Per il primo post ha impiegato 2000 parole. Lunghetto, ma ha promesso che i prossimi saranno più corti e più semplici.
D'altra parte nel primo post ti presenti e se vuoi raccontare un po' di te e riportare qualche ricordo significativo, allora rischi di andare lungo. Argomenti del primo post: qualche ricordo d'infanzia e due momenti importanti della sua vita: la rivoluzione islamica e la guerra con l'Iraq.
Il blogger in questione è il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad e, nella presentazione dell'iniziativa fatta ieri dalla televisione di stato iraniana, ha mandato a dire che si aspetta molti commenti. Lodevole, mi piacerebbe che i nostri leader avessero un blog in cui ci raccontassero cosa stanno facendo, in una lingua finalmente diversa dal politichese, e mi dessero la possibilità di interagire. Pensandoci bene, però, poi gli ci vorrebbe un collaboratore (un altro) solo per gestire la cosa. Lasciamo perdere, basterebbe che ci parlassero da cristiani quando ne hanno l'occasione. E capita spesso.
Dicevo lodevole, se non fosse per il fatto che il blog arriva dopo un giro di repressione che ha portato in carcere una cinquantina di blogger iraniani nell'ultimo anno. Viene quasi il sospetto che ci sia la volontà di imbavagliare la libertà di espressione, vero?
Il blog è pubblicato in tre lingue: arabo, francese e inglese. E non poteva mancare il sondaggio, naturalmente. Il primo non è sul ferragosto, come qualcuno potrebbe pensare, quella è roba italiana, ma chiede: "pensate che Stati Uniti e Israele vogliano scatenare una nuova guerra mondiale?". Non credo che qualcuno si ponga questo come obiettivo, ma che possa essere ritenuto un effetto collaterale, e persino accettabile, della strategia della supremazia, questo si. Aspetto con ansia il ritorno della ragione, da entrambi i lati della contesa.
Notizia letta sul sito del Corriere della Sera e su quello di Al Jazeera.
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