Non so se sia l'esatto equivalente del nostro "secchione": Perché il secchione è lo studente che studia con regolarità, ma non so come si comporti al momento del compito in classe: se è in difficoltà, copia o preferisce l'onestà? L'academic heroe, l'eroe scolastico americano, non copia, ci mette il suo e accetta il risultato. Poi migliorerà, se è il caso, recuperando le lacune con lo studio. Un eroe, appunto.
Leggo su Repubblica.it che, secondo la studio di tre ricercatrici di psicologia della Ohio State-Newark University, Sara Staats, Julie Hupp ed Heidi Wallace, il 20% dei ragazzi statunitensi si comporta così, mentre il restante 80% copia, se non sempre almeno di tanto in tanto.
Che profilo attribuire all'academic heroe e agli altri? I primi sarebbero: "tendenzialmente allegri e ottimisti ma anche dotati di una forte personalità". E ancora: "Chi non copia ha un'idea positiva del prossimo - spiega la Staats a Repubblica.it - e non si sente superiore agli altri. Al contrario, chi copia è generalmente una persona dotata di meno coraggio ed onestà e per giunta più incline a puntare il dito contro gli altri. Queste persone credono che il mondo sia pieno di imbroglioni: è la razionalizzazione del proprio comportamento sbagliato".
Devo dire che mi sorprende una percentuale così alta di "copioni", ai miei tempi non credo si andasse molto oltre la metà. E poi avevo letto da qualche parte che il sistema di votazione statunitense scoraggerebbe l'offrire il compito da copiare. Se non ricordo male, la scala di punteggio verrebbe definita a compito corretto, assegnando il punteggio massimo al migliore e il minimo al peggiore. Se lascio copiare, corro il rischio che l'altro possa eventualmente anche correggere qualche mio errore o imperfezione, e "fregarmi" il voto.
Divertente che alla domanda "Credi che copierai ancora in futuro?", le risposte siano state: 47% di no, 24% di sì e 29% "non so". Come dire che l'inferno è lastricato di buone intenzioni.
Da che parte mi collocavo io? Riuscivo decisamente bene a scuola, anche senza esagerare con lo studio a casa e mi toccava distribuire il compito in classe di latino e quello di matematica. Questo "altruismo" mi guadagnava, quando si giocava a calcio, la partecipazione attiva a qualche azione, pur essendo sommamente imbranato nelle attività fisiche. Mi è sempre parso uno scambio equo.
Buon giovedì.
[Nell'immagine: le Pupe di Pupe e Secchioni]
La mia grafia invece è sempre stata regolarissima e leggibilissima, ma per via di un'educazione che non lasciava alternative: alle scuole elementari, se non era chiaro quello che avevo scritto, mi strappavano il foglio dal quaderno; mio padre, se trovava dei fogli mancanti, mi pedagogizzava manualmente. Ergo, grafia che più regolare non si poteva :))
Martina, CI DOBBIAMO SENTIRE!!!
Ciao Lucy!
Ci sono ragazzi che vanno letteralmente nel pallone durante i compiti in classe; credo che il problema principale sia proprio nella scarsa stima nelle proprie capacità di ragionamento. E' lì che la scuola dovrebbe lavorare (e credo che in genere lo faccia).
Ciao!
Ciao Virgì :))