Le minoranze e il trattamento "civile" delle democrazie moderne.

Post n°12 pubblicato il 27 Aprile 2008 da edrus.er



In un mondo dove predomina un'ideologia maggioritaria tutto ciò che è
in minoranza, un popolo, una nazione o delle persone, rischia di non
poter mantenere le proprie identità e di doversi adeguare alla
maggioranza.

Un esempio ne è la civiltà occidentale che, negli ultimi cinque secoli,
ha esteso il suo sistema di valori al resto del mondo e, data la sua
superiorità economica, militare e tecnologica, può costringere le
minoranze o ad adattarsi o a sparire completamente.

Alcuni popoli resistono sperando che in un futuro possano essere
riconosciuti i loro diritti in un mondo più umano. La resistenza
all'uniformità di questi popoli può essere, però, uno dei traguardi che
porteranno al loro rispetto e al cambiamento dei rapporti umani nella
nostra società.

Ma quando si tratta di minoranze, anche nella stessa civiltà
occidentale, non tutti sono cosi "civili". Vi presento due casi:
qualche giorno fa, in Italia, il Dipartimento per gli Affari Regionali
e le Autonomie Locali, guidato dal ministro Linda Lanzillotta, decide
di erogare oltre 5 milioni e mezzo di euro (5.617.000) in favore delle
amministrazioni degli enti locali dove sono presenti minoranze
linguistiche.

Nello stesso periodo, più o meno è giunto in Albania, con una visita
del tutto inaspettata, il Vice Ministro degli Esteri greco Theodhoris
Kasimis, accompagnato da rappresentanti dell'ambasciata greca a Tirana.
Il Ministro greco arrivò dopo gli incidenti tra una sessantina di
persone e le forze della polizia della zona di Himara ( Albania) per
accertarsi dell’accaduto .

Qualche abitante di Himara ha così sfruttato l`incontro con il Vice
Ministro greco per far valere le rivendicazioni della loro autonomia in
quanto minoranza greca, mostrando cartelloni con slogan anti-albanesi,
dallo sfondo composto con bandiere greche, e accompagnando la cerimonia
al suono dell'inno greco. E lui, da perfetto uomo di stato di un paese
del "mondo civile", preoccupato per la sorte di quelle 60 persone
riesce anche offrire la sua "lezione" di civiltà: "Viviamo
in un periodo in cui i confini non hanno più valore, sono dettati da
come ci sentiamo e dal modo in cui ci gestiamo. Oggi la Grecia si può
sentire anche qui. Voi dovete rimanere qui. Il resto sono solo piccoli
dettagli, che nessuno toglie dalla nostra anima. Posso capire come vi
sentiate e vi do ragione, ma ogni Stato ha le sue regole e per il
momento non si può creare un procedimento speciale per ognuno di voi, e
anche un unico procedimento non riesce ad includere dei casi
particolari"

Sarei anche pronto a credere alla sua predica, ma quando la
predica arriva da quel pulpito, sembra cosi beffarda e ironica, sembra
una predica da quello che riesce a vedere la pagliuzza nell'occhio
degli altri e non vede il travone che gli annebbia la vista.

Dove per travone, che più grande non si può, intendo i diritti delle
minoranze Chame calpestate e mai conosciute da quel faro di democrazia
come vuole presentarsi il governo greco e la minoranza dei Chami –
secondo Tahir Muhedini, presidente del Partito albanese per la
giustizia e l’integrazione - vuole che sia rispettato il diritto al
ritorno nei loro territori e nelle loro case, il diritto alla
cittadinanza greca che non hanno mai negato, il diritto all’uso della
lingua materna e della loro religione.Certo che i Chami
che sono una popolazione di lingua albanese e prevalentemente di
religione cristiana ortodossa stanziata nel nord della Grecia, regione
dell'Epiro non hanno avuto lo stesso "trattamento" nella loro
travagliata storia. Questa popolazione ha radici fin dai tempi delle
guerre tra città greche. È una popolazione autoctona e vive in tutta la
Grecia particolarmente nella capitale e nel Peloponneso. Parte di
questa popolazione è emigrata in Italia (in Magna Grecia). Gli Arvaniti
non hanno tuttavia ottenuto dallo stato greco lo status di minoranza
linguistica riconosciuta come in Italia.

 
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Democrazia e demagogia nell'Albania di oggi.

Post n°11 pubblicato il 05 Aprile 2008 da edrus.er
 
Foto di edrus.er

Cosa è successo in Albania e perché è successo?

Teoricamente niente. Secondo i governi di turno continua a fare passi
da gigante verso la perfezione dello Stato secondo i migliori modelli
delle democrazie mondiali.

Praticamente non tutto quello che viene dichiarato o non è delle
dimensioni dichiarate o, come al solito, risulterà la solita bomba
carta della propaganda.

E sempre difficile distinguere, specialmente quando sei all'interno, il
confine tra la democrazia e demagogia. Quest'ultima, secondo
Aristotele, è l' arte di trascinare e incantare le masse.

Da bambini abbiamo avuto la certezza che la storia, per come ci veniva
raccontata, fosse un seguito di battaglie, chi vinceva dominava, chi
perdeva doveva subire.

Dopo aver fatto tanti "sacrifici" per ribaltare il sistema comunista,
anche i politici albanesi d'oggi cercano quello che di "diritto" spetta
ai vincitori: governare... in eterno.

Il comportamento politico dei demagoghi d'oggi, incline ad assecondare
le aspettative della gente per una vita migliore in un paese migliore
con uno stato migliore utilizza frasi retoriche per formulare promesse
inconsistenti al fine di conquistare consensi, dove spesso fa leva su
sentimenti irrazionali, ed alimentando la paura o l'odio nei confronti
del nemico o dell'avversario politico, spingendo il popolo a fare
qualcosa contro il suo stesso interesse, allontanando la percezione
delle necessità reali.

La demagogia non dipende dai cattivi politici, i quali salvaguardano i
Propri interessi, ma dipende dal popolo e l'unica cosa che può
arginarla è il livello di civiltà (non dei governanti ma quella del
popolo). In un paese primitivo e incolto, il demagogo ha facile presa.
Può promettere qualsiasi cosa. Anzi, ha il dovere di prometterla perché
se non lo facesse lui lo farebbe un altro il quale vincerebbe le
elezioni, e cosi perderebbe tutti i privilegi "guadagnati nel nome del
popolo".

Cosi, dopo 50 anni di ateismo di stato, finalmente arriva la nuova
classe politica che, per colmare il vuoto lasciato, prega e ottiene un
posto onorario nella Conferenza Islamica e, per non far mancare niente
anche agli ortodossi, importa come arcivescovo un papa greco.

Se qualcuno si illudeva che l'anima dei nostri politici sarebbe
elevata, ora che aveva conosciuto la fede, si sbagliava. Il traffico
d'armi per alimentare guerre da qualche parte del mondo assicurava (per
le loro tasche) maggiori introiti rispetto a quanto poteva fare la fede.

Per essere sinceri, loro cercavano di tenere tutto lontano dai nostri
occhi questi affarucci , ma per pura casualità, per loro sfortuna lo
scoppio di Gerdec li ha messi sotto gli occhi di tutti (almeno di
quelli che vogliono vedere).


Già che parliamo di armi e della loro provenienza, speso attribuita
alla mania di Hoxha per la difesa, gli stessi che parlano di lui
dimenticano che prima che cadesse Il Muro di Berlino, la corsa per
l'armamento era una voce non indifferente nelle economie di quasi tutti
i paesi del mondo. Sono loro stessi che dimenticano che Hoxha, per
quanto potrà essere stato un dittatore, ha detto basta al Trattato di
Varsavia... quindi oggi dobbiamo essere felici di partecipare ad un
altro Patto (Nato) per essere pronti per altre guerre.


Si susseguirono i governi e, ormai non vincono quelli che presentano
programmi e progetti fattibili (almeno economici e di primaria
necessità)... vincono quelli che promettono "lotta alla corruzione".

Non sarebbe questo il male minore (magari), perché peggio ancora di una
promessa non mantenuta in campagna elettorale, vi è la dichiarazione, a
fini di pressione verso gli altri, di fatti di cui la politica è a
conoscenza. Questa frase non uscì dalla bocca di un usciere del palazzo
ma dalla bocca della presidente del parlamento albanese Jozefina
Topalli: "Quei conti li vederemo per tutti. Le carte si apriranno per
chiunque, non vi preoccupate, vedremo le carte degli ex capi del
governo, degli ex ministri ... anche del vostro segretario del partito,
per i permessi edilizi pagati 300 mila euro cadauno..."alludendo di
essere a conoscenza della grave situazione di corruzione da parte dei
politici albanesi di ieri e di oggi.


Spontaneo nasce l'interrogativo:

Perché non esiste il senso civico nei nostri politici?



 
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Albania, la Nato e "l'opinionista"

Post n°10 pubblicato il 05 Aprile 2008 da edrus.er
 

"Condivido in pieno i vostri ragionamenti sulla necessità della esistenza della Nato.

Condivido anche il Vostro senso di libero dibattito nella più estesa “libertà di parola” che il web ci ha dato.

Non che mi oddio perché non sono nessuno, ma certe volte vorrei essere
un imbecille che non sa fare tanti giri di parole… specie se fossi un
“piccoletto” di nome Putin e di rispondere senza avere paura d’essere
contraddetto, quando sento gli italiani di fare moralismo perbenista
sulle attività illecite degli altri.


P.s: per non saper né scrivere e né leggere, nel dubbio nel darVi del tu o del lei, ho scelto “voi”"

No, non è che stamane mi sono svegliato storto e mi sbizzarrisco nel "sparare" quello che mi passa per la testa. Il sopracitato, è il mio commento nel blog di Marcello Foa nel suo post: "Siamo pronti di morire per l'Albania?".
Certo, lui è un giornalista professionista ed è un suo dovere dare opinioni e fare analisi, e libero di esprimere giudizi sulla Nato e gli albanesi, ma se e veramente un professionista serio, forse sarebbe meglio che evitasse espressioni del tipo: "come ben sanno in Puglia"... se è veramente una persona seria porta e denuncia i fatti ai organi competenti.
Lui continua nel suo articolo: "
Domanda provocatoria: noi italiani siamo pronti a morire per Tirana?".... non posso risponderli, perché non spetta a me,perché la domanda non è indirizzata a me, ma in ogni caso, le vorrei ricordare che questa domanda lo hanno fatto dei altri anche molto tempo prima(e tanto per darmi una mano su questo, oggi si poteva leggere un altro articolo)

 
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Nella storia si puo...

Post n°9 pubblicato il 29 Marzo 2008 da edrus.er
 

Nella storia si puo entrare anche cosi...
Se chiedessi agli amanti del calcio chi è stato più bravo, Pelé o Maradona,credo che tutti, all'unisono risponderebbero: "Non si possono fare paragoni, sono stati tutti e due dei grandi giocatori e ognuno di loro ha dato tanto al calcio e allo sport,.Loro appartengono alla storia".
Nella storia si può entrare per meriti personali o per volontà popolare e per quello che hai dato e fatto per il tuo paese e per il tuo popolo.
Coloro che con pieno diritto il nome nella storia ce l'hanno, si ricordano come pionieri di idee, come uomini di arte e cultura, come gente che più di ogni altra cosa ha lavorato,lottato e sacrificato per il bene del paese e del popolo.
Oggi, "i padri della patria" non vengono scelti per meriti o per valore che loro hanno, oggi vengono scelti con il voto libero dal popolo...!!!
Nel suo blog (in lingua albanese), Xixa fa una carrellata di dichiarazioni dei vari capi di stato, degne per farli entrare nella storia:

1- Gorge W. Bush junior, presidente USA:

"Non conosco nessun altro [come lui] di avere dei buoni motivi per tutti i danni che potrò aver causato... " (The Guardian. Londra)
" Passo il tempo al telefono, sento, incoraggio, faccio delle riunioni.Dunque, faccio tante cose..." (Washington Post. USA)
"Chi la scritto per te Geldof" chiedeG.W. Bush al cantante britanico Bob Geldof, quando quest'ultimo le regalava il suo libro.
"Chi la leggera per Lei signor Presidente?" la risposta del artista.

2-Mahmud Ahmedinejad - Presidente della Repubblica Islamica del Iran. . .

" Di solito, l'estate e calda. Ma, per questa estate, noi prevediamo un aumento della temperatura, grazie alle vittorie consecutive del nostro popolo, ma anche grazie ai fallimenti dei nostri nemici... " (Al-Hayat, Londër)
Con l'intenzione di metterci i bastoni tra le ruote, i nostri nemici tramano complotti uno dietro l'altro: per esempio, aumentano il prezzo dei pomodori per farci desistere nella nostra marcia per i nostri ideali..." ( Ag. ISNA,
Teheran).

3-Aleksandër Lukashenko - presidente della Biellorussia. . .

" Noi abbiamo falsificato le elezioni. In realtà circa 95,5% dei elettori hanno votato per il presidente Lukashenko. Ma abbiamo pensato che non sarebbe stato un risultato convincente per l'Europa. E cosi abbiamo fatto in modo tale che il risultato si aggirasse su 86% - secondo le norme europee..."

4- Lech Walesa -ex presidente della Polonia. . .

" Ormai sono 54 anni, e quando vedo le donne, le considero solo dal lato pratico.." (aprile 2007)

5-Vladimir Putin- presidente Russo. . . .

"Dalla morte di Mahatma Gandi, non e rimasto nessuno con il quale posso parlare..." (giugno 2007) . .
"I spagnoli non possono darci lezioni - basta che guardano i lori sindaci corroti . Per quanto riguarda la mafia, quella è nata in Italia e non in Russia... " (novembre 2007).

6- Robert Mugabe - presidente della Zimbabwe. . .

" Certamente che andro in pensione un giorno, tutto dipende dalle circostanze. In ogni caso, non pottete chiedermi di allontanarmi e lasciare il partito di sfasciarsi... " (mentre ha 30 anni al capo del governo..)

Continua Xixa nel suo blog:"Se dovessimo seguire la formula ormai clasica di Svejk, il padre del humor anticonformista e assurdo, e facessimo la domanda: E voi, conoscete un uomo capo del governo, che in un unica persona gode tutte queste qualità... la freschezza delle parole del primo, la profondita del pensiero del secondo, la fantasia del terzo, la tranquilità del quarto, la decisione del quinto e la longevita del sesto?".

Certo che molti di voi non la conoscono, ma per rinfrescarvi la memoria, vi dico che e lo stesso che disse:
"Non ho mai sentito prima d'ora il nome Gerdec" (il paesino vicino a Tirana dove il 15 Marzo scoppio un deposito di disarmo delle munizioni, "regolarmente" gestita da un comerciante di ferro vechio e dal cognato del "personaggio misterioso" per conto  di un "pezzo grosso" americano 22enne(!!!)).

Se non lo avette riconosciuto vi dico che è lo stesso che qualche giorno fa, nel parlamento albanese, ai oppositori che la invitavano di abdicare rispose: "Quel giornale la potete usare al posto della carta igenica(!!!)". Si trattava di "New York Times", la quale aveva pubblicato il servizio sul traffico di armi che giunge in Afghanistan dopo aver attraversato i Balcani e l'Europa Orientale, con l'Albania a fare da centro nevralgico (Supplier Under Scrutiny on Arms for Afghans).

Se ancora non lo avete conosciuto, quest uomo è il capo del Governo Albanese: Sali Berisha.

 
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Edi Hila - Senza angeli

Post n°8 pubblicato il 28 Marzo 2008 da edrus.er
 

Edi Hila - Senza angeli

Firenze - dal 28 marzo al 25 aprile 2008

 
Villa Romana

Via Senese 68 (50124)

 Hila conosceva la città toscana dal
1974, quando aveva effettuato un tirocinio di tre mesi alla Rai su
incarico della nascente televisione di stato albanese. Rientrato in
patria, la realizzazione di un'opera d'arte che gli era stata
commissionata gli costò una condanna a tempo indeterminato ai lavori
forzati, e per tutta la durata del regime di Hoxha gli fu vietato
esporre le proprie creazioni.


 Dopo il crollo della dittatura di
Hoxha, Hila ricevette una cattedra all’Accademia di Belle Arti di
Tirana, dove egli stesso aveva studiato negli anni ’60, e diventò un
importante punto di riferimento per la nuova generazione di artisti
albanesi.

 orario: dal martedì al venerdì 15-19 e su appuntamento
(possono variare, verificare sempre via telefono)
vernissage: 28 marzo 2008. ore 18
autori: Edi Hila
note: Sabato, 29 marzo, alle ore 15: lezione di Edi Muka curatore, cofondatore e codirettore della Tirana Biennale, insegna all'Accademia di Belle Arti di Tirana, vive a Tirana e Stoccolma
genere: arte contemporanea, personale.

 
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