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Una bella doccia rianima

Post n°977 pubblicato il 17 Ottobre 2008 da tanksgodisfriday
 
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Un bel getto intenso e caldo sul collo e sulle spalle rende perfetta la doccia. Cioè, no, perfetta proprio no, a meno che anche gli altri parametri essenziali non siano a posto.
In tutto sono sette: pressione dell'acqua, condizioni ambientali, fattore "privacy", durata della doccia, temperatura dell'acqua, posizionamento e tipo di getto.
Tutto intuitivo, direi: la pressione deve essere giusta, la stanza a temperatura ideale, per non morire congelati uscendo dalla doccia; ognuno avrà piacere solo se la doccia la fa con il giusto livello di privacy. Infine che duri il giusto e che il getto sia ben posizionato e regolato a modo.

Dall'intuito alla scienza esatta, però ci corre e l'inglese dr. David Lewis avrebbe tirato fuori la formula matematica che regola il tutto; l'ho riportata nell'immagine.
Ho i miei dubbi. Intanto le variabili nella formula non sono di utilizzo chiarissimo: il fattore ambientale, ad esempio, come si misura e con quale scala? E poi, la privacy: ci sarà che è eccessivamente pudico, chi lo è al giusto grado e chi, se ha meno di quattro spettatori, ritiene di sprecare l'acqua.
Notizia da IgNobel, insomma. Attenuante per il dr. Lewis: lo studio glielo ha commissionato un'azienda produttrice di docce, la Mira Showers.

Di bene altro livello quella riportata da Reuter. Nella rianimazione cardiopolmonare occorre tenere il giusto ritmo di stimolazione cardiaca, 100 al secondo. Un medico allenato ci riuscirà agevovolmente, ma cosa accade se allenato non è?
Arriva un aiuto dalla musica. Ricordate "Stayin' Alive" dei Bee Gees? Siamo nel 1977 e questi precursori della rianimazione cardiopolmonare cosa ti fanno? Un pezzo a 103 battute al minuto! Praticamente perfetto e per due ragioni: il ritmo e il titolo. Meglio di così non si può.
Il dottor David Matlock della University of Illinois College of Medicine di Peoria ha provato a far usare quel pezzo come batti-tempo a 15 studenti e sono venute rianimazioni perfette, da veterani del genere.

Ora, però, dato che a me i Bee Gees facevano un effetto pessimo su una zona più giù del complesso cardiopolmoeccetera, vi propongo un pezzo allegro, da vera rianimazione, perfetto per un venerdì 17: Yes Sir, That's My Baby Now. È di Ace Brigode ed è del 1925. Ed è perfetto per fare gli auguri al mio amico Emmanuel, mezzo secolo oggi: è venerdì proprio come in quel lontaaaaano 1958.

Buon venerdì!

 
 
 
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