Post n°1550 pubblicato il 15 Dicembre 2019 da donmichelangelotondo

VOCE CHE GRIDA PRIMA DAL DESERTO,ORA DAL CARCERE
Mt 11,2-11
Sei tu, o ci siamo sbagliati? Giovanni, il profeta granitico, il più grande, non capisce. Troppo diverso quel cugino di Nazaret da ciò che la gente, e lui per primo, si aspettano dal Messia. Dov'è la scure tagliente? E il fuoco per bruciare i corrotti? Il dubbio però non toglie nulla alla grandezza di Giovanni e alla stima che Gesù ha per lui. Perché non esiste una fede che non allevi dei dubbi: io credo e dubito al tempo stesso, e Dio gode che io mi ponga e gli ponga domande. Io credo e non credo, e lui si fida. Sei tu? Ma se anche dovessi aspettare ancora, sappi che io non mi arrendo, continuerò ad attendere.

 
 
 

14 dicembre 2019

Post n°1549 pubblicato il 14 Dicembre 2019 da donmichelangelotondo

VIGILATE PER CONVERTIRSI E AMARE
Mt 24,26-31
Vigilare su se stessi perché non avvenga che a causa del male si raffreddi la carità. In fondo i discepoli sono come il popolo d'Israele che chiede al profeta, alla sentinella: "Sentinella, che resta della notte?" e il profeta risponde: "Viene il mattino e poi la notte; se volete domandare, pregate, venite, ritornate al Signore" (Is 21,20-21). Ogni evento, ogni difficoltà (e forse anche ogni gioia) della vita non è altro che un invito continuo alla conversione per conservare l'amore di Dio in noi e verso gli altri. 

 
 
 

13 dicembre 2019

Post n°1548 pubblicato il 13 Dicembre 2019 da donmichelangelotondo

PERSEVERARE E TESTIMONIARE
Mt 24,15-25
Gesù promette che a lottare per i credenti sarà il Signore stesso: è lui che abbrevierà "quei giorni" (v. 22) drammatici per salvare i suoi eletti. Sarà allora essenziale non fidarsi di "falsi cristi e falsi profeti" (v. 24) che vorrebbero ingannare i fedeli facendo loro credere che "la venuta" (v. 3) del Signore sta per avverarsi: a nessuno è dato sapere "né il giorno né l'ora" (Mt 25,13), ma nel tempo della crisi, si tratterà di lasciare passare la tempesta, fidandosi solo del Signore che, dopo averlo "predetto" (v. 25), si mostrerà fedele alla sua promessa.

 
 
 

12 dicembre 2019

Post n°1547 pubblicato il 12 Dicembre 2019 da donmichelangelotondo

IL TRAVAGLIO DELLA STORIA
Mt 24,1-14
Questo brano terribile è un richiamo contro i turbamenti e gli allarmismi, per non essere sviati e ingannati. E siccome il primo inganno è la paura stessa, Gesù qui esorta alla fiducia! "Chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato" . Contro la paura che fa chiudere gli occhi e impedisce di vedere la realtà, nel suo discorso Gesù esorta a tenere gli occhi bene aperti sulla realtà di oggi, di ogni oggi. "Il male che incontriamo nella storia è sempre più apocalittico (cioè rivelatorio), ma non escatologico (cioè definitivo!). È apocalittico, perché rivela il male che è in noi; ma non è escatologico, perché definitivo è solo l'amore di Dio per noi" (S. Fausti).

 
 
 

11 dicembre 2019

Post n°1546 pubblicato il 11 Dicembre 2019 da donmichelangelotondo

GENERAZIONE DEGENERE E PERVERSA
Mt 23,33-39
Come ogni invettiva profetica, anche questa di Gesù non è giudizio che esclude ma è chiamata a conversione. Tanto che si muta in un'accorata lamentazione su Gerusalemme. Vediamo in Gesù lo stesso páthos di Dio che per amore non ha mai smesso di chiamare il suo popolo a ritornare a lui. E tutta la tenerezza del desiderio e dell'amore di Dio che egli è venuto a vivere in mezzo a noi: "Quante volte ho voluto radunare i tuoi figli, o Gerusalemme, come una chioccia coi suoi pulcini sotto le ali, ma voi non avete voluto". Tutto è stato scritto per noi, affinché ci riconosciamo nella generazione perversa e ribelle, e ci decidiamo ad ascoltare la parola di Dio e i suoi profeti, per ritornare a lui.

 
 
 

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