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Born in the U.S.

Post n°41 pubblicato il 29 Febbraio 2008 da effimerofranck
 

     ...riuscito finalmente a prendere il treno per Firenze, dopo una pausa imprevista a Roma, mai fidarsi delle ferrovie andava imprecando tra sé, Mauro D. cercava di abbandonarsi alle fantasie su di un incontro a lungo desiderato, atteso con trepidazione, finalmente sul punto di prender concretezza...
     Un lungo lavorio, prendendo la cosa alla lontana, nel render plausibile agli occhi della consorte una sua trasferta per un incontro sulle tematiche della difesa dei suoli rispetto ad eventi atmosferici e climatici d'eccezione, e sì che la città di Giotto si prestava alla cosa, si accalorò molto nel ricordare alla signora non attenta la tragicità dell'attraversamento delle vie della città sconvolta in anni lontani dalla piena dell'Arno del Crocifisso di Cimabue danneggiato, e finalmente era in viaggio.
      Reduce, con lui, da lunghi mesi di telefonate, sms scambiati, e-mail pieni di passione, una signora incontrata in chat lo attendeva dopo innumerevoli rinvii alla stazione per poche ore da passare insieme.
     Perso nei pensieri, una legittima sensazione di tensione, mai visti i visi rispettivi, la stanchezza della levataccia, tutto intento a fantasticare su qualcosa di ormai molto vicino, era preoccupato per il ritardo del treno che si andava accumulando.
     La signora in questione, tanto dinamica nel proprio lavoro nel settore della moda quanto insicura nella vita relazionale, mai avuto a suo dire amanti nonostante non le mancassero motivi di disaffezione dal marito perennemente occupato nei suoi impegni di imprenditore, molto attenta e riservata, lo aveva invitato a non impegnarle il cellulare sino a quando non fosse arrivato da lei.
     Il ritardo ormai sulle due ore, lei che senz'altro era già lì a Santa Maria Novella, altro tempo ancora da sopportare, il cellulare prese a squillare... i compagni di scompartimento furono sorpresi dalle note di Born in the U.S. che lui aveva adottato come suoneria, note che risuonavano incomprensibilmente ad alto volume, facile notare che sul display compariva un numero familiare, quello dell'ufficio della consorte... sarebbe stato facile rispondere, recuperare un po' di sangue freddo, magari scherzare... era infuriato dalla propria dabbennaggine, ciò che sarebbe stato naturale affrontato con un pizzico di naturalezza sembrava, sommato alla tensione di tutto il resto, di insormontabile difficoltà... si trascinò lungo il corridoio portando con sé il cellulare che non voleva saperne di zittirsi, infastidito dagli sguardi incuriositi dei compagni occasionali di viaggio...
     In qualche maniera il treno arrivò a destinazione, scese con passo insicuro dopo le molte ore costretto in posizione di obbligata inattività, si guardò intorno, non notava alcuna presenza femminile corrispondente ad un'identità immaginata attraverso veloci cenni offerti dal suo amore lontano.
     Prese il cellulare finalmente muto da un po', scrisse velocemente un "dove sei?" da inviare come sms seguito da un "binario 5", continuò a guardarsi intorno...
     Molte donne della fascia d'età della sua bella venivano nella sua direzione, sperava non fosse quella, troppo in carne, o quell'altra, troppo bassa, non male la biondina che si avvicinava superandolo tranquillamente, non era lei... ad un certo punto una giovane signora in Jeans attillati e camicetta bianca di gusto vagamente western attrasse la sua attenzione... camminava con passo svelto tenendo in mano il cellulare e guardando intorno da sotto grossi occhiali da sole... sperò fosse lei... in effetti la signora si avvicinò all'uomo, sorrise imbarazza, un "..sei Mauro?" fù tutto quel che riuscì a tirar fuori...
     Era lei... non si dispiacquero anche se fù inevitabile recuperare un minimo di spontaneità... era così diverso dall'intimità di un rapporto da lontano...
     Le ore che li videro insieme volarono in un attimo... notizie reciproche sui figli, sui propri matrimoni, certezza di rivedersi quanto prima, un aperitivo, un pasto leggero, una veloce passeggiata romantica sul Lungarno... e si tornava a casa...
     Il viaggio di ritorno molto più corto dell'andata, a Mauro D. sembrò quasi non essersi mai separato dalla propria città... veloce a casa, in tempo per la cena... durante la cena una certa aria distratta, una sensazione ovattata nel farsi permeare dalle cose, la sorpresa di sentirsi interpellare, il viso atteggiato in un  sorriso comprensivo, dalla moglie con un "...dai, non ci pensare troppo, la rivedrai prima o poi..."
     Non rispose nulla, guardò confuso l'interlocutrice... lui e la bella signora fiorentina non si incontrarono più...

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Commenti al Post:
albachiara66_3
albachiara66_3 il 01/07/08 alle 16:55 via WEB
ciao..........come potrei dimenticarmi di te??? A volte mi mancano le tue descrizioni ... giornaliere. Un abbraccio e un caro saluto.
(Rispondi)
lunaspina_66
lunaspina_66 il 22/07/08 alle 21:38 via WEB
C'è una risposta al tuo commento sul mio blog, passa a leggere se vuoi, un abbraccio :-)
(Rispondi)
lunaspina_66
lunaspina_66 il 17/09/08 alle 19:38 via WEB
IMPORTANTE!!! AIUTIAMO EMANUELE E LA SUA FAMIGLIA. Per cortesia passa a leggere il mio post N.328. Grazie, luna.
(Rispondi)
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