Creato da archilocoitaliano il 30/01/2007
la nebbia agli irti colli...

Area personale

 

Tag

 

Archivio messaggi

 
 << Ottobre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
  1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30 31      
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

I miei Blog Amici

Citazioni nei Blog Amici: 1
 

Ultime visite al Blog

diletta.castellimariateresamonticoantonietta.scotillomyryam.mnnab83aforest1900reticolatistoricimarcopparchilocoitalianoinspire.acstella_sempre
 

Ultimi commenti

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

« Primo MaggioUn inutile pellegrinaggio »

Culture e civiltà

Post n°64 pubblicato il 03 Maggio 2008 da archilocoitaliano
 

Documento della Caritas della diocesi di Torino sui campi nomadi e sul popolo rom

        (Riportato in prima pagina su “La voce del popolo” del 4 maggio 2008, settimanale

         della diocesi di Torino).

 

 

 

 

“Di fronte alle notizie giornalistiche sul problema dei campi nomadi a Torino e in provincia, la Carità diocesana desidera offrire un contributo alla riflessione senza la pretesa di invadere competenze altrui.

Ancora una volta Torino è interpellata nella sua anima più profonda, quella che ha sempre saputo esprimere  grandi valori di umanità uniti a quel buon senso concreto che la rende laboratorio permanente di civiltà e di carità per tutto il nostro Paese. Oggi si tratta del popolo rom, spesso costretto ad una vita da fuggitivo a motivo delle indubbie diversità culturali rispetto alle nazioni che lo ospitano. Non siamo di fronte ad un episodio, ma ad un fenomeno ormai strutturale che ci interpella profondamente, toccando molteplici aspetti della convivenza civile. Torino ha la possibilità di accettare la sfida. Occorre la lungimiranza di non fermarsi ai vari aspetti presi singolarmente, ma di approcciarsi al fenomeno nella sua complessità con una apertura accogliente e tollerante, ma anche con una esigente capacità educativa. Coniugare il valore evangelico dell’ospitalità con il diritto alla sicurezza per tutti è un processo a tappe che richiede la predisposizione di strumenti adeguati a discernere le disponibilità individuali nell’intraprendere veri percorsi di cittadinanza. A partire da queste disponibilità si possono avviare sperimentazioni efficaci che incentivino una reciprocità meno conflittuale e più attenta alla costruzione di una convivenza possibile e ben guidata.

A tutti è chiesto di valutare come salvaguardare la dignità di ciascuna persona e nello stesso tempo  garantire la serenità e la sicurezza dei territori e del tessuto sociale. Alle istituzioni è affidato il compito di non demordere rispetto all’impegno di accompagnamento e di vigilanza. Alla coscienza di ciascuno è chiesto di valutare sempre e anzitutto ciò che è conforme al bene comune.

Lottare contro l’illegalità è senza dubbio doveroso, ma le armi per tale battaglia sono anzitutto quelle di percorsi di accompagnamento cercando quelle soluzioni che nascono non da pregiudizi, bensì da attenzione alla dignità di ogni persona. Al di fuori di questa prospettiva il problema non sarebbe affrontato nella sua obiettiva complessità, l’avremmo soltanto spostato”.

 

 

 

Una mia breve considerazione, spero non inutile nè inopportuna

“Accettare la sfida nella sua complessità con una apertura accogliente e tollerante, ma anche con una esigente capacità educativa… salvaguardare la dignità di ogni persona e nello stesso tempo garantire la serenità e la sicurezza dei territori e del tessuto sociale” è una occasione di sviluppo e di civiltà che la società italiana non deve buttare via. Affrontare un problema, ricercarne e trovarne le soluzioni giuste, umane, cristiane, è un momento favorevole di crescita e di progresso. La società che si chiude agli altri è destinata ad amari fallimenti. L’incontro e il confronto pacifico e razionale tra culture è arricchimento,lo scontro è impoverimento e imbarbarimento.

A conferma di ciò, due esempi storici, uno antico e uno recente.

Quando nel 451/450 avanti Cristo venne approvata ad Atene (allora al culmine della potenza economica e militare nel mondo antico) la legge che stabiliva che erano cittadini ateniesi solo quelli nati da genitori entrambi ateniesi, e ciò per venire incontro alle richieste egoistiche della popolazione che non voleva spartire con altri i vantaggi del benessere economico, iniziò in modo irreversibile la decadenza della città, che da ricca divenne povera e perse non solo la propria potenza , ma anche la libertà.

Quando nel secolo appena trascorso Hitler e Mussolini vollero esaltare le cosiddette razze italiana e tedesca, la loro cultura, la loro civltà, portarono ad una catastrofe inimmaginabile l’Italia e la Germania.

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Vai alla Home Page del blog
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963