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9 gennaio 1915: nasce Mollie Orshansky (L'importanza di 150 € al mese)
Post n°1783 pubblicato il 09 Gennaio 2014 da tanksgodisfriday
Una delle notizie angoscianti degli ultimi tempi è il continuo crescere della percentuale dei poveri in Italia. E qui già nasce una prima domanda: ci sono poveri "relativi" che non sono "assoluti", evidentemente. Cosa distingue le due situazioni? La risposta si trova spulciando il sito dell'Istat: povero assoluto è chi non arriva a fine mese, nemmeno dopo aver ridotto le uscite ai minimi livelli di sopravvivenza; povero relativo è chi, invece, ha un tenore di vita nettamente inferiore a quello medio della realtà in cui vive. Dei due dati riportati evidentemente quello del 6,8% di poveri assoluti è il più angosciante. La storia della misura scentifica della povertà parte negli Stati Uniti, con Mollie Orshansky, figlia di emigranti ucraini e nata a New York il 9 gennaio del 1915. Il senso dell'attenzione alla spesa l'accompagnò per tutta la vita: pare che fosse rimasta inorridita nell'apprendere che l'Ufficio Statistico vendesse i dati statistici annuali a 2.500 $, cifra superiore al salario medio annuo di una famiglia composta da una donna single con figli a carico. Il suo sistema, molto semplice e pragmatico, è ancora in vita oggi, a 60 anni dalla sua ideazione: si assume che, in un nucleo familiare, 1/3 delle spese vada all'alimentazione e che ci si nutra rispettando, a spesa minima, le tabelle di alimentazione minima dell' USDA (U.S. Department of Agriculture). "Ms Poverty" se ne andò a 91 anni nel dicembre del 2006. E in Italia? I dati che servono per definire uno stato di povertà assoluto sono due: le entrate reali di ciascun nucleo familiare e il valore della soglia di povertà, ovvero le uscite ipotetiche per garantire la sopravvivenza. Si parte dal classificare le spese in:
Poi, per ciascun capitolo di spesa, viene definito il minimo accettabile e ne viene determinato il costo, in funzione della composizione del nucleo familiare e della sua collocazione geografica. Dalle tabelle minuziose si scopre così che l'alimentazione media giornaliera per me prevede (tra l'altro) un minimo di 2,28 gr di grana e 2,38 gr di pecorino romano (pag. 32 del documento Istat). La lista è anche una guida alimentare: niente pecorino e niente mortadella sotto gli 11 anni, ad esempio. Mozzarelle e caciottine, invece, vanno bene a qualunque età. Pizzerie, ristoranti, bar e simili luoghi di perdizione sono banditi. Nel documento viene anche calcolato l'effetto "famiglia": quanti più si è, tanto meno si spende a persona. Un minestrone da 3 persone costa meno di tre minestroni separati, ça va sans dire. Se non ho trovato grosse sorprese nella sezione alimentazione, mi ha colpito invece il minimo abitativo: rigorosamente in affitto, minimo 28 mq per un single, 38 mq per una coppia e 42 mq per tre componenti; sempre secondo l'Istat, in 100 mq si riesce a far vivere 8 persone, immagino senza che si uccidano a vicenda prima di sera. Nel mio caso, 2 persone nel Nord, nel 2005 ce la saremmo cavata con 270,28 € al mese. Possibile, forse; tutto sta a trovare 38 mq e non uno di più. Nella classe altro c'è "il minimo necessario per arredare e manutenere l’abitazione, vestirsi, comunicare, informarsi, muoversi sul territorio, istruirsi e mantenersi in buona salute". Il tutto, sempre per due, al Nord e nel 2005, faceva 390,84 €, ispirati da grande ottimismo, chiaramente visibile negli 8,2 € mensili per i trasporti. Intuibile che, a chi si trova appena sopra la soglia di povertà, basta un niente per precipitare nel baratro: una malattia seria, ad esempio. Per un anziano non è nemmeno un evento così imprevedibile. Oppure, immaginate: famiglia mono-reddito, in affitto. Un paio di figli messi al mondo con incauta precipitazione. Lui, insegnante, sballottato di anno in anno nella provincia, gli 8 € mensili dell'Istat li spende in un paio di giorni di spola casa-scuola. E un bel dì, con una seraficità che non cessa mai di stupirmi, ecco il niente: prelievo di 150 € al mese, perché "ci eravamo sbagliati". Che tornino al proprio lavoro, e spero che siano in grado di svolgerne uno. Buon giovedì. [Tutti i post su compleanni.] |
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