Creato da tanksgodisfriday il 26/03/2006
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Mio nipote, di questi tempi laureando in legge, quando era alle medie aveva un modo tutto suo di aggiornarci sulle sue vicende scolastiche: ci elencava gli ultimi giudizi ottenuti. E poiché all'epoca non brillava (il riscatto sarebbe poi cominciato con il ginnasio per proseguire con l'università), era un susseguirsi di: suff, quasi suff, quasi-quasi-suff, scarsamente suff, mannaggia-non-è-suff.La cosa mi è tornata in mente leggendo del lungo e acceso dibattito sui 5 e l'ammissione alla maturità, appena concluso con la proroga della norma attuale: si va alla maturità anche con un 5 in pagella. Dibattito sul nulla? No, al contrario, a mio parere la questione ha risvolti molto più preoccupanti di quanto sembri. Da un lato c'è la posizione del ministro Gelmini, che mi trova concorde: se 5 vuol dire non sufficiente (altrimenti sarebbe stato almeno 6), allora chi non è sufficiente in tutte le materie riprova l'anno successivo. Non fa una grinza, non è che un sette in disegno compensi un 5 in matematica, perché è il concetto stesso di maturità in gioco: si è maturi se si è sufficienti in tutte le materie. Sufficiente vuol dire il minimo accettabile, mi sembra che la disposizione del Ministro sia addirittura lapalissiana. Il problema nasce dal fatto che un maturando su quattro del classico ha almeno un 5, come quasi uno su due dello scientifico e addirittura tre su quattro degli istituti professionali. E se tutti questi ragazzi avessero dovuto ripetere l'anno, perché non ammessi all'esame di maturità, il costo dell'allungamento del corso di studi sarebbe stato molto alto. Se questa motivazione posso anche comprenderla, mi trova completamente in disaccordo, e mi preoccupa notevolmente, l'altra che viene addotta per il provvedimento : la disposizione sarebbe arrivata ad anno cominciato, troppo tardi per quei ragazzi che hanno tarato lo sforzo sul minimo. Se davvero il paese intende recuperare competitività, allora la strada da indicare ai ragazzi non è quella di questo provvedimento. Buon giovedì. [Nell'immagine: la scheda biografica del ministro Gelmini, su governo.it] |
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Dunque, lei mi dice che la prof si fa consegnare cellulari e diavolerie elettroniche prima del compito. Adesso devo solo capire se è lei che ha i super-poteri (potrebbe essere, potrebbe essere), oppure se i suoi allievi sono ancora giovani e remissivi.
Però il mio punto è che, pur non amando una materia, la maturità dell'allievo consiste proprio nel prepararla ad un livello dignitoso di sufficienza, che in numeri si traduce nel 6.
Se gli riesce a scuola, gli sarà più facile riuscirci poi anche sul lavoro.
Ciao T&A :)))
p.
Parlo per esperienza vissuta. In quarta liceo arrivai agli scrutini finali con tutti otto, nove in latino, sei in storia e cinque in filosofia.
Ho ancora un ricordo vivo della questione: l'arroganza di un diciassettenne si scontrò con la chiusura mentale di una prof che odiava la matematica; io le diedi (indirettamente, per fortuna) della cretina e ridussi lo studio di storia e filosofia ad estratti dal Bignami, e lei giudicò di conseguenza.
Il cinque diventò sei per volere del consiglio di classe, ma se fossi stato più intelligente, ci sarei arrivato da solo.
Ciao Cei!
Però si può sempre provare a convincerli, i giovincelli.