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Post N° 34

Post n°34 pubblicato il 10 Aprile 2008 da EDEN81

Apro la finestra di casa mia e lascio che ne note di questo “valse” volino via su una sorta di arcobaleno di pentagramma. Vedo le nere crome e biscrome  saltellanti.

Il vento fa sfarfallare i miei fogli di carta, sembrano bianchi uccelli frementi prima di spiccare il volo.

Rincorro un foglio, ha voglia di farmi giocare.

E’ Primavera, tempo di depuramenti, di risveglio dopo lungo dormire, di nuova vita, di freschi germogli, dell’esplosione di verde, rosa, fucsia e bianco.

Nel caos calmo della mia scrivania due grandi occhi neri puntiti mi osservano curiosi… “Ah certo vuoi che ti faccia suonare”.

Parte la musica di un carillon che ha in nostalgico sapore di una proustiana  petite madeleine. Mi sovviene alla mente il mio piccolo carillon di bambina, di quelli a cui bisogna dare la carica e ci si incanta di fronte alla danza circolare e delicata di una ballerina che per qualche istante diventava la grande étoile della mia fantasia.

[…]

Un piacere delizioso mi aveva invaso, isolato, senza nozione della sua causa. M'aveva subito rese indifferenti le vicissitudini della vita, le sue calamità inoffensive, la sua brevità illusoria, nel modo stesso che agisce l'amore, colmandomi d'un'essenza preziosa: o meglio quest'essenza non era in me, era me stesso.

Avevo cessato di considerarmi mediocre, contingente, mortale. Donde m'era potuta venire quella gioia violenta?

[…]

Ma come? grave incertezza, ogni qualvolta l'animo nostro si sente sorpassato da se medesimo; quando lui, il ricercatore, è al tempo stesso anche il paese tenebroso dove deve cercare e dove tutto il suo bagaglio non gli servirà a nulla.

Cercare? Non soltanto. Creare. Si trova di fronte a qualcosa che ancora non è, e che esso solo può rendere reale, per poi far entrare nella luce.*

- Alla ricerca del tempo perduto - Marcel Proust

 

 
 
 
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Disfo l’ordito,  seghetto la trama.

Taglio i capelli con la lama.

Stingo il trucco sul mio viso,

un refolo di polvere il mio sorriso.

Sola, or sola voglio stare

E i miei pensieri snocciolare,

come un rosario, un’Ave o Maria,

qual destino riserba

la vita mia!

                             (- Io - )

 

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