dottormanser
BLOG CUL...TURALEUn anno fa ci siamo ritrovati tutti in una situazione surreale, che difficilmente avremmo potuto immaginare. Abbiamo conosciuto un nuovo anglicismo (tanto per cambiare): lockdown.
Confinati in casa, limitati negli spazi e con tanto tempo a disposizione, per sopravvivere soprattutto mentalmente ognuno ha dovuto attingere alle “proprie risorse”, scoprendone di nuove in certi casi.
Chi ama i libri e la letteratura disponeva sicuramente di un’ancora di salvezza in più. Nei due mesi di chiusura totale, marzo e aprile, ho sfruttato la mia passione, leggendo diversi libri. Di quel periodo ricordo di essermi impuntato con un tomo storico interessante ma abbastanza palloso: “Le benevole” di Jonathan Littell. Ho poi letto libri meno noiosi: “”Don Giovanni, l’ingannatore” di Claudio Risè, “Sopravvissuta ad Auschwitz” di Emanuela Zuccalà e “Il sentiero dei nidi di ragno” di Italo Calvino.
Finita la chiusura forzata tra le mura domestiche ho naturalmente proseguito con la lettura, mantenendo sempre alta la mia media di 3/4 libri al mese. Durante questi dodici mesi ho scoperto opere e autori indimenticabili. Cito al primo posto Daniele Mencarelli e i suoi “Tutto chiede salvezza” e “La casa degli sguardi”. Bella scoperta anche Daria Bignardi con “Storia della mia ansia” e “Oggi faccio azzurro”. E poi “Eleanor Oliphant sta benissimo” di Gail Honeyman. Ho riassaporato la grande letteratura americana con “Stoner” di John Williams, “La strada di casa” di Kent Haruf e l’intramontabile “Il buio oltre la siepe” di Harper Lee.
Altre menzioni particolari vanno a “Less is more” di Salvatore La Porta, “La solitudine dei numeri primi” di Paolo Giordano, “Cristo si è fermato a Eboli” di Primo Levi e “Olive Kitteridge” di Elizabeth Strout.
Uno dei lati positivi di questo annetto nefasto a livello mondiale è che ho scoperto l’alta qualità della letteratura femminile. Sono sempre stato un po’ prevenuto nei riguardi delle autrici, forse per colpa di un imprinting negativo, e anche se continuo a preferire gli autori maschi ho fatto delle belle scoperte oltre a un grande passo in avanti a livello di apertura mentale.
Chiudo con un monotono ma importantissimo consiglio: LEGGETE PIÙ CHE POTETE, PERCHÉ NIENTE COME LEGGERE RENDE LIBERI.
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Il sedicesimo libro che ho avuto il piacere e il coraggio (perché al giorno d'oggi ci vuole coraggio a provare di fare un po' di cultura...) è la storia di mio padre Pier Paolo, in particolare del periodo laziale che culminò con il primo storico scudetto nel 1974. Lo potete ordinare su Amazan o richiederlo in libreria.
La Lazio che vinse lo scudetto nel 1974 è una delle squadre più leggendarie che abbiano mai calcato i campi da calcio in Italia e forse nel mondo. Molti l’hanno raccontata, ricordando le scorribande, dentro e fuori dal rettangolo di gioco, dei suoi grandi, folli campioni: da Giorgio Chinaglia a Pino Wilson, da Vincenzo D’Amico a Luciano Re Cecconi. Pier Paolo Manservisi, detto “Uccellino”, uomo e giocatore di diversa indole ma di carattere ugualmente determinato, in quella Lazio c’era. Il figlio Simone, catapultato nel passato dopo aver varcato la soglia di una misteriosa casa nascosta in un bosco, rivive l’epopea della banda Chinaglia come in un film. Scopre così le incredibili coincidenze del destino, e si rende conto che la presenza di suo padre in casacca biancoceleste è stata molto meno marginale di quanto si pensi per far entrare quel gruppo di “pazzi” nel mito. (L'alba dello scudetto, di Simone Manservisi, Ultra edizioni, 2020)
Il libro precedentemente pubblicato invece, è sempre a tema calcistico ma parla specificamente della mia esperienza di allenatore di bambini. Come per "L'alba dello scudetto", potete acquistarlo su internet o ordinarlo al vostro libraio di fiducia.
Dopo una vita trascorsa a giocare sui campi della provincia, con l’esempio del padre Pier Paolo ex calciatore della Lazio di Chinaglia e Re Cecconi nella mente e nel cuore, Simone scopre che allenare bambini è la sua vocazione naturale. Da più di dieci anni fa il mister con impegno e passione estremi, ben consapevole dell’importanza del ruolo che ricopre. A questo punto sente che è giunto il momento di fare un bilancio della sua esperienza con i più giovani; conscio del fatto che si può imparare quotidianamente qualcosa di nuovo, mette a disposizione tramite idee, consigli e opinioni la sua filosofia calcistica maturata nel tempo, per tutti coloro – genitori, allenatori e insegnanti in primis – che hanno a che fare con il delicato compito dell’educazione. Perché insegnare calcio è educare alla vita. (Di padre in figlio, di Simone Manservisi, Sensoinverso edizioni, 2018)
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La mia ultima opera, gratuita, è leggibile nel blog http://socialinferno.blogspot.it. Buon divertimento dannati!
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Viaggiare non vuol dire soltanto attraversare il cuore segreto dei continenti. Viaggiare è anche l'uscita dall'infanzia, l'inizio di un'amicizia, la rottura di un legame che credevamo non potesse finire mai. Perché è quando si va altrove che le cose importanti cominciano ad accadere, quando la vita ci mette alla prova e ci svela una parte di noi che prima non conoscevamo. Dai colori dell'India ai segreti del Monte Athos. Dalla sterminata cordigliera dell'America Latina agli ipnotici silenzi della Siberia. Dalle dolci sinuosità della Moldava fino al Pacifico e oltre. Dalle antiche vie che costeggiano il mare alle strade che uniscono le grandi città. Il viaggio in auto di Oscar Niemeyer lungo oltre mille e duecento chilometri da Rio de Janeiro fino a Brasilia per dare vita a una città mai esistita prima. Il cammino a piedi di Vincent Van Gogh tra il Belgio e la Francia nell'inverno in cui finì per capire cosa gli serviva davvero per diventare pittore. La soglia inattesa con cui è costretta a misurarsi Frida Kahlo. La fuga di Joni Mitchell dalle battaglie meschine della fine di un amore. La corsa insonne di Keith Jarrett verso Colonia. Controvento racconta le storie di chi, attraversando un ponte, mettendosi su una strada, salendo su un autobus o un treno, ha trovato in un giorno, in un istante, il modo di cambiare e trasformarsi. I viaggi hanno segnato la vita di molti e di molti altri la segneranno nel tempo che verrà: perché l'altro e l'altrove hanno sempre in serbo qualcosa che non abbiamo ancora conosciuto, che lenirà il nostro dolore e ci schiuderà il passaggio verso la strada poco battuta.
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Il mio ultimo libro è il quattordicesimo pubblicato. Il numero 14 ha una certa valenza anche nel racconto principale. Sì perché oltre alla storia che dà il titolo all'opera, si possono leggere altre "folli storie" che ho inserito per stemperare il dolore che permea la vicenda del protagonista de Il resto della corsa. Qui uno scrittore viene accusato dell'omicidio del figlio piccolo della sua ex. Finisce in carcere dove, per non impazzire o suicidarsi, inizia un romanzo in cui si immagina dialogare con un figlio mai nato perché andatosene dopo un aborto. La storia procede dunque su due binari paralleli: quella dell'uomo carcerato che deve dimostrare la propria innocenza (mentre un pericoloso serial killer vive libero e integrato nella società) e quella del protagonista del suo romanzo.
Nelle "altre folli storie" invece compaiono personaggi bizzarri, dal sindaco nazicattolico di un paesino emiliano in espansione, alla "vogliosa" protagonista di Dall'aperitivo all'alba; da un Gesù ben lontano da quello che ci hanno raccontato, al bimbo supereroe protagonista di una "favola" contro il bullismo. C'è spazio anche per un uomo che possiede il potere di entrare nei sogni della gente e prevedere il futuro. Si chiude tornando ad un tema delicato ma che amo da... morire: la morte. Un uomo fa il bilancio della propria vita quando manca ormai poco alla fine.
Questo libro è dedicato allo spirito di un bimbo che non ho potuto conoscere, amare e crescere, ma che è come se fosse sempre al mio fianco.
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In viaggio contromano è l'ultimo libro che ho letto in questo 2017 e mi sento di affermare che è anche il più bello, per i miei gusti. Marito e moglie ultraottantenni decidono di mettersi in viaggio con il loro vecchio camper, compagno di mille "battaglie". Lei ha il cancro e mille acciacchi, lui è in forma fisica discreta ma obnubilato da una demenza senile. In due però compensano le mancanze dell'altro e in barba ai divieti dei figli decidono di attraversare l'America on the road, con meta finale Disneyland. Un libro divertente e toccante sull'amore e sul senso della vita e della morte. Due personaggi che alla fine si amano come fossero i propri nonni, capaci di un ultimo viaggio talmente coraggioso da riscattare una vita intera, comunque serena.
Oltre al libro di Michael Zadoorian, altri libri molto apprezzati quest'anno sono stati La morte di Bunny Munro di Nick Cave, Quattro amici di David Trueba e l'appena segnalato nel post precedente Vedi di non morire di Josh Bazell.
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Uno dei libri che mi sono piaciuti di più in questo 2017 al crepuscolo.
Spassoso e raggelante, tragico e comico fino alle lacrime, Vedi di non morire è un romanzo unico per divertimento e intelligenza. Mescolando thriller di mafia e sit-com ospedaliere, il medico-scrittore Josh Bazell reinventa di sana pianta un intero genere letterario. Come ha fatto quindici anni fa Quentin Tarantino con Pulp fiction. Con la stessa felice commistione di classicità ed esuberanza che ha conquistato la critica e il pubblico americano.
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Ormai entro molto raramente in questo blog per recensire o consigliare libri. Sarà perchè l'avvento di Facebook ha calamitato le mie incursioni in rete, sarà perchè parlare di libri dà la sensazione di rivolgersi a delle lapidi, fatto sta che passo di qua solo per segnalare libri che mi colpiscono particolarmente. Questo tra l'altro è un romazo di un mio vecchio amico, ancor più amico perché la nostra è una conoscenza puramente virtuale e letteraria. Avevo già avuto modo in precedenza di apprezzare le sue doti creativo-letterarie e posso dire che il ragazzo ha talento... Di cosa tratta questa sua opera lo scoprite leggendo le parole sottostanti; io mi limito a dire semplicemente che l'ultimo libro di Antonio Giugliano mi è piaciuto molto e mi dimostra ancora una volta quanto "buono" ci sia negli scrittori "puri" e nell'editoria non gestita dai soliti Grandi Burattinai.
Dal sito www.recensionelibro.it: Love kaputt di Antonio Giugliano racconta una storia d’amore prima e di guerra interiore poi. Ciò che sembrava fonte di felicità diventa il suo opposto lacerante, quello che appariva normale diviene la messa in scena di un atteggiamento formale nei confronti dell’altro. E poi c’è un colpo di scena che dà quel tocco in più alla storia.
Protagonisti di Love kaputt sono Maurizio ed Elena, se prima la passione li aveva coinvolti in una storia intensa, con il passare del tempo il loro rapporto, i cui fili vengono mossi in questo caso da lei, si fa finto.
Elena appare distaccata, distratta da altri pensieri, fredda e difficile da comprendere. È come se nascondesse qualcosa di oscuro e indicibile dentro di sé, tant’è che viene trovata morta sul luogo di lavoro. I dubbi sono tanti: la donna si è uccisa o c’è la mano di qualcuno in questa morte? Insomma siamo davanti a un suicidio o a un omicidio?
Dopo i primi tentennamenti, il caso è archiviato come suicidio, ma Maurizio vuole comprendere, andare a fondo e la sua anima si logora giorno dopo giorno alla ricerca della verità.
“… di’ la verità, non credi che un po’ di ‘sano’ Alzheimer sarebbe stato molto meglio di quell’incontenibile follia?”
Depressione e rabbia sono le costanti nella vita di Maurizio, che non si arrende e scavando nella sua mente e nella sua anima, muovendo i suoi passi verso qualcosa da chiarire, scopre una parte di sé che non immaginava neppure di avere e si sentirà spinto a sopravvivere in una realtà crudele, da cui è stato deluso, da cui si sente tradito.
L’intensità di Love kaputt non è solo nella storia che racconta e nel rapporto d’amore tra i due protagonisti lacerato da menzogne, non è solo da ricercare nel modo di affrontare l’esistenza da parte di Maurizio, ma anche nella descrizione critica della società.
Terza protagonista del romanzo è la periferia napoletana in cui le persone sono quasi svuotate di significato, come se non ci fosse più umanità dentro quelle anime allo sbando.
Antonio Giugliano in questo libro ci racconta di degrado, di ossessioni, di contraddizioni insite nella società. Il contorno della storia, l’ambiente in cui le vicende sono inserite, diventa parte integrante del romanzo, non sfondo come nella maggior parte dei libri.
Con un linguaggio diretto, crudo, a tratti estremo e la voglia di dare risalto all’aspetto psicologico, Gugliano mostra ciò che si nasconde dietro la normalità e un atteggiamento ordinario. Gugliano ci fa vedere che andando oltre il primo sguardo c’è molto di più: spesso vizi più che virtù, spesso ossessioni più che sane passioni, quasi sempre l’istinto di sopravvivere che porta a gesti estremi.
LOVE KAPUTT, Augh Edizioni, pagine 155, euro 13
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Nasce un nuovo blog, che aggiornerò esclusivamente con i contenuti dei mie libri pubblicati (e anche qualche inedito): incipit, stralci, capitoli, racconti interi. Sperando di incuriosire qualche viaggiatore del sogno, vi lascio il link: http://simonemanservisi.blogspot.it
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Consigliare un libro è impresa ardua se non conosci il tuo interlocutore. Già è difficile conoscendo la persona e i suoi gusti, figuriamoci così, a sparare nel mucchio... Faccio allora finta che tu che mi stai leggendo sei un clone del Dottor Manser e ti consiglio questi tre titoli tra i libri più recenti che ho letto: Satana di Mario Mendoza, Pura anarchia di Woody Allen e L'ultimo rigore di Faruk di Gigi Riva (il giornalista, non il calciatore). Il primo è una vera e propria discesa negli inferi, nel cuore di Bogotà, dove il Male più puro si manifesterà nel delirio finale di un reduce del Vietnam. Il libro di Allen è invece una raccolta di racconti divertenti e surreali, ricchi di trovate degne della genialità del suo autore. L'ultimo rigore di Faruk è forse il più bel libro di sport e guerra che ho mai letto, in cui viene tra l'altro spiegata la genesi della guerra nella ex Jugoslavia meglio che nei libri di Storia; un libro dove le sliding doors della vita tracciano il solco del destino, destino che, chissà, magari sarebbe stato diverso se un rigore avesse gonfiato la rete e un gruppo di uomini avesse vinto un Mondiale...
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Il Dottor Manser torna prepotentemente sulla scena letteraria internazionale con un nuovo capolavoro, un libro di racconti e vignette folgoranti che vi lasceranno a bocca aperta; vi faranno sorridere, impaurire, eccitare, commuovere, sicuramente riflettere. Trenta storie che alternano umorismo, surrealismo, noir, thriller, horror, erotismo, filosofia, sentimenti, intimismo, più venti disegni "onirici" che mischiati al testo trasporteranno il lettore in un mondo talmente fantastico da diventare più reale della realtà che viviamo.
Richiedete il libro all'editore ( www.ilfoglioletterario.it ), su internet o direttamente all'autore inviando una e-mail a manser11@libero.it ( prezzo di copertina 12 euro ).
Questi i titoli dei racconti:
LO GNOMO NELL'ARMADIO
GIGIONE
LA MIA EX
LA MANO DI DORIANO GAY
LA PARTITA DELLA VITA
LA TRAPPOLA
MISTER MILF
RADIO SHINING
OMEN L’ALIENO
2024
CONSIGLI PER CHI VUOLE PUBBLICARE UNLIBRO (OCCHIO ALL’EDITORE)
STUPIDO CANE
IN ATTESA
LA CORSA
SERATE ESTIVE AL VECCHIO BAR 88
IL DIARIO
BREVE BIOGRAFIA DI WALLACE CODROIPO, ILPIÙ GRANDE SCRITTORE DEL NOVECENTO
IL BAMBINO CHE FACEVA REGALIINESTIMABILI
HOBBY: SERIAL KILLER
SESSSO
L’ALDILÀ
LA STANZA MURATA
COMA ETILICO
PARANOIE
MALATTIE RARE
CARO BABBO NATALE
MAROZZI FAT INCULÈR
CERESMAN IL SUPEREROE
MIO CUGGINO VENDE NULLA
VOLEVO SOLO ESSERE NORMALE
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Un libro commovente che trasporta in una realtà purtroppo esistita non molti decenni fa e che sicuramente non si è dissolta con la sconfitta del nazismo. Una storia per riflettere sulle mostruosità di cui è capace l'essere umano, da far leggere anche e soprattutto ai giovani, purché già consci di ciò che sono stati i lager e come si è sviluppata la Storia intorno alla seconda guerra mondiale; John Boyne scrive in modo chiaro e semplice (quale pregio più grande per uno scrittore?!) un'opera che giunti a termine non lascia certo indifferenti.
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Ci sono libri che aprono porte spaziotemporali. Sono rari ma esistono. Non è detto che funzionino con tutti, nel senso che io posso leggere un libro e attraversare questa porta mentre tu, per esempio, dopo aver letto le stesse parole non vedi aperta neanche una finestrella. Poi è molto importante anche il momento: se leggo un libro a vent'anni potrebbe non dirmi assolutamente niente, mentre se leggo lo stesso a quaranta potrebbe rivelarmi persino il senso, la verità primordiale. Il libro giusto al momento giusto è la combinazione perfetta per entrare nell'altra dimensione...
A me è successo con La prigione della libertà di Michael Ende, autore de La storia infinita da cui è tratto quel fantastico film che tutti ricorderete. Non ve lo consiglio perché ognuno deve arrivare davanti alla GRANDE PORTA seguendo il proprio percorso naturale, però se volete leggerlo il massimo che vi possa capitare è rimanere delusi. Avrete comunque fatto un passo in più lungo la strada. Se è quella giusta o quella sbagliata sta solo a VOI deciderlo.
SOTTOLINEATURE:
"E' dai tempi della mia giovinezza che va in me rafforzandosi sempre più la sensazione che quella che noi chiamiamo realtà non sia che il pianterreno, per non dire l'abitazione del custode, di una costruzione immane, che consta di innumerevoli piani superiori e, certamente, innumeri piani inferiori, celati nelle viscere del sottosuolo."
"Gli schiavi che non conoscono altro che la schiavitù sono schiavi obbedienti. I prigionieri che conoscono soltanto la vita di prigionia, non soffrono della mancanza di libertà."
"La libertà assoluta è l'assoluta mancanza di libertà."
"Ascoltami bene, Matto, sta' bene a sentire. Tu e io... siamo artisti, ecco. Un artista non deve credere ai miracoli, altrimenti non è in grado di produrli. Per questo, chi crede nei miracoli non diventerà mai un vero artista, mai e poi mai!"
"E ti dico una cosa: senza speranza e senza coscienza si vive più facilmente. Allora buttale via! Lontano da te."
"Dietro l'orizzonte sorgono sempre nuovi orizzonti. Abbandoniamo il mondo del sogno per ritrovarci in un altro. E mentre andiamo attraversandone la frontiera, già si va preparando la successiva, e così via, fino a pervenire alla costa dell'alba. La mia strada mi si dipana davanti. Io non invidio nessuno che abbia raggiunto il proprio obiettivo. Viaggio volentieri."
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Nell'arco dei dodici mesi del 2015, anno da poco terminato, ho letto una quarantina di libri. Credo che in Italia sia una media stratosferica. Mi risulta infatti che non si legga tanto nel Bel Paese (e si vede!), comunque potrei leggere di più. Di solito dopo aver letto un libro gli attribuisco tre stelle se mi è piaciuto molto, due se se mi è piaciuto abbastanza e una se mi è piaciuto poco o niente. Ormai, dopo aver letto centinaia di libri, faccio fatica a sorprendermi e diventa difficile dare tre stelle a un'opera. L'anno appena trascorso ho promosso a pieni voti solo TOLLERANZA ZERO di Irvine Welsh e LA BAMBINA CHE SALVAVA I IBRI di Markus Zusask. Si sono avvicinati alla terza stella anche NUDI E CRUDI di Alan Bennett, ANIMAL FACTORY di Edward Bunker e SE HAI BISOGNO, CHIAMA di Raymond Carver. Tra quelli che mi hanno deluso di più cito solo SOTTOMISSIONE di Michel Houellebecq. Ora vi saluto. E mi raccomando: LEGGETE O RIMARRETE SEMPRE PECORE NEL GREGGE...
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Si torna a parlare di calcio nel blog del Doc. Lo faccio molto volentieri perché il libro di Andrea Pelacani "Da sindaco della fascia alla fascia di sindaco" (Maglio Editore) è un libro appassionato e appassionante, che ha "preso" anche me che tifoso non sono mai stato; oltre ad essere nauseato dal calcio ad alti livelli di oggi, sono orfano da anni di eroi calcistici. I miei miti si chiamavano Meroni, Zigoni, Vendrame, Garlaschelli, Best, Gascoigne: gente che rompeva gli schemi dentro e fuori dal campo. Carlo Nervo non aveva nulla a che fare con gli "artisti" qui citati, ma era senza dubbio un GRANDE, un grande giocatore e, da quel che traspare dalle pagine di Pelacani, un grande uomo. Giocatori come Nervo sono quelli che mi piace portare da esempio ai giovani che alleno, uomini che sanno cosa significa sacrificio, che non si arrendono mai, che hanno gambe, cuore e polmoni. Uomini con la U maiuscola.
"Da sindaco della fascia alla fascia di sindaco" è la storia di Carlo Nervo e del suo Bologna, che lo ha visto protagonista dal 1994 al 2007, tra alti e bassi, più alti che bassi nonostante le gioie del tifoso rossoblu siano state assaporate col contagocce da cinquant'anni a questa parte. Ma forse, proprio per questo, il tifoso del Bologna ha la (vera) passione marchiata indelebilmente nel proprio dna. L'autore infatti la mette bene in evidenza tra le pagine del suo libro. La passione è anche il marchio di fabbrica di Carlo Nervo, che dopo aver attaccato le scarpe al chiodo ha continuato a mettercela (la passione) in tutte le altre attività che ha svolto, in primis quella di sindaco del piccolo comune di Solagna.
Seppur vagamente, ho associato il libro di Pelacani al mio "Far West Lazio - Il volo di Uccellino" perché anch'io ho voluto omaggiare un calciatore (mio padre in questo caso) che non era una prima donna ma che macinava chilometri sulla fascia di un campo di calcio. Inoltre ho voluto fotografare un calcio (e un mondo) che purtroppo non esiste più. Ma per fortuna, qualche grande uomo/calciatore esisterà sempre.
Un bravo sincero ad Andrea Pelacani per un libro tra l'altro scritto molto bene, approfondito e... sudato. Richiedetelo tramite i canali di vendita in internet, a Maglio Editore o contattate l'autore su Facebook.
Statemi benone!
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Un altro libro del Manser?!, dirà qualcuno, che due maroni! Eh vabbè, ognuno è libero di pensare e dire quello che vuole, ma non sarebbe male leggerlo, un libro, prima di dare un giudizio.
"L'arte della morte" è la mia dodicesima pubblicazione e vi dirò di più: sono più ispirato che mai, scrivo racconti a raffica; se la Morte non busserà alla mia porta nell'immediato futuro, il tredicesimo libro nascerà tra non molto.
Ma non fatemi divagare. Devo parlare di quest'opera "metafisica". Il libro è la storia di Arturo, barista che ha fondato una scuola calcio che nel tempo è diventata una vera e propria scuola di vita. Grazie al Barfly e alla SCAR la società locale ha tratto grandi benefici in termini di integrazione oltre che di sviluppo civile e culturale. Ma Arturo è, soprattutto, un filosofo. E quando un bambino della scuola calcio muore, decide di mettersi... all'inseguimento della Morte, con emme maiuscola. Per cominciare si reca su un'isola al largo del Cile dove si è rifugiato un vecchio amico fuggito da anni dal Titanic-Italia. Qui intanto, tra una meditazione e l'altra, viene a sapere del suicidio per amore di un altro ragazzo che conosceva e che a Milano gli ha lasciato in eredità una brutta quanto misteriosa scultura. La Morte lo riporta dunque in patria, dove procedono le sue ricerche e dove lo aspetta la resa dei conti finale con la propria anima.
"Ah la Morte, che Donna! Che musa ispiratrice!" scrive Arturo sul suo diario. "Dovremmo avere tutti la possibilità di fare due chiacchiere con Lei ogni tanto, per capire che grande e prezioso dono è la vita."
Ecco, in queste parole è racchiuso un po' il senso del libro, libro che ho scritto con spirito estremamente positivo, nonostante l'argomento apparentemente negativo. Perché a pensarci bene, è proprio la morte che dà valore alla vita...
L'ARTE DELLA MORTE (Il Foglio Edizioni, Collana I TASCABILI), pag. 147, 10 euro.
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"Chissà... magari le persone con la demenza senile diventano più sensibili. O semplicemente lasciano il proprio corpo qui sulla terra, lasciano viaggiare la propria mente in chissà quale dimensione ultraterrena, percependo cose che noi ancora non siamo in grado di capire." (Sara Briani - Libera di volare come una farfalla)
Ultimamente ho la fortuna di avere un giro di amici e conoscenti che scrivono e pubblicano storie di qualità; ricordo tra questi Antonio Giugliano, Matteo Mancini, Gordiano Lupi, Renzo Boni. L'ultima autrice che ho letto si chiama Sara Briani. Il suo libro si intitola Libera di volare come una farfalla (Arduino Sacco Editore) e parla in modo commovente di una figlia (che narra la vicenda in prima persona) e di una madre affetta da Alzheimer; Sara fotografa un rapporto intenso che una delle più terribili malattie che esistono - in quanto annulla i ricordi e stravolge i sentimenti - non distrugge, anzi fa evolvere. Perché Ginevra, la figlia, entra in una nuova realtà, in un mondo che la tempra e le forgia lo spirito, che la fa... volare come una farfalla.
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Ho deciso di mettere in rete, leggibili gratuitamente da tutti, i miei vecchi libri non più coperti da contratto editoriale. Avrei potuto ripubblicarli in cartaceo (amo il libro di carta!) ma è uno sbattimento inutile, dato che sto lavorando ad altro; inoltre, tra guadagnarci poco e niente con la vendita dei libri stampati e divulgarli gratuitamente in rete sperando che li leggano più persone, preferisco la seconda opzione. Si sparga nell'internetere il mio Verbo!
Per ora le opere fruibili sono Lo strano caso di gastrite del Sig. Bartezzaghi (http://bartezzaghi.blogspot.it ) e La Grande Inculata (http://lagrandeinculata.blogspot.it).
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“Scrivila solo se il libro ti piace” mi aveva risposto Chiara dopo che le avevo detto che una volta letto il libro avrei scritto una recensione sul mio blog.
Eccomi qui dunque, a scrivere la recensione. Perché il libro non solo mi è piaciuto, ma mi ha preso, sorpreso, commosso e fatto riflettere.
Chiara è la figlia di Renzo Boni, autore di L’amore infinito, storia del calvario (non solo metaforico) passato dalla nipote Ginevra, dalla mamma Chiara e dalla famiglia intera. Fino alla... rinascita.
Ginevra è affetta da una malattia rara che compromette il funzionamento del fegato. Dopo un periodo di cure che risultano inefficaci deve essere sottoposta a un trapianto, ma la carenza di organi in Italia rischia di spegnere per sempre una vita appena sbocciata…
“Ma perché non arriva questo fegato?” chiede e si chiede nonno Renzo tra le pagine del libro.
“Perché la gente è stupida e ignorante. Se facessero il mio lavoro e vedessero tutta questa sofferenza, probabilmente si comporterebbero diversamente” gli risponde un’infermiera.
Con queste parole viene esternato uno dei temi più importanti del libro, che hanno spinto Renzo a scriverlo: lui, Ginevra, la sua famiglia, sono usciti dal tunnel, dall’inferno, ma quanti non ne escono? Quanto dolore, sofferenza, strazio rimangono a fare da contrappeso alla gioia di chi la scampa? L’autore ha scritto questa bella favola (io la ritengo una delle più belle favole che ho letto) per sensibilizzare le persone, per svegliare le coscienze e i cervelli troppo spesso dormienti della massa. Qui si incastrerebbe alla perfezione una riflessione sul ruolo di Stato e Chiesa in tutto questo ma il discorso diventerebbe troppo lungo e tortuoso…
Un’ulteriore nota di merito al libro va allo stile di scrittura, pulito, chiaro, efficace, che denota doti letterarie ben allenate nel tempo.
Faccio infine questa considerazione: conosco Renzo Boni solo di vista; quando lo vedevo per strada mi dava sempre l’impressione di essere una persona fredda e quasi snob. Dalla sua opera esce un uomo dal grande cuore, giunto a “riva” ancor più temprato dopo aver attraversato una delle più terribili tempeste che la vita potesse mettergli di fronte. Scrivere aiuta a metabolizzare i dolori, a crescere e a far crescere. Grazie Renzo per aver fatto crescere anche noi che ti abbiamo letto.
In conclusione, comprate L’amore infinito! Merita il maggior successo possibile. Inoltre il ricavato sarà devoluto all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù ed in favore di altre attività benefiche a sostegno dell’infanzia.
Contatti:
www.facebook.com/lamoreinfinito.rb
www.twitter.com/lamoreinfinito
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