elaborando

 la mia collezione di francobolli al mio amato nipote Asdrubale, so che l'ha sempre desiderata. Infine lascio a mia moglie la password della mia casella speriamo-non-esista@libero.it, da cui potrà recuperare le password per: Facebook, Blog su 6 piattaforme, foto in 4 siti, musica su iTunes, profilo LinkedIn, account di Twitter, 6 film piratati su Dropbox."

Suona strano? bene, un inglese su 10 aggiunge una clausola di questo tipo al proprio testamento, o almeno ci sta pensando, pare.

Secondo RackSpace, fornitore di servizi e spazio disco in Cloud, il valore commerciale dei contenuti digitali che i britannici hanno affidato alla Rete cumula a 2,3 miliardi di sterline.
Fanno 37 a testa, neonati inclusi, mentre il 24% dei più accaniti ha almeno 200 sterline a cranio. Senza considerare il valore affettivo di foto, filmati, scritti. [Report di RckSpace]
Andando sul pratico, poi, ci sono gli abbonamenti on-line da gestire, o quanto meno da disdire, in caso di prematura scomparsa.

Se affidare alle ultime volontà le password della nostra vita in internet risolve un po' di problemi, però, c'è il rischio di crearne altri.
A ogni cambio password, per dirne una, devo ricordarmi di aggiornare il testamento, nota theRegister. Ma così, aggiungo io, si viola una delle regole fondamentali della gestione delle password: mai scriverle su un foglio, per quanto si ritenga di custodirlo con cura.

Ancora. Immaginiamo di dettare il testamento a un notaio, ci saranno pure un paio di testimoni. Ecco un'altra regola calpestata: mai confidare la propria password a chicchessia, per quanto sia fidato.

Per non parlare poi del rischio a cui si espone la propria immagine, rivelando, ad esempio, che la chiave per la propria casella è "Marilùmipiacitu".
Mi raccomando l'accento sulla u. Non la seconda, la prima. O forse è proprio la seconda. Boh.

Buon venerdì.

[Video: A casciaforte, by Carosone.]

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