Creato da donnafat il 22/08/2014

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La fortuna di Cenerentola

Post n°10 pubblicato il 29 Settembre 2014 da donnafat

Chissà cosa avrà pensato Cenerentola nell'attimo nel quale  il principe azzurro la scelse con l'intenzione di ballare con lei dato che la sala pullulava di fanciulle bellissime e di rango elevato. Lei, tutto sommato era soltanto una ragazza che si adoperava con i lavori domestici, pulendo e lustrando la casa nella quale viveva insieme alle sorellastre e alla matrigna, e costretta a continue umiliazioni giorno dopo giorno, e questo le impediva di pensare, che lei in realtà era uguale, se non più desiderabile, di ogni altra ragazza presente. E probabilmente i suoi pensieri migravano lontani, di là dal confine di quella sua dura realtà, sognando giorni diversi da quelli del suo quotidiano, e verosimilmente  con la speranza che potessero concretizzarsi prima o poi. Forse sentiva la solitudine in cuor suo, e sebbene evitasse in ogni modo di non renderla palese la sentiva comunque viva e costante. Poi naturalmente, ebbe la fortuna di ricevere il magico aiuto di cui tutti conosciamo le conseguenze. E come si suol dire, e si dice nelle favole visse felice lontana da stracci e pagliuzze abrasive con cui toglieva l'unto da fornelli e stoviglie, dai pavimenti polverosi e da bucati da fare a mano, e da letti da rifare, e non da meno dalle imposizioni umilianti di cui conosceva bene i contorni, condividendo poi la vita insieme al principe, tra l'altro azzurro, cosa che personalmente lo preferisco al blu se proprio devo dirla tutta, ma a quanto pare a lei piacque. Bontà sua.

Ovviamente è il mio immancabile preambolo del quale non riesco a farne a meno di che se ne dica, presenzia sempre, ma non a lungo, giacchè ora mi accingo a trovare un tono diverso da quello di cui sopra. 

Le donne simili a Cenerentola sono numerose, e spesso pensano che la loro vita è il frutto delle loro azioni, e se ne danno la colpa persino, poichè in maniera rapida la loro auto stima le abbandona, e l'umiliazione prende il sopravvento rendendole fragili e sempre pronte a subire ogni genere di sopruso. 
E non sono diverse dalla ragazza di Perrault, ma quasi peggio. Non vengono prevaricate da matrigne arcigne, ma dal loro uomo, con il quale condividono la quotidianità resa diversa da inaspettati comportamenti da parte di costui, che un tempo usava atteggiamenti magnanimi e per nulla ostili, e che non si sa bene come diventa manesco e crudele.

Se ne parla di continuo, ma purtroppo con scarsi riscontri sulla realtà. Le donne continuano a essere seviziate e uccise persino, e i loro carnefici vivono in totale libertà di fronte alla società, che spesso finge di non vedere o magari è del tutto disinteressata, lasciando in balia di loro stesse le vittime che immancabilmente tacciono la cosa in maniera preordinata persino alle persone a loro più vicine. E nulla cambia nella loro vita.

Mi domando come mai non si vada a cercare l'origine che crea la conseguenza, che è sotto gli occhi di tutti dato che deve pur esserci da qualche parte la motivazione principe, che di principesco non ha nulla c'è da dire.
Cos'è o qual è quella che induce un uomo a picchiare a sangue la propria donna c'è da chiedersi. Che si vada fuori di cervello, per carità può capitare anche al migliore degli uomini, e seppur inammissibile, se rimane un fatto circoscritto al momento è una cosa, ma se diventa abitudine è un'altra: inaccettabile.

Le cronache ci indicano spesso che sono tantissimi gli uomini tendenti a tali pratiche aberranti, e penso che derivi tutto dalla scarsa consapevolezza delle loro madri, che hanno escluso la tollerenza, la uguaglianza, la rinuncia, il rispetto, la fiducia, la consapevolezza e, soprattutto, il saper perdere di fronte alle cose della vita che remano contro quali elementi di educazione ai loro figli maschi, e non da meno a quello di non saper accettare i cambiamenti che la vita impone loro. E creano così uomini che non sanno adeguarsi alle sconfitte, che dubitano di loro stessi, e che usano la violenza per rivalutarsi con l'insana pretesa di scoprirsi forti, usando pugni e calci come maniera di interazione con la donna che pensano di amare, ma che in realtà detestano.

So bene che è solo una sorta di teoria tutta mia, e che tale rimane, tuttavia penso davvero che alcune donne quando diventano madri dimenticano la fermezza, e si lasciano trascinare dall'accondiscendenza, che diventa una costante, e non un premio atto a gratificare. Donne che invogliano a degnigrare le donne stesse, donne che incutono timore e non amore, donne egoiste che impediscono di crescere ai loro figli.

Una donna alleva il proprio figlio, che sarà il compagno di un'altra donna domani. lo so somiglia a una sorta di proclamo, ma è questo che è, e che determina il corso delle occasioni, e sono prevedibili,  e sarebbero perfette se una donna fosse amorevole per principio, affinchè  di Cenerentola amata dal suo principe ne possa essere pieno il mondo, e non solo poche elette. A tutte deve essere concesso di vivere con dignità senza provare vergogna per le violenze subite da un uomo qualunque, il quale obiettivamente non merita di essere definito tale.

Commenti al Post:
vanbasten9000
vanbasten9000 il 01/10/14 alle 11:20 via WEB
Buongiorno innanzitutto.... Sono felice che tu abbia tirato fuori un argomento tanto aberrante, sono molto daccordo con le tue teorie, che poi non sono soltanto teorie....le madri, purtroppo sono spesso la rovina dei figli...ma penso che più che andare a cercare le motivazioni, bisogna punire i colpevoli.... Picchiare, seviziare, addiruttura uccidere una donna ormai sembra diventata un'abitudine, non passa giorno che non ne muoia qualcuna.... Questi uomini vanno puniti e cosa essenziale le donne che subiscono le violenze, vanno in qualche modo protette, perchè come spesso succede, diventano vittime dei loro carnefici... Scusami lo sfogo, ma questo è un argomento che mi sta a cuore e non sopporto qualsiasi tipo di violenza, men che meno sulle donne... E poi si condanna magari un genitore perchè ha schiaffeggiato un figlio, che ogni tanto male non farebbe!!!! Ciao, buona giornata Un bacione S.
 
 
donnafat
donnafat il 05/10/14 alle 14:15 via WEB
Risultano sempre forti le sensazioni che nascono da situazioni nate da gesti ostili, violenti a prescindere da chiunque abbiano avuto origine. E non bisognerebbe lasciare costoro liberi di continuare nei loro intenti, ma rinchiuderli in strutture dove possano subire il senso della reclusione e non solo. Non devi scusarti. Buona giornata a te S
 
brain_on
brain_on il 01/10/14 alle 16:14 via WEB
Argomento interessante, alcune persone preferiscono evitarlo ma credo sia almeno necessario parlarne. Anche se hai già ben detto tutto tu. La violenza è sbagliata per definizione ma se guardi il mondo, ne è intriso in tutti i suoi ambiti, come se facesse parte del mondo, da quando è comparso l'uomo. Si perché prima della comparizione della razza umana, non si poteva parlare di violenza, ma laddove potesse esserci un atto cruento, era naturale. Penso ad esempio ad animali che si divorano, non sempre o meglio, quasi mai uno spettacolo edificante, ma è naturale. La Donna è sempre stata soggiogata all'uomo, ma col crescere della cultura, negli anni si è affievolita, ma se penso a qualche generazione fa, quando ancora non c'era la tv, il frigider quindi sinno al periodo post bellico, le donne subivano in larga parte, la cattiveria dell'uomo. Ben inteso, non tutti gli uomini erano cattivi, ma la maggiorparte forse... e l'ignoranza, la mancanza di studi ma sopratutto la mancanza di una educazione, lasciava le cose come stavano. Tutto questo negli anni successivi, è migliorato ed ora la violenza sulle donne è almeno calata come fenomeno aberrante, ma non è scomparsa del tutto... ma si è nel frattempo moltiplicata la mancanza di valori, mescolata con le tensioni che da qualche anno sono palpabili, credo abbiano acuito questo fenomeno terribile.
 
 
donnafat
donnafat il 05/10/14 alle 14:22 via WEB
E' vero, l'uomo ha da sempre oppresso l'espressione delle donne, figuriamoci la sua libertà di essere donna. E sebbene la cultura sia oramai standardizzata in ogni individuo, più o meno, certi atteggiamenti perdurano con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti. Bisogna parlarne, sempre e, soprattutto, fare si che le donne vittime di abusi possano trovare la fiducia in loro e denunciare i loro spregevoli carnefici. Purtroppo, non esistono valori nelle teste di individui poco propensi alla tolleranza e ancor meno al rispetto.
 
elena19666
elena19666 il 08/10/14 alle 16:49 via WEB
temo che sia proprio perché le peggiori carceriere delle donne siano le donne stesse , non lo so perché ma le madri hanno sempre quell'occhio di riguardo nel caso del figlio maschio , li abituano fin da piccoli al fatto che molto gli sia dovuto solo per il fatto di essere maschi . *Buona giornata :)
 
 
mipiace1956
mipiace1956 il 09/10/14 alle 12:03 via WEB
Penso che in molti casi sia proprio così, ma le cause sono molte. In un caso che ho avuto modo di osservare personalmente la madre al contrario aveva del tutto trascurato i figli, e l'individuo in questione (uomo non mi pare il termine adatto) dopo la morte della madre si è unito a una donna assai più grande di lui, ma molto insicura di sé, maltrattandola e picchiandola per sfogare su di lei il rancore accumulato negli anni verso la madre. In entrambi i casi direi che si tratta comunque delle conseguenze di una educazione del tutto sbagliata.
 
thatiel
thatiel il 08/10/14 alle 20:12 via WEB
Come dici giustamente tu è all'origine il marcio, e se non si sana partendo da li, la vedo dura. L'uomo da secoli considera la donna come una sua proprietà, e come tale ha un grosso potere sulla vita ma anche sulla morte. Sarebbe molto utile una maggiore educazione in quel senso.
 
 
mipiace1956
mipiace1956 il 09/10/14 alle 12:16 via WEB
Concordo sul fatto che l'uomo da secoli considera la donna come una sua proprietà, e che sarebbe molto utile una maggiore educazione in quel senso, infatti mi pare evidente che una delle maggiori cause della violenza odierna di molti uomini verso le donne sia proprio il rifiuto di molte donne di essere considerate proprietà dell'uomo, cosa che mette in crisi il concetto che questi uomini hanno di sé, e li induce a reagire con le peggiori violenze a quella che considerano una ribellione intollerabile, senza avere più alcuna forma di ritegno. Per questi esseri la donna ha un minimo di valore solo finché è di loro proprietà, quando non è più loro a volte non la considerano nemmeno degna di vivere. Invece sono loro che non sono degni di vivere in una società civile, come dovrebbe essere quella nella quale viviamo.
 
morettone6
morettone6 il 10/10/14 alle 08:33 via WEB
buongiorno buon venerdì con un abbraccio da Claudio :-)
 
Nepenthe
Nepenthe il 15/10/14 alle 10:22 via WEB
Quindi Pier Paolo Pasolini aveva visto giusto? Quello che teorizzi sulle madri(che sono la rovina dei figli), lo mise nero su bianco in una delle sue bellissime poesie ormai decenni fa. Come vedi anche tu hai individuato la causa principale, che però non è l'unica e, tuttavia, non assolverei gli uomini (mariti e padri) altrettanto colpevoli.
 
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