TommasoTeo si guarda attorno. Non si ricorda il momento in cui ha messo piede in questo paese giallo; per la verità, lui detesta il colore giallo e di certo non è stato coscientemente che si è diretto qui. Strano posto. Case gialle, strade gialle, muri gialli, cielo giallo. Fossero almeno di un fresco giallo limone, o di un luminoso giallo girasole, o almeno di un prezioso giallo oro. No, tutto invariabilmente di uno strano giallo spento, un giallo quasi starato e insomma troppo cotto...come dire, ecco: del colore che avrebbero i mattoni se fossero gialli.
TommasoTeo si perde in questi pensieri gialli, mentre osserva con attenzione e fastidio i mille particolari, i mille dettagli delineati dalle molteplici sfumature di quel giallo assurdo e identico a se stesso. Non è solo il colore a dagli un senso di estraneità, anche le forme smussate di case e finestre, bordate di una tonalità più cupa, gli insinuano il dubbio di non essere in un paese reale ma piuttosto sulla tela di qualche folle pittore ispanico. Un cane giallo attraversa la strada, annusa l'angolo tondeggiante di un palazzo sbilenco e alza la zampa. Poi cambia idea e se ne va, lasciando TommasoTeo con l'amaro in bocca: chissà, forse l'urina avrebbe lavato via un po' di quel giallo troppo giallo...
TommasoTeo prende una decisione, a quel paese questo Paese Giallo, vuole vedere cosa c'è da mangiare: dietro una porticina che sembra da saloon un omone giallo gli sorride e gli fa strada. AMIGO! COME ESTO, HERMANO! TE FALTA LA VITAMINA! TommasoTeo spalanca gli occhi e la bocca, poi la richiude quando si vede in mano un piatto di lattuga gialla. No, questo è troppo. La lattuga gialla, no. L'omone allarga il sorriso e tira una manata sulla spalla del TommasoTeo, che comincia a sentirsi gracile oltre che nauseato. COME! COME! ESCUCHA AMIGO QUE TE FALTA LA VITAMINA! Ma che vitamina vuoi che abbia della Verdura Gialla? Ma che posto folle è questo? COME, HERMANO, COME! Non ha più forza TommasoTeo, sa che sta per cedere e non gli va di contrariare troppo quella montagna di entusiasmo giallo. Avvicina una foglia alla bocca. Chiude gli occhi per non farsi prendere dalla nausea e si infila una foglia tra i denti. Scricchiola un po', almeno non è guasta. Comincia a masticare, lentamente...molto lentamente. Un gusto fresco lo sorprende un po' e riapre gli occhi. Le scarpe dell'omone, enorme davanti a lui, sbucano rosse da sotto i pantaloni gialli. Rosse? Come, rosse? Non finisce questo pensiero che già si è cacciato in bocca un'altra foglia, e un'altra ancora. Sui pantaloni beige appaiono dei tasconi verdino pallido, poi è la volta della casacca verdone scuro coi bottoni bianchi, di paffute guanciotte rosse e vivissimi occhi neri.
TommasoTeo alza gli occhi, si volta e guarda fuori erso le case bianco panna, rosso mattone, blu cobalto, verde prato e sì, anche gialle, ma di un giallo splendente come l'estate. Che bello quel cielo azzuro così profondo...ma dov'era, prima?
COME, HERMANO, COME....
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