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Post n°1348 pubblicato il 23 Novembre 2009 da tanksgodisfriday
Quando toccò a me, rimasi in sala d'attesa, in un misto di tensione e apprensione. Poi un'infermiera si affacciò sorridente: «È una bimba!». Cinque minuti dopo mi misero tra le braccia un leggerissimo fagottino, la nostra V. Non ricordo se allora si usasse far entrare il papà in sala parto, comunque non l'avrei fatto: incapace di trasmettere rassicurazione a lei, mi sarei sicuramente ritrovato a intralciare qualcosa; meglio attendere fuori. Deve averla pensata così pure Randy Bresnik, anche se forse ha esagerato un po', attendendo in orbita, nella stazione Atlantis, la notizia della nascita della sua piccola. Raggiunto dalla notizia su un canale di comunicazione privato, preparato proprio per dargli la buona notizia, l'ha poi ritrasmessa a terra: «Just wanted to take this opportunity to report some good news, at 11:04 last night, Abigail Mae Bresnik joined the NASA family, and mama and baby are doing very well.» Da Terra gli hanno messo in onda Butterfly Kisses di Bob Carlisle. Il brano comincia così: "Ci sono due cose che so di sicuro: l'ha mandata il cielo ed è la bimba del suo papà". Caro mr. Bresnik, i suoi nervi d'acciaio da astronauta le torneranno utili nei prossimi anni, per fronteggiare la logica di due donne in un colpo solo; questa è la terza cosa di cui può essere sicuro. Mi ha divertito la descrizione dell'attesa da parte dell'altro bimbo della coppia, Wyatt, un bimbo di origine ucraina adottato un anno fa. Pare che il bimbo si rivolgesse alla pancia della mamma più o meno così: «Quando è che viene fuori a giocare? Dai, esci!» L'equipaggio dell'Atlantis ritorna a terra venerdì, nel frattempo Bresnik ha certamente un sacco di cose da fare per ingannare l'attesa. Se, però, ne avesse bisogno, gli potrei suggerire questo simpatico problemino, semplice da risolvere affacciato a un oblò. Immaginate di aver sistemato a terra, lungo l'equatore terrestre, una corda con i due estremi a chiudere un cerchio, lunga (per usare un numero semplice) 40.000 km. Se si volesse sistemarla a un metro di altezza, di quanto occorrerebbe allungare la corda? A proposito di Terra: Larissa Ramos, brasiliana, è Miss Earth 2009: ha convinto la giuria con una dissertazione sull'inquinamento. E, a proposito di inquinamento, su suggerimento di arcobaleno1961, ho inserito nella colonna di destra il banner di tcktcktck.org, il sito che ci ricorda della conferenza sul clima del prossimo dicembre, a Copenhagen. Buon lunedì. |
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il 30/12/2016 alle 15:48
Questo problema può essere definito a buon diritto "bastardo", dal momento che uno dei due dati forniti (la misura della circonferenza della Terra) è inutile e induce anche in errore (km invece di metri).
Proviamo a ignorarlo e chiamiamo R il raggio della Terra all'equatore. La misura di una corda che faccia esattamente il giro dell'equatore è allora 2 x pi x R, dove pi indica "pi greco", quindi 3,14159...
Se si tiene la corda all'altezza di un metro da terra, il cerchio delimitato avrà raggio R + 1m, quindi la corda sarà lunga: 2 x pi x (R + 1m).
La corda sarà allora più lunga della precedente di: 2 x pi x (R + 1m) - 2 x pi x R = 2 x pi x 1m = 6,28 metri.
Il fatto sorprendente è che il risultato non dipende da quanto grande sia la sfera intorna alla quale avvolgiamo la corda: che sia una pallina da tennis, la Terra o il Sole, per tenere la corda a un metro di distanza dalla superficie circondata occorrono sempre 6,28 metri in più di corda.