Creato da donnafat il 22/08/2014

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La donna inaspettata

Post n°9 pubblicato il 24 Settembre 2014 da donnafat

Parlare di quanto mi accingo a fare in un certo senso mi rende quasi pudica, e non è che io lo sia, oramai non più, o forse se lo sono stata o a tratti so di  esserlo  ancora mi fa quasi arrossire, come quando da ragazzina sentivo avvampare il viso sotto gli sguardi compiaciuti dei ragazzi, ma  si tratta di una cosa diversa da quello che tratterò ora.

Il soggetto comunque è il seno, il mio ovviamente. E' noto che è grande (dato che ne ho parlato in altro post), e giacché tale ha bisogno di un reggiseno, diciamo adeguato. A dirla tutta i negozi sono pieni di lingerie di ogni tipologia e per ogni esigenza, partendo da quelli semplici a quelli pregevolissimi, eleganti, audaci, seduttivi secondo i gusti e delle occasioni per cui indossarli.  Adoro questi capi, e spesso esagero ad acquistarne, ma come mi dico sempre, è bene averne che non averne per nulla. Bisogna pur coccolarsi nella vita, e fare acquisti a volte appaga, ma probabilmente non è proprio così, forse in fondo in fondo vi è celato soltanto un surrogato di quel cosiddetto appagamento, tuttavia lasciamo agli addetti il compito di fare chiarezza sulla cosa. A me basta poter indossare capi belli per sentirmi a mio agio e perchè no, anche bella.

Ci risiamo: siamo ai preamboli, ma prometto che ora smetto e raggiungo il punto.

Come dicevo prima il mio seno incute in me un pò di disagio da quando casualmente scopro un negozio di lingerie davvero allettante, e il ruolo del mio seno, e non solo, è stato protagonista causando un certo disagio del tutto inaspettato. Dopo essere entrata sono stata accolta da una donna con un gran sorriso e dai modi gentili, e persino affabili. Mi mostra capi adeguati al mio seno e dopo l’immancabile selezione nello sceglierli decido di provarne qualcuno.
Il camerino è accogliente, ha una poltroncina di pelle chiara e le pareti con grandi specchi tutti intorno che le ricoprono quasi del tutto, e una mensola abbastanza larga da appoggio. Mi spoglio e indosso il primo e mentre mi specchio, sento la voce della donna chiedermi se avessi bisogno di aiuto. Fin lì mi è sembrato normale che lo facesse, d'altro canto le commesse servono anche a essere d'aiuto alle clienti o ipotetiche che dir si voglia. E la cosa mi parve normale, se non nel momento nel quale provai il terzo reggiseno. Sentii bussare alla porta e prima che io potessi risponderle, lei aprì e in un baleno fu all'interno del camerino. Non era chiaro quel gesto ma evitai di dargli peso pensando che volesse verificare se mi stava bene o no.

Devo ammettere che i suoi modi non lasciarono intendere quello che sicuramente si potrebbe pensare, quanto meno non ancora, ma il suo sguardo rimase incollato sul mio seno mentre continuava a parlarmi fin quando disse apertamente che avrebbe voluto posarvi le mani e stringerlo e poi baciarlo perché ne era molto attratta. 

Raggelai.

Ora immagino che chiunque si sarebbe sentita notevolmente a disagio in quel frangente, e non da meno accadde a me, che rimasi come imbambolata per quei pochi secondi che ebbi modo di percepire e analizzare e poi esserne frastornata e infine rimanere senza parole da una proposta di quel genere. Il suo sguardo trepidante lo sentivo addosso. Era lì ferma in attesa di un mio gesto che potesse finalmente darle il modo di poter agire.

Vivevo quel momento come se fosse l'unica cosa che mai avrei immaginato possibile, ma era chiaro in me che mai avrei accondisceso a quella richiesta alquanto diversa, e così le dissi no. Lei mi guardò in silenzio ancora, e disse qualcosa simile a un "peccato" e uscì dal camerino.

Mi sedetti, e pensai che probabilmente la poltroncina era stata posta li proprio per far  riprendere e tornare a respirare per l'inusualità della cosa a coloro che avrebbero dovuto vivere una situazione del genere. Ovvio, che il pensiero non corrispondesse al caso, le poltrone le sistemano soltanto per poggiarvi le cose personali delle clienti pensai, me lo ripetevo e volevo allontanare  dalla mente ogni pensiero incomodo.

Dopo essermi rivestita, la raggiunsi fuori dal camerino con l'intenzione di dirle qualcosa, anche se non ne avevo idea di quanto avrei potuto dirle. Fu lei a parlare per prima, dicendomi semplicemente che le ero piaciuta fin da quando mi aveva visto guardare la vetrina del suo negozio, e che sperava che io vi entrassi. Disse altro. E il contenuto delle sue parole furono simili a quelle di un uomo che vuole sedurre, ma con modi diversi oltre che atteggiamenti diversi. Disse che avrei fatto di lei una donna felice se avesse potuto avermi nel suo letto, e che mi avrebbe appagato come nessun uomo aveva mai fatto. E lo diceva con il sorriso e il desiderio negli occhi. Non riuscivo a non guardarla, ma sopra ogni cosa non smettevo di sentire quella sorta di alone di eccitazione che derivava da lei. 

Pensai: oddio cosa mi succede ?  Non mi lascerò trattenere da una donna dato che adoro gli uomini, e se anche avverto questa sensazione so che è soltanto la sorprendente novità mai vissuta prima e niente altro. In effetti, ero sbalordita e così evitando successivi imbarazzi la salutai con un lieve sorriso e prima che potessi muovermi, mi prese le mani stringendole e poi su una vi lasciò un biglietto dicendomi di chiamarla appena mi sarei ripresa dalla sorprendente occasione che era riuscita a  generare.

Aveva comunque capito e compreso il mio stato d'animo, e questo mi rassicurò, tuttavia non ho smesso di pensare a quel modo inaspettato che una mia simile è riuscita a mostrare nei miei riguardi. Non passo più dal suo negozio, volutamente. Qualcuno potrebbe pensare che ho timore di poter tornarvi, e stavolta assecondare le intenzioni di quella donna. Non ho risposte certe in tal senso, ma so di mio che sto meravigliosamente tra le braccia di un uomo. Qualcuno ha detto che entrare nel letto di una donna per una donna è quanto di più straordinario possa provare, dato che donna lo è solo con un uomo.

Chissà, so solo che non avevo mai considerato che potessi essere il soggetto di desiderio di una donna, e se a volte è accaduto che fosse un uomo a desiderarlo che io potessi essere alla mercè di una donna, e lui compreso ovviamente non ho mai sperimentato a dirla tutta. So che sovente gli uomini sognano occasioni di questo tipo, pare sia racchiuso nel loro desiderio onirico, ma probabilmente non hanno ben chiara l'idea di quanta sapienza e di  perseveranza devono essere forniti per rendere la cosa diciamo gioiosa per il trio.

Chissà quanti sorrisi maliziosi sortiscono queste mie considerazioni.


 

Commenti al Post:
dolcemarco60
dolcemarco60 il 24/09/14 alle 18:17 via WEB
Sorrido ma senza malizia. E' un racconto degno di lettura e riflessione. Bel post. Serena serata
 
 
donnafat
donnafat il 25/09/14 alle 00:11 via WEB
Grazie :-)
 
vanbasten9000
vanbasten9000 il 25/09/14 alle 00:22 via WEB
Più che sorridere devo dire che mia hai fatto un po' eccitare con il tuo modo pacato e preciso di raccontare i fatti... Sei brava davvero...la tua materia sono le lettere? Dolce notte Baci S.
 
 
donnafat
donnafat il 25/09/14 alle 00:33 via WEB
:-)) grazie. Esatto, è la risposta. A proposito di lettere ho in mente quelle di Pessoa interpretate da Vecchioni. C'entra poco, ma trovo che sia bellissima oltre che malinconica. http://www.youtube.com/watch?v=xnslQaGKj44
 
brain_on
brain_on il 25/09/14 alle 11:51 via WEB
Stimolante come lettura. E' noto, tra noi ometti, che i giochi di questo genere tra Donne, siano, per il nostro modo di pensare, per come forse anche a livello di inconscio, stimolati ed eccitanti. Al contrario, un litigio tra persone del gentil sesso, è uno spettacolo poco edificante, così come l'approcciarsi di un uomo con un'altro uomo ... non v'è nulla di poetico e stimolante ... mi capitò in passato di subire qualche avance da un uomo con gusti sessuali opposti ai miei e al di la dell'indiscutibile classe ed eleganza, ricordo un palpabile fastidio da me percepito ad ogni suo ... movimento nei miei confronti. Ma poche parole garbate, mi bastarono per farlo indietreggiare ... devo ammettere visibilmente dispiaciuto.
 
 
donnafat
donnafat il 25/09/14 alle 15:01 via WEB
Ogni comportamento poco consono risulta fastidioso quando non è gradito, e penso che una tale sensazione rientri nella consapevolezza di poter saper scegliere quello che ci sentiamo o meno di fare. Rapportarci non significa ad ogni costo concedere o condividere le aspettative di altri, ecco che porre la propria determinazione diventa decisiva. E tu lo hai fatto, e non è un problema tuo se la tua scelta sia stata o meno condivisa. Per costui vale la regola, che alle delusioni bisogna sapersi abituare.
Si, a voi uomini pare piaccia far parte di un trio ambivalente o trivalente in questo caso :-)
 
   
brain_on
brain_on il 25/09/14 alle 16:12 via WEB
Pare che piaccia, confermo. Anche se rimanere nel "classico" non significa sminuire la propria ricerca del piacere da condividere, al contrario ... direi che così si è meno ... distratti? ;-)
 
bellasecco
bellasecco il 25/09/14 alle 13:32 via WEB
Non avevo mai letto il tuo blog, lo sto scoprendo solo ora.....forse farò più di uma visita giornaliera. Ottimo racconto e ottima "penna".
 
 
donnafat
donnafat il 25/09/14 alle 15:04 via WEB
E' un piacere sapere che leggi il mio blog, grazie :-)
 
mipiace1956
mipiace1956 il 27/09/14 alle 01:18 via WEB
Sorrisi sì, maliziosi... non ci vedo molto di malizioso in questo racconto, la donna del negozio è stata molto chiara, esplicita e diretta, e allora dove sta la malizia? Comunque innanzi tutto vorrei farti i miei complimenti per come scrivi, sai descrivere in modo perfetto persona e situazioni, e sai scegliere bene gli argomenti dei quali parli. E ora, finito il mio preambolo, leggendo il tuo post ho percepito imbarazzo e sbalordimento, ma anche curiosità, non interesse per quella donna, ma curiosità per il suo modo di comportarsi, per il suo desiderio di sedurre, per i suoi modi e i suoi atteggiamenti, nel tuo post non percepisco attrazione, ma neppure repulsione. A me è capitato un paio di volte di essere oggetto di approcci da parte di altri uomini, e la cosa non mi è stata affatto gradita, non a caso ho scritto "essere oggetto", così mi sembrava, non percepivo altri interessi oltre quello puramente sessuale. Nel primo caso era uno che aveva attaccato bottone in una birreria, del tutto ubriaco, nel secondo caso l'occasione fu la visita a domicilio, io sono un medico, di un nuovo paziente, che la seconda o la terza volta che lo vedevo, essendomi io lamentato del caldo che faceva fuori, disse che per stare più fresco potevo togliermi i pantaloni e metterli sul letto. Io risposi solo "E ci mancherebbe altro!" ma il tono deve essere stato convincente, perché il paziente non è mai tornato sull'argomento. Però sono meravigliato dell'intraprendenza della donna del negozio, si vede che era proprio molto attratta da Te (e dal tuo seno), a me è pure capitato talvolta di essere attratto da pazienti appena conosciute ma non ho proprio pensato di fare subito qualche proposta, non mi pare sia etico, ma si vede che l'etica dei medici e quella dei commercianti sono, o dovrebbero essere, assai diverse...
 
disillusa71
disillusa71 il 22/12/15 alle 15:06 via WEB
sicuramente avrei reagito in maniera diversa dalla tua :) non mi è mai capitata una fortuna del genere! ;)
 
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