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ULTRAS CIVITANOVA

Post n°297 pubblicato il 14 Marzo 2006 da genereleangolano
Foto di genereleangolano

GEMELLAGGI

L’unico gemellaggio che non è mai stato messo in discussione da qualunque appartente alla Nord è con i fratelli della Sambenedettese.
Il gemellaggio è nato tra la fine degli anni settanta e l’inizio degli ottanta quando la Samb era in serie B. I vecchi (giovani di allora) raccontano che fin dai primi anni ottanta andavano con le vespe a San Benedetto per sostenere la Samb e i ragazzi dell'Onda d'Urto, data la relativa vicinanza tra noi e loro (35-40 Km); ogni volta che arrivavano al Ballarin era una festa tra amici.
Con l’Onda D’urto (gruppo portante della curva sambenedettese) si aveva uno scambio di visite frequenti per le partite importanti - si ricorda la loro presenza nel campionato 80-81 in Civitanovese–Monselice, partita che sancì la prima promozione in C1.
Alla prima occasione di un confronto tra le nostre squadre, il gemellaggio fu ufficiale con tanto di giro di campo e feste di vario genere.

Un gemellaggio che dura dai primissimi anni '80, tra i più vecchi d'Italia.

AMICIZIE

All'inizio degli anni '90, quando la curva era gestita dai Bulldog, vivemmo un periodo particolarmente turbolento, in particolare un paio di trasferte a Riccione (violentissimi scontri con le forze dell'ordine) e varie gare, sia interne che esterne, con la Vis Pesaro e Fano. Tali gare non sfuggirono all'attenzione degli Ultras riminesi di quegli anni, i quali vennero a farci visita in qualche partita casalinga, dicendo di ammirarci per come vivevamo lo stadio.
Subito non si fece niente di ufficiale ma le visite e i rapporti cominciavano ad essere più stretti e frequenti. Soltanto in un secondo momento si ufficializzò il gemellaggio in campo.
Con la retrocessione in serie minori, i rapporti furono meno frequenti e il gemellaggio si affievolì, mantenendo comunque rispetto e amicizia.
Ultimamente è ripreso lo scambio di visite da ambo le parti, dando vita ad amicizie più strette.

Altre amicizie minori sono nate ai raduni antirazzisti, ai quali partecipano vari gruppi della curva civitanovese. In questi si evidenziano Figgi Dö Zena (Genoa), Allentati (Fasano), Ultras Inferno (Standard Liegi).

RIVALITA

Il campanilismo tra le due città c'è sempre stato e non solo per questioni calcistiche.
Sulla collina troviamo una città storica dove gli unici vanti rimangono l’università e la provincia, mentre sulle sponde dell’adriatico ne troviamo un'altra, dove il continuo sviluppo commerciale e industriale hanno creato un punto di riferimento nelle Marche, nonché una zona di aggregazione per tutti i paesi limitrofi per le sue spiagge estive e per i suoi locali invernali.
All’inizio degli anni ottanta, quando le due squadre si contendevano le vette dei campionati, i maceratesi non venivano mai a Civitanova, mentre da loro si registravano dei veri e propri esodi di tifosi rossoblu. In un Helvia Recina (stadio della maceratese) che richiamava circa 10.000 spettatori, diverse migliaia erano rappresentati da Civitanovesi con tanto di bandiere, striscioni, torce e coriandoli.
In casa, inoltre, lo stadio era pieno all’inverosimile senza nemmeno l’ombra di uno striscione o di una bandiera biancorossa.
Era la loro triste realtà.
Per scovare i maceratesi, gli ultras bloccavano la strada per lo stadio e chiedevano i documenti ai passanti.
I “pistacoppi” si presentarono per la prima volta a Civitanova agli inizi degli anni novanta con lo striscione "Boys", per un incontro che vedevano Santa Maria Apparente (squadra di quartiere di Civitanova) contro Maceratese e, anche se non giocava la vera Civitanovese, trovarono comunque un bel comitato di accoglienza.
Due anni dopo, in una partita di Coppa Italia d'agosto, appesero per la prima volta lo striscione al Polisportivo Comunale. I pistacoppi (un centinaio appena) si credevano protetti grazie ad una buona scorta di polizia, ma sfortunatamente per loro non fu così. Gia all’intervallo un centinaio di ultras rossoblu invasero il campo, raggiungendo il settore ospite e invitando i rivali a scendere in campo, ma questi ultimi preferirono togliere lo striscione e sistemarsi all’estremità del settore. Finita la gara provarono a scappare velocemente sui due loro pullman, ma venirono raggiunti dai nostri ultras.
Col passare degli anni aumentarono le scorte e diminuirono la possibilità di scontri fisici. C'è da dire che anche gli stimoli non sono più quelli di una volta, poiché non vale la pena di confrontarsi con una tifoseria del genere.


TERNANA
I ternani giocarono due volte a Civitanova, la prima nel 86-87 e la seconda nel 88-89.
In quell’anno si presentarono in 1600 e gli furono loro date le curve locali, scatenando la furia rossoblu.
Gli incidenti ci furono prima, durante e dopo la gara con il risultato finale di 4 ternani ricoverati.


JESINA
Nonostante abbiamo sempre trovato gli jesini durante le trasferte, a Civitanova senza scorta non sono mai venuti.
A Jesi si sapeva sicuramente che i biancorossi ti avrebbero cercato, quindi si partiva pronti per lo scontro.
Già nel 1981 si respirava aria tesa fra le due tifoserie e nello stesso anno, durante il tragitto di ritorno, si ricorda un’auto jesina che stuzzicava con gestacci un pullman rossoblu, ma alcuni facinorosi scesero e assaltarono vettura per poi lanciarvi all'interno due sacchi dell’immondizia raccolti al bordo della strada.
E comunque dovere dire che come tifoseria si è fatta sempre trovare e, per questo, merita rispetto.


VIS PESARO
Ricordiamo i pesaresi che si scaldavano solo per i loro derby contro il Fano, ma a Civitanova sono sempre stati pochi elementi.
Hanno il merito di essere stati sempre presenti, ma mai decisi a scontri; negli anni '90, inoltre, subirono continue cariche durante il tragitto dallo stadio alla stazione.


FANO
I fanesi, a differenze di altre tifoserie, a Civitanova si sono sempre presentati.
Nel campionato 1984-85 ci furono scontri sia a Fano che a Civitanova, in particolare si ricorda un “ciccione” che le prese di brutto sia in casa che in trasferta e, negli spareggi di Terni e Perugia, venne intonato il mitico coro “e il ciccione dov’é?”.
Nei primi anni '90, si ricorda la loro “carica fantasma” a Fano. Finita la partita gli ultras Civitanovesi, per tornare in corteo alla stazione, passarono davanti la strada che si incrocia con la tribuna coperta dello stadio e, vedendo un centinaio di fanesi che correvano alla carica, iniziano anch'essi a corrervi contro. Panico generale dei celerini che non si aspettavano una situazione del genere ma, nello stupore generale, i fanesi si bloccarono di botto e fecero dietro-front, allontanadosi in fretta.


FOLIGNO
Gli ultras di foligno, meglio definiti come "Ultras con gli avvocati", rappresentano una rivalità recente, nata durante il campionato 1999/2000.
A fine partita di andata, ci furono degli scontri tra le due tifoserie fuori dallo stadio. Uno di loro le prese di brutto e denunciò un ultras civitanovese, additandolo come capro espiatorio. Quest'ultimo fu denunciato e il procedimento penale è tutt'ora in corso.
Il ragazzo denunciato, pur partecipando alla rissa, non era il responsabile dell'episodio, nonostante i numerosi testimoni a suo favore.
Inutili i ricorsi effettuati fino ad oggi, e ancora ci resta lo sbigottimento per un'azione che ha poco a che vedere con l'orgoglio e l'etica Ultras.


L’unico gemellaggio che non è mai stato messo in discussione da qualunque appartente alla Nord è con i fratelli della Sambenedettese.
Il gemellaggio è nato tra la fine degli anni settanta e l’inizio degli ottanta quando la Samb era in serie B.

I vecchi (giovani di allora) raccontano che fin dai primi anni ottanta andavano con le vespe a San Benedetto per sostenere la Samb e i ragazzi dell'Onda d'Urto, data la relativa vicinanza tra noi e loro (35-40 Km); ogni volta che arrivavano al Ballarin era una festa tra amici.

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in Civitanovese–Monselice, partita che sancì la prima promozione in C1.
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Un gemellaggio che dura dai primissimi anni '80, tra i più vecchi d'Italia.

 
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