Ombre

morte

     Syd Barrett è uscito di scena, questa volta definitivamente, a 60 anni il 7 luglio scorso. La cosa non ha lasciato gran traccia se non in chi ha avuto occasione di cogliere i fiori di una stagione originale... archiviati i Beatles e le canzonette melense, schivati i Rolling Stones e la loro insostenibile cialtroneria suburbana, il caso ci donò musiche e liriche finalmente vere, Astronomy Domine a riempire cuori e menti nell'estate del '67... e furono The Piper at the Gates of Down e A Saucerful of Secrets... in attesa di sentieri diversi nei Pink Floyd degli anni che pure arrivarono...
     Si è favoleggiato dell'acerbo abbandono di Syd e del suo lungo appartato sopravvivere nonostante se stesso... una diagnosi di schizofrenia, il guasto di droghe varie... sono portato a credere, semplicemente, che afferrate scintille vivide in brandelli di verità che pur si offrono nel fluire dell'essere Syd non ne abbia sostenuto la visione, semplicemente... come altri non atti alla vita, penso ad un Robert Walser, ha ritenuto non dover essere d'ingombro...
     Morte è anche poter ripensare e le sue liriche e le sue musiche immaginando che, come già ad inquietare David Gilmour che si offriva ai suoi occhi dilatati sul palco al suo posto, Syd ci stia scrutando da un luogo altro... i versi di Matilda Mother cantilena inseparabile una volta di troppo...

"Oh, madre!
racconta ancora
perchè mi hai lasciato
sospeso, lì,
nel mio mondo di favole..."